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Autore: hoilnientedentro    05/04/2014    1 recensioni
"C'eravamo abbastanza amati
poi siamo volati su dei campi di grano rettangolari
non pensarmi non pensarmi
mi dicevi mentre atterravi
tra i tuoi capelli dei fiori di camomilla
dei fiori diventavano rossi
i tuoi ventitré anni i miei ventisei anni
alla radio hanno detto che i nostri corpi hanno causato solo alcuni rallentamenti i tuoi ventitré anni i miei ventisei anni."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era inverno.
Uno dei più freddi, a mio parere.
Era dalla sera prima che non avevo la tua mano intrecciata alla mia.
Quella è stata l’unica volta in cui dopo aver fatto l’amore tu te ne sei andato.
Non so perché, ma ti sei alzato, ti sei vestito, mi hai sussurrato un lieve “ti amo” e te ne sei andato.
Devono essere state più o meno le sei di mattina perché c’era pochissima luce nel cielo.
L’alba era la nostra preferita. Ricordi?
Stavamo svegli ore solo per vederla.
Ma mi sa che ti sei dimenticato.
Mi alzai.
La casa era vuota e silenziosa senza di te.
Con te se n’erano andati anche il tuo profumo, il tuo buon umore la mattina, l’odore del caffè che preparavi prima che mi alzassi per farmelo trovare pronto sul tavolo e talvolta me lo portavi pure a letto.
Andai in cucina.
Continuavo a sperare nel fatto che ti fossi nascosto da qualche parte, ma che da un momento all’altro saresti saltato fuori facendomi prendere paura come al tuo solito.
Ma non c’eri.
Mi feci un caffè veloce. Dovetti cercare molto per trovare la moca da una persona, di solito eravamo sempre in due a fare colazione a casa mia.
Tu non volevi mai stare a casa con il tuo coinquilino.
Eppure continuavi a pagare l’affitto.
Non ho mai capito il perché.
Andai a farmi una doccia, mi vestii con un semplice paio di jeans e un maglione pesante.
Me lo regalasti tu quel maglione, due natali fa.
Era il mio preferito.
Era largo, mi nascondeva le forme ed era caldo. Ma, soprattutto, sapeva ancora di te.
Non mi presi neanche la briga di truccarmi, tanto dovevo andare a casa tua, niente di particolare.
Andai fuori di casa e una sferza gelida di vento mi colpì in faccia.
Cercai di scaldarmi mentre mi incamminavo verso la fermata dell’autobus.
Eri tu quello che aveva la macchina, ma per fortuna la fermata era a soli due minuti di cammino da casa tua.
Arrivai giusto in tempo, salii di corsa e mi sedetti nell’ultimo posto a sinistra.
C’erano due sedili.
Quello vicino al finestrino era mio.
L’altro era tuo.
È lì che ci siamo conosciuti quattro anni fa, ricordi?
Certo che no.
Dopo cinque minuti scarsi arrivai alla fermata, scesi e camminai un po’ nel freddo gelido dei primi di gennaio finché non arrivai al tuo appartamento.
Suonai e la porta si aprì subito, pensavo che mi avessi riconosciuto.
Salii tre piani di scale a causa dell’ascensore rotto e, quando arrivai davanti alla porta, trovai il tuo coinquilino che mi guardava.
Ti cercai, ma lui mi disse che te n’eri andato.
Chiesi spiegazioni. Tu non potevi essertene andato.
Mi disse che poche ore fa avevi preso un aereo per New York, per il tuo nuovo lavoro.
Tu avevi un nuovo lavoro.
E io non lo sapevo.
Avevi aspettato l’ultimo per dirmelo, e alla fine te ne sei andato senza spiegazione.
Lui mi invitò ad entrare e a bere una tazza di tè mentre mi parlava di come avevi cercato lavoro all’estero senza avvertirmi di niente.
La TV era accesa sul telegiornale.
Ad un certo sentimmo la voce di una donna dire che l’aereo appena partito da Firenze era disperso a causa di una bufera di neve.
Cominciò ad elencare i nomi dei dispersi.
E tu eri il primo.
 
Eri morto.
Il tuo corpo non era stato mai più ritrovato.
La tomba in cimitero era vuota.
Odiavo quel posto.
Non ci andavo mai.
 
Mi manchi, amore.
Mi manchi un sacco.
Sono passati solo cinque anni dalla tua morte ma non riesco ancora a rendermi conto che non ci sarai più.
Che non arriverai alle cinque di mattina con i cioccolatini quando sono triste, che non preparerai più il caffè alla mattina, che il mio letto matrimoniale da una parte sarà sempre vuoto.
Ma ti prometto amore, ci vedremo presto.
Non so quando, non so come, ma ci vedremo in paradiso.
Promesso.
  
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