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Autore: Rachel_Winchester    04/04/2014    5 recensioni
"Quando si cambia anche la più piccola cosa dal passato si possono avere riscontri catastrofici"
É possibile che con l'intento di migliorare il destino dell'umanità si possa portare ancora più velocemente all'Armageddon?
Dean e Sam. Due fratelli. Due cognomi diversi ... Due mine vaganti.
Divisi dal passato, riuniti dal destino ...
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Capitolo 19: Need to know

 Summit, Nebraska
La macchina del cacciatore, seppur vecchia, scorreva veloce sulla strada.
“Il poltergeist che infesta la casa dove stiamo andando si è già manifestato concretamente:  quel bastardo ha quasi ucciso un idraulico che stava controllando le tubature del lavandino della cucina!”
“Come!?” esclamò turbato il bruno.
“Sì, gli ha sfracellato tutto l’arto destro fino all’avambraccio”
A Sam si accapponò la pelle.
“E tuo fratello? Come sta?” Bobby diede un’occhiata allo specchietto retrovisore, dove stava riflesso Dean addormentato a bocca aperta con la testa riversata all’indietro sul sedile posteriore accanto a Sam.
“Sta mattina l’ho trovato addormentato sul tuo laptop con la pagina aperta su un sito di acchiappa fantasmi, sai, quegli imbecilli che rovinano la reputazione a noi cacciatori andando in giro con tute spaziali e aggeggi superelettronici stile Ghostbusters …”
Sam sorrise. Aveva visto quel film la prima volta che era andato a casa di Stephen, a quindici anni. Si erano divertiti come matti quella volta. Il primo di tanti momenti indimenticabili.
Seppur un ambiente troppo ristretto persino per due persone, la casa di Stephen, ai tempi appena maggiorenne, lo aveva ospitato per all’incirca due anni, fino a quando a diciassette anni riuscì ad affittare un appartamento a un isolato di distanza.
“La prossima volta digli di non fidarsi di quei buffoni. Vanno a caccia, se così si può dire, solo per comparire davanti a una telecamera! Gran parte di loro non sa neanche che il sale allontana il maligno o che per annientare un fantasma bisogna bruciare le sue ossa!”
Sam annuì sovrappensiero, mentre guardava il paesaggio scorrere dal finestrino.
“E tu Sam, tu come stai?!” il vecchio cacciatore gli diede un’occhiata preoccupata.
Sam fece spallucce: “Tutto sommato bene”
“Vedrai che tutto si sistemerà Sam … Tutto si sistemerà”
Il giovane piegò la bocca in un sorriso amaro.
“Non mi sembri tanto convinto …”
Bobby fece finta di non sentire. Fissò lo sguardo sulla strada e continuò a guidare.
 
Il silenzio nell’auto si fece soffocante. Passò quasi mezz’ora, durante la quale né Sam, né Bobby proferirono parola.
Sam pregò soltanto che Dean si svegliasse.
L’anziano ad un certo punto accese la radio.
La voce elettrizzata del telecronista ora rompeva il silenzio. Il derby tra gli Omaha Beef e gli Omaha Nightawks era quasi giunto a termine, quando ad un certo punto l’esulto di migliaia di tifosi –compreso il telecronista- segnò il touchdown degli Omaha Beef e quindi la loro vittoria. Anche Sam, dentro di sé, lanciò un urlo di trionfo!
 
 
***
 
Lawrence, Kansas
 
Janny sparecchiò il tavolo. Ciò che era successo il giorno prima l’aveva scioccata, possibile che ora i legali la ritenessero persino responsabile per la mano di quel poveretto?!
Richie continuava a saltellare attaccato alla recinzione della sua zona gioco a chiedere insistentemente il succo. Ciò non faceva altro che aumentare la sua agitazione.
“Ma non mi posso permettere un avvocato!” -controbatté al telefono, quasi una supplica più che un’esclamazione – “Va bene, senta, purtroppo la devo richiamare …” disse sentendo dei rumori provenire dalla stanza accanto. Ma cos’ha che non va questa casa?!
Raccomandò a Richie di fare il bravo e si diresse verso dove proveniva il rumore. Topi nei muri?!
Appoggiò l’orecchio sulla parete, ma tutto ad un tratto lo scalpitio cessò. Restò lì per qualche minuto, ma non sentendo più alcun rumore, si riallontanò dalla parete e ritornò in cucina.
“Aaaaah tesoro, o ci sono i topi o la mamma sta impazzendo” Janny si voltò esausta verso suo figlio.
Ma la recinzione della zona gioco era smontata.
Suo figlio non c’era.
 
“Richie?!” la voce strozzata. Com’era possibile che un bambino di a mala pena tre anni si fosse aperto da solo la recinzione?!
Tutte le sue paure si fecero concrete.
La giovane vedova corse nelle altre stanze in preda al panico. Urlava il nome di suo figlio, ma era solo il silenzio a rispondere al suo richiamo.
Ritornò in cucina, sperando di aver avuto solo una strana allucinazione.
Non poteva essere vero!
Girò intorno al tavolo più e più volte con il cuore in gola, fino a quando il suo sguardo cadde sul frigo: da esso gocciolava del latte sul pavimento.
Istintivamente Janny si precipitò ad aprire il laccio di sicurezza che impediva a Richie di aprire l’elettrodomestico, e lo spalancò con forza tale da spostare un’automobile.
I grandi occhi terrorizzati di suo figlio la guardavano tra le lacrime. Ancora in mano il succo che lo aveva attirato nella trappola.
Finalmente le braccia di sua mamma lo strinsero forte, finalmente gli trasmise il calore che in quegli ultimi cinque minuti aveva tanto bramato. Tra i singhiozzi la abbracciò più forte di quanto avesse mai fatto prima, stringendole la maglia tra i suoi piccoli pugni nonostante tutto sudacchiati, come i bambini sempre hanno.
 
 
***
 
Walnut, Kansas
 
La macchina di Bobby aveva da poco passato il confine tra il Nebraska e lo stato in cui tutto era iniziato: il Kansas. Mancava ancora un’ora al Days Inn Hotel.
Durante le tre ore precedenti solo il brusio della radio come sottofondo aveva coperto il rumore degli pneumatici che scorrevano sull’asfalto.  Dean era ancora addormentato e questa volta aveva la testa appoggiata al finestrino, con la guancia spiaccicata sull’umido vetro.
Sam invece era allungato sul sedile, anche se in qualunque posizione cercasse di mettersi si sentisse inevitabilmente scomodo …
Ad un certo punto però si mise composto. Chiuse gli occhi lentamente, sospirò, e finalmente trovò il coraggio di parlare …
“Bobby, non mi nascondere la verità. Ci metteresti ancora più in pericolo. Tu devi  dirci senza mezzi termini come stanno realmente le cose, se conosci la reale portata di questa situazione!”
“Ci sto lavorando …” Rispose impugnando ancora più forte il volante per non far trasparire la preoccupazione dalla sua voce.
“Quindi è un no?”
“Ho delle ipotesi, ma ho seri dubbi che siano del tutto valide.”
“Quindi? Quali sono?” –Bobby sbuffò scuotendo la testa- “Bobby ho bisogno di sapere!” insistette il ragazzo.
Con un tempismo perfetto, a salvare il cacciatore dal terzo grado, fu lo squillo del suo telefono.
 “Hey Will, come procede?”
“Sei con il Winchester?” . Bobby alzò leggermente il volume della radio.
“Sì, sono in macchina”
“Okay … E quanto manca a Lawrence?”
“Quarantacinque minuti circa”
“Quando arrivi cercami al 404 di Lawrence Avenue, a casa di un’amica che potrebbe aiutarci a individuare cosa uccise Mary Winchester. Anche se non credo sia stato il poltergeist che invade la casa.”
 “Neanche io” tagliò corto il più anziano.
“Quindi a dopo Bobby”.
Bobby attaccò e diede un ennesimo sguardo alla lista di nomi che William gli aveva spedito per SMS subito dopo il caso a Chicago.
 
-Max Miller, Saghinow, Michigan
-Garry Calligan, Chicago, Illinois.
-Andrew Gallagher, Guthrie, Oklahoma.
-Scott Carey, Lafayette, Indiana.
-Sam Winchester, Lawrence, Kansas.
 
A vedere l’ultimo nome della lista, come la prima volta, Bobby rabbrividì.
Lanciò un’occhiata crucciata al minore dei Winchester che tamburellava con le dita sul suo ginocchio e sentì come se un pugno lo colpisse in pieno stomaco. 
 
 
***
 
Omaha, Nebraska
 
“Per colpa tua tutto, TUTTO è andato a puttane!”
Un uomo dai capelli rossi, probabilmente di origine irlandese, abbassò gli occhi.
Jodie si avvicinò a lui con un diavolo per capello. Il suo volto era cambiato: il segno del male aveva preso il sopravvento. Prese Larry dal colletto della maglietta e lo avvicinò a sé.
“Cosa vi avevo detto, eh?! Il caso Winchester è una cosa di massima ristrettezza! Solo io, posso occuparmene in prima persona!” – il demone sbatté il ragazzo al muro- “Tutto stava andando per il meglio! I Winchester non dovevano sapere nulla! Né di demoni, né di fantasmi, di niente! E tu?! Tu vai a mostrare i tuoi luridi occhi neri al prescelto?! Ma cosa ti è saltato per la testa! Dovevi solo seguire i suoi spostamenti, attirarlo verso la strada del male!”
“E cosa?! Permettere che i due fratelli si riunissero?!”- Larry si liberò dalla stretta del demone- “ Questo era il tuo piano? Dean Winchester aveva scoperto di suo fratello! Stava andando da lui per dirgli tutto! Ho fatto la scelta più azzardata! Credevo avesse funzionato! Speravo che il lato maligno del prescelto venisse tirato fuori, che avrebbe partecipato al rapimento e preso la sua somma senza fare domande, poi mi sarei liberato di suo fratello!”
Gli occhi di Jodie si velarono di nero e la sua bocca si contorse in una smorfia piena di rabbia e disprezzo. Si riavvicinò al suo simile e disse a bassa voce:
“Ti eri già scordato le regole?! Non vedi cosa è successo?! Dovevi dirmi tutto al posto di fare le cose per tua iniziativa! E poi questo non spiega come mai ti sei mostrato al ragazzo!”
“Quegli stupidi umani lo stavano per ammazzare! Cosa avrei dovuto fare! La priorità era proteggerlo!”
Jodie perse l’ultimo rimasuglio di pazienza, con una mossa della mano lo scaraventò con una forza inaudita sulla parete in cemento della fabbrica abbandonata in cui si trovavano, tanto che alcuni vetri dei finestrini sul soffitto dieci metri più in alto si frantumarono in mille pezzi cadendo addosso ai due demoni.
“Non so come ho fatto a sceglierti per quell’incarico!” –si mise a ridere dall’esasperazione- “Come fai ad essere così rincoglionito!?”
Larry cercò di rimettersi in piedi. Sicuramente la spina dorsale del suo contenitore si era spezzata in due.
Guardò la donna che stava di fronte a lui con sguardo supplichevole.
Jodie sfilò dallo stivaletto destro un coltello con strani simboli sulla lama.
Se lo girò più volte fra le mani guardando colui che gli stava davanti …
“Cosa- cos’è quello?!” la domanda del ragazzo si perse in un balbettio strozzato.
Lei, senza rispondere, gli si avvicinò lentamente, compiaciuta dalla paura che si leggeva nei suoi occhi neri...
Curvò le sottili labbra in un sorriso malizioso e pugnalò il demone al cuore.
Appena la lama varcò il corpo del demone, il suo petto si illuminò, lasciando intravedere le costole del corpo. La bocca si spalancò come in un urlo, che però non produsse alcun suono, e gli occhi, che fino a quel momento erano stati di un nero catrame, ripresero il loro colore naturale: azzurro cielo.
Jodie sfilò il coltello e lasciò cadere il corpo sul pavimento bagnato dalle incessanti piogge degli ultimi giorni. Pulì la lama dal sangue con il lembo della sua maglietta e uscì a passo deciso dalla fabbrica.
 
 
***
 
Lawrence, Kansas, 404  Lawrence Avenue
 
Una donna di colore, dalle voluminose forme, si sedette sul divano in pelle di fronte a William.
Lo guardò con una punta di euforia:
“William Antony Harvelle! Da quanto tempo!” – i suoi grandi occhi arguti lo scrutarono dentro-“Allora Jo è voluta andare al college!”
L’uomo sulla cinquantina sorrise pieno d’orgoglio: quale gioia più grande di vedere sua figlia costruirsi un futuro? Era contento che sua figlia non avesse seguito le sue orme: la voleva al sicuro, e con quel lavoro la sua vita non sarebbe durata molto.
- Jo si era completamente allontanata da quella strada: subito dopo aver compiuto diciott’anni si era trasferita in California, lontano da tutto ciò che apparteneva al passato, lontano da tutto ciò che le ricordava sua madre, e la cosa che l’aveva uccisa.-
“Sì … Sono molto fiero di lei … Anche se mi manca davvero tanto.”
“E la Roadhouse?”
“Bè … Adesso la gestisce un mio caro amico, un giovane cacciatore, Trevor Ortiz, per caso lo conosci?”
“Alto, capelli semi-lunghi,  biondo, un po’ in carne, occhi grigi … No, non credo”
“Smettila di leggermi nel pensiero Missouri!” le disse ridendo.
“Non è colpa mia Will” disse sogghignando lei mentre immergeva un biscotto al caco nel tè che stava bevendo.
Ma dopo un attimo William riassunse la sua solita espressione seria:
 “Allora … Adesso parliamo del Winchester”
“Adesso parliamo del Winchester …” ripeté sospirando Missouri.
“Il fuoco è partito dalla stanza di Sam, ciò vuol dire che a creatura si trovava lì” –esordì il cacciatore- “Ma c’è un particolare in più. Ho controllato negli archivi del distretto di Lawrence, è indovina cosa ho trovato?”
-Will dispose una cartella con vari documenti riservati sul tavolo- “Particolari mai resi noti, come nella maggior parte dei casi di cui ci occupiamo ... Quando hanno recuperato il corpo di Mary Winchester, l’hanno trovata riversata sul …” – Will deglutì visibilmente provato da quella visione- “… Sul Soffitto. Non c’era niente che la tenesse attaccata lì sopra, era semplicemente sdraiata, come se quello fosse stato il pavimento. E sono sicuro che è capitato così anche per le altre madri.”
“Niente di fisicamente possibile quindi.” Missouri scartabellò tra i molteplici fogli che il cacciatore aveva disposto alla rinfusa sul tavolino. Ne prese uno mezzo stropicciato sul quale stavano scritti dei nomi:
 
-Max Miller, Saghinow, Michigan
-Garry Calligan, Chicago, Illinois.
-Andrew Gallagher, Guthrie, Oklahoma.
-Scott Carey, Lafayette, Indiana.
-Sam Winchester, Lawrence, Kansas.
 
“Quindi Garry è morto senza neanche sapere che la sua vera madre era scomparsa quando lui era piccolo … Povero ragazzo …” Missouri sospirò rattristita. Poi si alzò e raggiunse la finestra guardando fuori sovrappensiero. “Sai Will? Non sono molto sicura di cosa stai facendo … Portare i Winchesters, e soprattutto Dean nella casa dove ha perso tutto. Non credo sia una buona idea … Non sappiamo come potrebbe reagire …”
“Devono sapere Missouri. E per farlo devono partire dal luogo dove tutto ha avuto inizio.” asserì l’uomo con voce determinata.
“Sì, ma perché un così grande interesse verso i Winchester! E’ da anni che lavori a questo caso, e su tutte le tue ricerche ho riconosciuto il loro cognome. Perché proprio loro, eh Will?”
“Sono un uomo di parola Missouri. Questo lo sai anche tu.
Io le ho fatto una promessa, che manterrò fino in fondo, anche a costo della mia stessa vita.”
  
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