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Autore: clasaru    08/07/2008    7 recensioni
E se Itachi scoprisse che lui e Sasuke hanno un altro fratello? ATTENZIONE!:nessun nuovo personaggio,il terzo Uchiha è qualcuno che i nostri eroi hanno sempre avuto sotto il naso... ************ Tempeste, tradimenti, intrighi, follia, commenti sconci di Sai, comparse, torture, covi segreti, diete, quaderni, tazze, cornacchie pervertite, ospedali,parenti serpenti,bon ton, ninjutsu ...tutto questo, e tanto altro ancora, nella fanfiction più cattiva che sia mai stata scritta! Se amate davvero tanto gli Uchiha e siete permalosi NON LEGGETE!...se invece sapete stare agli scherzi...buon divertimento. Commentate o una cornacchia pervertita verrà anche a casa vostra.
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Uchiha Reborn

 

Capitolo primo:

“Non sperare sia un piccione gigante, più probabilmente è tuo fratello che ti porta notizie sconvolgenti!”

 

 

Era una notte buia e tempestosa.

E certo, che cavolo, se non era buia non sarebbe stata notte, ed esiste forse storia drammatica senza una tempesta? Banale ma vero.

Sorvolando sulle condizioni climatiche e atmosferiche:

Una coppia incappucciata, durante quel marasma di pioggia e tuoni, usciva di nascosto dalla magione degli Uchiha. L’idea di uscire con un ombrello non li aveva nemmeno sfiorati. D’altronde erano, appunto, Uchiha, e loro amano essere bagnati dalla pioggia, perché così risultano più drammatici, o più sexy, a seconda del contesto.

La pioggia scrosciante teneva in casa tutta Konoha, ragion per cui la coppia di Uchiha passò totalmente inosservata tra le vie del villaggio, cosa che inconsciamente essi trovarono fastidiosa, perché, si sa, gli Uchiha amano essere osservati.

Infine, si arrestarono di fronte a una porta a caso, e lì rimasero immobili alcuni istanti. Così, tanto per fare scena.

Poi, d’un tratto, uno dei due si sfilò il cappuccio:

« Qui può andare » esclamò Fugaku Uchiha.

La donna al suo fianco scoprì a sua volta il volto, e con esso un fagotto di telo nero, che teneva all’altezza del petto. Avvolto tra i panneggi c’era un neonato, scandalizzato dalla teatralità dei genitori, che se, pensava, dovevano portarlo in giro, perché diavolo lo facevano proprio durante un temporale?

« Oh caro, » singhiozzò Makoto Uchiha « è davvero necessario? ». Fugaku scosse la testa:

« Makoto, ne abbiamo già parlato: se resta tra la sua gente sarà spacciato. Affidarlo a qualcun’altro, assicurandoci che non scopra mai le sue origini, è la cosa migliore che possiamo fare per lui. »

« Ma, marito mio, sei sicuro che Itachi… insomma… che sia già troppo tardi? Forse il suo destino non è già scritto, forse cambierà idea… »

« Donna, » Cominciò Fugaku con tipico atteggiamento maschilista da Capo clan « non avrei voluto mostrartelo ma… guarda cos’ho trovato oggi nella stanzetta di Itachi »

L’uomo porse alla donna un piccolo oggetto stretto nel suo pugno.

« Oh, no! » guaì la casalinga sottomessa « quello non può essere….! »

« Sì invece » Fugaku scosse la testa, amareggiato « smalto viola »

« Ma è ancora così giovane, troppo piccolo, per essere già a questi livelli…. »

« Tsk. Tu non capisci. Non è solo lo smalto. Non hai forse notato che si sta facendo crescere i capelli? »

« No! » urlò la moglie, incapace di accettare la realtà.

« e non è finita » incalzò lui « ieri l’ho sorpreso a truccarsi gli occhi di nero »

« No, non mio figlio! ».

Fugaku la prese per le spalle, scuotendola. Doveva essere duro, per farle accettare la realtà.

« Sì, Makoto » ululò disperato « nostro figlio Itachi è un Emo! Ma è proprio per questo che…» una secchiata d’acqua gelida, lanciata dall’inquilino della palazzina di fronte, troncò il discorso:

« Voi Uchiha, non potreste portare avanti i vostri rumorosi melodrammi altrove? Qui c’è gente che deve dormire! »

« …ed è per questo » riprese l’Uchiha, con una non-chalance imbarazzante « che dobbiamo tenere almeno un figlio lontano da lui. Almeno uno dei nostri figli si deve salvare! »

La madre del figlio in questione scoppiò a piangere, ma era finalmente convinta di ciò che stava facendo.

I due, con le dovute cerimonie tipiche della loro razza, depositarono l’infante davanti a una porta.

« Addio, figlio mio, che gli spiriti degli Uchiha del passato ti proteggano! »

« Che Susanoo ti dia la fortuna! »

« Che Amaterasu ti sia vicino! »

« Che gli astri non ti abbandonino! »

« Che la forza sia con te! »

« Che i tuoi occhi non ti tradiscano! »

« Da un grande potere derivano grandi responsabilità! »

« Che… »

« E la vogliamo piantare, con sti incoraggiamenti da Uchiha?! » sbraitò ferocemente l’inquilino del secondo piano.

La coppia incappucciata si allontanò velocemente. Il loro bambino, mollato sull’uscio di una porta di sconosciuti, cominciò, giustamente, a frignare.

 

Circa sedici anni dopo

 

Sasuke, incorreggibile mente perversa, decise un bel mattino di andare a trovare Naruto. Non che avesse particolari programmi per lui, semplicemente, voleva tormentarlo un po’. Insomma, qualcosa tipo andare da lui a Konoha, stuzzicarlo, per poi andarsene lasciandolo con un palmo di naso. Perché era così puccio Naruto, quando faceva la parte del “ Sasuke, ti riporterò indietro dovessi romperti tutte le ossa!”. E quando poi Sasuke se ne andava di botto, e Naruto piagnucolava sulla sua condizione di debolezza…oh, era adorabile!

Aveva preparato tutto:

Si era messo il completo con lo spacco sul petto, vecchio souvenir di Orochimaru, che Naruto apprezzava molto, manifestandolo, quando lo vedeva, con copiosi spargimenti di bava. Poi, era partito dal covo degli Hebi alla volta di Konoha, pregustando già il piacere di tenere Naruto sulla corda, per l’ennesima volta.

  

Naruto si svegliò, quel ridente mattino, con un inispiegabile starnuto. « Qualcuno mi pensa, dattebayo! » indovinò il biondo, alzandosi dal letto.

Colpo di scena n°1 per aumentare l’audience:

Sakura bussò in quel momento alla porta. Naruto la vide dallo spioncino, chiedendosi cosa ci facesse la rosa a casa sua a quell’ora del mattino, e felice del suo arrivo, spalancò la porta gridando: « Buongiorno Sakura-chan! Qual buon vento ti porta qui a quest’ora per… che ci fa lui qui? » cambiò tono quando vide Sai, al fianco della ragazza. Il pallido ninja in questione, fissava Naruto al suo solito modo, con la stessa espressione di sempre. Dopo un attimo di silenzio, commentò placido: « che carino il tuo pigiama, Naruto. Che animale sarebbe, quello del tuo cappuccio, una lontra? ».

Naruto sbraitò una risposta intelligibile, e li fece entrare. Rinviando i convenevoli, Sakura arrivò subito al dunque:

« Naruto, Yamato ci ha comunicato che alcuni dei suoi informatori hanno scoperto che Sasuke sta venendo qui al villaggio ».

Naruto, che aveva tirato in quel momento il ramen del giorno prima dal frigo per fare colazione, se lo rovesciò tutto addosso. « COSA? » urlò a squarciagola, mentre il brodo ghiacciato gli inzuppava il pigiama. « come sarebbe a dire, “sta venendo qui?!?” »

Colpo di scena n°2 per aumentare l’audience:

« Non è coretto, dobe, » sillabò una voce tanto fredda quanto irrisoria, proveniente dalla finestra:

« io sono già qui ».

Tutti si voltarono, a bocca spalancata, verso l’ombra scura che tarpava la luce del mattino irrorata dalla finestra: appollaiato sul davanzale, con l’aria più tronfia che potesse avere qualcuno in una posizione tanto ridicola, Sasuke Uchiha faceva la sua porca figura. Iniziarono a volare per la stanza le tipiche frasi di circostanza di Naruto e Sakura:

« Sasuke, sei tu! »

« ..perché sei tornato? »

« …resta con noi! »

« ..non andartene! »

« scommetto che il tuo pisello è più grande di quello di Naruto ».

Ops, pardon, questo era un commento di Sai.

Sasuke, seppur lusingato, rimase muto e impassibile, per non darlo a vedere. Poi, con un gesto molto fashion, si portò una mano alla tempia:

« Naruto, come al solito sei solo un debole e un ingenuo. Non sono qui per restare. »

« Allora perché sei venuto oggi? » domandò il biondo, trattenendo due perlacee lacrime.

“ Oh, com’è tenero quando trattiene le lacrimucce…!”

« Tsk. Usurantokichi, come al solito sei troppo tardo per arrivarci da solo ».

Come piaceva, al rampollo degli Uchiha, torturare il jinchuriki.

Peccato che ci fosse anche qualcuno che adorava torturare Sasuke, a sua volta.               

Colpo di scena n°3 per aumentare l’audience:

Sasuke, sospinto in avanti da un colpo alle spalle, finì dritto disteso sul pavimento, perdendo in un solo colpo tutto il suo charme.

Malamente spodestato dalla sua finestra, si girò di scatto a pania in su, intenzionato a seccare chiunque l’avesse così brutalmente umiliato. Si aspettava forse qualcosa di banale, tipo un piccione gigante, perché quando si voltò, si ritrovò di fronte chi mai si sarebbe aspettato:

Itachi Uchiha, diciamo così, troneggiava sul bordo del davanzale, con la nobile eleganza da Uchiha che lo contraddistingueva. A voler fare una descrizione obbiettiva invece, senza minacce dell’ Itachi fan club, si poteva dire che sembrava una cornacchia pervertita intenta a spiare l’abitazione di un povero adolescente.

Lasciando perdere le descrizioni fittizie e/o sincere (“ahi!ahi! ehi, lì le lame fanno male, signorine fan!”) , soffermiamoci un attimo ad osservare la scena:

Naruto poteva anche rinunciare all’idea di tentare di ristabilire ordine in casa sua, che ormai sembrava la stanza di un motel del Bronx alle due di notte, ma la questione non si poneva in quel momento, visto che il biondo era assorto nella contemplazione di Sasuke disteso sul suo pavimento, a neanche un passo da lui. A sua volta il moro, impallidito, puntava fisso lo sguardo sul fratello maggiore; mai avrebbe potuto immaginare una simile circostanza! Cosa ci faceva lì, il più uchiha degli Uchiha (ebbene sì, da oggi “uchiha” è anche un aggettivo)?!?

Itachi si godeva il momento di scompiglio, silenzioso e, tanto per cambiare, serio.

“E Sai e Sakura?” direte voi, sgranando i vostri vacui occhioni. Andiamo, se leggete il manga dovreste saperlo anche voi, che sono comparse. Non gliene frega un cazzo a nessuno.

 

Finalmente Itachi prese parola. Non indovinerete mai quale fu l’incipit del suo discorso. Iniziò con:

« Ci rivediamo, piccolo fratellino fallito » .

Ma quale fantasia disarmante. Ovviamente si riferiva a Sasuke, che durante quella pausa silente e greve, impregnata di utili flash-back tappabuchi, aveva tentato faticosamente di rialzarsi; solo, provateci voi a rimettervi in piedi con indosso un vestito come quello di Sasuke, completo di corda gigante in vita, e spacco sul petto: inciampò un paio di volte nel cordone, solo per riuscire a mettersi in ginocchio, figuratevi voi il resto. Decisamente la divisa di Orochimaru non è un capo pratico adatto a rialzarsi dopo una caduta. Per dare un idea più chiara, immaginate voi di rialzarvi da terra mentre indossate il costume del Gabbibbo. Questo paragone rende perfettamente l’idea di ciò che attraversò Sasuke.

Una volta che il giovane Uchiha si fu eretto in tutta la sua altezza ( Itachi aveva molta più pazienza di quanto non sembrasse) il discorso con il fratello maggiore riprese.

« Come mai sei qui?! » sbraitò Sasuke furente, dando prova anche lui di una passione per le domande scontate « sei qui per combattere? Per tentare di uccidermi? O magari vuoi verificare che il mio odio per te sia cresciuto a sufficienza? »

Itachi alzò al cielo gli occhi impiastrati di kajal « No, fratellino, non sono qui per quello. Sai com’è, non gira sempre tutto intorno a te, purtroppo ».

Sasuke, offeso dalle parole del fratello, ma anche felice di avere un nuovo pretesto per odiarlo, si gettò contro di lui, sotto gli occhi impotenti degli astanti, con l’intenzione di attaccarlo.

Fu un errore. All’ultimo momento, Itachi si scostò d’un paio di centimetri, ed evidentemente il piccolo Sasuke si sentiva talmente onnipotente da credere che un voletto dal quarto piano non lo avrebbe di certo ammazzato.

Non lo ammazzò,in effetti, ma qualche ora dopo il moretto era disteso sul letto di Naruto, che amorevolmente finiva di passargli le bende intorno alla testa, per incontenibile gelosia di Sakura, che Sasuke teneva a distanza con un lungo bastone (originariamente un regalo di Suigetsu per tenere a bada Karin, durante i suoi momenti peggiori). Tutta la scena si svolgeva come se si trovassero ad un allegra riunione di famiglia. Basti dire che addirittura, nell’attesa del recupero di Sasuke spiaccicato sul marciapiede, Itachi e Sai si erano messi a giocare a briscola.

Quando alla fine il minore degli Uchiha, bendato dalla testa ai piedi come una mummia, si fu rialzato, il maggiore sospese la partita per parlargli:

« Sono qui semplicemente perché mi sentivo in dovere di riferirti di una scoperta assolutamente incredibile e casuale in cui sono incappato qualche tempo fa. Sappi che a lungo, neanche io ci ho creduto, ma dopo un attento esame, non ho potuto fare a meno di arrendermi all’evidenza. ».

I presenti pendevano dalle sue labbra.

« Spiegati meglio » sibilò Sasuke, ancora inviperito per “l’incidente” di poco prima.

« Qualche settimana fa, il caso ha voluto che mi ritrovassi nei pressi di una vecchia base degli Uchiha, ormai da tempo in disuso. Accampandomi lì durante la notte, decisi di esplorarla, tanto più per noia che per bisogno effettivo. Scoprii così che oltre a una grande quantità di armi e rotoli, in alcune stanze si estendevano scansie e scansie di documenti anagrafici sulle varie generazioni della nostra illustre casata. Le carte risalivano quasi al primo capostipite della nostra razza, volli dunque controllare se, a contrasto, fossero registrati anche gli ultimi, ovvero io e te, Sasuke.

Infatti, dopo aver letto i dati riguardanti i nostri genitori, trovai anche i nostri: nome, data di nascita, gruppo sanguineo e brevi resoconti sulla nostra prima infanzia. Fu allora che mi accorsi di qualcosa di sconvolgente. »

« Di che diamine parli? » lo esortò Sasuke, iracondo « cosa diavolo puoi aver mai trovato? ».

Itachi lo ignorò, continuando il racconto con calma:

« Pensai si trattasse di un errore, in un primo momento. Ma altre ricerche, stavolta più mirate, mi condussero alla conferma dell’impensabile. ».

Itachi levò gli occhi scarlatti, fissando quelli dell’altro Uchiha della stanza, con voce greve, che non gli riuscì del tutto in verità, ammise finalmente quella rivelazione:

« Sasuke, noi due abbiamo un altro fratello ».                      

 

Fine capitolo primo

 

Ma no dai, scherzavo! Se concludevo il capitolo così ero proprio stronza! Andiamo avanti con la storia:

La rivelazione di Itachi fu accolta dal più totale silenzio. Per lunghi istanti, gli unici suoni udibili furono il canto dei grilli fuori dalla finestra e il ronzio del cervello di Sai, intento a scervellarsi per trovare un soprannome a Itachi: voleva chiamarlo “bellezza”, ma era già stato costretto dalla circostanza ad usare quel nomignolo con la racchia bionda del barbecue! Accidenti, queste donne sono sempre tra i piedi!

Sasuke ruppe il silenzio: « Non prendermi in giro! Con quale scopo mi racconti una bugia simile? ».

« Sapevo che avresti reagito in questo modo » replicò placido Itachi, scostandosi una ciocca corvina dagli occhi cremisi « d’altronde è una verità scomoda, questa che ti ho riferito. Ma posso spiegarti meglio, ed eventualmente mostrarti le prove della mia sincerità. ».

« Bene allora, comincia pure a spiegarmi » rispose Sasuke glaciale, invidioso di non avere ciocche da spostare con aria da figo, in quel momento. Il racconto riprese:

« Appurai che non si trattava di un errore: il gruppo sanguineo corrispondeva, così come altri dati del nostro nucleo familiare. Nostra madre aveva avuto un bambino dopo di me, più grande di te solo di poco. Probabilmente non ricordavo della sua gravidanza perché ero ancora troppo piccolo, allora.

Il mio primo pensiero fu dunque che nostra madre avesse avuto un neonato, poi morto dopo i primi giorni di vita, e che non ce l’avesse mai detto solo per non turbarci.

Ma insoddisfatto da quella spiegazione semplicistica indagai ancora, finché non trovai questo » dai recessi del suo soprabito dell’Akatsuki, Itachi estrasse un foglio di carta, scritto a mano e ormai consunto da tempo.

« è un cartiglio scritto da nostro padre, Sasuke. Secondo ciò che è riportato qui, noi dovremmo avere un fratello a tutti gli effetti, probabilmente ancora vivo e in buona salute. E la questione in realtà è più interessante ma… ti devo lasciare ora. Puoi prendere il manoscritto di nostro padre, e ti raccomando di leggerlo » concluse gettando il foglio ai piedi di uno scioccato Sasuke « tornerò quando sarà il momento, tra qualche giorno, per incontrare il mio secondo fratellino. Ci vediamo Sasuke » e detto questo, si gettò giù dalla finestra, scomparendo prima di rispondere a ulteriori domande.

Poco più tardi, Kisame l’avrebbe recuperato dal marciapiede e riportato a casa di Naruto, dove venne bendato e curato, rimanendo privo di sensi per qualche tempo.  

I nostri eroi si strinsero attorno alla lettera. Sasuke con mani tremanti, la raccolse. Quella storia aveva qualcosa di strano, ma non sembrava che Itachi mentisse. D’altro canto, perché si sarebbe dovuto disturbare a farlo?

L’ Uchiha cominciò a leggere le righe sbiadite, con la speranza di capirne di più su quella storia:

« “ Due settimane fa, dopo un sofferto travaglio, Makoto a dato alla luce il nostro secondo figlio. È un maschietto anche lui, e gode di ottima saluta. È per questa ragione, che soffro indicibilmente pensando al futuro che lo attende. Ultimamente, non ho potuto fare a meno di notare il comportamento ambiguo di Itachi: ormai ho la certezza assoluta che sia già degenerato a sufficienza. Potrebbe benissimo decidere di sterminare il clan con largo anticipo, e uccidere persino il suo fratellino, oltre a noi.

Dopo una lunga riflessione, ho concluso che non posso permettere una cosa del genere: Io e Makoto dobbiamo allontanare il nuovo nato, per salvargli la vita. Ovviamente ho preso le dovute precauzioni, prima di apprestarmi ad un simile gesto disperato.

Per prima cosa, ho pensato che Itachi potrebbe scoprire, più avanti, dell’esistenza del fratellino. E non gli sarebbe difficile ritrovarlo, perché lo sharingan del piccolo lo renderebbe riconoscibile. Perciò, per quanto mi dolga privare il mio secondogenito della sua capacità oculare, dovrò farlo, almeno per un determinato periodo di tempo: ho applicato al minore un jutsu contenitivo; per circa sedici, o diciassette anni, approssimativamente, non potrà usare il nobile chakra degli Uchiha, e lo sharingan non potrà manifestarsi in lui. So di abbandonarlo a se stesso notevolmente indebolito, ma questo lo metterà al sicuro da suo fratello maggiore, almeno fino ai suoi sedici o diciassette anni.

Tra qualche giorno, lo abbandoneremo da qualche parte a Konoha, sperando che qualcuno si occupi di lui. Firmato: Fugaku Uchiha” ».

Sasuke strinse convulsamente il foglio. Era assolutamente sconvolto.

Non per aver scoperto di avere un altro fratello. Non perché a giudicare dalla lettera i suoi sapevano in anticipo dell’intento di Itachi di sterminarli tutti. Neanche lo era per aver capito che suo padre era solito scrivere “Fugaku rulez! Minato sucks!”, più volte, a bordo pagina.

No.

 Un altro quesito tormentava Sasuke. Si voltò verso il fratello, ancora disteso e inabile ma sveglio, e lo interpellò:

« Ma se hanno fatto tutta questa tiritera per salvare questo fantomatico secondogenito, perché diamine poi avrebbero fatto nascere me?! ».

Il suo era un tono tra il piagnucoloso e l’iracondo, e, con sommo raccapriccio dei presenti alzò la voce di qualche ottava, acutizzandola. Sembrava una checca isterica. Fece addirittura piangere il povero Kisame.

Itachi invece fece le spallucce:

« Oh, vedi fratellino, non che gli importasse molto quale figlio esattamente salvare. Come dire, l’importante è che uno si salvasse. Anche se eventualmente ne avessero avuti altri, di figli (che poi è quel che è successo, come testimonia la tua nascita), era una questione irrilevante. Oppure è probabile che tu…ecco.. come posso dirlo in modo delicato..? che tu sia stato…un incidente,ecco ».

Sasuke sgranò gli occhi come un pazzo furioso: « Come,.. scusa? » sillabò.

« Ti sta dicendo che sei la conseguenza del buco in un condom » spiegò Sai, senza malizia.

« Sta zitto tu! » sbraitò Sasuke offeso « nessuno ha chiesto il tuo parere! ».

« Lasciando perdere queste questioni di poco conto » cominciò Itachi (“ la mia nascita sarebbe una questione di poco conto?” interruppe Sasuke, ma il fratello maggiore lo ignorò) « il punto è un altro: non capisci? I sedici anni sono passati e il jutsu contenitivo di nostro padre perderà il suo effetto; da un giorno all’altro nostro fratello manifesterà lo sharingan, e noi scopriremo chi è. ».

Finalmente un clima di serietà tornò a invadere la stanza.

« Vuoi dire » iniziò lentamente Sasuke « che da un giorno all’altro, qui a Konoha, un ragazzo potrebbe manifestare all’improvviso lo sharingan? E rivelarsi nostro fratello? Ma è assurdo ».

« Se le mie scoperte sono un semplice equivoco, (cosa comunque improbabile) lo sapremo se nessuno sbucherà allo scoperto con due occhi scarlatti » spiegò tranquillo il maggiore « in caso contrario invece… preparati ad accogliere un nuovo membro della famiglia » terminò, perfido.

 

Qualche ora dopo, ancora ammaccati e zoppicanti, i fratelli Uchiha se ne andarono ognuno per la sua strada, salvo prima l’esimersi dalla solita sequela di minacce (di Sasuke) e battutine taglienti (di Itachi). Entrambi inoltre, stabilirono di tornare a Konoha immediatamente, nel caso la notizie di un fantomatico “nuovo Uchiha” si fosse sparsa di bocca in bocca.

Naruto, Sakura e Sai, assistettero alla scena, senza poter intervenire, ma anche loro curiosissimi di sapere chi mai potesse essere, il terzo fratello.

Solo il tempo, glielo avrebbe svelato.

Passarono sei giorni.

 

Fine capitolo primo.

Stavolta, per davvero!    
  
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