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Autore: YourSmileMakesMeStrong    04/04/2014    6 recensioni
Stavamo correndo per cercare un riparo dalla pioggia, mano nella mano.
-Fermati.
Mi disse lui.
-Cosa c'è? Forza, corri, sta piovendo a dirotto!
-Guardami negli occhi.
Sussurrò teneramente. Il verde dei miei occhi si fuse con l'azzurro dei suoi.
Le farfalle nello stomaco iniziarono a farsi sentire. Eravamo così vicini, e la pioggia rendeva tutto così speciale. La nostre labbra si avvicinarono sempre di più, fino a quando non si unirono completamente in un dolce bacio.
Le gocce di quella fredda pioggia non erano niente, in confronto al calore del nostro amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1. Il viaggio

Mi svegliai presto, anzi, non mi svegliai affatto, perché non dormii. Ma come potevo dormire, sapendo che oggi mi sarei trasferita, sapendo che oggi avrei lasciato il mio Paese, i miei amici? Dovevo lasciare la mia vita, per costruirmene un'altra. Dall'Italia, sarei dovuta andarmene in Irlanda. Motivi di lavoro, dicevano i miei genitori. Un buon motivo, per rovinarmi la vita. La lingua non era un problema per me, perché fin da piccola studiai l'inglese, inoltre studiai in una scuola specializzata in lingue, perciò non era quello il problema. Ma sarei riuscita a farmi altri amici? Pensai mentre preparavo le valigie. Il sole era già così alto in cielo, e proprio non me la sentivo di lasciare l'Italia, il mio Paese, per andarmene in un posto sconosciuto, dove, per quanto ne sapevo io, pioveva in continuazione.
Mi fermai un attimo a guardare la mia camera, perennemente in disordine, che io amavo fin da bambina, e poi la salutai con la mano. Un gesto infantile, e così ricco di nostalgia. Una lacrima scese scivolando sulla mia guancia. Strinsi i pugni, come cercando di bloccare le tristi emozioni che occupavano il mio cuore.

-Evelyne, scendi! E' ora di partire.

Esclamò mia madre.

A malincuore presi le mie valigie, ed uscii dalla mia stanza. Chiusi la porta della camera che non avrei rivisto mai più. Mentre scendevo le scale notavo ogni particolare della mia casa, i muri dipinti di bianco, le poltrone di pelle, la mia televisione 3D.. La cuccia di Roy, il mio cagnolino. Il lungo tavolo di vetro che si occupava buona parte del salotto, i quadri appesi..
Non avrei rivisto mai più niente di tutto questo?

-Forza, tesoro, scommetto che la nuova casa ti piacerà di più!

Disse mia mamma vedendomi giù di morale.

-Niente, mamma, e dico niente, potrà mai sostituire questa casa.

Esclamai mentre aprivo il portone d'ingresso.

-Eccoti, principessa! Sei pronta per il viaggio?

Urlò mio padre appena mi vide. Era in preda alla gioia.

-Come siamo carine oggi!

Mi disse guardandomi. Avevo indossato un abitino rosso e delle ballerine con il fiocchetto. Il caldo iniziava a farsi sentire, era quasi estate ormai. Mancavano pochi giorni di scuola, che avrei dovuto trascorrere in Irlanda. Sarebbe stato il mio quarto anno lì. Quella scuola era un Liceo Linguistico, era come la mia scuola, solo che era Irlandese. La cosa buffa è che si insegnava l'italiano in quella scuola. Di sicuro sarei stata una delle prime della classe, in quella materia.
Salii sulla macchina e partimmo verso l' aeroporto di Milano. Durante il tragitto, ammirai i paesaggi italiani. Erano così belli..Chissà se l'Irlanda sarebbe stata all'altezza.
Quando arrivammo all'aeroporto, dovetti sforzarmi per non piangere. Mi sedetti su una panchina, aspettando il mio volo.

-Evelyne!

Urlò qualcuno. Mi girai e riconobbi Annalisa, la mia migliore amica.
Mi commossi, dopotutto era venuta fin lì per vedermi, per darmi l'ultimo saluto.

-Non piangere!

disse Annalisa, che notò subito che stavo per farlo. Tra me e lei c'era una forte intesa, una sorta di legame fortissimo. Capivamo sempre quando qualcosa non andava nell'una o nell'altra.

-Ti ho portato un regalo, così potrai ricordarti per sempre di me.

Mi disse cercando di consolarmi. Mi porse un piccolo pacchetto. Feci per aprirlo, ma mi fermò.

-Aprilo quando sarai arrivata là.

La abbracciai fortissimo.

-Non mi dimenticherò mai di te. Ti voglio bene.

Esclamai facendomi scappare delle lacrime.

-Evy, non piangere, dai! Altrimenti poi piango anche io. Verrò a trovarti, te lo prometto. Saremo sempre migliori amiche, ma a..Ehm..Leggera distanza!

-Migliori amiche per sempre!

Le dissi stringendole la mano, quasi come un giuramento.

-Adesso devo proprio andare, mi aspettano!

Dissi guardando i miei genitori che mi cercavano. Era arrivata l'ora di salire sull'aereo.

-Abbracciami di nuovo.

Mi disse lei scoppiando a piangere.

-Aspetta, non eri tu quella che diceva che non bisognava piangere?

Dissi io ridacchiando, ma con una voce soffocata dai singhiozzi.

-Chiudi il becco!

Esclamò stringendomi ancora di più.
La lasciai per raggiungere i miei genitori.

-Ciao, Evangelyne!

-Arrivederci, Annalisa!

La salutai, come se non fosse un addio, ma un semplice ''ci vediamo''.

-Ehi mamma, sono qui!

-Oh, grazie al cielo. Temevo che fossi scappata via!

Disse leggermente preoccupata.

-Scusa mamma, stavo parlando con Annalisa!

-Annalisa è venuta fin qui per vederti?

Esclamò mia madre incredula.

-Ho sempre saputo che quella ragazza era fantastica! Che bel gesto venire fin qui solo per te!

-Già, mamma..Adesso, per favore, saliamo su questo aereo, prima che non decida di scappare per davvero.

Dissi tristemente avviandomi verso quel mezzo di trasporto che mi avrebbe cambiato completamente la vita.

-I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture.

Disse una voce che proveniva dall'altoparlante.

-Come ti senti?

Mi chiese mio padre.

-Non so..E' la prima volta che viaggio in aereo, ma mi piace! Mi piacerebbe certo di più se stessimo partendo per una vacanza, con la consapevolezza che dopo qualche giorno saremmo tornati a casa, e avrei rivisto i miei amici! Ma va tutto bene.

Dissi a mio padre mentre guardavo fuori dal finestrino.

-Sai, Evy, spesso per la famiglia sono necessari sacrifici, molto spesso fanno male, ma alla fine sono le cose migliori per tutti noi.

Ripensai alle parole di mio padre per tutto il viaggio. Era facile parlare, ma quando i discorsi diventano fatti? Non è semplice affrontare un cambiamento di vita.
Stare su un aereo era carino. Potevo vedere tutti i paesaggi sotto di me, ed era tutto così piccolo. L'aereo sfiorò parecchie volte il mare, ed ogni volta sussultai, per la paura che stessimo precipitando.

-Scusi?

Mi disse un uomo con la divisa della polizia.

-Che succede?

Gli chiesi.

-Signorina, lei sarebbe..?

-Evangelyne Maretti. C'è qualche problema per caso?

-No, mi serve solamente la carta d'identità.

Mi disse l'uomo sorridendo.
Gli porsi la mia carta.

-Mhm..Evangelyne Maretti, 17 anni, studentessa, Italiana.

-Esattamente..

-Molto bene, eccole la sua carta, e buon proseguimento!

Presi la mia carta e la infilai nella borsetta. Dopo qualche ora di viaggio, vidi gocce d'acqua scivolare dai finestrini.

-Piove..

Sussurrai.

-Benvenuti in Irlanda, signore e signori!

Esclamò una voce proveniente dall'altoparlante.


SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazze! Questo è il primo capitolo di una storia romantica, che spero vi piaccia. Non so esattamente cosa dire, perchè voglio che scopriate tutto più avanti. Visto che questo è solo il primo capitolo, non so se vi può piacere, perciò mi farebbe piacere qualche recensione che mi dia il ''via'' oppure lo ''stop''! Grazie per aver letto, un bacio!
 
  
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