Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: A_Lily    04/04/2014    0 recensioni
Meredith appena diciottenne ha deciso di dare una "svolta" alla sua vita. E mentre intraprende il suo ultimo "viaggio" , vivendo i suoi ultimi giorni, decide di raccontare la sua storia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Bentornata >> il medico che mi ha rianimata mi sorride , è quasi impossibile non scorgere la nota di sollievo nella sua voce.

<< Salve >> biascico. Tento un sorriso , ma l’unico risultato che ottengo è una smorfia.

<< E’ successo ancora Meredith, il tuo cuore si è fermato…ancora una volta >> dice avvicinandosi ,per controllare ,che i vari fili colorati siano collegati ai monitor , che con i loro periodici suoni ,rassicurano tanto mia madre. Mia madre, che passa la maggior parte delle sue giornate in ospedale , tra scartoffie, medici ed infermiere o semplicemente accoccolata sulla malridotta sedia accanto al mio letto. Mia madre che ormai è spaventata a morte dai suoni acuti e prolungati delle macchine alla quale sono attaccata da settimane. Mia madre che non può far altro che vedermi morire.
Scaccio via questo pensiero scuotendo la testa in un movimento impercettibile. Sono ancora troppo debole.

<< Mmm…allora detengo un nuovo record , tre volte in una settimana >> provo a sorridere. Lui sbuffa spazientito e mi intima di portare la mascherina dell’ossigeno alla bocca.

Mi rifiuto.

<< Smettila >> grida mentre mi prende il polso << Sono stanco di questo umorismo macabro , stanco! Sei solo una stupida Meredith…non capisci che… >>

<< Smettila tu >> sbotto interrompendolo.

<< Smetti di farmi la paternale e vai via >> provo a scacciarlo con un gesto della mano , ma riesco a malapena a muovere le dita.
Mi accontento di quello.
<< Questo è un suicidio >> dice avviandosi alla porta , non prima di aver controllato la flebo che mi pende dal braccio e avermi sistemato l’ossigeno. Sembra davvero rassegnato. Un mese fa , quando arrivai in ospedale era cosi deciso, cosi determinato ad aiutarmi. Ho visto la sua determinazione sfumare via, pian piano , ogni volta che questa si scontrava con la mia testardaggine, Chris ne perdeva un pezzo. Perdeva un pezzo di decisione. Perdeva un pezzo di se. Perdeva me.
Le pareti della stanza che mi hanno assegnato sono fin troppo bianche , tanto che spesso sono costretta a strizzare gli occhi. E’ una stanza tutt’altro che spoglia , ma diversamente da ciò che ci si aspetta, la maggior parte dello spazio è occupato da vecchi CD e poster della mia band preferita. Molto insoliti per un ospedale, certo. Mia madre si è lasciata convincere dai miei amici , che un angolo di casa, in questo posto, possa aiutarmi. Convincere i medici è stato decisamente più complicato. Diciamo che si sono arresi quando si sono ritrovati la stanza 304 completamente riarredata.

La piccola porta d’ingresso si apre di colpo rivelando una giovane donna sulla ventina , indossa un camice da specializzanda e un sorriso smagliante. “Ti prego, non un’altra convinta che può salvare il mondo”. << Ciao…mmm…Meredith>> dice dopo aver controllato la piccola cartellina blu, che stringe tra le mani << Io sono la nuova specializzanda che seguirà il tuo caso. Mi chiamo Isabel Stoll, ho 23 anni , ho da poco terminato gli studi, infatti ho appena iniziato la specializzazione, sono al primo anno. Se solo penso a quello che mi aspetta potrei impazzire sai…>>
Dio che voce irritante. Avevo ragione, è la classica matricola iperattiva.
La guardo impassibile. Non è ne particolarmente alta ne particolarmente bella, è la solita ragazza da chioma castana ed occhi verdi.
Qualcosa però non quadra, le sue parole non quadrano: “ Sono la nuova specializzanda”. Questo vuol di che…Chris si è arreso , e ha chiesto di essere sospeso dal caso. Una fitta più forte di quelle che solitamente mi prendono lo stomaco mi fa sussultare.
Devo ammettere che Isabel ha un lato positivo: non mi tratta da malata , non prova tenerezza per me. La chiacchierata pur essendo irritante, dopo un po’ diventa coinvolgente. Quasi mi dispiace turbarla con quello che sto per dire.

<< Buongiorno Dottoressa Stoll >> la interrompo cordiale. << Io mi chiamo Meredith Ivel, ma questo già lo sa >> dico indicando la cartellina che tiene ancora fra le mani.

<< Ho diciotto anni ed ho deciso di morire. Morire di fame. Ma di certo saprà anche questo.>> dico liquidando il discorso con un cenno della mano, come se stessi parlando della possibilità che venga a piovere.

<< Mmmh Decidere di morire. >> mormora per nulla impressionata dalle mie parole << Potremmo…sai io ho molte ore di turno da smaltire e tu hai bisogno di essere controllata costantemente.>> dice lasciandosi cadere sulla piccola poltroncina rossa dove di solito mia madre riposa. Non c’è bisogno che dica o faccia altro,ho già capito, vuole che le racconti la mia storia. Sto per iniziare, ma prima che possa anche solo aprir bocca la dottoressa Stoll mi interrompe.

<< Aspetta>> mormora mentre si dirige verso la grande finestra, per spalancarla.

<< Scusa, ma c'era un fastidiosissimo odore di disinfettante >> mi strizza l’occhio. Mi sto ricredendo sul suo conto. Non è poi cosi male.
Sorridendo parto con il mio racconto.

Sono Meredith Ivel, e ho deciso di morire di fame.
Oggi avrei compiuto 19 anni, se non fossi morta l’anno scorso al Sant’Anthony Hospital.
E questa è la mia storia.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: A_Lily