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Autore: Lady_Whytwornian    04/04/2014    1 recensioni
Per la storia mi sono basata sui personaggi del film Il Patriota: ho preso spunto da alcune scene che ho ambientato in un altro contesto. Ho poi aggiunto altri interpreti di mia totale invenzione. La trama è fondamentalmente quella del film modificata a mio piacimento per dare un finale diverso.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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A metà mattina un violento temporale si abbatté sull’intera zona. Erano tutti fradici. I cavalli andavano lentamente. William non riusciva più a muovere un passo. Le ferite bruciavano, i piedi erano pesanti per il fango. Era caduto più volte ed era completamente sfinito.
Elbereth guardò i suoi uomini e poi si guardò attorno.
- Per oggi ci fermiamo! C’è una grotta là in fondo. Ripariamoci e aspettiamo che smetta.
Legarono i cavalli all’ingresso. Elbereth ordinò a due dei suoi di verificare che la grotta non fosse abitata. Poi si rifugiarono al suo interno.
Di nuovo William si trovò legato mani e piedi in un angolo della grotta. Aveva gli abiti fradici e tremava dal freddo.
Elbereth fece cenno al soldato che era di guardia di slegare Tavington e di portarlo vicino al fuoco.
- Vi consiglio di spogliarvi e di mettere gli abiti ad asciugare. Se vi ammalate vi abbandono legato ad un albero qui nel bosco.
William la guardò perplesso: - Spogliarmi?
Lo sguardo di Elbereth fu sufficientemente eloquente. – Sì. Va bene.
Si tolse tutti gli abiti, gli diedero una coperta e lo legarono nuovamente.
- Dove volete che vada senza vestiti addosso? – chiese, anche se ormai sapeva benissimo che non avrebbe ottenuto alcuna risposta.
Rimase seduto in silenzio ad osservare il fuoco e a pensare. Guardava i suoi carcerieri e si chiedeva chi mai potessero essere e agli ordini di chi. Erano sicuramente appartenenti ad un corpo militare, non erano mercenari e nemmeno di qualche gruppo di ribelli. Si capiva da come erano organizzati, da come si comportavano. C’era una precisa gerarchia a cui rispondevano senza discutere.
Il ruolo del comandate Kronholm gli era chiaro. Non riusciva invece ad inquadrare la donna: era sicuramente il loro capo. Ma credeva fosse di più. Si rivolgevano a lei con grande riverenza.
Ma da dove venivano? Non aveva mai sentito di una donna al comando di soldati.
Una donna…Se non avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto. E sapeva combattere, usare la spada con perizia, lottare con una forza inaspettata.
Una donna…Erano certamente inglesi, parlavano senza particolari accenti stranieri e in maniera forbita. Non erano quindi neanche rozzi contadini.
Una donna…di una crudeltà e freddezza che non avrebbe mai immaginato e che per un attimo paragonò a se stesso.
Le voci dei soldati erano di sottofondo e si mescolavano a tutti questi suoi pensieri. Poi tornò di colpo alla realtà:
- La mia lealtà – disse uno dei soldati – è riposta nel mio fucile, nella mia pistola e nella mia spada. Non mi hanno mai tradito.
Un altro, che invece aveva voglia di scherzare gli rispose: - la mia invece è riposta nel mio… eheheheh. Le signore pare che apprezzino questo tipo di lealtà!
Si misero tutti a ridere: - Certo! Fin tanto che ognuna ignora l’esistenza delle altre!
Elbereth scosse la testa e sorrise.
Poi guardò il colonnello Tavington: - E voi invece? La vostra lealtà in cosa è riposta?
Guardò Elbereth con grande sorpresa. Non si aspettava di venire coinvolto in una discussione.
- Ebbene?
- Sono un ufficiale al servizio di Sua Maestà Re Giorgio. La mia lealtà è nella corona.
Lady Whytwornian alzò uno sopracciglio: - Che nobili parole! Però da quanto so non è una vostra prerogativa obbedire agli ordini. Anzi…
- In guerra non si può pensare di essere…onesti. Qualsiasi metodo è valido per raggiungere lo scopo voluto. Non c’è tempo per le discussioni. I politici passano ore a dire cosa si dovrebbe fare, cosa non si dovrebbe fare, cosa sarebbe meglio. Poi sul campo di battaglia ci sono i soldati. Le mie scelte sono state fatte sempre e solo per ottenere il risultato richiesto, il risultato che mi hanno chiesto gli stessi politici che poi biasimano i miei metodi. E’ vero. Non sempre le mie azioni sono state apprezzate ma alla fine sono i successi ottenuti che contano e che in guerra fanno la differenza.
Elbereth si alzò, sguainò la spada e gliela puntò alla gola:- Allora Colonnello. Ditemi. Fino a che punto arriva la vostra lealtà per la corona? Sareste disposto a morire?
William fece un lungo respiro. Poi cercando di restare il più calmo possibile con voce ferma disse:
- Sono il colonnello William Tavington e sono un ufficiale dei dragoni verdi al servizio di Sua Maestà Re Giorgio.
Se è questo che volete, allora sia. Io sono legato e disarmato. Almeno datemi la possibilità di difendermi.
William rimase immobile a fissare negli occhi Elbereth che sorrise e rinfoderò la sciabola. – Lo vedremo.
E si rimise seduta.
- Slegatelo e dategli qualcosa da mangiare.
Finirono poi tutti in silenzio la cena.

 
  
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