Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Engelsrufer    05/04/2014    3 recensioni
Hans torna alla corte di Arendelle per scontare la sua pena. Un colpo di stato si verifica nel paese dell'Ovest durante la visita della famiglia reale di Arendelle. Sebbene il suo cuore gli dica il contrario, il principe non vuole immischiarsi: dopotutto odia la regina Elsa. Oppure no?
Salve a tutti! Premetto che la storia non è mia, è una meravigliosa fic spagnola che ho trovato su un sito straniero. L'autrice, Abby Lockhart1, mi ha permesso la traduzione. Per chiunque volesse leggere la storia originale, vi lascio il link: https://www.fanfiction.net/s/10212024/1/The-Price-of-Politics
Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                             L'arrivo di Hans


Il giorno prima della partenza di Anna e Kristoff per l'Ovest, Elsa si ritirò presto dalla sala da pranzo. Doveva scrivere alla sua collega, la regina Leo, e Anna era la persona più fidata per consegnarle la lettera.

Di solito le due regine parlavano in codice, sperando che l'altra capisse. Non parlavano mai apertamente dei loro segreti.
Elsa prese pergamena e piuma e cominciò a scrivere.

Per sua maestà la regina Leo dell'Ovest.

Elsa sorrise. Cominciò con il raccontarle che l'arrivo di sua sorella come ambasciatrice era principalmente per rafforzare il commercio tra i due paesi. L'Ovest era ricco di miniere di splendidi smeraldi che inviava ad Arendelle in cambio di alimenti e materiali per abiti. Weselton era molto vicino ai due regni e, dopo che Elsa decise di sospendere il commercio con quest'ultimo, il duca cercò di convincere la giovane regina dell'Ovest a rompere le relazioni con Arendelle. Non sospettava dell'amicizia tra le due regine.

Mettendo da parte le questioni di lavoro, spero che la tua ferita sia guarita e che non abbia sofferto molto.

Elsa ricordava che la sua amica si era persa la sua incoronazione perché una settimana prima era caduta da cavallo durante un'escursione nel suo regno. Non conosceva bene i dettagli, ma sembrava che un serpente avesse spaventato il cavallo che l'aveva lasciata cadere, facendo spezzare la gamba della giovane regina. I medici le avevano consigliato riposo assoluto a letto ed Elsa ricevette la lettera di scuse di Leo. Il principe Jorgen si era rifiutato di separarsi dalla sorella, e decisero che il consigliere della regina avrebbe assistito all'incoronazione di Elsa come rappresentante del suo paese.

E spero che il tuo consigliere già si sia stancato del calore del tuo paese e senta la mancanza del freddo che ci fu dopo la mia incoronazione.

Elsa si mise a ridere mentre lo scriveva. Immaginò di far divertire Leo, poiché il suo consigliere tornò dall'incoronazione leggermente turbato dai poteri di Elsa.

Ti ringrazio in anticipo per l'ospitalità che riserverai a mia sorella. So che starai attenta a lei come se fosse tua sorella. Elsa sorrise. Lei mi ha aiutato a controllare il mio piccolo problema peloso.

Piccolo problema peloso. Questo era il codice per i poteri di Elsa. Ovviamente non poteva scrivere "poteri di ghiaccio" nelle sue lettere per l'estero, perché non aveva del tutto fiducia nei marinai. Tuttavia leggendo "piccolo problema peloso" occhi indiscreti avrebbero pensato che si parlava di animali.

Infatti, Elsa aveva condiviso con Leo la chiave di controllo dei suoi poteri. L'amore. Amore per sua sorella, amore per il suo regno e per i suoi sudditi. In risposta l'altra regina le aveva confidato che aveva messo in pratica i suoi consigli e anche lei riusciva a controllare meglio i suoi poteri.

Aspetto la tua risposta.

Sua maestà la Regina Elsa di Arendelle.

Elsa inserì la lettera nella busta e la chiuse. Non aveva ancora finito che sua sorella entrò nel suo studio.

«Elsa?» esclamò la principessa.

«Entra, Anna» sorrise Elsa.

«Oh, vedo che le stavi scrivendo» disse Anna, guardando la piuma, la busta chiusa e una macchia di inchiostro sulla pelle bianca della sorella.

«Certo, confido in te affinché consegni questa alla regina dell'Ovest» disse Elsa, consegnandole la busta.

«Puoi fidarti di me» disse la sorella con un sorriso, prendendo la lettera dalle mani della sorella e mettendola in tasca.

«Anna» disse Elsa «ti spiegherò di cosa si tratta, concentrati. Da quando abbiamo rotto le relazioni con Weselton, il duca sta pressando Leo affinché si allei con lui e smetta di commerciare con noi. Questo trattato è importante per Arendelle. Gli smeraldi che ci vendono, noi li vendiamo ai regni vicini per dei materiali che Arendelle non produce, capisci?»

Anna annuì.
«Leo sarà gentile con te» disse Elsa. «A volte è un po' riservata, però credimi, puoi fidarti di lei. Non farà mai niente contro Arendelle. So che la politica è piena di trappole e bugie, ma la regina dell'Ovest è onesta e sincera. Confida in lei e prendi la decisione migliore»

«Farò cosi, Elsa» disse Anna, emozionata. «Non vi deluderò, né a te né ad Arendelle»

«So che mi farai essere orgogliosa» disse la regina, guardando la sorella più piccola.

Toc..toc...

Bussarono alla porta e una voce maschile interruppe le due sorelle.

«Maestà?»

«Si, Kai?» rispose Elsa.

«È tutto pronto per il viaggio di sua altezza la principessa e sir Kristoff» annunciò Kai.

«Ti ringrazio molto, Kai» disse Elsa, e si voltò verso la sorella. «Va con Kristoff, assicurati che sia pronto per partire senza problemi»

Anna salutò la sorella e uscì dallo studio come un uragano. Elsa la vide sparire dietro la porta con un sorriso. Prese l'altra pergamena bianca e sospirò. Hans. Tanta allegria da parte di sua sorella le aveva quasi fatto dimenticare quella sgradevole questione. Sospirò di nuovo. Prese piuma e pergamena e iniziò a scrivere.


~~~~~~~~~~


Hans camminava in cerchi nella sua cabina, sul galeone reale delle Isole del Sud. Certo, era stato liberato dal carcere, ma la punizione alla quale aveva pensato suo padre, il Re, non lo rallegrava di certo. Mancavano un paio di giorni per arrivare ad Arendelle e la sola idea di tornare a affrontare le due sorelle gli faceva stare male lo stomaco. E il naso. Soprattutto dopo il colpo che gli aveva propinato Anna.

"Non è stata colpa mia, loro non capiscono" diceva la voce interiore di Hans. "Se sei il tredicesimo figlio, è normale che vuoi provare qualcosa alla tua famiglia...ma loro non possono capire".

Hans sbuffò. L'accoglienza dei suoi fratelli fu la sola cosa degna di nota. Le beffe contro il minore dei figli del re non si fermarono fino a quando il giovane principe fu salito sull'imbarcazione di ritorno ad Arendelle. Hans poteva giurarci. Se un altro sei suoi fratelli avesse causato una sciagura nel suo regno, certamente sarebbe stato in prima fila a burlarsi di lui, come avevano fatto i suoi fratelli.

I suoi pensieri furono interrotti dal capitano della nave.

«Vostra altezza» disse. «Mi dispiace interrompervi, ma la cena è pronta»

«Pfff» fu la risposta di Hans.

Non gli avevano tolto il suo titolo di principe. Digrignò i denti ricordando le parole che il padre gli aveva rivolto prima di partire.

Hans, dato che non posso incarcerarti, e tenerti qui senza far niente non serve a nessuno, ti invierò alla corte di Arendelle per servire la regina Elsa in ciò che riterrà più giusto.

«Ma padre» gli aveva detto Hans. «Nessuno mi vorrà ad Arendelle. Nemmeno la regina Elsa vorrà che stia accanto a lei dopo che...»

«Dopo che provasti ad ucciderla» concluse il re con una voce così severa che Hans fece un passo indietro. «Ho scritto specificamente alla regina Elsa che se non le sei utile, avrà piena libertà di gettarti nelle prigioni. Quindi, se vuoi tornare nelle Isole del Sud, dimostra di essere utile alla regina Elsa»

"Dimostrare di essere utile alla regina Elsa" sbuffò Hans. "Le sarò utile...come bersaglio per fare pratica con i suoi poteri di ghiaccio".

Al principe scappò un sorriso immaginando la regina delle nevi praticando il tirassegno con i suoi soldati. Era assurdo. Di che utilità poteva essere un tredicesimo figlio a una regina con poteri di ghiaccio e neve?

«Utilità, bah» disse Hans, esternando a voce alta i suoi pensieri.

"Spero che quella...strega non pensi che tornerò nel suo regno sottomesso e pronto ad obbedire" pensò il principe. "Dopo questa umiliazione anche io mi divertirò".

Sorrise maleficamente. Seduto nella sua cabina, lasciò che il suo piano prendesse forma.

"Ovvio, Elsa ed Anna sono innocenti, non sono abituate ai giochetti mentali come me e i miei fratelli" continuò Hans. "E dopo l'esperienza di qualche mese fa, conosco il punto debole delle due sorelle. Anche se non posso toccarle, le farò ritorcere con le mie parole".

Si lasciò scappare una risata malvagia.

«Principe Hans» insistette il capitano, interrompendo nuovamente la sua conversazione interna «la cena»

«Vengo vengo» disse Hans, sconfitto, alzandosi per uscire dalla cabina per andare sottocoperta. «Per essere io il principe e loro i miei subordinati, mi danno troppi ordini...»


~~~~~~~~~~


Quella mattina, prima di iniziare le mansioni quotidiane, Elsa andò nelle stalle e montò un cavallo. Accompagnata da Kai, un paio di guardie, Olaf e Sven, si diresse al porto per salutare Anna e Kristoff. Le due sorelle si abbracciarono prima che la più piccola salisse a bordo de La Concordia, la migliore nave di trasporto passeggeri di tutta Arendelle.

«Sta' attenta, Anna» disse Elsa prima di sciogliere dall'abbraccio la sorella. «Non prenderti delle vacanze troppo lunghe, ricorda che ho bisogno di te per...»

«Interromperti mentre lavori?» disse Anna, ed Elsa sorrise.

«Certo» disse Elsa. «Non sia mai che finisca presto di lavorare, mi rimanga del tempo libero e non sappia cosa farci»

Le due sorelle risero. Quando Elsa doveva lavorare ed Anna voleva passare del tempo con la sorella giocavano al gioco del "non-lavorare". Le regole erano molto semplici: Anna prendeva per le mani Elsa e la tirava con forza fino a farla uscire dallo studio e averla vinta.

Elsa si voltò verso Kristoff senza che quest'ultimo se l'aspettasse e gli diede un abbraccio, anche se meno caloroso e più rapido di quello che aveva riservato alla sorella. Anche se lo conosceva solo da alcuni mesi, Elsa considerava il giovane come parte della famiglia e, soprattutto, gli era molto grata per aver badato ad Anna quando lei non l'aveva fatto.

«Sta' attento ad Anna, Kristoff» disse Elsa a voce bassa, guardando la sorella con la coda dell'occhio mentre questa salutava Olaf. «Fa che non le accada nulla»

«Certamente, vostra maestà» rispose Kristoff inchinandosi. «Non dovete preoccuparvi»

«Quante volte devo dirti di chiamarmi Elsa?» disse la regina, tornando a sorridere.

«Almeno un'altra volta» disse Kristoff, desolato. Elsa sorrise di più. «Vostra ma...voglio dire, Elsa» si corresse. «Stai attenta, sai...con Hans»

Elsa cancellò il suo sorriso e alzò un sopracciglio. Non pensava che Anna ricordasse quel dettaglio, ma Kristoff evidentemente lo ricordava.

«Starò attenta» promise Elsa.

Kristoff la guardò, un po' incerto.

«Per quanto riguarda il nostro ritorno...» cominciò Kristoff.

«Non preoccuparti» disse Elsa così piena di ottimismo da contagiarlo. «Per quando tu ed Anna sarete tornati, Hans sarà completamente sotto controllo e lei non dovrà preoccuparsene»

«Sta attento ad Elsa, Olaf» ascoltavano che Anna dava istruzioni al pupazzo di neve. «Stalle sempre vicino»

Kristoff sorrise, un po' sollevato, e salì sulla nave dietro di Anna. La nave levò le ancore e spiegò le vele, e uscì rapidamente dalla baia con il vento a favore. Da lontano Anna e Kristoff videro Elsa ed Olaf tornare a palazzo, seguiti da uno Sven un po' afflitto.


~~~~~~~~~~


La nave di Hans arrivò all'imbrunire del giorno della partenza di Anna e Kristoff. Elsa aveva disposto che un gruppo di almeno dieci guardie ricevessero il principe delle Isole del Sud e lo conducessero alla sua presenza a palazzo. Hans, da parte sua, non si sorprese dinnanzi a quel comitato di benvenuto. Alla testa dei soldati c'era Kai.

Vedendolo, Hans chiuse gli occhi con disprezzo. Ricordò quando fu gettato in quella piccola cella della nave del ministro francese, e che questi assicurava a Kai che "avrebbe riportato il suo comportamento ai suoi dodici fratelli maggiori". Kai. Il maggiordomo della regina Elsa. Vederlo lì faceva sembrare tutto più reale. Stava per vedere Elsa ed Anna.

"Vedranno" disse la voce interiore del principe.

«Seguitemi, cavalieri» ordinò Kai, e i soldati lo seguirono, scortando il principe.

Hans si sorprese vedendo le porte del palazzo spalancate. A quanto sembrava Elsa aveva trasformato l'entrata del palazzo in una pista di pattinaggio.

«Vedo che hanno fatto alcuni cambiamenti durante la mia assenza» disse Hans in tono impertinente, mentre la comitiva camminava in silenzio seguendo il maggiordomo. «Se posso permettermi, non sono di mio gradimento, ma ognuno ha i suoi gusti...»

Sia Kai che i soldati lo ignorarono. Il maggiordomo guidò Hans e i soldati nella sala del trono, dove Elsa li stava aspettando.

Elsa era pronta psicologicamente per ricevere il suo nemico. Ricordava come aveva recitato il ruolo del ragazzo buono e aveva ingannato Anna e, più tardi, la maggior parte dei suoi consiglieri. E sapeva che dietro quella maschera c'era un serpente velenoso che aveva provato a morderla per impadronirsi del suo regno.

Ma lei era la regina delle nevi. Aveva i suoi poteri sotto controllo. Non li temeva più. E poi, anche senza i suoi poteri, era nel suo palazzo circondata dai suoi servitori, ed Hans veniva come ostaggio politico, con privilegi e titoli certo, ma pur sempre come ostaggio.

«Il principe Hans delle Isole del Sud, vostra maestà» annunciò Kai.

Ascoltando il suo nome, Hans aveva pensato di fare una breve e impertinente riverenza per far indignare la sua anfitriona. Entrò nella sala del trono con passo deciso e si voltò verso il trono dove sedeva la regina.

"Mio Dio..."

Hans restò quasi senza fiato quando posò i suoi occhi sulla magnifica regina che gli stava di fronte. Non era più la ragazzina spaventata che aveva conosciuto il giorno dell'incoronazione. Non era più la ragazzina spaventata dai suoi poteri, spaventata di poter fare del male a qualcuno senza volerlo. Non era più qualcuno che a prima vista appariva debole. Era una donna che irradiava un'energia impressionante. I suoi occhi azzurri irradiavano forza.

Il principe rimase congelato, senza riuscire a muoversi o a rivolgere qualche parola alla regina.

«Benvenuto ad Arendelle, principe Hans» disse Elsa con un tono neutro, non amichevole ma neppure amaro e ostile.

Le parole della ragazza riscossero Hans dai suoi pensieri. Il principe si inginocchiò davanti alla regina e poggiò il ginocchio sinistro a terra, dimenticando tutta la sua impertinenza.

«Grazie per la vostra ospitalità, regina Elsa» disse Hans senza utilizzare il discorso ironico che aveva preparato per la regina durante tutto il viaggio. La visione di Elsa lo aveva impressionato, lo aveva lasciato a bocca aperta e aveva sgretolato tutti i suoi piani.

Lei, da parte sua, era impassibile.

«Dovete avere fame dopo il viaggio,vostra altezza» disse Elsa con tranquillità, e si voltò verso Kai. «Per favore Kai, fate preparare la sala da pranzo. Mi piacerebbe parlare con sua altezza mentre ceniamo per...informarlo riguardo le sue attività nel mio regno» Dopo aver finito di parlare, Elsa si alzò e si ritirò dalla sala del trono, seguita da Kai.

Hans era ancora inchiodato al pavimento, impressionato dalla visione alla quale aveva appena assistito. Uno dei soldati lo riportò alla realtà toccandogli la spalla.

«Ehm...vostra altezza» disse il soldato, dubbioso. «Se vi alzate vi porteremo alla sala da pranzo, per aspettare la regina»

Hans deglutì e si alzò, obbediente.

"La regina"


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Elsa si diresse nella sua stanza e si lasciò cadere sul letto. Sapeva che avrebbero impiegato all'incirca mezz'ora per preparare la sala da pranzo, così ne approfittò per salire e riposarsi. Respirò profondamente, rendendosi conto che tutto il cammino che aveva percorso dalla sala del trono fino alla sua stanza lo aveva fatto trattenendo il respiro.

«Oh, Dio» esclamò a voce bassa.

"La parte più difficile è fatta" disse Elsa a sé stessa. "Posso stare faccia a faccia con lui senza...senza congelargli il didietro per quello che ha fatto ad Anna".

Sorrise leggermente, pensando che se avesse espresso questo pensiero ad alta voce Anna lo avrebbe trovato molto divertente, anche se al tempo stesso inappropriato per una regina.

«Gerda» chiamò Elsa, portandosi la mano destra alla fronte e sospirando. «Potreste portarmi un po' di acqua? Desidero rinfrescarmi il viso»

«Subito, vostra maestà» disse Gerda e i passi affrettati della donna si allontanarono. Mentre aspettava che tornasse, Elsa si guardò allo specchio e sorrise.

«Va tutto bene» disse a sé stessa. «Andrà tutto bene»


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Hans fu condotto alla sala da pranzo quasi immediatamente; gli fecero prendere posto per aspettare la regina. Mentre aspettava Elsa, il principe era ansioso e pensieroso. Non sapeva perché le sue mani stavano tremando.

"Andiamo, basta" disse a sé stesso. "È solo Elsa. La stessa Elsa di sempre. Quella che ho portato tra le mie braccia dal castello di ghiaccio alla prigione di Arendelle. La stessa che ho ingannato dicendole che sua sorella era morta per poi poterla attaccare alle spalle".

Hans chiuse gli occhi.

"Devi essere sereno, Hans" disse la sua voce interiore. "Elsa sta...venendo a discutere con me riguardo la punizione che mi ha preparato, e devo essere pronto".

Sospirò.

"Allora perché sono così nervoso?"

Hans non se lo spiegava. Aveva trascorso tutto il viaggio pensando mentalmente i dialoghi con Elsa, e con le sue parole l'avrebbe fatta ritorcere di colpa e dolore, come aveva già fatto. Hans già aveva assaggiato la sofferenza psicologica che aveva inflitto alla giovane regina e a sua sorella. Che era successo? Come era possibile che in un secondo avesse perso il suo sarcasmo e la sua ironia?

Il principe non ebbe più tempo per pensarci perché annunciarono la donna che occupava i suoi pensieri.

«Sua maestà la regina Elsa di Arendelle»

Hans si alzò per ricevere Elsa. Quando questa si avvicinò al posto del capotavola, Hans si inginocchiò di nuovo davanti a lei. Elsa lo guardò un po' confusa e gli sfiorò le spalle per farlo alzare.

«Principe Hans, tutto questo non è necessario» disse a bassa voce.

Certamente Elsa era orgogliosa, ma non era intenzionata ad umiliare un principe, per quanto malvagio fosse.

Hans sentì un brivido percorrergli il corpo quando sentì le dita fredde di Elsa sulle sue spalle, ordinandogli di alzarsi. Il principe obbedì e si alzò. La regina ritirò le sue mani bianche dalle spalle di Hans.

«Si, vostra maestà» disse Hans in piedi ma ancora con la testa inchinata.

Elsa non sorrise, ma continuò ad essere seria e solenne, come aveva deciso di comportarsi in presenza del principe delle Isole del Sud. La regina prese posto a capotavola e fece un gesto con la mano, affinché anche Hans prendesse posto. Così fece, e i servitori iniziarono a servire vino e cibo.

«Molte grazie per la vostra ospitalità, regina Elsa» disse Hans rompendo il silenzio, ma senza azzardarsi a guardarla negli occhi.

«Non avete niente da ringraziare, vostra altezza» disse Elsa freddamente. «Per favore, mangiate. Dovete essere affamato»

Hans lo era davvero, e obbedì immediatamente alla richiesta della regina. Anche Elsa cominciò a mangiare. Il principe si sorprese per quanto deliziosa fosse la cena.

"Almeno Elsa non vuole farmi morire di fame" pensò.

« Di cosa desideravate parlarmi, maestà?» chiede Hans tra un boccone e l'altro, con cortesia e educazione.

"Sia maledetta" pensava Hans. "Non posso formulare neanche una frase con ironia?"

«Volevo spiegarvi i termini della mia ospitalità con voi, altezza» disse Elsa senza perdere il tono freddo e distaccato. «E le regole che spero seguirete durante la vostra permanenza nel mio regno»

«Vi ascolto» disse Hans nuovamente, senza alzare lo sguardo dal piatto.

"Forse se non mantengo il contatto visivo con lei" pensò il principe, "la sua presenza non mi congelerà".

«La prima cosa e la più importante: vi è proibito avvicinarvi o rivolgere la parola a mia sorella, la principessa Anna»

«Questo punto era facile da indovinare» commentò Hans. Sorrise leggermente. Finalmente era riuscito a pronunciare una frase in cui non fosse sottomesso alla regina.

Elsa tuttavia non sembrò fare caso al sorriso di Hans e ignorò il suo commento.

«Seconda cosa» continuò Elsa «Vostro padre, il re delle Isole del Sud mi ha chiesto di tenervi con me fino a quando non proverete di essermi utile. Credetemi se vi dico che non ho nessun piacere nel farvi stare qui, anzi il contrario. Quindi più rapidamente porterete a termine il vostro incarico, più rapidamente potremo liberarci da questo accordo increscioso»

«Sono totalmente d'accordo, vostra maestà» disse Hans. Sebbene se non piacesse, la regina aveva ragione. Nessuno dei due faceva salti di felicità davanti a quella situazione, e se Elsa voleva liberarsi di lui tanto quanto lui voleva liberarsi di Arendelle, tanto valeva diminuire l'aggressività verso la regina e comportarsi in modo da trarne beneficio.

«Terzo» disse la giovane regina «fino a quando sarete ad Arendelle, almeno due ufficiali della mia guardia personale vi seguiranno ovunque. Sono sicura che capirete, vostra altezza, dati gli avvenimenti di qualche mese fa. Vedetela come una protezione»

«Se non c'è altro rimedio» disse il principe, alzando le spalle, «capisco»

«Bene» disse Elsa. «Quindi, se è tutto chiaro, non c'è più niente da dire. Kai vi accompagnerà alle vostre camere»

Elsa bevve in un sorso il vino che restava nella suo calice, si pulì le labbra con un fazzoletto e si alzò, intenzionata a ritirarsi.

«Aspetta, Elsa» disse Hans. Il principe chiuse gli occhi, rendendosi conto del suo errore. «Voglio dire...aspettate, maestà»

Elsa si fermò e si voltò verso il principe. Hans si alzò e si inchinò.

«Voglio offrirvi le mie più sincere scuse per gli avvenimenti della mia ultima visita» disse Hans. "Che diavolo sto facendo?" Elsa e sua sorella erano le colpevoli di tutto. "Un principe non si scusa" diceva la sua voce interiore, ma non poteva fermarsi. «Non ho scuse per giustificare il mio comportamento. Vi prometto che la mia permanenza qui sarà del tutto diversa dall'ultima volta, e lavorerò affinché sia produttiva»

Ci furono alcuni secondi di silenzio durante il quale nessuno si mosse. Anche Gerda e Kai restarono immobili davanti alle dichiarazioni del principe.

"Ben detto, Hans" diceva la sua voce interiore. "Adesso pensa che sei uno stupido pentito e sottomesso. O che stai provando ad ingannarla, come hai fatto con Anna".

Elsa lo guardò in silenzio per qualche secondo. Il fantasma di un leggero sorriso si formò nell'angolo della bocca. Tuttavia la regina mantenne il suo volto serio e si voltò per dargli le spalle e ritirarsi.

«Grazie per le vostre parole, vostra altezza» disse la regina. «Domani il lavoro comincia dopo la colazione. Buonanotte»
"Elsa è ingenua come la sorella. Ma è più cauta" pensò Hans.

Sospirò dopo che la regina se ne fu andata. Non poteva credere a quello che era appena successo. Non aveva potuto sfidare la regina delle nevi neanche una volta. Si sentiva sconfitto. Addomesticato. Come un gattino che in passato era stato un leone temuto da tutti. Sospirò.

Tuttavia, riflettendoci, quel colloquio con Elsa non era andato del tutto male. Il secondo punto delle sue condizioni era una tregua. Prima avrebbe concluso il suo compito, prima Elsa lo avrebbe rimandato a casa. La regina di Arendelle era fedele alla sua parola, non aveva motivi per dubitare.
«Vostra altezza» lo interruppe Kai. «Se mi seguite, vi accompagno alle vostre stanze»

Hans annuì e seguì Kai. Entrambi furono a loro volta seguiti da due guardie della regina. Hans li guardò e alzò le spalle. Quei due sarebbero stati l'unica compagnia durante la sua permanenza ad Arendelle. Forse era meglio comportarsi bene e non giocare con loro, non voleva essere usato come bersaglio da colpire.


~~~~~~~~~~


Elsa ritornò nella sua camera. Gerda la aiutò a sciogliere la treccia e a custodire in una cassetta dorata i fiocchi di neve che erano intrecciati nei capelli. Prese una spazzola e iniziò a passarla dolcemente sui capelli della giovane regina.

«È successo qualcosa, maestà?» domandò Gerda qualche minuto dopo, notando che Elsa era completamente in silenzio, immersa nei suoi pensieri.

«Sono...un po' preoccupata per Anna» disse Elsa. «Spero che arrivi senza incidenti nel regno dell'Ovest»

«Non preoccupatevi per lei, vostra maestà» disse Gerda. «Anna è una ragazza forte...ed è accompagnata dal giovane Kristoff. Non avete nulla da temere»

Elsa sorrise e annuì. Non aveva bisogno che glielo dicessero, bastava vedere gli occhi di Kristoff per capire che amava quella testarda della sorella. Inoltre non correva nessun pericolo nel regno di Leo. Tutto era stato ben programmato e pianificato.

«Vostra maestà, se mi permettete disse Gerda mentre pettinava i lunghi capelli della regina «io credevo che foste preoccupata per la presenza del principe Hans»

«Anche per quello, Gerda» disse Elsa sospirando. «Ma a quanto sembra si sta comportando meglio di come mi ero immaginata. Oppure sta fingendo per conquistarsi la mia simpatia»

Gerda rise alla parole di Elsa.

«Io credo nessuna delle due, vostra maestà» disse la donna con un sorriso. «A giudicare dalla faccia, è completamente terrorizzato da voi»
Elsa fece un sorriso dispettoso e guardò Gerda.

«Dopotutto ha paura che lo trasformi in una pala di ghiaccio» disse la regina, e rise all'idea di Hans trasformato in una pala.

«Non mi riferivo a questo, regina Elsa» disse Gerda dopo aver smesso di ridere. «Le vostre parole sono state più fredde di qualunque ghiaccio creato dalle vostre mani» Fece un sorriso più ampio. «Inoltre penso che abbiate gestito la situazione molto bene, vostra maestà»

«Come fate ad esserne tanto sicura, Gerda?» disse Elsa.

«Le vostre emozioni non vi hanno tradita, maestà» disse Gerda. «Perfino il principe ha notato che riuscite a controllare i vostri poteri e non li temete più»

Elsa guardò le sue mani, sulle quali non indossava più i guanti, e sorrise.

«Suppongo di si» disse la regina.

Gerda posò il pettine sul comò accanto al letto di Elsa. Rimboccò la giovane regina e spense le candele della camera.

«Buonanotte, vostra maestà» disse Gerda. «Vi consiglio di riposare, domani sarà un lungo giorno»


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«Terra in vista!» gridò uno dei marinai un paio di ore dopo che i raggi del sole ebbero illuminato il cielo.

«Kristoff! Kristoff! Siamo quasi arrivati!» esclamò Anna, scuotendolo per svegliarlo. Il giovane aprì un occhio per vedere il contagioso sorriso di Anna.

«Finalmente siamo arrivati» disse Kristoff» sorridendo e tornando a chiudere gli occhi. «È da quando siamo partiti che ripeti "Quanto manca?"»

Anna incrociò le braccia e fece una smorfia di disgusto. Kristoff aprì un occhio e, vedendola, scoppiò a ridere. Adorava quella principessa testarda. Furono interrotti dal capitano della nave.

«Vostra altezza. Sir Kristoff» disse il capitano. «Tra poco arriveremo nel regno dell'Ovest. Tra circa trenta minuti attraccheremo»

«Grazie, signore» disse Anna facendo il saluto navale che i marinai le avevano mostrato il pomeriggio prima. Kristoff rise di nuovo. Anna gli diede un bacio sulla guancia e si ritirò nella sua cabina per cambiarsi. Doveva essere più che presentabile per la missione che le aveva affidato la sorella.

Quando arrivarono, trovarono una scorta del palazzo a riceverli. Anna notò che l'uniforme dei soldati era verde, come quella di Arendelle, ma una tinta più scura, e indossavano un altro tipo di cappello.

In testa al gruppo c'era un uomo vestito in modo elegante che sembrava avere la stessa età di Elsa. Aveva i capelli castano scuro, e gli occhi dello stesso colore. Scese da cavallo, e i soldati lo imitarono. Si inchinarono davanti agli ospiti.

«Vostra altezza, principessa Anna» disse. «Vostra eccellenza, sir Kristoff. Benvenuti nel regno dell'Ovest»

«Grazie» disse Anna inchinandosi.

«Sono il principe Jorgen» disse l'uomo. «Mia sorella, la regina, mi ha chiesto di venirvi a dare il benvenuto nel nostro regno»

«Molto gentile da parta sua» disse Kristoff, mentre Anna si guardava attorno.

«Per niente» disse Jorgen e chiamò uno dei soldati. «La carrozza è pronta per i nostri ospiti. Li scorteremo al castello»

Krisoff aiutò Anna a salire sulla carrozza e stettero insieme durante il tragitto. Un paio di volte rischiò di cadere da una delle finestrelle della carrozza, ma fu salvata gusto in tempo dal biondo. Kristoff sorrise. Dopo aver passato tutta la vita chiusa nel castello di Arendelle, era logico che vedere un altro paese la emozionava così tanto. Il biondo sospirò e guardò attraverso la finestrella. Il principe Jorgen li stava scortando e notò un sorriso sulle labbra del principe quando passarono accanto ad un edificio della città.

«Scusate, altezza» disse Anna, notando il sorriso del principe, piena di curiosità. «Cos'è quell'edificio?»

«È l'Opera della Regina» disse Jorgen. «Questa notte daranno uno spettacolo speciale a palazzo in vostro onore, vostra altezza»

«Fantastico» disse Anna, un po' incerta. Non era mai andata all'opera, quindi non sapeva di cosa si trattasse. «Non ci sono mai stata»

«Non vi preoccupate, vostra altezza» disse Jorgen senza smettere di sorridere. «È la migliore di tutto il regno, sono sicuro che vi divertirete»


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La regina condivise la colazione con Hans, ed apprezzò la compagnia di Olaf. La presenza del piccolo pupazzo di neve la aiutava a passare rapidamente i momenti più difficili.

Hans, da parte sua, consumò la sua colazione in silenzio, senza forzare nessuna conversazione con la regina, e soprattutto non fece nessun commento provocante. Il principe aveva accettato la tregua con la regina, quindi non l'avrebbe fatta irritare.

Da quando si era svegliato a quando si era fatto una doccia le due guardie della regina che gli erano state assegnate si erano mantenute fedelmente dietro di lui, osservando e seguendo ogni suo movimento. Al principe non sembrava molto divertente.

I servitori portarono il caffè ed un vassoio di biscotti.

«Allora, vostra maestà» disse Hans rompendo il silenzio «potreste farmi l'onore di dirmi l'ordine del giorno»

«Certamente» disse Elsa, «dopo aver terminato il caffè, ho bisogno che verifichiate se ci sono novità nei regni vicini a Weselton. Non voglio che qualcuno di loro rompa i commerci con noi per il...contrattempo che abbiamo avuto con il duca.

Hans sorrise. "Contrattempo" era una parola molto benevola.

«Capisco» disse Hans. «Quindi mi riunirò con i delegati delle Isole del Nord, Jutland, e il regno dell'Ovest?»

«Solo i primi due» disse Elsa, muovendo il cucchiaino nella tazza. «Già qualcun altro si occupa del regno dell'Ovest»

«Oh» disse Hans, pensieroso. «Peccato, ho delle conoscenze in quel paese»

Per la prima volta durante la colazione Elsa alzò lo sguardo dalla tazza del caffè, e piantò gli occhi in quelli di Hans.

«A chi vi riferite, vostra altezza?» domandò la regina, alzando un sopracciglio.

«Nessuno di importante, maestà» disse Hans, sorridendo leggermente. «Una volta, un paio di anni prima della vostra incoronazione, andai nel regno dell'Ovest e conobbi la regina e il principe. Devo aggiungere che, come durante la mia ultima visita ad Arendelle, le mie intenzioni non erano del tutto oneste»

Elsa restò immobile, sperando che Hans le raccontasse qualcosa altro di quella storia. Anche lì aveva provato a prendere con la forza il regno di Leo? Aveva fatto del male a qualcuno?

«Oh, non vi preoccupate» aggiunse Hans, intuendo i pensieri di Elsa dal suo sguardo. «Non ho fatto del male a nessuno. Ho solo provato a corteggiare la principessa Leo, che era la futura regina. Suo padre, il re dell'Ovest, vostro zio, era costantemente malato e secondo le notizie che giungevano nel mio regno era la candidata ideale se volevo diventare re presto»

Elsa lo guardò sorpresa. Hans parlava dei suoi piani di essere re e della morte di suo zio come se stesse programmando di fare un picnic.

«Chiesi una nave ai miei genitori e mi diressi nell'Ovest per provare a conquistare la futura regina. Devo dire che è stato impossibile, poiché lei era molto riservata come voi. Mi alleai perfino con la sua istitutrice, accompagnai la principessa Leo al funerale del padre e diventai amico di suo fratello, il principe Jorgen. Tutto inutile, Leo non si fidava di nessuno. Così rinuncia al piano e tornai a casa, per provare più tardi con Arendelle...riguardo al quale non sono per niente orgoglioso, maestà» aggiunse, vedendo lo sguardo freddo di Elsa.

Ci fu un minuto di silenzio. Forse Hans non l'aveva fatta irritare, ma era riuscito a far uscire la regina dalla sua concentrazione abituale.

«Adesso che ci penso, la regina dell'Ovest ha molto in comune con voi, maestà» disse il principe. «È nubile per sua scelta, è riservata, ha un fratello minore molto estroverso come la principessa Anna. Avete molto in comune. Tranne, ovviamente, i vostri poteri di ghiaccio»

Elsa guardò Hans, e si sforzò di non sorridere. Il principe non aveva la minima idea che anche l'altra regina avesse il suo piccolo "segreto".
"Hans, se solo sapessi..."

La regina rimase pensierosa. Sarebbe stato un buon tema di conversazione con Leo nella sua prossima lettera, sapere quali tattiche di conquista aveva usato Hans con lei, e se lei avesse visto attraverso la sua maschera, a differenza di Elsa ed Anna. Ricordare il regno dell'Ovest le fece pensare ad Anna, e sorrise. Sicuramente già era arrivata, e si stava divertendo con Kristoff.


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Salve a tutti! Grazie a tutti quelli che hanno recensito, inserita tra le seguite o l'hanno solo letta. Mi fa piacere che il mio lavoro di traduzione venga apprezzato. Spero che anche questo capitolo vi piaccia. A presto, baci. ^^
 
  
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