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Autore: Lily Liddell    04/04/2014    5 recensioni
Dopo aver scritto una one-shot che parlava di un momento del Tour della Vittoria, ho deciso di dedicare a questa cosa più spazio.
Ogni capitolo di questa fanfiction sarà dedicato ad un giorno diverso del Tour, a partire dal Distretto 12 fino alla Capitale e ritorno.
I punti di vista saranno due: Effie ed Haymitch, in nessun ordine preciso; cercherò di alternarli ma potrei anche usare lo stesso POV due volte di fila.
[Hayffie con qualche accenno Evelark].
-
Dal testo:
Tutto era cominciato bene, poi Peeta e la sua promessa cominciano a scaldare le acque, ma è dopo il discorso meraviglioso di Katniss che le cose degenerano.
Succede tutto in fretta; lo schermo che stavamo guardando si annerisce e Haymitch giura di aver sentito un colpo di pistola, ma non è possibile, per quale motivo? Appena vedo i ragazzi mi avvicino preoccupata, quel genere di cose non dovrebbero succedere.
Ci sono altri due colpi e poi Haymitch se li porta via. Non so che fare, quindi lascio che Cinna e Portia parlino. Finalmente arriva ora di cena, questo primo e disastroso giorno è quasi giunto al termine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cinna, Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Effie POV.
 
Non sono nemmeno sicura di aver sentito la voce di Cinna finché non parla di nuovo. “Oh, okay… scusate. Continuate pure.”
Spingo Haymitch quando Cinna si allontana, chiudendo la porta, ma lui resta dov’è. “Vai!” Gli dico, cercando di riprendere fiato. Deve fare qualcosa, non posso lasciare che Cinna vada via così.
“Ma…” Comincia a lamentarsi, sporgendosi verso di me e cercando di baciarmi di nuovo, ma stavolta volto la testa di lato. “Ha detto ‘continuate’.”
Vai!” Lo spingo di nuovo verso la porta, questa volta non ribatte. Si allontana ed esce dalla stanza, io mi affretto a chiudere la porta e vado a sedermi sulla sedia.
Devo metabolizzare quello che è appena successo, perché sembra assurdo.
Mi massaggio la fronte, la testa comincia a farmi male. Ho bisogno di un po’ d’acqua fresca. Vado in bagno e mi sciacquo il viso, appena mi sento meglio torno in stanza.
Ad aspettarmi c’è Portia, quando mi vede alza le mani, ne poggia una all’altezza del cuore mentre l’altra resta sospesa in aria. “Non dirò una parola.” Ma non ce n’è bisogno, il suo sguardo dice abbastanza.
Sbuffo e raggiungo la mia toletta, è tutto sottosopra! I trucchi sono per terra, le boccette di profumo sono capovolte…
“Credo che tu debba cambiarti.” Sento dirmi da Portia e mentre raccolgo le cose cadute, le rivolgo uno sguardo interrogativo.
Di tutta risposta Portia indica qualcosa dietro la mia schiena, mi alzo e vado allo specchio lungo; quando mi volto il cuore perde un battito: quando Haymitch mi ha sollevata per mettermi in equilibrio sulla toletta, devo essermi seduta su un tubetto aperto di fondotinta, perché ho un’orribile macchia sul posteriore.
Voglio solo sprofondare.
Torno a guardare Portia, rivolgendole uno sguardo di supplica. Lei si allontana dalla porta strofinandosi le mani e mi si avvicina, facendomi cenno di voltarmi. “Ti aiuto io.” Dice e in due riusciamo a sfilarmi il vestito facendolo scendere, perché insisto a mettere queste cose così strette? “Sei ingrassata.”
Ecco, oltre al danno anche la beffa.
“Ti prego…” La supplico, perché adesso voglio solo finire di prepararmi ed evitare di essere in ritardo.
“Non preoccuparti, Cinna era venuto a dirti che abbiamo quindici minuti di ritardo.” La cosa mi solleva almeno un po’.
Portia è già pronta, quindi continua a darmi una mano. Non ho molti altri vestiti adatti all’inverno del Distretto 12, quindi opta per un vestito corto ma con dei risvolti di pelliccia.
Mi aiuta ad infilarmi le scarpe e poi va a chiamare i preparatori di Peeta, che con lui avranno sicuramente finito, poi mi lascia da sola con loro.
Nonostante il ritardo del treno, il mio è molto maggiore. Non ce la farò mai ad essere pronta in tempo, quindi mi abbandono completamente alle loro mani.
Non dovendosi occupare dei capelli, Daphne comincia a ridisegnarmi le sopracciglia e Giulius comincia a darmi il fondotinta mentre Carius si occupa delle mani. “Non esagerate, per favore.” Chiedo gentilmente.
Daphne ride genuinamente. “Chi sei e cosa ne hai fatto della nostra Effie?”
Dovendo trovare una scusa velocemente, dico la prima cosa che mi passa per la mente. “Ultimamente i cosmetici mi creano un po’ di prurito, preferisco non abbondare.”
La ragazza annuisce e continua a lavorare; allungo un occhio sul lavoro di Carius e lo fermo prima che possa cominciare ad applicare le unghie finte. “Non c’è tempo!” Gli dico e indico un cassetto dell’armadio. “Metti solo una passata di smalto e passami un paio di guanti, sono nel secondo cassetto.”
Lui annuisce e fa come gli ho detto, poi si siede di nuovo e riprende possesso delle mie mani.
Quando hanno finito con il trucco, Giulius mi sistema i capelli in modo che poi Daphne possa farmi indossare la parrucca.
Guardo l’orologio; è un miracolo, siamo in orario.
Sventolo le mani in aria per cacciarli e loro si affrettano a sparire, così come sono arrivati. Aggiungo un tocco di profumo e lascio la stanza.
Quando arrivo da Katniss e Peeta, sono appena usciti dal loro scompartimento, non sospettano nulla. Devo ricordarmi di ringraziare quei tre in un modo o in un altro, senza di loro e senza Portia non ce l’avrei fatta a prepararmi in tempo.
Arriviamo e scendiamo dal treno, non abbiamo molto tempo per via del ritardo, quindi i ragazzi hanno appena il tempo di salutare la folla prima di infilarci tutti in macchina e di raggiungere la casa del sindaco Undersee.
Katniss ci tiene a voler salutare la figlia del sindaco, ma è meglio non aspettare oltre, quindi la spedisco in fretta e furia al terzo piano assieme ai suoi preparatori.
Finiscono con un’ora di anticipo e mi avvisano che Katniss è voluta andare a cercare la sua amica, non ho nulla in contrario e quindi non mi lamento.
Nel frattempo io ho finito di sistemare tutte le cose per oggi e per domani, è tutto pronto e non ho nient’altro da fare, quindi vado a cercare Haymitch.
Lo trovo in salotto, sta chiacchierando con il sindaco.
Mi faccio da parte finché Haymitch non si alza e va a prendersi qualcosa da bere, allora mi avvicino. “Hai parlato con Cinna?” Gli chiedo, cercando di restare il più composta possibile, nonostante sento che le guance si riscaldano.
Haymitch annuisce e comincia a sorseggiare il suo drink. “Aveva già parlato con Portia.”
“Lo so.” Rispondo in fretta, ma continuo a chiedermi come abbia fatto a parlarle così in fretta.
Haymitch è più scorbutico del solito, spero non sia per causa mia… non ho il tempo di indagare, perché arrivano le famiglie di Katniss e Peeta.
Dopo i dovuti saluti, ci mettiamo tutti a tavola e poi fanno entrare i ragazzi. Sono splendidi come al solito, Cinna ha preparato un vestito lungo e argentato per Katniss, Portia invece un completo grigio chiaro per Peeta.
Non posso evitare di far bere Haymitch e a metà serata è già ubriaco; la situazione precipita quando, a fine serata, ci raggiunge anche la moglie del sindaco.
Comincia a sbraitare, a fare discorsi senza senso e a inveire contro Capitale, contro Snow.
Cinna cerca di calmarlo, ma lui lo spinge via. Inutili sono anche i miei tentativi di farlo ragionare, anzi, peggioro solo la cosa.
Aiutato dal padre di Peeta, Cinna riesce a portarlo fuori. Li seguo per assicurarmi che stia bene; Haymitch continua a parlare, non riesce a connettere. Continua a insultare tutto e tutti, se qualcuno dovesse sentirlo…
In quel momento si piega in due e si sente male, poi perde i sensi e finalmente Cinna e il signor Mellark si fanno passare le sue braccia attorno alle spalle e lo riportano a casa sua.
Quando torno a casa del sindaco mi scuso con tutti, spiegando che sono stati giorni molto stancanti per tutti.
La signora Undersee si è rintanata di nuovo nella sua stanza, forse la scenata di Haymitch l’ha spaventata.
Ora che ci sono le loro famiglie, non devo essere io ad assicurarmi che i ragazzi tornino a casa.
Torno al treno con Portia e lei mi chiede se sto bene, in verità non ne sono sicura. Speravo di poter concludere il tour in maniera più rilassata, ma c’è ancora un giorno.
Dopo una doccia veloce mi metto a letto ma non riesco a dormire, le parole di Haymitch, le grida di Haymitch, continuano a ronzarmi in testa. Se le avesse pronunciate alla Capitale, sicuramente lo avrebbero accusato di tradimento. Qui però non siamo alla Capitale, continuo a dirmi.
Comunque non riesco a chiudere occhio.

Quando arriva il mattino seguente, mi sento particolarmente stanca, quindi sveglio un’ora prima i preparatori di Peeta e mi consegno di nuovo nelle loro mani.
Non appena siamo tutti pronti, raggiungiamo il Villaggio dei Vincitori per occuparci in tempo anche dei ragazzi. Seguo Portia a casa di Peeta e resto con loro finché non è pronto.
Prima di andare a controllare Katniss, vado a bussare alla porta di Haymitch, per assicurarmi che stia bene ma non risponde.
Immagino che stia ancora dormendo, quindi torno al mio lavoro.
Raggiungiamo la piazza per festeggiare la Festa del Raccolto, ma non riesco a levarmi di dosso l’ansia di ieri sera. Credo che non passerà finché non vedrò Haymitch, quindi mi metto l’anima in pace. Probabilmente arriverà in ritardo.
La giornata trascorre tranquilla, ma di Haymitch neanche l’ombra, comincio a preoccuparmi ma non posso allontanarmi dalla piazza.
Dopo qualche tempo riguardo l’orologio e mi rendo conto che è praticamente l’ora di andare; cerco Cinna e lo trovo a parlare con Katniss. Gli dico di cominciare a cercare tutti e ne approfitto per salutare la ragazza, con la promessa di rivederci per le prove dell’abito da sposa.
Saluto anche la sua famiglia e faccio lo stesso con quella di Peeta, poi saliamo in un’auto che ci porta direttamente alla stazione.
Durante tutto il tragitto resto in silenzio, avrei voluto salutare Haymitch, ma evidentemente lui aveva altri progetti.
In verità me lo sarei dovuta aspettare, dopo tutto quello che ha bevuto ieri sera, era difficile che si sarebbe riuscito ad alzare oggi.
Arriviamo un po’ in anticipo rispetto alla partenza, così, quando tutti salgono sul treno, io mi trattengo sulla banchina.
Dopo tutto quello che è successo, sarebbe veramente maleducato da parte sua non venire nemmeno a salutare.
Improvvisamente mi sento afferrare per i fianchi e trascinare all’indietro. Non è difficile capire chi è stato. “Haymitch!” Mi lamento quando mi volta fra le sue braccia in modo da farmi ritrovare di fronte a lui. “Il vestito! È di taffettà… si sgualcisce.” Protesto con poca convinzione.
Invece di rispondere, mi coinvolge in un bacio che riesce a zittirmi, non posso non sorridere contro le sue labbra prima che lui approfondisca il bacio e mi lascio andare fra le sue braccia, perché so che non lo rivedrò per parecchio tempo.
“Ti farò arrivare un telefono nuovo appena arriverò a casa.” Dico, e non è una richiesta. Non è solo una questione personale, dobbiamo anche organizzare il matrimonio di Katniss, ma preferisco non parlarne ora.
Haymitch si limita ad annuire prima di baciarmi di nuovo, con la stessa passione che ha caratterizzato il primo bacio. Avrei voluto che si fosse presentato prima, il treno ora partirà a momenti.
“Sembra che abbiamo un pubblico.” Mi dice fra due baci.
Con la coda dell’occhio vedo che non solo Cinna e Portia, ma anche Venia, Flavius, Octavia, Daphne, Carius e Giulius che ci stanno osservando da dietro i finestrini del treno, alcuni di loro con le mani poggiate sul vetro.
Mi si annoda lo stomaco e dalle labbra esce un lamento seccato. Non mi daranno pace sul treno, ne sono convinta. “Ho un viaggio di quasi ventiquattro ore davanti a me, mi tormenteranno.” Forse non i preparatori, loro si limiteranno a parlare alle mie spalle quando crederanno che io non possa sentirli, ma Cinna e Portia… sono sicura che non si faranno problemi a parlarne apertamente anche davanti a me.
Un sorriso compiaciuto si disegna sulle labbra di Haymitch, prima di stringermi ancora di più fra le sue braccia, poi avvicina la bocca al mio orecchio. “Potresti sempre chiuderti a chiave nel tuo scompartimento e pensare a me durante tutto i tragitto.”
Haymitch!” Non riesco ad evitare di rabbrividire per un istante, ma mi allontano appena, colpendogli la spalla con uno schiaffo leggero, questo fa solo allargare il suo sorriso e cerco di non fare altrettanto mordendomi l’interno delle guance.
Sono costretta a separarmi da lui dopo un ultimo, leggero, bacio.
Il treno riparte non appena io sono salita; appena mi vedono, i preparatori spariscono nelle loro stanze, adocchiandomi e bisbigliando fra loro. Molti mi guardano straniti e un po’ disgustati, non posso non notare il sorrisetto compiaciuto di Venia, però.
Resto sola con Cinna e Portia, cerco di raggiungere il salotto e loro due mi seguono. Cinna alla mia destra e Portia alla sinistra.
Come pensavo, cominciano a fare domande e insinuazioni, per un po’ li ignoro. È il mio lavoro dopo tutto, fare finta di niente e continuare a sorridere.
Vanno avanti anche quando non gli do corda; finché non siamo tutti e tre seduti su di un divano e Portia comincia ad esibirsi in una mia – pessima – imitazione, declamando a gran voce il mio amore per Haymitch e come sognassi questo momento fin dai tempi della seconda Edizione della Memoria.
Allora mi alzo in piedi sbuffando e punto un indice accusatorio in faccia ad entrambi. “Siete peggio di due bambini!” Comincio, ma questo non fa che suscitare una grande ilarità nei due.
Non so se sono più imbarazzata o infuriata. Devono trovare la mia espressione ancora più divertente, perché Portia continua a ridere, reggendosi l’addome e Cinna scuote la testa e coprendosi gli occhi con una mano.
Indispettita, porto le mani sui fianchi e passo lo sguardo da uno all’altra, respirando a narici strette.
“Dovresti vedere la tua faccia, Effie…” Ride Portia, senza smettere di massaggiarsi l’addome. Adesso non riesce quasi a respirare, sta piangendo dal ridere.
Non ne posso più, quindi gli do le spalle e mi rintano in camera mia, chiudo a chiave la porta e poggio la schiena contro il metallo.
Respiro piano, per cercare di mantenere il controllo, ma nonostante la distanza, contino a sentirli ridere, forse ancora più forte.
Chiudo gli occhi e chino la testa mentre un sorriso nasce anche sulle mie labbra, non ci vuole molto prima che il sorriso si trasformi in una risata.

A/N: Ce l’ho fatta. Ho portato a termine un lavoro di 41.568 parole!
Scusatemi se in questo capitolo non c’è molto Hayffie, almeno nella prima parte, ma volevo sembrare realistica e ho pensato che il ritorno al 12 per Haymitch non sarebbe stato semplice… soprattutto perché ha dovuto vedere la gemella di Maysilee e perché poi comunque sapeva che Effie sarebbe ripartita il giorno dopo. Ho immaginato che dopo una bevuta del genere, sicuramente sarà stato male tutto il giorno dopo, quindi l’unica cosa da fare era farlo sentire un po’ meglio prima della partenza del treno.

Spero che anche quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto, almeno per me è stato un viaggio meraviglioso.
Ringrazio tutti quelli che l’hanno letta e mi hanno spronata a continuare, i vostri commenti mi hanno sul serio fatto troppo piacere!
Ho deciso che scriverò la long fic Post-Mockingjay, ma non comincerò prima di una decina di giorni, nel frattempo cercherò di aggiornare più o meno regolarmente le altre raccolte. Sicuramente quando pubblicherò il primo capitolo della PM (che ancora non ha un titolo) ve lo farò sapere tramite una nota nelle altre one shot.
L’idea è comunque quella di cominciare a raccontare (dal POV di Effie) cosa le è successo dopo che Haymitch è tornato al 12 con Katniss e Peeta e continuare poi andando avanti, per parecchio…
Ho già buttato giù una scaletta molto arrangiata giusto per capire che cosa dovrà succedere a grandi linee e dovrebbe comprendere un arco di 15 anni, se non di più.
Ho provato a scrivere una one shot Post-Mockingjay. Molto Post-Mockingjay e comunque non sono sicura che gli avvenimenti della one shot saranno poi ripresi ad un certo punto della long fic, ma mai dire mai. Se vi va di leggerla, la potete trovare qui.
Questa nota, come avevo previsto, è decisamente lunga. Ma ci tenevo a farvi sapere che cosa ho in mente per il futuro e soprattutto a ringraziarvi dal profondo del cuore.
A presto,
 
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Lily
   
 
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