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Autore: ChrisAndreini    05/04/2014    6 recensioni
Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack sono maghi, e frequentano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma nemici tramano nell'ombra grandi maghi oscuri cercheranno di dividerli, controllarli e usarli per i propri piani malefici, e impedire che la profezia die quattro possa essere portata a compimento.
Riusciranno i quattro ragazzi a contrastare il male, e le loro bacchette e la loro amicizia saranno più potenti della terribile setta?
Sta a voi scoprirlo, leggete se volete.
Dal cap.1
Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
P.s. Saranno presenti tantissimi riferimenti ad altri film d'animazione, dai minions ai personaggi di Frozen.
Alcune cose dei film sono cambiate per esigenze di trama.
Buona lettura
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia delle quattro bacchette'
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Sull’espresso per Hogwarts
ovvero
Come incontrare i migliori amici di sempre

 

L’espresso per Hogwarts è fermo sui binari, pronto ad accogliere gli studenti che di lì a qualche ora staranno nelle calde stanze del castello, chi di nuovo, chi per la prima volta.
Hiccup è lì per la prima volta, e con l’amica Merida si accinge a portare il pesante baule sul treno.
-Aspetta, Hiccup!- lo richiama il padre, il ragazzo alza gli occhi al cielo, pronto all’ennesima raccomandazione di finire a grifondoro.
Ed infatti:
-Ricordati, Hiccup, che la casa migliore è Grifondoro, non ti dico niente se finisci in qualche altra casa, ma grifondoro è la migliore, e non fidarti dei Serpeverde, sono tutte carogne, e spero che tu non finisca a Tassorosso, non voglio un figlio mammoletta, ma sappi che non ti giudico per la casa in cui finisci, anche se Grifondoro è la migliore- questo è l’ultimo avvertimento di Stoik l’immenso. L’intera generazione Haddock ha studiato a Hogwarts, perché è la migliore scuola di magia dell’europa, e ogni singolo Haddock è finito nella casa di Grifondoro, trascinando Hiccup nella paura di non essere all’altezza.
Intanto, la sua migliore amica, Merida DumBroch, sta parlando con la madre.
-Ricorda, Merida, noi non ti giudicheremo per la casa in cui verrai smistata, ma sarebbe fantastico se finissi in corvonero, anche se so che tuo padre vorrebbe che finissi in grifondoro, ma non lasciarti condizionare, fa buon viaggio, trova nuovi amici e, sopratutto, studia- 
Merida sbuffa sonoramente, la madre era Corvonero, e vuole che lei segua le sue tracce, anche se lei è certa di finire in grifondoro, come il padre.
Sua madre è anche fissata con lo studio, e, essendo l’insegnante di rune antiche, sarà informata perfettamente su qualunque cosa succeda a scuola, e non lascerà Merida un attimo inoperosa.
L’orologio scocca le undici, ed entrambi i ragazzi sono costretti a rientrare nel treno prima che parta.
Con tutto il loro chiacchierare non sono riusciti a prendere una cabina libera, e ormai sono tutte occupate, ad eccezione dell’ultima, in fondo al treno, dove una ragazza dai lunghissimi capelli biondo dorato sta leggendo un libro di incantesimi, l’espressione eccitata.
-Scusa, potremmo metterci qui? tutte le cabine sono occupate- spiega Merida, indicando i due sedili di fronte alla ragazza, che alza gli occhi dal libro e guarda i nuovi venuti con un sorriso.
-Ma certo, accomodatevi- acconsente allegramente.
Hiccup e Merida entrano e posano i bauli, negli appositi contenitori, per poi sedersi di fronte alla ragazza.
-Io sono Rapunzel- si presenta, porgendo la mano prima a Merida, poi a Hiccup -sono nata babbana, i miei genitori non sapevano che fossi una strega, voi?- chiede curiosa.
-Io mi chiamo Merida, purosangue- si presenta la rossa, stringendo la mano.
-Ed io sono Hiccup, mezzosangue- dice il moro, sorridendo impacciato davanti all’esuberanza della ragazza.
-Mi potreste spiegare la questione dei purosangue e dei mezzosangue? non l’ho capita molto bene- chiede Rapunzel ai due ragazzi, che si guardano cercando le parole.
Fortunatamente una voce all’entrata del vagone risponde al loro posto:
-I maghi purosangue sono quelli che hanno entrambi i genitori maghi, i mezzosangue sono quelli con un genitore mago e uno babbano e i nati babbani, o sanguesporco, non so come li chiamate voi, sono quelli che hanno entrambi i genitori babbani- la voce proviene da un undicenne dai capelli così chiari da sembrare bianchi.
La prima descrizione che Merida gli dà è “faccia da schiaffi” ed è proprio uno schiaffone che vorrebbe dargli per averla giudicata come una purosangue orgogliosa delle sue origini, mentre non è affatto così.
-Sanguesporco?- Rapunzel ha perso il sorriso, e sposta lo sguardo da Merida e Hiccup al ragazzo appena venuto.
-Noi non siamo quel genere di maghi- si precipita a spiegare Hiccup, trattenendo Merida, che sembra voler saltare al collo del ragazzo, che, senza chiedere, è entrato nel vagone e sta sistemando il pesante baule.
-Chi ha detto niente, riferisco solo ciò che so, mi chiamo Jack Frost, comunque- si presenta il ragazzo con un sorriso sbruffone, prendendo posto vicino al finestrino.
-Quindi per alcuni maghi le persone che vengono da famiglie babbane sono sporche?- chiede Rapunzel torturandosi una ciocca dei lunghissimi capelli biondi.
-Humpf! per me sono quelli i veri esseri dal sangue sporco, corrotto e falso- sbuffa Merida indicando Jack.
-Aspetta, io che c’entro?- chiede Jack confuso.
-Si vede da lontano un miglio che sei uno di quei purosangue che si credono chissà chi- lo aggredisce la rossa, Hiccup le fa segno di calmarsi, e Jack si irrigidisce impercettibilmente.
-A dire la verità sono nato babbano, o almeno credo di esserlo, visto che sono nato e cresciuto in un orfanotrofio- risponde con voce calma, distogliendo lo sguardo dai ragazzi per guardare fuori dal finestrino, ma dietro l’apparente calma Hiccup scorge una nota di tristezza mista a rabbia.
Merida si sente uno schifo, non credeva davvero di fare questo sbianco, e guarda Hiccup per chiedergli aiuto, ma anche l’amico non sa che dire.
Rapunzel, dal canto suo, non ha ancora capito bene la questione dei purosangue e i nati babbani, ma decide di non chiedere.
Il silenzio imbarazzante viene interrotto da una donna anziana con un carrello che passa per i corridoi.
-Qualcosa dal carrello, ragazzi?- chiede affacciandosi al vagone.
-Ci sono tantissimi dolci- dice un corvo con voce gracchiante appollaiato sulla sua spalla.
-Ma tu sei la venditrice di bacchette?- chiede Rapunzel.
-Lo sapevo io che il corvo parlava!- esclama invece Hiccup osservando il volatile.
-Io prendo dieci cioccorane, due Tuttigusti + 1 e quattro bacchette di liquirizia- dice Merida tirando fuori un po’ di monete.
-Sono cinque galeoni e otto zellini, cara- le dice la strega tendendo la mano.
-No, sette zellini- la corregge il corvo, beccandosi una sberla dalla padrona
-Bene, vediamo… Hiccup, hai cinque galeoni e quattro+zellini da prestarmi?- chiede la rossa all’amico, suscitando uno sbuffo esasperato da Hiccup e una risatina trattenuta da Jack.
Rapunzel si limita ad osservare i dolci del carrello.
-Cosa sono le gelatine tuttigusti + 1?- chiede osservando un pacco di caramelle.
-Sono gelatine con tutti i gusti possibili e immaginabili, compresi fili d’erba e vomito- le risponde Merida, mentre Hiccup conta le monete da prestarle.
A sentire la parola vomito Rapunzel posa cautamente il pacchetto, e Jack si volta a guardare il carrello.
Inizia a sentire fame, per colazione ha mangiato solo un po’ di quella schifosa pappa d’avena dell’orfanotrofio, ma non ha soldi per i dolci.
-E le cioccorane?- chiede Rapunzel indicando una scatola -Sono rane vere?- 
-No, sono molto buone, fidati e puoi fare la collezione di figurine- le spiega Hiccup con un sorriso, consegnando le monete alla rossa.
-Oh… non so cosa scegliere-
-Io amo gli zuccotti di zucca, e ti consiglio di assaggiare le cioccorane, davvero, sono una tradizione nel primo viaggio verso Hogwarts, se non le mangi avrai moltissima sfortuna- le suggerisce Hiccup, prendendo con i soldi restanti un paio di cioccorane e cinque zuccotti di zucca.
Rapunzel si butta acquistando un pacchetto di tuttigusti + 1, tre cioccorane e una bacchetta di liquirizia, poi si rivolge a Jack, che è rimasto ad osservare con leggera tristezza tutto il ben di dio contenuto in quel carrello.
-Tu che prendi?- chiede con un sorriso, Jack scuote la testa -Non ho fame, non prendo niente-
-Sicuro? Non mangiare una cioccorana porta sfortuna- insiste Rapunzel.
-Non credo a queste sciocche superstizioni, e comunque, davvero, ho fatto una colazione abbondante- la sua affermazione viene smentita un attimo dopo dal brontolio del suo stomaco.
Maledice mentalmente il tempismo suo corpo e torna a guardare fuori dal finestrino.
Hiccup ma cenno a Merida di dargli una delle sue cioccorane, e lei, che si sta già abbuffando senza ritegno, gli fa uno sguardo supplicante, ma Hiccup è irremovibile, indica un po’ di monete, poi se stesso, poi i dolci e infine Jack.
Rapunzel non capisce molto bene il significato della parlata in codice, ma a quanto pare Merida si, perché alzando gli occhi al cielo lancia una cioccorana in grembo a Jack. 
Il ragazzo sobbalza spaventato, poi prende in mano e guarda la cioccolata.
-Vi ho detto che non ho fame- prova a ribattere, Merida sta già tendendo la mano per riprendere il dolce, ma Hiccup le tira una gomitata per fargliela ritirare.
-Superstizione o no, fame o no, non si può non mangiare una cioccorana il primo viaggio verso Hogwarts- annuncia solenne, indicando la cioccolata.
-Ma se la volessi la pagherei con i miei soldi- prova a ribattere Jack -Non credo che la tua amica voglia regalarmi una cioccolana dalla sua scorta personale- 
-CioccoRana, non cioccolana!- esclama Merida scioccata, nessuno deve permettersi di storpiare il nome del suo dolce preferito.
-E comunque, l’ho pagata io, quindi praticamente è mia, e voglio regalartela- gli dice Hiccup, e Jack cede.
Scarta il dolce cercando di farlo per sfinimento, ma non vede l’ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Appena apre la scatola una rana di cioccolato finissimo salta sulla sua testa, e lui la scuote cercando di levarla.
Quando questa finalmente cade, va a finire sulle ginocchia di Rapunzel, che la guarda inorridita, e la sposta via con un urlo.
La malcapitata finisce fuori dal finestrino. 
Hiccup e Merida ridono come matti, e, dopo un tentennamento iniziale, anche Rapunzel e Jack si uniscono alla risata, sciogliendo finalmente la tensione.
-Direi che la fortuna non è esattamente in mio favore quest’anno- scherza Jack 
-Non credevo che le rane fossero vive, però, dovevate dircelo- si lamenta Rapunzel incrociando le braccia offesa, ma sorride.
-Dai, prendine un’altra- Hiccup incoraggia Jack, che stavolta accetta senza problemi, iniziando a entrare in confidenza.
Innanzi tutto chiude la finestra, poi apre lentamente la scatola, bloccando la rana con la mano e portandosela alla bocca.
Stacca con un morso la testa, e sente un dolce sapore di cioccolato alla bocca.
Rapunzel, osservando l’espressione beata di Jack e constatando che Merida ne ha già mangiate tre senza riportare danni, si decide a mangiarne una a sua volta.
La addenta con gli occhi chiusi aspettando un sapore viscido e disgustoso, ma si sente invece invadere il palato dal sapore incredibilmente dolce del cioccolato al latte.
Hiccup la osserva sorridendo, dopodiché ne mangia una a sua volta.
Quando tutti hanno finito di mangiare, Jack si sente in dovere di ringraziare Hiccup.
-Figurati, è la tradizione di Hogwarts- si sminuisce lui, ma Jack intuisce che non è quello il vero motivo, crede che lo faccia per compassione, e la cosa non lo entusiasma molto.
Merida continua a mangiare cioccorane a tutto spiano, poi prende un pacchetto di gelatine tuttigusti +1 e lo apre.
-Ma esattamente, che tipo di caramelle puoi trovare?- le chiede Rapunzel osservando la scatola.
-Di tutto e di più, tieni, prova- e le lancia una caramella rosa, che Rapunzel osserva, indecisa se assaggiarla o no.
Poi le viene un’idea.
-Merida, potremmo mangiarne una a testa, insieme, che ne dici?- e indica anche Jack e Hiccup.
Merida acconsente e lancia una caramella azzurro chiaro a Jack e una verde a Hiccup, infine ne prende una rossa per se.
-Allora, pronti?- chiede poi.
-Se mi hai dato quella al gusto di vomito sei finita- le dice per tutta risposta Hiccup.
-Al mio tre… uno… due… TRE!!!- e tutti insieme mangiano la caramella.
Dopo un’attenta degustazione, Merida prende la parola.
-Il mio aveva sapore di fragola- dice tutta contenta.
-La mia era al sapore di erba, buona, tutto sommato- dice mezzo disgustato Hiccup.
-La mia al sapore di rosa, non mi è andata molto meglio- ridacchia Rapunzel.
Jack resta in silenzio, assaporando quel sapore familiare e quasi odiato, e chiedendosi se quella vecchietta lo facesse apposta a incasinargli la vita.
-Il tuo a che sapeva?- chiede Rapunzel a Jack.
Il ragazzo si riscuote leggermente, poi risponde:
-Ehm… beh… menta- mente -buona, in effetti-
Ne vuoi un’altra?- chiede Hiccup.
-Hic, la vuoi piantare di dare in giro le mie caramelle?- si arrabbia la rossa, mettendosi un bocca tre caramelle rosse in un’atto di totale ribellione, per poi diventare più rossa dei suoi capelli e sputarle tutte in faccia all’albino, che alza le mani per difendersi, creando un sottile scudo di ghiaccio sulle proprie mani, e lasciando basiti i due ragazzi che non si stanno facendo aria in bocca.
-HIC!!! ti prego, un bicchiere d’acqua, SUBITO!!!!- urla Merida in preda al panico, sventolando al mano in aria.
Hiccup non sa che fare, è ancora piuttosto strabiliato dai poteri manifestati da Jack, nessun mago riesce a evocare la magia senza bacchetta, neanche prima di imparare a controllarla si riescono a fare delle cose del genere.
Rapunzel, invece, che non trova la situazione così strana, o meglio, la trova normale nella stranezza che è diventata la sua vita, stacca un pezzo dallo scudo di Jack e lo lancia a Merida, che se o infila in bocca tutto intero, emettendo un sospiro di sollievo.
-Ma cosa è successo?- le chiede Rapunzel apprensiva, staccando un altro pezzetto di ghiaccio e porgendoglielo.
-Tre caramelle rosse, tra tutti i gusti che esistono al mondo… tre caramelle rosse, tra tutti i gusti che esistono al mondo…- ripete Merida come un mantra, prendendo il pezzo di ghiaccio che Rapunzel le offre.
-Ma cosa è successo, ti è venuto il gusto fuoco?- le prende in giro Jack, cercando di nascondere lo scudo dallo sguardo indiscreto di Hiccup.
-No… tre caramelle rosse, tra tutti i gusti rossi che esistono al mondo, tre caramelle al peperoncino ultra piccante mi dovevano capitare? Tre, tre uguali e piccantissimi, mi dai altro ghiaccio, Rapunzel?- chiede alla bionda, che prende un altro pezzo e glielo porge.
-Grazie… un momento, come hai fatto a creare il ghiaccio?!- chiede a Jack, guardandolo con espressione scioccata.
-Ho preso il treno giusto per la scuola di magia? Perché credo sia normale avere poteri magici se si va in una scuola di magia, no?- cerca di sdrammatizzare il ragazzo, con tono sarcastico.
-No- rispondono all’unisono i due amici, mentre Rapunzel sposta lo sguardo da Jack allo scudo, a Hiccup e Merida.
-Perché non è normale?- chiede la bionda confusa.
-Perché serve una bacchetta per fare gli incantesimi più complessi, certo, capita di far esplodere qualcosa…- inizia Merida.
-… o di parlare con gli animali ogni tanto, ma creare del ghiaccio dal nulla è piuttosto complesso, come incantesimo, che si insegna dal terzo anno, credo- conclude Hiccup.
-Io… non lo sapevo, ma magari sono più forte di altri- dopo un tentennamento iniziale la sua voce riacquista sicurezza, e il tono sbruffone.
Merida sta per ribattere qualcosa di tagliente quando Rapunzel scioglie le tensioni.
-Voi avete imparato qualche incantesimo di base?- chiede esuberante -Io mi sono esercitata a casa, con l’incantesimo lumos, e mi è riuscito subitissimo- dice prendendo la bacchetta.
-Singolare, la tua bacchetta- commente Merida.
-Grazie, non so come è fatta, ma sembrava strana dalle altre, ma non ho chiesto niente perché la commessa era la spazzina, e non avevo tempo- spiega Rapunzel con un sorriso, po i si fa pensierosa -E’ anche la stessa donna che distribuiva i dolci, a dire il vero-
-Anche tu hai trovato lei? è successo anche a noi- dicono Merida e Hiccup.
-Idem per me, sono entrato con un’altra ragazza, Elsa, e abbiamo dovuto litigare per la bacchetta- dice il ragazzo ricordando il fatto avvenuto a Diagon Alley.
-Davvero?- chiede Rapunzel curiosa.
-Si, all’inizio la voleva comprare lei, ma si è attaccata alla mia mano, così ha deciso di lasciar perdere- dice Jack.
Hiccup e Merida si guardano sospettosi, non si è mai sentito di bacchette che sono attaccate alla mano del proprietario.
Stanno giusto per chiedere informazioni aggiuntive quando una ragazzina della loro età entra tutta trafelata nello scompartimento, sedendosi affianco a Rapunzel.
La guardano tutti confusi, e restano così qualche secondo, la ragazza con un sorriso smagliante che li guarda, loro che la guardano a loro volta, poi, osservandoli bene, la ragazza si batte una mano sulla fronte.
-Ops, scusate, ho sbagliato scompartimento, dovevo andare in quello a sinistra, non a destra- dice ridendo e gesticolando con vivacità. Porta i capelli fulvi legati in due trecce, e indossa la divisa di Hogwarts in maniera buffa, abbottonata male.
-Non preoccuparti, io sono Rapunzel- si presenta la bionda stringendole la mano.
-Anna Arendelle- la stringe sempre con un sorriso smagliante, sembra un po’ svampita, a parere di Jack, ma anche simpatica, e offre la mano a sua volta.
-Jack Frost- si presenta.
-Jack Frost?- chiede Anna curiosa.
-Si, perché?- chiede il ragazzo.
-Ah!!! Elsa mi ha parlato di te… beh, più o meno, non parliamo mai, ma ha detto ai miei genitori di aver litigato per una bacchetta con un certo Jack Frost, che quindi credo sia tu, dato che non è un nome molto comune, io non avrei neanche dovuto sentirlo, ma ho per sbaglio origliato mentre erano in camera di Elsa, io non posso entrare lì, ma mi piace appostarmi e sentirla parlare con i miei genitori, ora siamo nello stesso scompartimento, ma non mi ha ancora rivolto la parola, ed io non capisco ancora perché, comunque, piacere- e stringe a sua volta la mano.
Merida cerca d capire le parole che ha detto la fulva, ma le riesce molto difficile, così ci rinuncia, presentando se e l’amico.
-Scusate, ora devo proprio andare, ero andata un attimo in bagno e dovevo tornare presto, magari riesco anche a parlare con Elsa prima di arrivare, è serpeverde, e magari non veniamo smistate nella stessa casa, meglio che approfitti di ora che siamo insieme nello stesso scompartimento, certo, non le parlo da anni ormai, ma potrebbe essere la volta buona, ciao- e salutando allegramente esce dallo scompartimento veloce come c’era entrata.
-Voi avete capito cosa ha detto?- chiede Jack confuso, ha afferrato solo le parole Elsa, sorella e Serpeverde, e, benché le prime due parole sembrano chiare, la terza gli è molto estranea.
-Ha dei problemi con la sorella, non le parla da anni e ha paura di non finire nella stessa sua casa- riassume Hiccup, ripensando a ciò che ha capito.
-Humpf, io sinceramente sarei sollevata di non finire nella sua stessa casa, insomma, Serpeverde, i miei genitori mi diserederebbero- dice Merida.
-Cos’è un serpeverde?- chiede Rapunzel confusa.
Merida e Hiccup si guardano complici.
-Sarà il caso di spiegarvi bene cosa succede in questa scuola- inizia Merida.
-Innanzitutto, all’arrivo, vieni smistato nella tua casa, sono quattro a Hogwarts, una per ogni fondatore: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, e ognuna rappresenta una virtù che i fondatori apprezzavano nei propri studenti- continua Hiccup.
-I coraggiosi vanno a Grifondoro, gli intelligenti a corvonero, i buoni a Tassorosso e i cattivi a Serpeverde- spiega Merida.
-Gli ambiziosi a Serpeverde- corregge Hiccup.
-Tutti sanno che solo i maghi cattivi vanno a Serpeverde, e, considerando la ragazza di prima, le cose non sono cambiate- nota Merida.
-Un momento, che c’entra la ragazza di prima?- chiede Rapunzel confusa.
-Dai, la sorella non le parla da anni, se non è cattiveria questa…- Merida allarga le braccia per enfatizzare il concetto.
-Prima di giudicare sarebbe meglio conoscere i motivi- con grande sorpresa di tutti queste parole vengono da Jack.
-Perché, tu quando l’hai conosciuta hai visto una ragazza dall’animo buono, amichevole o coraggioso- chiede Merida sarcastica.
-Si da il caso che sembrava una ragazza chiusa in se stessa, perennemente spaventata e incredibilmente triste, senza la minima traccia di cattiveria- Jack incrocia le braccia al petto e gira nuovamente la testa verso il finestrino.
-Comunque…- Hiccup interrompe Merida che sembra voler replicare -i serpeverde sono gli ambiziosi, gli scaltri e spesso quelli più chiusi o con manie di protagonismo, i Tassorosso sono quelli più amichevoli, che danno molta importanza all’amicizia e con tanta buona volontà, anche se vengono spesso etichettati come “sfigati”, i Corvonero…-
-Casa maledetta- sussurra Merida
-… sono i più studiosi, adorano mettersi alla prova, fare tante cose e stare con la testa sui libri, ma vengono etichettati come “secchioni” mentre i Grifondoro sono coraggiosi, cavallereschi e impulsivi, ma spesso arroganti, dicono sia la casa migliore, ma a mio parere sono tutte ugualmente rispettabili- conclude Hiccup.
-In sintesi, ci sono i cuori di ghiaccio, gli sfigati, i secchioni e i perfetti- riassume Merida, beccandosi una gomitata da parte di Hiccup -Ok, ok… e gli arroganti che si credono chissà chi, voi cosa vorreste essere?- chiede ai nuovi amici.
-Non lo so, credo Tassorosso, o corvonero, sembrano ottime case, Grifondoro non è proprio da me, ma neanche serpeverde, io credo- dice Rapunzel pensando a quale delle due case sia migliore per lei.
-Io non vorrei mai finire Grifondoro dopo quello che ho sentito, credo che opterò per… - Jack, a sentire la descrizione dei serpeverde, ha capito di essere perfetto per serpeverde, sembra che abbiano inventato quella casa apposta per lui, ma non vuole proprio finirci. Grifondoro sembra una casa montata da morire, non è assolutamente un secchione né uno sfigato, perciò… - C’è una casa per i ragazzi più fighi della terra?- chiede con tono scherzoso.
-Sarebbe Grifondoro- Merida perla con orgoglio, senza però trattenere un sorriso all’affermazione da buffone dell’albino.
-Beh… vedrà il cappello, no?- dice il ragazzo cercando di apparire tranquillo.
-Invidio la tua tranquillità, mio padre vuole che io finisca a Grifondoro, la casa di famiglia, ma io non mi sento affatto portato per quella casa- riflette Hiccup abbassando lo sguardo afflitto -poi, se finissi a serpeverde, mi manderebbe una strillettera, poco ma sicuro-
-Cos’è una strillettera?- chiede Rapunzel curiosa.
Passano tutto il viaggio a parlare del mondo magico e a spiegare a Rapunzel e a Jack tutti i vantaggi e gli svantaggi di essere maghi e streghe.
Fuori dalla finestra i finestrini cominciano ad oscurarsi, poi un ragazzo grande e grosso con un distintivo luccicante sul petto passa da loro per avvertirli che stanno per arrivare, avvertendo anche gli altri scomparti.
-Prefetto serpeverde- commenta Merida impressionata -Ma avete visto quanto è grosso-
-Sarà il caso di indossare le divise- commenta Hiccup -voi potete cambiarvi qui mentre io e Jack possiamo andare in un bagno- propone, e le ragazze accettano di buon grado.
-Merida, ho paura, e se finisco in serpeverde?- Rapunzel crede che la nuova amica potrebbe abbandonarla.
-Non preoccuparti, io ci scherzo, ma serpeverde non è tutta cattiva, la disegnano solo così- la rassicura la rossa con un sorriso, trova una forte simpatia per la bionda.
-Perché prima hai detto che corvonero è una casa maledetta?- chiede poi Rapunzel.
-Oh, no, è che mia madre è corvonero, ed è una fissata totale con la mia istruzione e quella dei miei fratelli, è anche l’insegnante di rune antiche, credo che potrei suicidarmi-
-Ma se è un’insegnante dovrebbe essere sul treno?- Rapunzel si guarda intorno nelle cabina come se ci fossero delle indicazioni.
-Ha preso la metropolvere a casa ed è già li che ci aspetta, ai professori toccano tutte le fortune- scherza Merida, a quel punto entrano Hiccup e Jack, con le loro divise di Hogwarts.
-Avrei tanto voluto che papà non mi avesse preso la spilla e la cravatta di grifondoro prima dello smistamento- sbuffa Hiccup.
-Dai, tu ce l’hai un padre- cerca di consolarlo Jack, che si sta trattenendo dal non ridere.
-A volte mi chiedo come sarebbe stato con mamma a fermarlo- commenta sconsolato Hiccup, lanciando la spilla e la cravatta a Merida.
-Come, perché, non hai la mamma?- chiede Rapunzel con eccessiva curiosità, se ne rende conto, e si morde un labbro pentendosi della domanda appena fatta.
Hiccup, però, non sembra prendersela.
-Beh.. è morta quando ero piccolo, è stata assalita da un drago, e da quel giorno che papà è diventato un cacciatore- spiega provando ad accennare un sorriso, ma un terribile ricordo offusca la sua mente.
-Mi dispiace tanto, Hiccup- Rapunzel ha una mano alla bocca.
Jack capisce perché Hiccup è stato tanto gentile con lui, non era per compassione, ma per complicità, ed ora le cose assumono tutto un altro punto di vista, Hiccup capisce appieno come lui si sente.
Il treno comincia a rallentare, e i ragazzi si preparano a scendere, prendendo i propri bauli.
-Quelli del primo anno, qui quelli del primo anno. Ciao Hic! Primo anno…- un grosso omone con un braccio e una gamba di ferro e legno e un dente di pietra cerca di radunare tutti i più piccoli.
-Lui è Skaracchio, è il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts, amico di vecchia data di mio padre- spiega Hiccup a Rapunzel, mentre si avviano dietro di lui diretti verso il lago.
-Deve essere molto bello essere purosangue, conoscete tutti, scommetto che è molto più facile per voi- commenta la ragazza.
-Per alcune cose, forse, ma i purosangue spesso hanno pregiudizi che si tramandano per generazioni, mentre i mezzosangue e i nati babbani sono migliori, perché trovano il lato bello dell’esperienza, non conoscendola- spiega Hiccup in tono rassicurante e pensieroso.
-Inoltre i purosangue hanno i matrimoni combinati, i mezzosangue e i nati babbani no- conclude Merida sbuffando.
-Si è già riunito il consiglio? Perché non me lo hai detto?- chiede Hiccup preoccupato.
-No, non ancora, ma mamma si sta già sentendo con Macintosh MacGuffin e Dingwall, e papà la lascia fare senza problemi- si lamenta la rossa, Jack raggiunge il numero quindici alle volte in cui si è lamentata della madre per qualche cosa, l’avesse lui una madre!
-Perché questa guerra fredda con tua madre?- chiede l’albino tirandole una ciocca di capelli per attirare la sua attenzione.
-Perché credi che siano fatti tuoi?- esclama a mo’ di risposta Merida.
-Non vuole sposarsi- risponde per lei Hiccup, guadagnandosi una gomitata da parte dell’amica.
-Io invece sogno di incontrare il principe azzurro e viaggiare verso il mio “per sempre felici e contenti”- Rapunzel assume un’aria sognante.
-Secondo me la Disney è un po’ troppo ottimista su queste cose- commenta Jack, sciogliendo i sogni ad occhi aperti della nuova amica.
-Cos’è la Disney?- chiede Merida confusa, ma prima che Rapunzel riesca a rispondere giungono al lago, e sono costretti a separarsi per salire sulle barche.
Rapunzel e Merida salgono su una, Hiccup e Jack sull’altra.
-E’ troppo simpatica la tua amica- dice Jack a Hiccup indicando Merida intenta a parlare con Rapunzel per farsi spiegare la roba Disney.
Hiccup si irrigidisce impercettibilmente.
-Si, è fantastica, anche se molto impulsiva, quando eravamo piccoli si è messa in testa di trovare i doni della morte, ma sono solo leggende di un libro, ho rischiato di rimetterci l’osso del collo a seguirla- 
-Vi conoscete da molto?- chiede Jack.
-Si, dalla morte di mamma, ci siamo trasferiti in Inghilterra dalla Norvegia perché era una terra troppo piena di ricordi, quando siamo arrivati in paese papà ha ripreso contatti con un vecchio amico e ho conosciuto Merida, avevamo quattro anni- ricorda Hiccup -Sai, siete molto simili di carattere, credo che potreste andare d’accordo se o voleste-
-E’ più divertente punzecchiarla- gli fa l’occhiolino Jack.
La visuale di Hogwarts dalle barche è magnifica, ed è con rammarico che arrivano tutti a terra.
-Rapunzel, non pronunciare più il termine Disney, mi hai fatto venire il diabete- Merida è l’unica a scendere con sollievo, tenendosi le orecchie, sotto lo sguardo confuso di Hiccup e Jack che cerca di non spanciarsi dalle risate.
-Perché, è tanto terribile?- chiede Hiccup, non è esperto di cose babbane.
-Credimi, Hiccup, non lo vuoi sapere, cianciano sul “vero amore” e il “vissero felici e contenti”, credo di stare per vomitare- Merida rabbrividisce, Rapunzel è un misto tra imbarazzata e indispettita.
-E’ bello, sono dei bellissimi film, tu non hai mai visto niente da piccola?- chiede incrociando le braccia al petto.
-Mia madre mi leggeva i libri di Harry Potter e le fiabe di Beda il bardo, quella si che è letteratura- risponde orgogliosa Merida.
-Anche la fonte della buona sorte?- chiede Hiccup stuzzicandola.
-Nella copia di mamma ho cambiato il finale, ovviamente- risponde Merida sempre con orgoglio, varcando la porta d’ingresso per la scuola, e aggiunge, guardando di sottecchi l’insegnante pronta a riceverli -Oh, no. Per le mutande di Merlino, proprio lei?!- cercando di nascondersi dietro Hiccup.
Davanti a loro sopra la scalinata che conduce in sala grande c’è una donna dai lunghi capelli castani con una ciocca grigia e il portamento fiero e altero di una nobildonna.
-Salve, giovani maghi e streghe, e benvenuti a Hogwarts…-
-E’ la madre di Merida?- chiede incredulo Jack a Hiccup.
-Strano a dirsi, eh?- risponde sussurrando Hiccup, ridacchiando alla vista delle facce sconvolte dei due nati babbani.
-… verrete smistati nelle vostre case, ricordate che la vostra casa sarà la vostra famiglia, ma dovrete lavorare sodo, studiare e impegnarvi. Ora attendete un attimo, e tra qualche secondo farete il vostro ingresso nella sala grande- entra un attimo per controllare che sia tutto in ordine, e fa cenno ai ragazzi di entrare.
Rapunzel non è mai stata più in ansia, così come Hiccup, mentre Jack e Merida sono semplicemente euforici.
Si dispongono in fila di fronte a uno sgabello dove vi è posizionato un cappello alto violetto a cilindro.
Dopo qualche attimo di silenzio dal cappello di apre una falda, e inizia a intonare una canzone.

State qui seduti, 
non badate a me, 
un po’ di quiete vi aiuterà 
ed io vi dirò perché.
Leggo nel futuro, 
e conosco la magia, 
guardo nella vostra anima, 
sono una garanzia 
Dai tarocchi ai balocchi 
a me gli occhi che abilità 
e sarò qui per l’eternità.
Venite, venite da me saprete 
la casa in cui per sempre starete.
venite, venite, non fatevi pregar, 
ecco le case dove dovrete andar:
In Grifondoro c’è una grande virtù,
il coraggio nella gioventù
Corvonero, intelligenza sai
e lì l’impegno non finisce mai
O i tassorosso amicizia divina, 
la bontà ben ci si abbina.
A Serpeverde l’ambizione
si mangia a colazione.
Tra le quattro case 
sono loro a comandare
Ma tutte e quattro son grandi assai 
vieni da me non te ne pentirai
Siete pronti (siete pronti) siete, pronti
Lo smistamento, (lo smistamento)
è arrivato il momento, (è arrivato il momento)
Pronti per lo smistamento
Lo sentite, inizia la fase di questa magia 
che vi sorprenderà, vi piace, credete a me
Le case a Hogwarts sono una beltàààà

 

Rapunzel osserva la scena senza parole, non credeva che i cappelli potessero parlare, se per questo neanche cantare, oltre al fatto che la melodia è un po’ inquietante, e non vede l’ora di imparare tutto sulla magia, non si è mai sentita così, un misto tra ansia, emozionata e imbarazzata. Dopotutto non vorrà avere gli occhi puntati addosso da così tante persone.
-Ora leggerò i vostri nomi e verrete smistati nelle vostre case, allora:
-Arendelle Anna-
La ragazza di prima ci mette qualche secondo a realizzare di essere stata chiamata, e quando una mano la spinge in avanti si riscuote e corre verso il cappello, inciampando nel mantello un po’ lungo per lei.
-Ops- 
Si siede sullo sgabello e la madre di Merida le posa il cappello sulla nuca, che le ricade sul viso.
Jack osserva Elsa, seduta al tavolo di serpeverde, lo sguardo di distaccata indifferenza ha lasciato spazio ad un considerevole affetto appena il cappello ha coperto gli occhi della sorella, e Jack trova piuttosto singolare questa cosa.
Dopo pochi secondi di attesa il cappello urla a tutta la sala:
-TASSOROSSO!- e dal tavolo di quella casa si levano le esclamazioni festose degli studenti.
Poi la professoressa chiama:
-Corona Rapunzel- 
La ragazza si avvia lentamente al cappello, pronta per il momento della verità.
Si siede sullo sgabello, e attende che la voce entri nella sua testa.
“Salve, raggio di sole”
“Ciao, cappello”
“Sei nervosa, vero?” 
“Io… si, lo sono, ma sono anche così eccitata”
“Diamine, due mezze svampite di fila”
“Aspetta, che?”
“Bene, probabilmente tassorosso avrà un’altra aggiunta… aspetta un momento, hai tantissima voglia di sapere le cose”
“Sono curiosa, che male c’è?” il cappello inizia a starle sempre più antipatico.
“Lascerò perdere gli insulti, devo davvero dire che sono molto indeciso tra due case, da una parte staresti benissimo tra i tassorosso, come quella di prima, ma dall’altra vedo in te qualcosa che ti collocherebbe a Corvonero, hai moltissimi interessi, adori impegnarti per terminare le cose e raggiungere i tuoi obiettivi, ma non sei molto ambiziosa, solo che quando hai un sogno ti impegni al massimo per realizzarlo. Virtù ammirevole, non c’è che dire”
Rapunzel è folgorata, sente le guance farsi rosse per l’imbarazzo, possibile che un cappello possa leggere così in fondo alla sua anima?
“Si, cara Rapunzel, posso, sono stato creato per questo. Certo, alcune persone non sono così… come posso dire, aperte, ma tu sei molto leggibile”
“Quanto ci vorrà ancora?” chiede la ragazza al cappello.
“Non si mette fretta all’arte, devo rifletterci un altro po’ ”
dopo quelli che sembrano minuti il cappello sembra scegliere, e sceglie chiedendo a Rapunzel stessa
“Ma tu che casa preferisci?”
“Non lo so, sei tu il cappello parlante, non io!”
“Ok, la sparo a casaccio…”
-CORVONERO-
Rapunzel si toglie il cappello e si avvia nel tavolo sbagliato, per poi cambiare destinazione a mettersi nel tavolo giusto, vicino ad una ragazza di colore del terzo anno dai capelli ricci e scuri raccolti in un tuppo disordinato, che parla allegramente con uno studente della stessa età, con i capelli biondi, gli occhi azzurri circondati da due lenti rotonde e l’aria intelligente.
-Oh, ciao, io sono Tiana- si presenta la ragazza.
-Rapunzel, piacere- la sua timidezza prende un po’ il sopravvento, non è timida con i ragazzi della sua età, ma quelli più grandi la mettono un po’ in soggezione.
-Piacere mio, e lui e Lewis, oh, un’altra recluta-
Infatti il cappello ha appena smistato un’altra ragazza a Corvonero, che si è seduta vicino a Rapunzel.
-Ciao, io sono Mavis- si presenta porgendo la mano dalle unghie laccate di smalto nero.
Ha i capelli corti, gli occhi azzurri e lo sguardo eccitato, come fosse la prima volta che vede un posto del genere.
In effetti, pensa Rapunzel, e probabile che sia davvero a prima volta.
-Rapunzel, piacere- le porge la mano sorridendo, e nota che dietro di lei Merida si sta avviando al cappello.

 

Quando la madre pronuncia il suo nome Merida inizia a dirigersi tranquillamente verso il cappello, cercando di non posare lo sguardo sull’insegnante, che prova a farle cenni di stare dritta, di non dondolare le braccia e di non fare niente di troppo ribelle.
Inutile dire che i suoi suggerimenti sono, se non ignorati, proprio infranti totalmente.
La figlia, infatti, si dirige verso il cappello dondolando le braccia, mezza ingobbita e scuotendo la chioma come non piace alla madre, ed è ben contenta quando il cappello le viene calato negli occhi, benché sembra un gesto fatto con rimprovero.
“Ho smistato molti Dumbroch, e devo dire che tu sei la più singolare”
“Aspetta di smistare i miei tre fratellini”
“Insolente, ribelle, facile all’ira e un tantinello egoista, ti sto riassumendo bene?”
“COSA HAI DETTO?” 
“Ecco, che dicevo?”
“Non osare darmi dell’egoista!”
“Sono un cappello, non puoi farmi niente, e ho una protezione che neanche il ministro della magia…”
Merida resta zitta.
“Bene, se non ci credi che sei egoista, rispondi sinceramente a queste domande: E’ vero che saresti disposta a cambiare radicalmente tua madre pur di non sposarti,  anche se questo cambiamento gioverebbe solo a te?”
“Io… si, certo, ma…”
“Ed è vero che faresti di tutto pur di non sposare un purosangue di nobile casata anche se questo dovesse comportare una guerra tra famiglie?”
“Ma che razza di domande sono?!”
“E’ chiaro che viste le circostanze la casa migliore per te è Serp…-
“COSA?!?!?!?! NON SE NE PARLA ASSOLUTAMENTE NO” 
“Lasciami finire, sarebbe Serpeverde se non fosse per l’incredibile coraggio che si annida dentro di te, faresti qualsiasi cosa pur di riuscire a salvare qualcuno a cui vuoi bene, fregandotene delle conseguenze, il tuo cuore è più nobile del tuo sangue, e, nonostante gli enormi difetti che ho elencato prima, direi che è…”
-GRIFONDORO!-
“EVVAI!”
Togliendosi il cappello e gettandolo in aria come fosse un cappello del diploma, si avvia al tavolo di Grifondoro, conscia che sua madre la vorrebbe prendere per le orecchie e farle tutte le fatture esistenti per questo affronto al manufatto storico più antico di Hogwarts stessa.
Si siede con grande allegria, vicino ad un ragazzo del terzo anno, che le fa l’occhiolino, ma lei è così contenta che lo ignora e basta, mentre in un altro caso gli avrebbe spaccato qualcosa in faccia.
Ora deve solo tenere le dita incrociate per Hiccup, non vuole confessarlo, ma sarebbe profondamente dispiaciuta se finissero in case diverse, avrebbe paura che si allontanassero, e lui è sempre stato il suo unico amico.

 

Un altro paio di persone vengono smistate, poi è il turno di Jack Frost.
Il ragazzo di avvicina cercando di sembrare sicuro di se.
La madre mi Merida lo guarda con disapprovazione, soffermandosi sul colore singolare dei capelli e scuotendo la testa.
Prima che il cappello gli cali sugli occhi coglie lo sguardo d’incoraggiamento di Rapunzel, poi si fa tutto nero.
“Jack Frost, eh?”
“Effettivamente sono io, ci vorrà molto?”
“Hai fretta, vero? Hai paura che scopra troppe cose sul tuo conto”
“No, ho fame”
“Vedo che la mia canzoncina iniziale non ti è piaciuta più di tanto”
“Era un po’ inquietante, e i coretti finale lo erano ancora di più, ci mancava solo una coreografia con i professori e sarebbe stato perfetto per una recita di Halloween… stai cercando di fare conversazione o vuoi solo prolungare questa noiosità per darmi fastidio?”
“Purtroppo hai sbagliato entrambe, sto cercando di fare conversazione per prolungare questa noiosità e sopratutto per superare il blocco di ghiaccio che hai posto per nascondere il tuo terribile passato”
“Non ho niente da nascondere”
“Che mi dici di Jenny?”
Jack si irrigidisce.
“Ho colpito nel segno, vero?”
“Smistami e basta, senza metterci di mezzo lei!”
“Calmati, calmati, vediamo… chiuso in se stesso ma con manie di protagonismo, se molto generoso e ami il divertimento, ma spesso rischi di mettere in pericolo le altre persone per farle divertire, e non pensi alle conseguenze… per favore, puoi evitare di congelarmi?”
“Cosa?” 
“Devi imparare alla svelta a controllare i tuoi poteri”
“E tu devi imparare alla svelta a smistare le persone senza perdere tempo”
“Per ora l’unica testurbante è stata Rapunzel, mi considero molto veloce, comunque, se non vuoi perdere altro tempo…”
-SERPEVERDE-
Jack s sfila il cappello con aria indifferente, ma dentro di se è davvero stravolto, e non vuole toccare mai più quell’orribile accessorio.
Si siede accanto ad Elsa, e la saluta un po’ assente.
-Lo so, sembra orribile essere qui, ma ti ci abituerai in fretta, te lo prometto- gli dice lei, confondendo la sua freddezza per tristezza di essere in quella casa.
-Speriamo bene, non è che mi beccherò fatture alle spalle o tuffi nella tazza del water?- scherza lui, cercando di riacquisire la solita sicurezza.
-Non temere, sarai tu a farlo agli altri- ridacchia lei.
-Ho conosciuto tua sorella- dice lui, la ragazza si irrigidisce di scatto.
-Ah, si?-
-Mi è sembrata molto simpatica… e sola- l’accusa lui indirettamente.
-Non puoi capire- sussurra lei distogliendo lo sguardo.
“In realtà capisco benissimo”

 

Ci sono altri quattro ragazzi prima di Hiccup, poi la madre di Merida chiama lui con una traccia di affetto che non ha messo quando ha chiamato la figlia.
Lui prende un bel respiro e si avvia allo sgabello, prima che la sua vista venga oscurata dal cappello vede Merida guardarlo incrociando le dita, Rapunzel fargli un cenno di incoraggiamento che ha notato prima ha fatto anche a Jack e vede quest’ultimo che gioca con la forchetta, pensieroso.
Poi il nero e la voce del cappello.
“E’ uno scherzo?”
“Come, prego?”
“Ho smistato tutti gli Haddock da centinaia di anni a questa parte, tu chi diavolo sei?”
“Hiccup”
“Non sembri un Haddock”
“Non sei di certo il primo a dirlo, lo sai?”
“Hai paura di deludere tuo padre, la tua famiglia e Merida, non è così?”
“Si, è così”
“Non provi a negarlo?”
“Perché dovrei, dopotutto so già di essere un fallito”
“Ah, tu lo credi?” 
“Lo so, è diverso, mettimi a Corvonero e chiudiamola qui”
“Staresti benissimo a Corvonero, ma vedo che nella tua anima c’è un’amicizia così forte e così tanta bontà che sarebbe davvero stupido non metterti a Tassorosso”
“Bene, mio padre sarà contento di avere un figlio, com’è che ha detto lui, mammoletta
“Non so dove collocarti, sembri perfetto per entrambe le case, fammi riflettere qualche minuto.”
I minuti passano, e il cappello dopo un po’ decide, seppur ancora leggermente indeciso.
“Vedo un cervello pieno di intelligenza, talento e manualità, ma sarebbe stupido non premiare la tua tolleranza, la tua pazienza e la tua grande fedeltà…
“Oh, no”
-TASSOROSSO-
Il ragazzo sospira, si toglie il cappello, lo porge ad Elinor con referenza e si avvia nell’unica tavola senza amici, passando vede Merida più delusa di lui, che lo guarda tristemente.
Poi si siede vicino ad un ragazzo smistato li poco prima di lui.
-Hey, amico, io sono Johnny, come butta?- le gli da la mano.
-Hiccup, non ho buttato niente, di solito la spazzatura la buttano i minions a casa-
-Che, no, intendevo dire, come va, fratello?- Hiccup non capisce molto bene, probabilmente è gergo babbano, e decide di non chiedere e dire semplicemente.
-Sono stanco e sorpreso- “E mio padre sarà deluso”
-Anch’io, non credevo di essere un mago, in effetti se avessi deciso di essere un mostro avrei optato per un vampiro, o per Frankenstein, sono troppo fighi-
-Si, credo di si- “cosa diavolo è un Frankenstein?”

 

 

 

 

 

(A.A.)
Il capitolo più lungo mai scritto in vita mia, spero che verrà letto.
Perdonatemi gli errori di distrazione, l’ho riletto alcune volte ma probabilmente qualcosa mi è sfuggito, chiedo venia.
Spero che la sostanza sia piaciuta, per la canzone del cappello ho usato quella della principessa e il ranocchio di Facilier.
Ho cambiato molte cose dei vari film, ma si capirà di più nei prossimi capitoli. Spero di aver tenuto i personaggi abbastanza IC, ci ho provato ma non so se ci sono riuscita.
Io qui ho finito, se avete domande o annotazioni o suggerimenti o quant’altro scrivete una recensione, saranno lette con grande gioia.
Al prossimo capitolo che spero arriverà presto.

   
 
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