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Autore: AlexVause    04/04/2014    2 recensioni
Due mondi differenti, separano ciò che il destino sembrava aver unito.
Con un piccolo aiuto, tutto ciò che è andato perso, verrà ritrovato.
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Swan Queen
Seguito di Trust e For You...Always.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 18
 
Quando Regina ed Emma arrivarono in cucina, Ruby e Miss Lucas, erano intente a studiare il menù della cena, assieme a Snow.
La ragazza lupo si scostò dalle due donne vicine al tavolo, per andare a salutare l’amica con un caloroso abbraccio, soffermandosi poi un istante ad annusare il profumo di lei.
- Ma…avete fatto…
Prima che Ruby potesse finire la domanda, Regina le afferrò il naso tirandola lievemente verso di se.
- La vogliamo smettere, segugio?
Sbottò l’Evil Queen lasciando la presa sulla ragazza, che sembrò arrossire per la piccola figuraccia.
- Scusate.
Sorrise Ruby con fare innocente. Biancaneve sembrava non essersi accorta di nulla.
- A che punto sei con il menù, Snow?
Chiese Regina avvicinandosi alla figliastra.
- Sto gustando degli assaggini.
- Non avevo dubbi.
Borbottò la matrigna sorridendo.
- Vuoi?
Domandò Biancaneve, porgendole una forchetta.
Regina si avvicinò al tavolo, incuriosita. Notando le varie pietanze, accettò l’invito della figliastra sedendosi accanto.
- Se avessimo saputo in precedenza, che bastava una cena organizzata da Miss Lucas a riappacificarvi, ci saremo risparmiati un sacco di energie e disastri.
Rise James, arrivando nelle cucine con il piccolo Henry, che si sedette subito in braccio alla madre.
 
Una volta approvato il menù, fu il turno degli abiti.
Regina, Emma e Snow, si trovavano in una stanza adibita a sartoria, pronte a valutare e decidere cos’avrebbero indossato per quella serata.
Nella stanza, su delle staffe, erano presenti molti abiti selezionati appositamente per il guardaroba dei reali.
Delle sarte erano pronte a fare aggiustamenti vari, nel caso ci fossero stati problemi con le misure.
- Sono assai curiosa, di vedere quale abito hai scelto per tua figlia.
Disse Regina sorridendo, alla smorfia dipintasi sul volto della bionda.
- Notando i colori del vestiario presente in questa stanza, ho timore già del colore che presenterai.
Aggiunse la matrigna, alla quale Biancaneve rispose stringendosi nelle spalle mortificata, mentre un abito veniva mostrato alla figlia.
- Oddio! Per caso una pesca ha vomitato e questo ne è il risultato?
Sbottò la bionda sconcertata.
- Emma!
Esclamarono all’unisono Snow e Regina. Esclamazione seguita da alcune risatine da parte delle sarte.
- Oh, scusate, scusate.
Disse la ragazza inchinandosi prima verso la madre poi verso la compagna.
- Riformulo.
Disse poi schiarendosi la voce.
- Per caso, codesto abito è forse il risultato ottenuto dal…
- Alt! Abbiamo compreso il tuo disappunto.
La fermò Regina, poggiando delicatamente una mano sulla bocca della bionda davanti a se.
- Suvvia, non vorrete farmi indossare una cosa simile! Balze, fiori…ma dove siamo!
Borbottò l’ex Sceriffo. La voce ovattata. La compagna tolse la mano dalle labbra di lei.
- Se tua madre ti ama quanto ti amo io, ammetterà che si tratta di un grosso errore, generato da improvvisa cecità.
L’Evil Queen si fece più vicina alla bionda, aggiungendo un’ultima frase quasi in un sussurro.
- Piccolo problema, sul quale ho sempre fatto affidamento, per giudicare certe scelte fatte da Biancaneve.
Snow annuì alle parole della matrigna, prima di rendersi conto dell’ultima parte del discorso.
- Regina!
Biancaneve fulminò la mora con lo sguardo.
- Lo spero bene.
Rispose Emma, poco convinta, incrociando le braccia al petto.
 
Regina decise di andare a vedere come procedevano i preparativi, lasciando che Snow si godesse il classico momento “madre e figlia”.
A James fu assegnato un compito: seguire le direttive della moglie, nel coordinare i lavori di preparazione, della grande sala da ballo.
Appena il Principe vide la suocera, fece un enorme respiro di sollievo.
- Sei venuta ad aiutare il tuo genero in difficoltà?
Domandò l’uomo, sperando con tutto se stesso in una risposta affermativa.
- Può darsi. Come procede?
Chiese l’ex Sindaco guardandosi intorno.
- Procede…diciamo così.
- Confettino!
La voce di Hook risultò squillante, richiamando l’attenzione della mora su Emma appena entrata nella sala da ballo e il suo vestito color carta da zucchero.
- Ma smettila!
Sbottò la ragazza.
- Signore! Sempre peggio, eh?
Domandò la mora avvicinandosi alla compagna.
- Ti prego Regina, non puoi fare qualcosa per sistemare quest’obbrobrio?
Emma era abbattuta.
- E perdermi il divertimento di vederti sfilare, con questa meraviglia? Giammai.
Rispose l’ex Sindaco trattenendo una risata.
- Giuro che sto per prenderti a calci.
- Non sarebbe un comportamento, che si addice ad una Principessa.
- Regina io ti…
La bionda le puntò il dito indice contro, pronta a dirle qualcosa per aggredirla, ma l’amava così tanto e vederla sorridere era così bello che si limitò a sbuffare.
- Emma vieni, non sei ancora pronta…o quell’abito è la tua scelta per il ballo?
Domandò Snow, raggiungendo la figlia.
- Oddio, no!
Esclamò l’ex Sceriffo, terrorizzata all’idea.
- Tesoro, come procedono i preparativi?
Chiese poi al marito, che notando l’arrivo di un suo madornale errore, preferì tergiversare.
Baciò la moglie mentre con la mano da dietro la schiena di lei, indicò alla servitù con in mano vasi di rose bianche, di uscire velocemente dalla sala.
- Tutto bene, sì.
Sorrise poi l’uomo.
- I fiori sono arrivati?
- No, no. Li sto ancora attendendo, ma saranno qui a breve.
Biancaneve sorrise felice.
- Vieni Emma, ti faccio provare qualcos’altro.
Prese per mano la figlia, per riportarla nella sala di prova abiti.
La faccia supplichevole della ragazza verso Regina, fu impagabile, sommata alle sue labbra che mimarono un “Salvami”.
- Prometto che finito qui, ti vengo ad aiutare.
Disse ad alta voce Regina per poi mettersi a ridere.
- Regina ho bisogno di te.
James l’aveva afferrata per le spalle voltandola verso di lui, perché lo guardasse negli occhi.
- A proposito di?
Chiese facendosi subito seria in volto.
- Errore, ho fatto un grosso errore.
- Sposare Biancaneve? Ti capisco.
L’uomo alzò gli occhi al cielo.
- E va bene. Sarebbe?
La mora sbuffò, cambiando la domanda.
James lasciò la presa sulla donna che continuò a guardarlo.
- Ho sbagliato il colore dei fiori.
- Quali fiori?
Domandò Regina incuriosita, non vedendo nemmeno un vaso in quella stanza.
James fece un cenno d’assenso con il capo a Leroy e la servitù rientrò nel salone, sistemando i vari vasi di rose bianche.
- Questi. Dovevano essere rosse e gialle, le rose…invece sono arrivate tutte bianche. Un aiutino?
L’Evil Queen alzò il dito indice, puntandolo verso i fiori, ma il Principe dei Ladri entrò nella visuale della mora.
- Ehm…
Borbottò la donna, braccio ancora teso, voltandosi dalla parte opposta ed incamminandosi verso il corridoio.
- Regina!
Esclamò James per richiamare la sua attenzione.
- Devo andare.
- Ma…i fiori?
Con uno schiocco di dita, il colore delle rose mutò in rosse e gialle, prima che la donna svanisse verso la sala prove abiti.
- Almeno Snow non mi fulminerà.
Si disse sollevato il Principe.
 
- Ma la smetti di torturare tua figlia, con queste oscenità?
Sbottò Regina, vedendo addosso alla bionda un disgustoso vestito verde slavato.
- I miei gusti, non sono i tuoi.
Sbuffò Snow.
- E meno male! Ascolta, James ha messo su uno dei tavoli situati nel salone, la statua di ghiaccio di un opossum. Sinceramente non so perché lo abbiate richiesto, comunque vuole che tu vada a verificare che la posizione di tale inutile opera, sia corretta.
- Statua di ghiaccio? Opossum? Ma che sta combinando!
Snow White iniziò davvero a preoccuparsi che i preparativi stessero andando a rotoli. La matrigna in risposta a quelle domande, fece spallucce.
- Mi assento un attimo.
Avvertì Biancaneve, prima di uscire in tutta fretta dalla stanza.
Emma guardò la compagna, dapprima seria poi sul viso si dipinse un sorriso sornione.
- Opossum eh?
- Piccola bugia, ma non ce la faccio più a vederti conciata così.
Rispose la mora che con un tocco delle dita e un intervento magico, trasformò il vestito in un meraviglioso abito da sera blu notte.
Piccoli diamanti abbellivano le maniche, la gonna lunga fino a coprire i piedi e la scollatura.
Un grande sorriso soddisfatto spuntò sulle labbra dell’Evil Queen, mentre alle sarte sfuggirono apprezzamenti meravigliati.
Emma si guardò allo specchio e sorrise felice.
- Finalmente!
Esclamò avvicinandosi alla compagna.
Le posò un dolce bacio sulle labbra per poi stringerla forte a se.
La mora si abbandonò fra le braccia di Emma.
- Guardate chi vi ho portato?
Disse Malefica entrando dalla porta.
Le due donne si voltarono verso l’entrata e videro il piccolo Henry, vestito di tutto punto.
- Henry!
Sorrise Regina aprendo le braccia. Il ragazzino corse incontro alle sue mamme che l’abbracciarono.
- Sembri un Principe.
L’Evil Queen era orgogliosa.
- Mamma, sei bellissima!
Esclamò il figlio, guardando Emma stupito.
- Regina, ma tu non sei ancora pronta o in preparativi?
Domandò Malefica sbalordita.
- Non ho idee.
Rispose la mora tristemente. La Strega scosse il capo prima di guardarla riducendo gli occhi a due fessure.
- Adesso ti rapisco e ci penso io. Di “ciao, ciao” alla tua bellezza in blu.
Disse la donna bionda prima di svanire assieme all’Evil Queen.
- Eccomi. Ma…è…perfetto!
Esclamò Biancaneve a bocca aperta, appena entrata nella stanza.
- Sapevo che Regina, ci avrebbe messo lo zampino.
Aggiunse sorridendo.
“E meno male”, pensò Emma fra se.
 
- Rosso, Bordeaux? Una punta di grigio, Blu? No, blu no, sembrereste gemelle. Oro?
Regina era in piedi dinnanzi ad un grande specchio, mentre Malefica camminava avanti e indietro per la stanza, alla ricerca di idee per l’abito dell’amica.
A quell’ultima domanda, si voltò verso l’ex Sindaco. La sua espressione di disgusto, le fece cambiare idea sul colore.
- Nero no, dai!
Esclamò la Strega, dopo aver captato il pensiero della mora.
- Ho un’idea, Melange! No…sbatte. Vinaccia? Sì, un bel vinaccia, di quelli che con la luce fa quel gioco di colori da nero a vinaccia. Sto dicendo troppe volte vinaccia.
- No, dai.
Il tono di Regina era supplichevole.
- Uhm…
Mormorò Malefica. Mano sul mento, sguardo che scrutava attentamente l’amica.
- Tu non vuoi partecipare, vero?
Chiese la Strega, fattasi seria in volto.
La mora non rispose.
- Regina!
L’Evil Queen si limitò a sbuffare.
- Pensa al mio vestito. Io mi assento un po’.
- Dove vai?
Ma quella domanda non ricevette risposta, perché la mora svanì.
 
L’Evil Queen era seduta su di una panca in pietra, nei giardini del palazzo.
Pensava a quanto quieto era il Maine, a confronto della Foresta Incantata.
Quale sarebbe stato il futuro di Henry, ora? Governare come una famiglia, non la convinceva molto.
Si sarebbe impegnata a provarci, nonostante non volesse rimanere in quel luogo.
- Perché fuggi sempre?
Quella voce, fece tornare Regina alla realtà.
- Robin.
- Regina.
L’uomo s’inchinò, in segno di saluto, ma la mora non si voltò nemmeno a guardarlo.
- Sai tutto vero?
Chiese la donna.
- Voglio solo farvi i miei omaggi.
- Andiamo, non prendetemi in giro. I miei cavalieri vi hanno dato la caccia per parecchi anni. Non mi rispettate, quindi non fingete con me.
Sbottò l’ex Sindaco, senza scostare lo sguardo dagli alberi davanti a se.
L’uomo le prese la mano, attirando l’attenzione della donna, che la scostò bruscamente.
- Voi avete solo le sembianze della temuta Evil Queen, ma null’altro in voi le assomiglia. Quindi, accettate che vi porga i miei omaggi.
- E così, siete qui.
James interruppe la conversazione, raggiungendo i due, dopo essere uscito dalla sala da ballo.
- Gli invitati per la cena, saranno qui a momenti. Mia figlia è stata rapita da sua madre e Malefica mi ha mandato a cercarti per due motivi:
uno, ha paura che te la sia data a gambe…non mi ha detto perché, anche se me lo chiedo io…
Il Principe guardò la donna pensieroso, per poi riprendere il discorso.
- …due, vuole che tu vada a vestirti. Perché dovresti dartela a gambe suocera, nuora?
Chiese James grattandosi la nuca.
La mora si alzò, guardando il genero con un sopracciglio alzato.
- Scusate.
Rispose incamminandosi verso il palazzo.
James sbuffò.
- Non so come faccia mia figlia. Avrà le istruzioni per l’uso.
Ironizzò il Principe.
- Persona assai complicata, su questo sono d’accordo. Sono certo che pure lei James, possiede le istruzioni.
Sorrise Robin.
- Il nostro rapporto si è creato con il tempo. Ci vuole pazienza.
James rispose ricambiando il sorriso ed invitando, con un gesto, il suo ospite ad entrare a palazzo.
  
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