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Autore: lamogliediPaddy    04/04/2014    0 recensioni
Sua moglie Rebecca invece ha un legame molto bello con i figli, e in particolare con Paolina. Se li porta dietro quasi tutte le volte che esce e se lui le propone di fare un viaggio senza di loro lei rifiuta. Gli capita di invidiarla, per questo. Ci sono momenti in cui anche lui vorrebbe avere un figlio prediletto, qualcuno che fosse come lui e che a lui guardasse per diventare qualcosa di meglio. Un essere umano verso il cui futuro nutrirebbe un interesse speciale, che andasse oltre l'apprensione che deriva dall'essere semplicemente padre, un futuro che un giorno diventerebbe il centro del suo
Genere: Generale, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Novecento/Dittature
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non si stava così male.'
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Pensare che la giornata è stata buona: non ha fatto freddo, il matrimonio è stato allegro, nonostante la mancanza di Filippo e Rebecca sono riuscito a divertirmi. Merito del vino va bene, ma che importa. Talvolta si ha bisogno di avere la testa leggera, vino e stanchezza sono la combinazione migliore e per questo sono stato contento quando chi mi ha accompagnato mi ha lasciato all'imbocco del paese che era buio: pochi passi e sarei stato a casa, al caldo e presto a letto.

Non so, forse questa voglia di sentirmi leggero è la mia dannazione, se quel giorno a Milano non ci fosse stato Filippo sarei finito in bocca ai socialisti. Ma è inevitabile per me, non sono abbastanza forte e non ho la resistenza di un buon soldato. È un bene che non abbia dovuto fare la guerra, anche se probabilmente sarei stato riformato. Che umiliazione. Ma la Rivoluzione è stata una seconda occasione accettabile e ho fatto ciò che ho potuto.

Resta il fatto che avrei dovuto fare più attenzione, ma chi ha paura dei passi di una donna quando si trova proprio vicino a casa? Non è l'ora migliore che possa scegliere una donna sola per essere fuori casa, ma del resto loro non hanno orari: ci sono sempre un parente un bambino malato da visitare, un medico o una vicina da allertare. La faccia sotto al lampione poi non mi era neanche nuova, chi se ne frega. Ho solo perso tempo a cercare di idenficare la treccia bionda, e non ho fatto caso al movimento inequivocabile del braccio sotto la mantella, specialmente quando ho riconosciuto Paolina.

Del resto niente accade più rapidamente dello sparare a qualcuno, quando si è decisi. Il rumore è stato minimo, quello di una latta schiacciata, perciò la pistola doveva essere uno di quei giocattolini da tasca col calcio in madreperla. Ma abbastanza per gettarmi a terra. Non riesco a localizzare il dolore né a capire se mi abbia perforato un polmone o semplicemente spezzato la clavicola... Nessuno esce di casa, nessuno si affaccia alla finestra. Forse non hanno sentito, forse hanno visto me e hanno lasciato perdere... Casa di Filippo non è lontanta, potrei trascinarmi fino lì. Penso di gridare e chiamare aiuto... Magari aspetto che il dolore mi stordisca e provo ad alzarmi...

È assurdo, non ha senso. Tra tutti, perché Paolina? La conosco a stento...

Tra poco mi alzo...

Tra poco, adesso... riposo...

   
 
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