Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: La Directioner Senza Nome    04/04/2014    7 recensioni
Oggi piove.
Proprio come quel giorno.
Il giorno in cui l'ho conosciuto.
Il giorno in cui lui è entrato a far parte della mia vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: Bondage
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rain.




 
 


Oggi piove.
L'acqua precipita al suolo velocemente, creando un tintinnio orecchiabile per le mie orecchie ancora semi addormentate.
Piove. E il gorgogliare dell'acqua che gocciola furiosa contro le finestre, imbattente sulle parete esterne nella piccola casa, mi aiutano ad addormentarmi, cullata dalla loro dolce ninnananna e dal calore delle coperte scaldate da una notte passata tra le lenzuola.
Lo scoppiettare delle fiamme del camino, lampeggianti, calde ed invitanti a scaldarci le mani, si fonde col suono dell'acqua che scivola via dal vetro esterno delle finestre, correndo sulla superficie dell'erba bagnata del giardino, rendendomi ancora più assonnata di quanto già potessi sembrare prima.
Mi stringo ancora di più nelle coperte calde, invitanti, comode, e ancora impregnate del suo profumo.
Lo stesso profumo che ho sentito la prima volta con cui ne sono entrata a fare conoscenza un anno fa. Lo stesso profumo che ho disprezzato, ma allo stesso tempo adorato indispensabilmente. Lo stesso profumo che sono felice di condividere nella mia vita.
Oggi piove.
Proprio come quel giorno.
Il giorno in cui l'ho conosciuto.
Il giorno in cui lui è entrato a far parte della mia vita.
 

Era un pomeriggio piovoso, il vento batteva forte contro la porta dell'ingresso della caffetteria che ospitava si e no, una decina di clienti quel giorno, inclusa la sottoscritta che sorseggiava un tè alla camomilla caldo cercando di domare il freddo che, minuti prima di entrare, mi aveva completamente avvolta nelle sue braccia congelate.
Un cappellino di lana in testa arancione pallido mi copriva la chioma indomabile di capelli castani, arruffati a causa dell'umidità della pioggia che mi aveva inzuppata completamente. Fortunatamente c'era un piccolo caminetto all'interno del negozio, e avevo ringraziato mentalmente la signora Jane per aver inserito un energia di calore lì dentro, grazie al quale mi stavo riscaldando quel giorno. Era sempre così gentile quella signora di quarant'anni, -vecchia non era quindi- e offriva a tutti un po del suo tè fatto appena, caldo e fumante, tirato dai fornelli, e ovviamente non rifiutai, mi ci voleva un po di tè in quel momento.Avvolsi accuratamente le mani attorno alla tazza, e con le labbra che ancora tremavano per il freddo, iniziai a sorseggiarla lentamente, scottandomi leggermente il palato, ma senza farci attenzione continuavo a berla, ignorando la gola che mi bruciava. Avevo le guance accaldate, o almeno riscaldate dal caldo della locandina e dal camino, e una sciarpa mi stringeva il collo, tenendomi al sicuro dal freddo pungente di quella giornata infernale.
Sorrisi leggermente vedendo una famigliola a parlare e ridere tra di loro, riscaldandomi il cuore quando il capofamiglia strinse sua moglie, portando un braccio sulle sue spalle per portarsela più vicina, lasciandogli un delicato bacio sul collo prima di riprendere a parlare con gli altri.
Diversi secondi dopo, il loro sguardo si posizionò su un ragazzo, verso l'entrata della locandina, zittendosi immediatamente quando questo, con uno sguardo infreddolito e minaccioso, attraversava il corridoio che separa i tavoli, e si precipitò affianco al camino, a pochi metri da me, seduta su uno sgabello rosso cuoio.
Lo fissavo mentre sfregava le mani, rivestite da dei guanti di lana neri, ci soffiava dentro, e nonostante il fuoco e il suo calore, una piccola nuvola bianca fuoriusciva dalle sue labbra ancora tremanti, riscaldandole con il suo respiro affannato per la corsa fatta per arrivare al negozio, riparandosi poi dalla pioggia gelata.
Le guance arrossate, le labbra perfettamente a forma di cuore, due occhi verdi scuri misteriosi, e a completare il tutto, una massa di capelli ricci decorava il suo volto, ricoperti da un cappellino verde chiaro sulla sua testa. Capì che aveva i capelli arruffati e ricci, visto che alcuni boccoli uscivano dalla lana, non perfettamente intrappolati dal tessuto che gli ricopriva la testa.
Dei jeans scuri gli fasciavano le gambe, e un enorme giacca di pelle nera gli ricopriva la parte superiore del corpo, ricoprendogli il petto e le braccia, e aveva degli stivaletti marroni che sfrega velocemente contro il tappeto della signora Jane, asciugando la suola sporca.
Continuavo a bere il mio tè, assicurandomi che non facesse attenzione ad una ragazza comune come me, troppo impotente davanti a quella figura che raffigurava un Dio greco. Ma quando mi rivolse un piccolo cenno del capo, capì che lo stavo guardando troppo a lungo per i miei gusti, e arrossendo -non per il calore all'interno della locanda- abbassai lo sguardo sulla mia tazza, già bevuta a metà. La poggiai sul bancone, facendo attenzione a non essere brusca, fin quando: «Portami un po di caffè.». Disse, con voce roca, senza intenzione di essere educato suppongo.
«Certo, Harry.» Rispose la signora Jane, sconvolgendomi.
Lo guardavo esterrefatta, e mentre lui si sfilava il cappello dalla testa, la signora Jane preparava con cura la sua ordinazione, restando in silenzio.
Glielo portò velocemente, asciugando con una pezza bagnata il caffè caduto sul bancone mentre lo preparava, e, maledicendomi, decisi di proferire parola, così: «Potresti essere più gentile con lei.». Dissi, e con mia grande sorpresa, la signora mi rivolse un piccolo sorriso rassicurante, mentre il ragazzo mi guardava sconvolto.
«Faccio quello che mi pare.» Mi parve di sentire. 'Che faccia tosta.' Pensai, guardandolo, e capì che stava pensando esattamente la stessa cosa per mio conto, data la sua espressione corrugata e attenta.
«Non mi sembra il caso di attaccare così una signora di quarant'anni. Scusi.» Dissi poi a Jane, scusandomi per aver comunicato la sua età di fronte ai clienti, ma scosse la testa, sorridendomi, ritornando poi a pulire i bicchieri per riporli nella credenza di legno perfettamente puliti.
Lui fece spallucce, bevendo poi il suo caffè velocemente, e senza dire nient'altro, poggiò la tazza -con mia sorpresa- direttamente nel lavello,, sporgendosi oltre il bancone per raggiunerlo, delicatamente, facendo cura ad inserirla correttamente nel lavabo, senza procurare graffi o piccole crepe.
Nascosi un sorriso, quando rivolse lo sguardo a me, quasi come a dirmi 'ehi, ho poggiato la tazza piano nel lavello, ringraziami', ma non lo guardai nemmeno, o almeno così credeva, dato che ogni tanto uno sguardo basso alle sue mosse glielo davo. Probabilmente continuava a guardarmi con attenzione, mentre sorseggiavo il mio tè ancora tiepido, non facendo caso alle mie occhiate per le sue azioni veloci.
Lo sentì sbuffare, e con una mano scosse i suoi ricci, domandoli seccamente, spingendoli all'indietro dalla fronte, mentre continuavo a fissarlo di sott'occhio.
'E' così misterioso' pensai, mentre lui fissava l'enorme finestra di vetro con sopra attaccato il simbolo della caffetteria, e il nome. Continuava a sbuffare, borbottando parole a bassa voce.
«E ora come ci torno a casa?» Mi parve di sentire, e, finito il mio tè, poggiai la tazza bianca sul bancone, guardando il ragazzo riccio girato di spalle, con le braccia conserte, poi guardai Jane, che camminava velocemente davanti e dietro ai banconi. Le sorrisi, e lei ricambiò, prima di entrare in una piccola stanza ed uscirne con un ombrello nero e bianco in mano.
«Volete usare il mio ombrello per caso?». Chiese, riferendosi ad entrambi, dato che sapeva che neanche io avevo l'ombrello, e guardammo l'enorme oggetto che ci stava offrendo per ritornare a casa.
Non so come, ma accettammo, forse l'idea di stare con quel ragazzo mi allettava. In un certo senso mi attraeva, si, e quando attraversammo le strade, parlando del più e del meno tirando una conversazione a caso, scoprì che lui aveva un carattere palesemente diverso dal mio.
Ridemmo parecchie volte, quando a causa delle pozze d'acqua profonde e dalle auto, ci bagnavamo assieme, sorpresi dalla velocità che quel liquido trasparente e freddo ci metteva a raggiungerci, e le nostre risate, accompagnate dal fruscio dell'acqua, rimbombavano per le strade buie, illuminate solo dai lampioni accesi lungo i marciapiedi.
Quando finalmente raggiungemmo casa mia, inzuppati completamente, Harry mi diede il suo numero, con un sorriso splendido sul viso, incorniciato a sua volta da due adorabili fossette, che scoprì non appena entrata in casa, di voler toccare, e di farci sprofondare dentro l'indice. 
Andò via, e insieme decidemmo di riportare, il giorno dopo, l'ombrello alla signora Jane, ringraziandola.

 

Bianco e nero. Erano due cose completamente diverse sei ancora ci penso.
Ma, ci siamo incontrati, forse era destino, chissà. Nessuno può dirlo, la cosa certa è che ora siamo qui, insieme.Non potrò mai ringraziare quella signora abbastanza, mi ha fatto conoscere il ragazzo che, adesso, mi sono accorta di amare.

A volte è un idiota, letteralmente, e dalle sue azioni la maggior parte delle volte non ne ricavo niente di buono, se non una ramanzina da ogni tipo di persona che disturba.
Ma sono le sue azioni a rendermi allegra. Sa quanto amo gli abbracci, ed è stata una sorpresa per me, quando mi ha portata al mare di sera, passeggiammo sul lungo mare abbracciati, l'uno nelle braccia dell'altro. O almeno, io ero sprofondata sotto le sue braccia, avvolgendogli la vita con le mani, stringendolo a me, mentre lui faceva la stessa cosa sulle mie spalle, camminando sulla sabbia fredda, cullati dal rumore del mare che si infrangeva sulla superficie dei granelli accumulati, e lui continuava a sussurrarmi i guai che faceva da piccolo, facendomi ridacchiare.
Oppure quando, il giorno dopo aver visto un film, e avergli ammesso di amare le cose sdolcinate -ma non troppo- mi ha regalato un piccolo mazzo di fiori rossi, facendomeli ritrovare fuori la porta, con un bigliettino che comunicava che era stato qui.
So che lui non è un ragazzo dalle azioni dolci, a stento riesce a tenermi per mano mentre siamo insieme in pubblico, sono contenta che mi faccia dei regali non costosi, ovviamente. E' una delle sue piccole e grandi cose che amo di lui. L'essere tenero e non ammetterlo.
Amo quando gli ricordo che è tenero, e adoro quando arrossisce e abbassa lo sguardo sulle sue scarpe, e cerca di cambiare argomento un attimo dopo troppo imbarazzato dai miei commenti dolci su di lui, ed è una cosa che mi scalda il cuore, vederlo imbarazzato davanti a me.
Non mi ha mai detto qualcosa di dolce, da un 'ti voglio bene', ad un 'ti amo', e mi va bene così, so che lui capisce che ci tengo a lui, ovviamente in un modo molto più del 'ti voglio bene', ma credo che non gli importi, almeno, è quello che capisco dal suo comportamento freddo e distaccato, da me, a volte.
Di solito litighiamo davanti a queste situazioni, soltanto perché gli ricordo che vorrei qualche altra sua dimostrazione di attaccamento a me, e anche se abbiamo condiviso insieme diversi momenti di intimità, continua ad avere quel suo famoso carattere freddo, forse in questi tempi lo è di più, e la cosa mi rattrista.
«Perché sei così freddo con me?» Gli chiedo, ormai è sempre così, e so come si svolgeranno le cose.
«Te l'ho già detto, non sono quel tipo di rapporti seri o quant'altro.» Mi risponde, come ogni singola volta, e sinceramente non sopporto più di ricevere queste risposte secche e conclusive.
«Intanto stai con me, però.» Continuo, e lui sbuffa, annuendo. E' sempre così.
«So che vorresti di più da me, ma credimi, non ci riesco, non riesco ad essere così fottutamente dolce come non so quante altre coppie riescono a fare, e devi credermi quando te lo dico. Per quanto io ci provi, non ci riesco.»
Capisco che, dai scuoi occhi addolciti, diventati di un verde smeraldo più lucido, brillante e chiaro, che sta dicendo la verità, e il modo in cui il suono della sua voce si spezza mentre parla, mi fa capire che è davvero sincero.
Annuisco come al solito, e il suo sorriso si addolcisce ancora di più, facendo sorridere anche me.
So che probabilmente, non riuscirà mai ad essere 'dolce come non so quante coppie riescono a fare', ma ho bisogno del suo affetto e sono abbastanza sicura che lo abbia capito.
Dal modo in cui mi accarezza, dal modo in cui mi abbraccia, o dal modo in cui mi sussurra quanto ci tiene a me, mi fa capire che sta cercando di migliorare quel che sto cercando di tirare fuori da lui.
Amo quando siamo insieme, accoccolati sul letto, riscaldati dalle fiamme del caminetto della nostra piccola casa, o quando piove, e il suono degli entrambi rumori rilassanti si fondono in uno, aggiungendo anche il nostro respiro regolarizzato dopo aver fatto l'amore.
Uno stretto nelle braccia nell'altro, tra le coperte che ci stringono ancora di più, abbandonati dal sonno.
Il battito veloce del suo cuore preme contro il mio orecchio quando poggio la testa sul suo petto, e mi beo felicemente di quel suono delicato, ma veloce allo stesso tempo.
Ho gli occhi chiusi, e sono sicura che Harry stia dormendo, a dire dal suo respiro penso che è così, e vorrei tanto guardarlo dormire; le labbra semi chiuse, le palpebre poggiate gentilmente sulle gote arrossate, e i ricci che gli ricadono sulla fronte imperlata di sudore, ma il suo tocco sulla mia pelle mi rende accaldata, e quando scopro che mi sta accarezzando, mi rendo conto che il mio 'sta dormendo' era sbagliato.
Amo le sue dita affusolate, e il modo in cui le sfrega lentamente sulla mia schiena nuda, mi fa venire la pelle d'oca, e sento i suoi muscoli rilassarsi. So che mi sta guardando, e sto facendo finta di dormire solo per vedere se rimane, o se va via. Sento i suoi occhi su di me, come se volessero studiarmi, e prima che me ne accorga, mi bacia dolcemente la nuca, stringendomi a se come una bambina fa col suo pupazzo preferito, facendomi sentire le 'famose farfalle nello stomaco'. Non credo che quelle che ho nello stomaco, adesso, siano farfalle, peggio.
Lo sento sospirare, e dischiudere le labbra.
«Ti amo, Meredith» La sua voce roca fa capolino, e quasi il mio cuore fa un balzo quando la sento, e soprattutto, ascolto quelle due parole.
Mi rilasso e sorrido sulla sua pelle, felice con me stessa per non essermi addormentata, e dopo tanto tempo, finalmente, sono riuscita a sentire quelle famose parole, che aspettavo di sentire da tanto tempo.
Rimango in silenzio, e so che il riccio ha appena sentito il mio piccolo sorriso crescere sul suo petto, capisce che sono sveglia, e quasi sorrido ancora di più sentendolo ridacchiare.
«Ora puoi anche aprire gli occhi e guardarmi, sai com'è, mi sento a disagio.» Ridacchia, pronunciando quelle parole lentamente, come se non è certo che io sia sveglia, così lo accontento aprendo gli occhi, guardandolo sorridendo trovandolo arrossire, grattandosi il collo con l'altra mano, e poi si allunga verso di me per lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra. Mi sorride, e ci avvolge ancora di più nelle coperte, stringendomi stretta contro il suo corpo, e stringo la sua vita con le braccia, appoggiando nuovamente la testa sul suo petto. 
Il suo cuore questa volta batte più veloce, coinvolgendo nella corsa anche il mio.
«Ti amo, Harry.»



 


Olè
Nuova OS.
E chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata così romanticuccia(?)
Io non sapevo neanche che dovevo scriverla, mi è venuta l'ispirazione improvvisa ascoltando Bruno Mars. "It Will Rain". La conoscete? No?Allora ascoltatela, perché è meravigliosa.
Innanzitutto, Iole, so che stai leggendo.

AUGURI DI BUON COMPLEANNO, CARA!
Eee...poipoipoipoipoi...mmh....
Non ho niente da dire...
Oh, si.
Ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito la mia prima Os.
Siete dolcissime, aw.

Ceh, 202 visite e 14 recensioni, ma io vi amo!

Come faccio senza di voi? Eh?
Non lo so. Okkay.
Faccio qui i ringraziamenti, dai.

Grazie a:

Simonetta99

Alena18
hislaugh
Chloe Tomlinson

birdybirdy
Books_
Dheja
Mapy_1D
Sissy_98
loved you first
You should let me love u
Valentina_1D_98
Jane_sfairytales
_Reds_
Ceh, dai, come faccio a non commuovermi con le vostre recensioni? Davvero, già a ricopiare i vostri nomi, e rileggere le recensioni mi fa sorridere come un ebete, ceh. Dai.
14 recensioni. Sembrano poche, ma per me è un gran traguardo, davvero. Grazie infinite!
Ringrazio poi quelle tre che l'hanno messa tra le preferite;
quelle due che l'hanno messa tra le ricordate;

e, quella che l'ha messa tra le seguite.
Ioviosservo, eh? ahahah
Grazie, davvero.
Beh, ora vado, prima di sclerare nel mio spazio autrice..
Baci!
Per info;
Facebook: 
Lù Efp
Twitter: 
Mrs.Directioner
Ps.Se volete dei Banner, non abbiate timore di chiederli. Questo l'ho fatto io.
Per qualunque cosa, i'm here!

 
Alla prossima!

-La Directioner Senza Nome.xx






 
 
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: La Directioner Senza Nome