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Autore: vocalista91    08/07/2008    8 recensioni
Okay, poteva capire che Kudo si sentisse un po’ superiore a lui per avergli impartito una bella lezione sul modo di essere detective. Okay, poteva capire che si sentisse estremamente manipolatore nella sua posizione di genio nel corpo di un bambino. Ma come si permetteva di paragonare lui, Heiji Hattori, alla stregua di una bambinaia?!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, poteva capire che Kudo si sentisse un po’ superiore a lui per avergli impartito una bella lezione sul modo di essere detective

Okay, poteva capire che Kudo si sentisse un po’ superiore a lui per avergli impartito una bella lezione sul modo di essere detective.

Okay, poteva capire che si sentisse estremamente manipolatore nella sua posizione di genio nel corpo di un bambino.

Ma come si permetteva di paragonare lui, Heiji Hattori, alla stregua di una bambinaia?!

-Cosa stai cercando di dirmi esattamente, eh Kudo?- Spazientito ed irritato, Heiji si sentiva sfruttato ed umiliato.

Il bambino si voltò verso l’amico –che forse stava riflettendo sullo stato attuale del loro rapporto amichevole- con l’espressione più calma e flemmatica che avrebbe potuto sfoggiare in una situazione di simile litigiosità.

-Hattori, sei un ragazzo molto perspicace e perciò non avrai bisogno di un inutile ripetizione per comprendere.- La piccola lusinga riguardo alla sagacia del detective di Osaka non bastò a quietarlo, ma d’altronde Shinichi si sarebbe meravigliato alquanto se fosse bastata solo quella sentenza a concludere il discorso.

-Quindi tu vorresti farmi intendere che, oltre ad averti guardato le spalle durante il caso della nave con tutti quei mostri, ora devo anche fare da baby sitter a quella bambina lì?!- Il suo indice si direzionò prontamente verso la figura di una ragazzina adagiata sopra un letto e coperta da un paio di trapunte.

Conan osservò la faccia in preda all’isteria dell’amico senza la più pallida mutazione d’animo.

-Non è una bambina e questo lo sai bene: te l’ho spiegato molto esaurientemente che Ai è una ragazza con la mia stessa problematica e qualche guaio in più con gli uomini in nero e quindi non è un grandissimo problema quello di fargli compagnia, visto che ha davvero un bel febbrone.- Il ragazzo si voltò per fissare truce la bambina che stava dormendo tranquillamente, ignara che i due stessero discutendo di lei: scrutando i movimenti febbricitanti del suo corpo in preda a chissà quali incubi alla fine cedette, sebbene lo facesse per la nobile causa dell’assistenza a chiunque fosse in condizioni non ottimali.

-Quando pensate di ritornare il dottor tu ed il dottor Agasa?- Il bimbo iniziò ad avviarsi verso la porta mentre replicava sbrigativamente.

-Dobbiamo sia accompagnare mia mamma all’aeroporto, sia controllare alcune cose sull’Organizzazione e perciò credo che in un’ora dovremo riuscire a farcela. Non è poi così grave, non pensi?- L’amico annuì rassegnato a passare quell’ora in completa noia.

-Bene, allora vi lascio.- Concluse il piccolo detective chiudendosi la porta alle spalle: Heiji lo notò dalla finestra mentre saliva in macchina con l’anziano inventore e non perse tempo per sibilare alcuni insulti sulla sua persona.

-Razza di idiota saccente e presuntuoso! Non si meriterebbe il mio aiuto, visto il modo in cui mi tratta! Dovrebbe pensare ad una soluzione migliore per seccature del genere: se non c’ero io qui a Tokio come diamine faceva?!- Pensieri uno peggio dell’altro si ammassavano creando una sorta di confusione ordinata attraverso varie classifiche di accuse e violenti rimproveri.

-Ma cosa dico, lui non può assolutamente permettersi di perdere tempo con simili contrattempi! In fin dei conti quando mai potrebbe capitare ancora una cosa del genere?!- Era talmente preso nel suo crogiolarsi che non se ne accorse subito del risveglio di Ai: l’ex membro dell’Organizzazione si guardava attorno stranita non rammentando più cosa diamine ci facesse lì. Appena il ragazzo se ne accorse le sussurrò cercando di essere il più gentile possibile.

-Ben svegliata Ai, hai dormito bene?- Sapeva che non era così e lei forse gli avrebbe fatto notare la stupidità della domanda, tuttavia doveva pur iniziare da qualche parte per impostare un dialogo amichevole.

-Diamine, so così poco di lei che sarà impossibile parlarle senza alcuna pausa imbarazzante.- Pensò fra sé e sé sperando ardentemente che quella fase non si sviluppasse male come credeva.

Ai alzò gli occhi verso il ragazzo, non riconoscendolo subito.

-Tu sei…- Un bruciore improvviso alla gola le fece morire le parole in bocca: al loro posto salì; la tosse.

-Vado a prenderti un po’ d’acqua.- Affermò Hattori cogliendo la palla al balzo per uscire dal disagio ed anche dalla camera da letto: tutto appariva estremamente complicato ed arcaico.

-Non abbiamo ancora cominciato niente, ma sono già in ansia per quello che dovrei o potrei dire.- Con tutta la calma di cui poteva disporre al momento, prese un bicchiere dalla credenza e lo riempì.

-In fin dei conti lei è una ragazza molto riservata e parecchio scontrosa con chi non conosce e non so se…- Il corso dei suoi pensieri si interruppe quando sentì qualcosa appoggiarsi alla sua gamba: una volta abbassati gli occhi scoprì un piccolo fagotto di coperte che lo aveva afferrato e non pareva intenzionato a lasciarlo.

-Ma cosa…- Il piccolo fagotto si rivelò essere Ai che, continuando a tenere ben stretta la gamba di Heiji, sussurrò supplichevole.

-Ti prego, non abbandonarmi.- Il suo tono di voce era lievemente incrinato ed il ragazzo si imbarazzò da morire.

-Tranquilla Ai, perché dovrei abbandonarti?- Domandò il detective di Osaka appoggiando il bicchiere sopra il tavolo e prendendo la bambina in braccio per non far restare i piedi nudi a contatto con il pavimento freddo.

Si rese conto in un baleno dello stato di salute dell’ex membro degli uomini in nero: ansimava forte, il viso arrossato come se avesse preso un’insolazione, le labbra spaccate per la mancanza di acqua e madida di sudore. Heiji, istintivamente, premette le labbra contro la fronte per sentire quanto scottava.

-Oh cielo, ma tu avrai ormai superato i quaranta! Meglio che ti riporti subito a letto…- Stava dirigendosi verso la camera, quando la flebile voce della ragazzina lo fermò di nuovo.

-Ti prego…Non voglio dormire…Fare altri incubi…- L’ennesimo colpo di tosse frenò il suo farneticare delirante ed Hattori non poté fare a meno di sentirsi molto imbarazzato: Ai lo stava stringendo con tutta la forza che aveva in corpo come se non volesse proprio staccarsi da lui.

-Akemi…Akemi…- Il ragazzo non riusciva proprio a comprendere e sebbene i sintomi cercassero di rispedire la bambina al caldo del giaciglio, egli non ce la fece a non esaudire la sua richiesta.

-D’accordo, però ti sten= di lo stesso sul divano, va bene?- Ella non replicò, anche perché era completamente intontita dalla temperatura elevatissima del suo corpo.

-Lo prenderò come un sì.- Il salotto del dottor Agasa era davvero molto spazioso e ciò impensierì Heiji.

-Il caldo si disperde ovunque.- Appoggiò con tutta la delicatezza possibile Ai la fece distendere, sperando che si rilassasse, ma ella non pareva ancora intenzionato a lasciarlo.

-Non abbandonarmi Akemi.- Era sull’orlo delle lacrime ed il suo cuore batteva all’impazzata in quel minuscolo corpo da bambina: il detective di Osaka incominciò a preoccuparsi davvero tanto.

-Calmati Ai, non ti abbandonerò.- Per rafforzare quella frase si avvicinò alla bambina e la scaldò attraverso il contatto dei loro corpi.

-Non ti abbandonerò.- In un baleno, il cuore riprese il suo ritmo regolare mentre gli occhi si chiudevano ed un debole sorriso si delineava sulla bocca.

-Akemi…- Fu un attimo e la piccola si addormentò senza alcun tipo di preavviso ed Hattori, che avrebbe dovuto felicitarsi di quella cosa, si sentì stranamente triste: in fin dei conti quell’interesse gli aveva fatto molto piacere, anche se non se lo aspettava minimamente.

-Pazienza, vorrà dire che mi interesserò un po’ io di te.- Con molta dolcezza si stese anche lui abbracciando l’ex membro dell’Organizzazione e cullandolo amorevolezza.

In fondo, quell’ora non sarebbe stata così male: non aveva ancora affermato niente che avesse fatto arrabbiare la piccola amica del marmocchio.

-Eh Kudo, puoi anche allungare il tragitto del ritorno a casa.- Sul serio, il contatto non era affatto niente male e ciò non lo spaventava per niente: quell’intimità era decisamente tranquillizzante.

Sorrise tra sé e sé, pensando che non sarebbe stato per niente brutto passare un po’ di tempo con quella ragazzina.

Pareva anche simpatica.

The End

Ennesima sfida fra me e May_Rose.

Sembra orribile, ma potrei anche sbagliarmi e, se così fosse, fatemelo pure sapere tramite i vostri commenti e non solo per dirmi che vi è piaciuta, mi raccomando!

Grazie e ciao! :)

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