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Autore: Novalis    05/04/2014    1 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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“La famiglia è un collegamento

con il nostro passato e un

ponte verso il futuro.”

-A.Haley-

CAPITOLO OTTO

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-Allora, ti è tutto chiaro?- chiesi per l’ennesima volta allo spagnolo.

-Sì, Esmeralda, sì! Ci siamo conosciuti sul posto di lavoro, e stiamo insieme da due mesi e mezzo. Ti piace il mare più che la montagna, il tuo colore preferito è il verde e ami la stracciatella. Ci siamo innamorati perché ho iniziato a corteggiarti e tu dopo un po’ hai capito che ti piacevo, il nostro primo appuntamento è stato in una pizzeria vicino al mare,  e il caffè ti piace con due cucchiaini di zucchero. Ho dimenticato qualcosa?- chiese Gabriele, quasi sfinito da quel discorso.

-Mhm…no, direi di no! Mi raccomando, domani sii puntuale e vestiti bene. I miei sono i tipici genitori del Sud, dunque viene provvisto di tanta pazienza e buona volontà.

-Sì, sì…ti ho detto che non ci sono problemi, andrà tutto alla grande. Ora, scusami ma devo andare…un esame mi aspetta tra tre settimane.- concluse lo spagnolo, avvicinandosi alla porta di casa mia.

Sì…Rachele, aveva avuto la brillante idea di organizzare con il moro delle “sedute” di preparazione a quella pagliacciata del far finta di essere finti fidanzati,  a casa mia. Peccato, però, che lei se la svignava dopo nemmeno mezz’ora, lasciando sempre una me e uno spagnolo, alquanto impacciato, ad affrontare da soli la situazione.

Lei mi metteva nei guai, e lei se ne lavava le mani…di bene, in meglio!

-D’accordo, allora ci vediamo domani alle otto di mattina. Ripeto: sii puntuale.

-Agli ordini! Senti, ma…se dovessero chiederci un b-bacio?- chiese timidamente, diventando tutto rosso.

-Beh…troveremo una soluzione al momento. Non è che possiamo fare tutto quello che vogliono i miei genitori…

-Bene! Allora ciao Esmeralda… e ciao anche a te Carota.- concluse, spingendo la maniglia della porta , seguito a ruota da una Carota alquanto felice della nuova conoscenza che aveva fatto.

-Beh Carota…ti piace quello lì?- chiesi al mio cane che prontamente abbaiò.

Sì le piaceva! E questo era un buon segno, visto che il mio ex non lo sopportava proprio.

***

-Quindi vi siete preparati su tutto?-mi chiese Rachele al telefono.

-Sì, tranquilla! Piuttosto, che mi devo mettere?

-Mhm…io opterei per un classic-casual. Magari una giacca nera sopra un bel blue jeans, la t-shirt colorata che ti feci al compleanno, con un foulard che riprende i colori della maglietta e delle scarpe sportive.

-Va bene…mi conosci abbastanza bene, brava!

-Lo so, lo so!- disse pavoneggiandosi.

-Dai su, ora muoviti…fra mezz’ora viene Gabriele, divertitevi.-continuò.

-Eh…come no! Piuttosto, scusami se ti ho svegliato così presto.

-No, tranquilla, per te questo e altro, mon amour!

Ecco perché era la mia migliore amica…

-Grazie tesoro! Beh…allora augurami buona fortuna e spera che i miei ci caschino.

-Buona fortuna, terrò le dita incrociate per te!

-Ciao bella e grazie di tutto!

Conclusi così la telefonata, volando, poi, subito a prepararmi.

***

Ecco, il citofono era suonato.

-Scendo.- risposi allo spagnolo.

Scesi di corsa le scale con Carota a seguito, e passai dalla signora Agnese.

Non potevo certo lasciare la mia fedele amica sola in casa, per tanto tempo!

-Oh cara, anche di domenica, ti svegli presto?-mi chiese la mia vicina, prendendo il collare  con Carota.

-Sì Agnese, oggi ho un pranzo  di famiglia…sa…mia madre.

-Oh capisco…beh allora, divertiti tesoro e salutami quella brava donna di tua madre.

-Senz’altro Agnese, la ringrazio per Carota, spero non sia un disturbo.

-Certo che no, piccola, il tuo cane è il benvenuto.

-D’accordo signora, allora buona domenica e grazie.- le dissi sorridendo.

Era la migliore vicina di casa che si potesse avere.

-Altrettanto, ciao cara.- concluse.

Così fatto, scesi le ultime due rampe di scale, e uscendo dal portone trovai lo spagnolo, appoggiato a una cinquecento nuova, rossa e tirata a lucido.

-Ciao Gabriele.

Era vestito molto bene, con pantaloni beige, una camicia bianca con una cravatta sottile e una giacca delle tonalità del pantalone con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Portava dei braccialetti su entrambi i polsi e i capelli con lo stesso effetto bagnato con cui lo vidi il primo giorno in gelateria.

-C-ciao Esmeralda. Sono stato puntuale?

-Vediamo un po’-dissi controllando l’orologio da polso- sì…bravo! Bene, ora andiamo!

Lo spagnolo mi aprì la portiera anteriore e mi accomodai nel sedile affianco a quello del guidatore, non prima però di aver messo nel cofano un dolce per i miei genitori.

La macchina aveva un buon profumo di cocco all’interno.

-Beh, allora, dimmi…che strade devo prendere?

E fu così che fungendogli da navigatore satellitare il viaggio verso i miei genitori iniziò.

-Sei mai stato nella Foresta Umbra?-gli chiesi.

-No, è sul Gargano, giusto?

-Sì…è lì che dobbiamo andare d’altronde! Mia mamma l’adora, potrebbe anche chiederci di fare un giro nei dintorni, ti dispiacerà accettare?

-No, figurati!

-Senti, ma…come mai hai accettato subito questa finzione?

-Non lo so…diciamo che non ho di meglio da fare, e poi mi sei simpatica e voglio aiutarti.- rispose, continuando a mantenere lo sguardo fisso sulla strada.

-Mhm, va bene! Beh allora credo che debba dirti…grazie?!

-Se ti sembra giusto farlo, sì! Ma non c’è bisogno di ringraziarmi…lo faccio volentieri.

Gentilezza e cortesia. Ecco quello che traspirava da questo giovane uomo.

-E invece io, posso chiederti chi è quel giovanotto che incontrammo in pizzeria?

E anche curiosità…sì…

-Un verme, ecco chi era! Uno sciagurato, sciocco, stolto, caprone e chi più ne ha ne metta.- risposi, sfogandomi.

-Ah…capisco!- rispose piegando le labbra in un mezzo sorriso.

-E chi è quella ragazza lì?- chiesi indicando una foto inserita in una piccola cornice appeso ad un filo legato sullo specchietto retrovisore.

-Oh…ancora ce l’ho? Ecco cosa succede ad usare più la moto che la macchina!Dovrei buttarla, anzi puoi farmi un favore?

-Se posso, sì.

-Prendi quella foto, toglila dalla cornice, accartocciala e appena vedi un bidone buttala.

Uh…chissà chi era!

-D’accordo.

Feci quello che mi aveva chiesto e misi la foto in borsa. Arrivata a casa, l’avrei buttata.

Ad un semaforo rosso, poi, mi mostrò dal cellulare un’altra foto.

-Chi è lei?

-Mia sorella, Luz…la bimba con cui giorni fa parlai al telefono.

Era bellissima, ma bella, bella, bella.

Era una bimba dai lunghi capelli neri, lisci come i capelli di un'indiana. Gli occhi grandi e scuri e un sorriso dolcissimo. Si assomigliava a Gabriele.

-Wow…è stupenda veramente. Devi avere dei genitori bellissimi.

-Oh gracias…beh sì…in effetti sia mia mamma che il mio papà sono molto belli, mia mamma soprattutto. Ma a quanto pare, solo io non ho preso da loro.

Cosa? Ma era pazzo? …Si aspettava forse che gli dicessi il contrario? Certo era tutto, fuorché brutto, ma Esmeralda De Angelis non faceva complimenti ai ragazzi.

-Beh assomigli a tua sorella!

Poteva bastare questo, poi a buon intenditore poche parole.

-Alla prossima gira a sinistra. Fra circa due ore dovremmo essere arrivati.

-Okay. Ma, sbaglio o era un modo per dirmi che  sono carino?

Sì era un buon intenditore!

-Beh ...vedi un po' tu!

Dopo un po’, nell’abitacolo della macchina riecheggiò “Ordinary love” degli U2, mia suoneria.

-Pronto?

-Tesoro della mamma, stai arrivando?

-Sì mamma, sì!

-E devi portare anche il misterioso fidanzato di cui mi hai parlato, solo ieri?

 -Sì, mamma, porterò il mio ragazzo.

-Oh amore della mamma, ma che bello, finalmente ti sei trovato un altro ragazzo! E io che ti volevo far conoscere Gaetano, il figlio della signora Susanna.

-Susanna? Non mi dire che è quella che aveva il figlio con il viso pieno di acne?

Intanto al mio fianco, lo spagnolo se la stava ridendo.

-Sì, ma adesso è proprio un bel giovanotto, lo devi vedere! Comunque come mai non mi hai avvisato che ti era fatta un ragazzo già tanto tempo fa?

-Ehm…per farti una…sorpresa?!

-Ah che bella la figlia mia! Va bene, allora non vedo l’ora di incontrarlo. Come hai detto che si chiama?

-Gabriele, mamma, Gabriele.

-Che dolce nome, mi piace già.

-Bene, allora a dopo, ciao mamy.

-Ciao tesoro.

Uh…e anche questa era fatta.

-Il figlio della signora Susanna, eh?

-No non ti ci mettere anche tu, per favore! Speriamo abbocchino all’amo, altrimenti so io cosa passerò.

-Sì tranquilla, sarò un fidanzato provetto.

-E non vuoi niente in cambio? Ho dimenticato di chiedertelo.

-No, perché dovrei?

-Perché tutti quelli del tuo sesso chiedono qualcosa in cambio.

-Beh allora io sono l’eccezione.- mi rispose distogliendo un attimo lo sguardo dalla strada, e guardandomi sorridendo.

-E poi non è vero che tutti lo fanno…ho un sacco di amici che sono dei bravi ragazzi.

-Sarà…

-Piuttosto, film preferito?

-Via con vento. Tuo?

-Il cavaliere oscuro-Il ritorno.

-Canzone preferita?

- Creep dei Radiohead. Tua?-chiesi, guardando fuori dal finestrino.

-What happens tomorrow dei Duran Duran.

-Ah bravo…ti piacciono i Duran Duran?

-Qualche canzone.

-Parlando di musica, posso accendere la radio?

Ma prima che mi desse una risposta, avvicinai la mia mano alla stereo, scontrandomi con la sua che stava avendo la mia stessa idea di mettere canzoni.

Fu così che mi venne in mente una scena di Twilight che vidi con mie due cugine, quando la protagonista Bella si scontra con la mano di Edward, il vampiro, nel momento in cui entrambi vogliono spegnare l’impianto del riscaldamento.

A volte la mia vita sembrava proprio quella di un film.

-Scusa.- gli dissi.

-N-No, tranquilla. Che stazione radio preferisci?

Chissà perché, ma quel tocco mi aveva un attimo scosso…provavo un qualcosa di inspiegabile dentro di me. Boh…

-Va bene una qualsiasi, basta che non abbia canzoni dell’Amoroso, di Justin Bieber e degli One Direction.

-Ah Okay…ahahah!

 

***

 

-Esmeralda?

Mhm…che stava succedendo? No…non è che mi ero addormentata?

Aprii di scatto gli occhi.

-Gabriele, mi sono addormentata?

-Sì…non volevo svegliarti, mi sembravi così tranquilla.

-Tranquilla un corno, dovevi svegliarmi. Ora avrò tutto il trucco fuori posto così come i capelli.

-No, no, sei bella come prima tranquilla.

Perché sentii le gote riscaldarsi?

-Sì…okay, va bene! …Allora…sei pronto?

Eravamo arrivati…avevo dormito per circa due ore…cavoli se avevo paura.

-Sì, tu?

-Lo spero.

Scesi della macchina e inforcati gli occhiali da sole, lo spagnolo si avvicinò a me e mi prese per mano.

Cosa???

-Cosa fai, scusa?

-Siamo fidanzati tesoruccio mio, quindi dobbiamo tenerci per mano.- rispose.

-Uff…e va bene, ma guai a te se mi chiami di nuovo tesoruccio mio.

Rise.

Mi avvicinai al cancello che permetteva l’accesso al giardino che ci avrebbe portato in casa dei miei.

Citofonai e subito mi fu aperto.

Uno, cinque, sette, otto passi…eccoci qui.

Suonai il campanello e dopo un po’ mia madre venne ad aprirmi.

-Esmeraldaaaa, amore mio, beato a chi ti vede.

-Ehi mamma, come stai? Lui è Gabriele.

Mia madre si prese due minuti buoni per squadrare da cima a fondo il “mio ragazzo”.

-Uh come sei bello ragazzo mio, piacere di conoscerti. Sono Barbara, la mamma di Esme.

-Oh salve signora, complimenti…pensavo fosse la sorella di Esmeralda.

Ci sapeva fare con i complimenti, non c’era che dire!!

-Che gentile ragazzo mio, prego accomodatevi.

Ah… casa dolce casa. Sebbene a quella casa fossero legati fin troppi spiacevoli episodi adolescenziali, era anche il luogo dove ero nata, dove avevo passato le mie prime feste di compleanno con le mie prime migliori amiche , dove avevo imparato a camminare, a parlare e dove c’erano i miei genitori, che anche se erano dei testoni, erano le persone che più amavo al mondo.

-Dalla cucina proviene un buon profumo. Che stai cucinando di buono?

-Lasagne, cotolette e patatine fritte, va bene?

-Più che bene, e papà?

-In veranda. Vagli a presentare questo bel giovanotto che ti sei fatta. Poi dopo pranzo, parliamo bene bene di voi due, eh?

-Sì certo…

La parte più dura forse doveva ancora arrivare.

-Papà?- chiesi avvicinandomi alla veranda e tenendo per mano lo spagnolo.

-Chi è là? Dalla voce direi che sei la mia orsetta che non si fa vedere da tanto tempo.

Eccolo il mio papà! Era sempre lo stesso papà affettuoso che avevo lasciato. Stessi occhiali a coprirgli gli occhi verdi, stessi capelli ‘sale e pepe’ e stesso fisico asciutto e alto.

Perché non avevo preso da lui??

-Papà, ciaoo! Lui è Gabriele.- dissi parando davanti a me lo spagnolo.

-Sei spagnolo, vero?- fu la prima domanda di mio padre.

Ma…cosa? Che strana accoglienza…da cosa aveva capito la sua nazionalità? Non aveva ancora parlato con lui.

-Sì signore! Da cosa l’ha capito?

-Perché da ragazzo avevo un amico spagnolo, e voi spagnoli avete tutti una strana luce negli occhi.

Un strana luce…bah…

-Oh…capisco…

-E così sei il suo ragazzo…mi diceva prima mia moglie…

-Sì signore! Da circa tre mesi siamo insieme.

Erano due mesi e mezzo, ma va beh… era un bravo attore , in fondo.

-Bene! Allora andiamo a tavola, poi parliamo bene.

-Certo signore.

-E non chiamarmi signore, sono Adamo e puoi chiamarmi così.

-Ok…Adamo.

Seduti a tavola, inizialmente solo la tv fu a farci compagnia.

Sulla tovaglia bianca ricamata furono poste tante vivande cucinate da mia madre, che da brava italiana e donna del Sud sapeva cucinare tante specialità.

-Spero che ti piaccia tutto, Gabriele.

-Sarà senz’altro così, signora.

-Che caro. Dai su facciamo la preghiera, e rendiamo grazie a Dio per il cibo datoci anche oggi.

La mia era una famiglia molto religiosa, e anch’io nel mio appartamento ero solita fare un preghiera prima dei tre pasti della giornata.

Dopo aver iniziato a tagliare la lasagna, mia mamma iniziò a guardare Gabriele.

-Di dove sei Gabriele?

-E’ spagnolo.- rispose mio padre, ricevendo un’occhiataccia da mia mamma.

-Di Barcellona, signora. Ma mi sento Italiano, mio padre è Italiano e vivo qui da circa dieci anni.

-Oh capisco! Che bella città Barcellona…quanto vorrei vederla.

-Beh dopo le mostro delle foto, se le va.

-Con piacere caro.

-E dimmi studi, o lavori?-chiese mio padre.

-Entrambe le cose. Studio medicina e lavoro nella pasticceria di Esmeralda.

-Oh, anche tu cucini dolci, figliolo?- chiese mia madre, sorseggiando poi , del vino rosso da un bicchiere di vetro.

-No Barbara, sono il factotum, il garzone, per farla semplice.

-Ah…capisco!

-Hai scelto una buona facoltà, bravo! Troverai facilmente lavoro.- continuò mio padre.

Dopo un po’ finalmente smisero di assillare il moro, e il pranzo continuò in maniera abbastanza tranquilla, all’insegna anche di una dolce macedonia e del un dolce che avevo portato, giustamente, dalla pasticceria dove lavoravo.

Nel momento di sparecchiare e di lavare i piatti, mia madre mi trascinò in cucina, mentre mio padre trascinò il mio povero ‘fidanzato’ in veranda.

Oh Dio…speravo che andasse tutto bene!

-Ma che carino che è…sapevo che avevi buon gusto come la tua mamma, amore mio.

-Ah sì…grazie.

-Vi siete conosciuti in pasticceria?

-Esatto.- dissi posando i piatti sporchi nel lavandino.

-E’ veramente bellissimo, figlia mia…mai visto un ragazzo così bello! Da quanto state insieme?

-Due mesi e mezzo…l’ha detto anche prima.

Ma perché la voce non mi usciva bella sicura? Mannaggia alla miseria.

-Che bello, dovevi dirmelo prima tesoro, mi avresti evitato tanti appuntamenti per trovare il ragazzo giusto per te.

-Potevi evitarli lo stesso mamma, ho ventitré anni, mettitelo in testa.

-Lo so amore, ma dopo quello che ti è successo…voglio che tu trovi il ragazzo giusto.

-Lo so anch’io mamma, ma sto bene, non devi preoccuparti.

-E Adriano si è fatto più sentire?

-Non nominare quel nome…comunque no…è con la sua Sabrina, non ha bisogno di me.

-E tu non hai bisogno di lui, ora hai il tuo Gabriele che è molto più bello di lui.

-Sì…hai ragione!

-Che ne dici se dopo andate un po’ alla Foresta?

-Va bene…ma solo io e lui?

-Certo amore, io e papà dobbiamo parlare di voi e voi piccioncini dovete divertirvi.

-Come preferisci.

Dopo aver caricato la lavastoviglie, andai nella mia ex camera.

Chiusi la porta e mi guardai attorno…wow…era tutto come avevo lasciato…i poster delle band di quando ero ragazzina, la scrivania verniciata di rosa, le mie foto e persino il mio diario segreto.

Lo aprii e notai che sulla prima pagina c’era scritto : ESMERALDA + FILIPPO…la mia prima cotta…non potevo crederci. Risi al ricordo.

Dopo mi sedetti sul mio letto e mi distesi, finché qualcuno bussò alla mia porta.

-Posso?-era lo spagnolo.

Era ancora vivo, dopo aver parlato con mio padre? Strano…

-Sì.- dissi ricomponendomi.

-Che bella stanza.-disse.

-No…anche tu i Nirvana?

Guardai nella sua direzione…si riferiva ad un poster.

-Ah già…il poster lo regalavano con un giornalino per teenager e i Nirvana mi piacevano molto, poi fino al ’94 erano molto in voga. Anche se avevo solo tre, quattro anni, me li ricordo bene.

-Sì, io ne avevo quattro,cinque…a proposito quand'è il tuo compleanno?

-il ventotto aprile! Il tuo?

-Ventotto giugno.

Entrambi nati il ventotto.

-...Beh che ne dici, facciamo da bravi fidanzati una passeggiata? Così mi fai vedere la famosa Foresta Umbra.

-Se sei ancora vivo dopo aver parlato con mio padre, allora sì.

-Beh lo sono come vedi.-rise- e poi è proprio un brav’uomo tuo padre.- continuò facendomi l’occhiolino.

-Su questo non ci piove.- ricambiai l’occhiolino.

Così detto aprimmo la porta della mia camera ed andammo in salone.

-Beh mamma, noi andiamo a fare una passeggiata.

-Sì divertitevi.- gridò dalla cucina la mia genitrice, seguita a ruota da mio padre.

Ora dovevano confabulare della nuova coppia che si era creata. Beh a quanto sembrava, il piano aveva funzionato.

-Aspettate aspettate, potete darvi un bacio prima di andarvene?

Ecco, avevo cantato troppo presto vittoria.

-No, mamma…non è il caso, non metterci a disagio.

-Dai su, voglio farvi una foto …rendi felice la tua vecchia madre.

-Non sei vecchia…mamma.

-Ti pregooo, altrimenti ti assillo.

Ma perché la mia mamma era così, perché??

E ora? Che cavolo doveva fare?

Guardai lo spagnolo, che nel frattempo era diventato rosso.

Oh no…poteva andare tutto a rotoli.

-Dai su baciami.- dissi sottovoce.

-Cosa?

-Ho detto baciami.

-Come?

A quel punto mi avvicinai velocemente a lui, e tirandolo per la cravatta, appoggiai le mie labbra sulle sue.

TO BE CONTINUED…

 

L’angolino di Novalis

*Every night in my dreams
I see you, I feel you
That is how I know you
go on*

Ehm, ehm…scusatemi e che stavo sentendo la meravigliosa canzone di Celine Dion mentre scrivevo l’ultima parte e non ho potuto fare a meno di cantare con lei! xD Ahaha

Okay torniamo a noi…che dire…vi è piaciuto il capitolo? L’ho scritto tra ieri e oggi e spero tanto che sia stato di vostro gradimento.

I due si baciano…ohh…non so perché ma mi piaceva l’idea dei due che si baciavano per la prima volta in questo modo, con i genitori davanti, e con lei che lo tira dalla cravatta. Spero sia la stessa opinione per voi. :)

Che dire Grazie di cuore a voi che leggete e seguite questa storia come soprattutto a: elev e Sun_Rise93 per le splendide recensioni, siete grandissime!^__^

Alla prossima, un bacioneee :*

 p.s: Messaggio a tutti i lettori silenziosi: dai su fatemi sapere cosa ne pensate, questa storia ha bisogno del supporto di tutti voi!;)




 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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