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Autore: Roryinfinity8    04/04/2014    2 recensioni
"Io per lui sono una preda, una facile preda oserei dire."
Questa è la mia prima fanfic, modificata e migliorata, già pubblicata in precedenza. Enjoy it, baci!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harvey Reginald Specter, Mike Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando l’ho visto, la prima volta, credevo che il mio cuore si fosse fermato. 
è l’uomo più bello che abbia mai visto. 
Lui, con un solo sguardo, è in grado di farti fare quello che vuole. 
Puoi cercare di opporti quanto ti pare, ma è così. E lui lo sa, certo che lo sa. E’ da quando sono inciampato nella sua vita rovesciandogli sulle sue costosissime scarpe una valigetta piena d’erba che lui lo sa. 
Lui mi guarda, mi fissa, mi controlla, come un predatore pronto a cacciare la sua preda. 
Per mesi, no per anni, è andata avanti così, con lui che mi fa da mentore e con me che faccio di tutto per avere la sua approvazione anche se spesso quello che ricevo e soltanto uno sguardo. 
In uno sguardo ci si può leggere tante cose. 
Ho cercato di fare finta di nulla, ho cercato di celare i miei sentimenti, ma io per lui sono sorprendentemente facile da leggere a quanto pare. 
Per 3 anni ho pensato solo a lui, al suo viso, al suo corpo, alla sua anima elettrica. 
Abbiamo continuato a giocare a questo gioco troppo a lungo, sembra davvero che stia mettendo in scena uno spettacolo per me. 
La cosa peggiore però è il modo in cui mi guarda. 
Come ho detto, io per lui sono una preda, una facile preda, oserei dire. 
Quindi avrei dovuto immaginare che saremmo arrivati a questo punto. 
Sono qui, in piedi, nel bel mezzo del suo salotto che lo fisso uscire sulla terrazza. Lui cammina lentamente, come una pantera, è a piedi nudi e indossa una semplice maglia di cotone azzurra e dei pantaloni comodi. Avrei dovuto immaginare che si sarebbe voltato verso di me e mi avrebbe guardato con quello sguardo predatore che, neanche a dirlo, mi ha provocato un brivido per tutto il corpo. Quello che non potevo immaginare e che lui si sarebbe tolto la maglia, e poi avrebbe detto: “Vieni da me.”
Non sta scherzando. 
Il suo sguardo è sicuro, deciso e pieno di quella che sembra.. lussuria. 
Eccolo lo sguardo di cui parlavo, capace di farti fare qualsiasi cosa. 
Beh cazzo, io non ci provo neanche a resistergli, ma soprattutto, non voglio farlo. 
I miei piedi si muovo da soli, il mio cervello si spegne e il mio cuore impazza. Lui sorride, con quel ghigno di chi sa di aver vinto ancora prima di cominciare. 
Sono davanti a lui, le uniche luci accese sono quelle di New York City, lui mi afferra per i fianchi, mi guarda, continua a tenere il mio sguardo fisso nel suo: “Se hai dubbi e non sei sicuro di questo, allora mi fermerò e faremo finta che questo non è mai accaduto.”, mi dice. 
Dio mio, vorrei morire. 
La sua voce e come velluto, mi fa tremare le ginocchia, mi fa sciogliere l’anima. Lui se ne accorge, mi stringe più forte, contro di lui e a quel punto, non c’è più nulla da dire. Le parole che nella nostra professione sono così importanti, improvvisamente non contano nulla. 
Tutto quello che voglio è essere suo e nient’altro. 
Mi afferra saldamente le braccia, poi allenta di poco la presa per far scorrere le mani fino al mio viso. Non c’è fretta, non c’è cattiveria, c’è solo rispetto e desiderio nei suoi tocchi. Mi accarezza il viso dolcemente e mi bacia, prima dolcemente e morbido poi sempre più passionale e vorace. Fa scorrere le sue mani sulla mia schiena fino ad arrivare al mio sedere e spingere i nostri fianchi assieme. La mia erezione contro la sua, gemiamo entrambi, e allora lui continua così, a macinare le nostre erezioni ancora costrette nei nostri pantaloni. L’attrito, le sue mani sul mio corpo, mi stanno facendo impazzire. Tutto questo succede con il mio sguardo incatenato al suo. I nostri respiri si fondono, le nostre mani sono ansiose, le nostre erezioni sempre più dolorose. 
Improvvisamente Harvey si allontana, ho pensato subito che ci avesse ripensato, ma invece si siede, afferra la mia mano e mi fa sedere sulle sue ginocchia. “Mi piace sapere che potrò toccarti ogni volta che voglio.” Accarezza le mie cosce, fino ad arrivare al mio sedere. Con l’altra mano mi afferra saldamente il collo e mi bacia duro, tenendomi fermo. Io metto le mie braccia intorno alle sue spalle e inserisco le dita fra i suoi capelli. 
‘Dio come fa ad essere così perfetto?’, penso.
“Harvey..”, dico tra i gemiti, “Ti voglio dentro di me.”, lui mi fissa, sorpreso e forse anche un po’ orgoglioso della mia audacia. 
“Mi vuoi davvero dentro di te? Perché se lo faccio, non potremo più tornare indietro.”
“Perché ora potremmo?” 
Abbassa lo sguardo per un secondo e sorride, un sorriso sincero, unico e raro.
Un sorriso a cui mi piace pensare sia riservato solo a me. “No, non possiamo tornare indietro.” 
È stata l’ultima frase compiuta che ho sentito quella notte prima di lasciarmi andare tra le sue braccia.
  
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