Fanfic su artisti musicali > HIM
Segui la storia  |       
Autore: kuutamo    05/04/2014    1 recensioni
"Your love is the only thing I live for in this world
Oh how I wait for the day your heart burns
In these heavenly flames I have already scorched in
I just want you to know I'll always be waiting"
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                    



Mi alzai fulminea e m'infilai la giacca nervosamente, cercando di non badare a ciò che stava avvenendo. Quando fui pronta ad andarmene da quello schifo di situazione Ville allontanò quella presa pesante da sé e mi guardò sbalordito. Erano passati solo pochi attimi, ma sembravano vite intere. 

" Matilda aspetta, dove vai? "

Riuscii a sfuggire al suo tocco, al suo tentativo repentino e senza speranze di riuscire a prendermi per mano. Sgusciai tra l'uscio della porta e quella serpe ormai senza veleno e fui lieta di sentire l'aria fresca che si abbatteva sul mio viso. 

Ville corse dietro la mia scia e chiuse la porta spostando letteralmente Sandra dall'uscio e gridandole qualcosa che non potevo ancora capire purtroppo. Sentii i suoi passi rapidi sui gradini, e quando ne ebbi la certezza, quando sentivo davvero il fiato sul collo, allora le mie gambe iniziarono a correre impazzite, verso il nulla. 

'Ma che cosa sto facendo?' -pensai.

In quel momento sarei solo voluta essere aria: trasparente, incolore, dissolta. Non avrei voluto provare niente.

'Ma perché mi comporto così?'

Il mio cervello era troppo sconvolto per rispondere a quell'assurda domanda; riuscivo solo a correre, spinta dal desiderio folle di sparire. 

Le nuvole stavano formando dei grumi nel cielo, raggruppandosi, e distrattamente intuivo che stava per piovere.

Pioveva : proprio come quella notte, in fin dei conti sono sempre io quella che scappa.

Cercavo di correre ed essere veloce più che potevo, ma non ero mai stata una cima, ne nelle ore di educazione fisica ne in qualsiasi altro maledetto sport. La fitta che ormai pulsava già da un pezzo, si faceva sempre più insopportabile ; sentivo la testa leggera, l'ossigeno che non arrivava più al cervello. Stavo rallentando.

Sentivo la voce in lontananza di Ville, che urlava il mio nome ai quattro venti, ma ormai quel suono si affievoliva, con lo scrosciare della pioggia sull'asfalto.

Ero esausta e, arrivata sulla riva di quello che sembrava un laghetto artificiale mi fermai sfinita: caddi sulle ginocchia, e sperai che i salici coprissero la mia figura dalla strada, e che lui non mi vedesse. Stavo per scoppiare, e lo sapevo. In quel momento desiderai seriamente di non aver preso quell'aereo per Helsinki. Sentivo del male dentro il mio petto, e non capivo il perché. Ero sulla lama del rasoio: un passo in più da entrambi i lati della linea e sarei precipitata. Ma che diavolo mi era preso?

Sentii all'improvviso un respiro pesante alle mie spalle e poi un abbraccio forte, stritolante; somigliava ad una gabbia che non voleva farmi volar via. 

Ville era piombato dietro di me, e poi subito dopo al mio fianco, senza che io me ne accorgessi, totalmente annebbiata dai miei pensieri e dai miei dolori al petto.

"Perché l'hai fatto? "- mi chiese ansimante, gridando per sovrastare il suono della pioggia.

Lo guardai, evitando di strizzare gli occhi, lasciandomi accecare dalle gocce d' acqua. Era bellissimo, come una visione eterea, eternamente irreale. 

" Tu perché lo hai fatto?" -gli chiesi a mia volta.

" È stata lei a piombarmi add…." 

Ville continuava a respirare affannosamente, sempre di più fino a quando capii che non stava più respirando come credevo. 

" Ville, che cos'hai? " - sbottai, preoccupata fino all'inverosimile. Non sapevo come comportarmi, ero completamente inutile. Lui si sdraiò sulla schiena e chiuse gli occhi cercando di calmarsi, invano. 

Cercava disperatamente d'ingoiare l'aria ma la sua gola sembrava restringersi sempre di più, e vene blu gli si disegnarono sul collo, lo avvolgevano come l'edera sulla sua torre. Aprì di scatto gli occhi, ora erano rossi, come quando va storto un pezzo di cibo. Stringeva un ciuffo d'erbetta con la mano, l'altro braccio teso lungo il fianco. Gli presi l'altra e lui me la strinse con tutta la sua forza, guardandomi, supplicandomi. 

" Ville ti prego … Chiudi gli occhi.." - non avevo la minima idea di come fare a calmarlo. Sapevo che teneva sempre con se un inalatore, ma questa volta capii che non c'era. Iniziai ad accarezzarlo sulla fronte e cercando almeno di calmare me stessa, gli parlai.

" Ville chiudi gli occhi..- lui ora lo fece, e provò a fidarsi di me. - Immagina di stare seduto su uno di quei tappeti a casa tua..con la chitarra in grembo, lavorando ad una nuova melodia, per un testo che hai già in testa da settimane…. - continuava a stringermi la mano e cominciò a tossire. Io mi avvicinai ancor di più, per ripararlo dalla pioggia, e continuai a calmarlo, sussurrandogli quelle parole all'orecchio- pensa al cielo…ad un tramonto riflesso sull'acqua limpida… all'aria fresca che ti accarezza il viso, e che respiri a pieni polmoni… pensa al vento….. "

La sua presa di fece man mano più leggera e i colpi di tosse cessarono. Il suo torace stava riprendendo a sollevarsi lentamente, facendo piccoli respiri spezzati, ma il suo cuore batteva all'impazzata, più potente della pioggia. Quando aprì gli occhi, incerto, riuscì finalmente a fare un respiro profondo, tanto da causargli una smorfia per il dolore.

" Ville… " -chiesi tremante. Lui si voltò e strinse la mia mano, accarezzandone con il pollice il dorso. Ero in lacrime, non sapevo di preciso quando avevo iniziato a piangere, ma desiderai che non mi avesse sentita. 

I suoi respiri presero a farsi pian piano più regolari, e con grande felicità mi accorsi che stava svanendo tutto il rossore che gli inondava il viso.

" …ma come ti viene in mente di farmi una cosa del genere?.." 

Neanche finii di articolare quelle parole, che il suo viso si avvicinò al mio, di nuovo, con quella stessa pericolosità. Si avvicinò lentamente, socchiudendo gli occhi, lasciando solo una sottile fessura per guardarmi, e posò la sua bocca sulla mia. Le sue labbra asciutte e roventi premettero sulle mie, fredde e bagnate, muovendosi come onde scroscianti, prima lentamente e poi sempre più intensamente, innescando una tempesta di calore e adrenalina nel mio petto. 

La sua mano mi accarezzava la guancia, e tutta la pelle intorno ad essa pizzicava, come se fosse stata elettrizzata, colta da un fulmine. 

Dopo lunghi e appassionati baci si scostò, appoggiandosi alla mia fronte. Ora ero io ad essere rossa come un peperone. Ora avevo io il fiatone.

I nostri nasi si sfiorarono, di nuovo il fuoco della sua pelle e il gelo della mia si scontrarono, e poi si fusero, unendosi. Scivolai sull'erba, e le poche parti asciutte dei miei vestiti assorbirono l'acqua del terreno, rendendomi completamente fradicia. Mi rannicchiai contro il suo petto, incapace di guardarlo, incapace anche solo di trovarmi lì, sotto il suo mento, al suo cospetto. Il suo profumo ora sapeva di erba bagnata, di pioggia. Con delicatezza mi cinse le spalle e con la mano mi alzò il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi, che quasi scintillavano, evidenziati dal prato tutt'intorno. 

" ..Non abbassare lo sguardo…lasciati guardare"

 

Il mio cuore in quel momento mancò un battito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

 

Approfittando di questi giorni di fecondità creativa….

Bam!!! XD Che dire..spero che vi piaccia!

 

Il laghetto, ovvero una specie di piscina, esiste davvero, e si trova nel quartiere dove abita Ville: si chiama Munkinpuisto (puisto vuol dire parco,giardino).

 

Alla prossima, e grazie a tutti per seguire,leggere e recensire la ff. 

Kiitos.



 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > HIM / Vai alla pagina dell'autore: kuutamo