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Autore: Astrea9993    05/04/2014    1 recensioni
I Babbani sembrano vivere inconsapevolmente le loro vite miopi e incapaci di vedere davvero ciò che li circonda, inconsapevoli della guerra che divide i maghi in due schieramenti e, il cui esito,  risulterà fondamentale per la loro sopravvivenza. I Babbani sembrano incapaci di combattere da soli le proprie battaglie.  
Ma Antonella White non è così, è una Babbana ed è fiera di esserlo. Coraggiosa, intelligente e testarda si troverà suo malgrado catapultata in un mondo magico popolato di strane creature, vecchi bislacchi, amici con la stesa maturità di un bambino di due anni, licantropi, pazzi assassini ed amiche leali e totalmente fuori di testa…
Antonella scoprirà un mondo bellissimo purtroppo minacciato da una terribile guerra e deciderà di combattere sia per proteggere coloro che ama, sia per dimostrare a tutti i maghi che non bisogna sottovalutare i Babbani perché questi sono molto meno inermi di quanto non si pensi…
Genere: Commedia, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 1
 
"Di Baby-Sitter violente, coltelli, Mangiamorte e Bacchette magiche"
 
Mi passai annoiata una mano tra i folti capelli neri, ero stanca, davvero stanca. Quelle piccole pesti dei gemelli quel giorno erano state più agitate del solito. Studiare e fare la baby-sitter era davvero estenuante, per non parlare poi del corso di primo soccorso che di recente stavo frequentando... Ma la verità era che non avevo molta altra scelta: se volevo sperare un giorno di poter andare all'università dovevo iniziare a risparmiare, ed io avevo grandi sogni: una laurea in giurisprudenza e poi sarei diventata procuratore... Purtroppo per me per fare tutto questo avevo bisogno di denaro e mia madre, con il suo stipendio da cameriera non poteva di certo pagarmi gli studi. Così a soli quindici anni mi ritrovavo a lavorare, era da quando ne avevo undici che accettavo di fare delle commissioni per i vicini in cambio di pochi spicci ma questo era il secondo anno in cui avevo un posto di lavoro fisso come baby-sitter di casa Smith. Ogni pomeriggio, dopo scuola, mi occupavo dei gemelli Jake e Mary, due piccole pesti dai boccoli biondi, gli angelici occhi azzurri e un animo dannatamente malvagio...
Sbuffai mentre scrutavo per l'ennesima volta l'orologio a pendolo dello studio: mancavano pochi minuti alle 23, le pesti erano a letto, io ero alle prese con i compiti di trigonometria e nel giro di un ora sarebbero rincasati i signori Smith.
Quel giorno era il loro anniversario e avevo promesso di guardare i bambini fino a tardi...
"che noia" mormorai tra me e me.... Poi, improvvisamente, un esplosine:
Istintivamente scesi le scale il più velocemente possibile fino a raggiungere il piano terra e  la porta di ingresso.
Il pesante portone di legno giaceva a terra e tre figure incappucciate e coperte da spessi mantelli mi stavano dinanzi.
Sapevo che era una mossa dannatamente stupida ma presa dal panico non riuscii a fare a meno di stare ferma, immobile, come paralizzate, il cervello continuava a dirmi di scappare fino a quando ero in tempo, di afferrare i gemelli e di barricarmi da qualche parte in attesa dei soccorsi ma le mie gambe non sembravano essere del mio stesso avviso. Mi diedi mentalmente della stupida: non ero una sprovveduta, frequentavo un corso di autodifesa, nella mia borsetta era sempre presenti un fischietto antistupro e una bottiglietta di spray urticante antiaggressione, ero preparata ad affrontare le emergenze eppure dinanzi a quegli individui stranamente abbigliati mi sentivo inerme. Era come se una vocina nella mia testa mi dicesse che ero già sconfitta che dovevo arrendermi e pregare che tutto finisse velocemente perché, ne ero certa, stavo andando incontro a qualcosa di orribile.
"Una ragazzina? Sarà più semplice di quanto pensassi, il signore oscuro sarà fiero di noi" disse uno dei tre, sembrava sorprendentemente giovane, la sua voce era la voce di un ragazzo di poco più grande di me.
"Bando alle ciance ragazzo e più azione" rispose il secondo, doveva essere un adulto, la sua voce era più bassa e profonda.
"E allora iniziamo" convenne il terzo divertito, anche lui appariva molto giovane, eppure c'era qualcosa nel suo tono di voce che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Eppure nonostante la paura, fu quello il momento in cui qualcosa scattò in me: non ero una di quelle persone che si arrendevano in partenza ne tantomeno ero una ragazza indifesa che aspettava di essere salvata. Dovevo reagire, se non lo volevo fare per me dovevo farlo per i bambini perché quelle persone di certo non li avrebbero risparmiati.
Avevo appena formulato questo pensiero che il ragazzo che aveva parlato per ultimo estrasse una specie di bastoncino, me lo puntò contro e disse delle strane parole, subito dalla punta del bastoncino scaturì un lampo di luce che probabilmente mi avrebbe colpito se non fossi rotolata a terra per evitarlo e il lampo di luce rossa colpì il mobile antico che si trovava in fondo al corridoio riducendolo in frantumi.
Probabilmente in un altro momento mi sarei interrogata su cosa fosse l'arma impugnata dal mio aggressore o, per meglio dire, mi sarei domandata come potesse il mio aggressore utilizzare una... Bacchetta magica? Perché quella sembrava una bacchette come quelle utilizzate  dai maghi nei film e nei libri fantasy...
Di certo però in quel momento non mi interessava scoprire cosa fosse quell'arma, di quello mi sarei occupata più tardi se fossi sopravvissuta, al momento mi premeva cercare di non farmi colpire da quella... Cosa...
"La Babbana è agile" commentò l'uomo dalla voce profonda.
"Ehi! Babbana sarà tua madre!" protestai, non sapevo cosa volesse dire babbana ma in quel momento mi era suonato offensivo o forse il termine mi era parso così offensivo a causa del disprezzo che trasudava dalla voce di quell'uomo...
Sapevo che avrei dovuto tacere, che stavo peggiorando la mia situazione ma in quel momento le parole mi erano uscite dalla bocca senza che potessi fermarle, ma forse quella volta era stata proprio la mia boccaccia a salvarmi la pelle: i tre uomini infatti sembravano aspettarsi di avere a che fare con una vittima spaventata ed indifesa, non con una ragazza combattiva e sfacciata, la mia reazione parve quindi stupirli ed io, approfittando della loro sorpresa riuscii a raggiungere le scale e il piano di sopra.
Sapevo che era una mossa rischiosa: ora i miei aggressori mi avrebbero seguito al secondo piano ed io non potevo permettergli di raggiungere il terzo dove si trovava la camera dei bambini ma non avevo altra scelta: per poterli proteggere dovevo sopravvivere.
"Acciuffate quella feccia dannazione!" intervenne il più anziano dei tre, ma io, con una velocità tale da sorprendere persino me stessa ero riuscita a chiudermi la porta alle spalle.
Subito corsi verso la cucina, quella stanza era esattamente situata a metà del lungo corridoio, se fossi arrivata li avrei potuto armarmi di un coltello. Certo, in un' altra situazione avrei chiamato la polizia ma chi mi avrebbe creduto se gli avessi detto che tre pazzi armati con delle sottospecie di bacchette magiche mi stavano attaccando?! Dovevo arrangiarmi e sperare che dato il vasto numero di stanze di quella casa i miei aggressori mi dessero il tempo di riorganizzarmi prima di trovarmi....
Entrai in cucina e dopo aver afferrato un enorme ed affilato coltello e mi nascosi dietro la porta e spensi le luci. Il cuore mi batteva a mille nel petto. Avevo paura, sapevo che l'unica cosa che in quel momento mi sosteneva era l'adrenalina. Un passo, due passi, tre passi...
"dolcezza, dove sei?!" esclamò uno dei miei aggressori proprio mentre superava la porta della cucina, si stava divertendo, era evidente dal tono della sua voce, trovava tutto questo dannatamente divertente.
"lo sai che ti troverò prima o poi, non puoi nasconderti in eterno!" continuò lui, ma ormai era lontano ed io non potei fare a meno di tirare un sospiro di sollievo, sollievo che durò molto poco perché pochi secondi dopo avvertii una sottospecie di 'Crak' e delle braccia mi afferrarono rudemente alle spalle, come un'idiota lasciai cadere a terra il coltello e probabilmente avrei lanciato un urlo se il mio aggressore non mi avesse contemporaneamente tappato la bocca e puntato il bastoncino di legno alla gola, subito, memore del mobile ridotto in pezzi mi bloccai.
"brava, vedo che sei abbastanza intelligente da capire che una bacchetta puntata alla gola non è una bella cosa" mormorò lui divertito "ora ti pregherei di fare silenzio, non vorrei di certo che quell'idiota di Lestrange ci sentisse, il signore oscuro sarà fiero di me ed io non intendo condividere la gloria con lui!" continuò mentre mi spingeva rudemente, fu a quel punto che agii: mi piegai su me stessa e sfruttai la sua stessa spinta per proiettarlo a terra, gli pestai una mano e con un calcio allontanai la bacchetta, poi temendo che si rialzasse, gli tirai un calcio con tutta la forza che avevo dritto sulla testa.
Osservai il corpo disteso a terra, il ragazzo sembrava privo di sensi ma avevo paura di avvicinarmi per accertarmene.
"Ragiona Antonella, ragiona" mormorai, la voce tremante...
Seppure con esitazione decisi di raccogliere quella bacchetta e me la infilai in tasca, poi iniziai a trascinare il corpo del mio nemico per i piedi decisa a nasconderlo dietro il bancone della cucina, non potevo restare li a lungo ma non potevo neanche permettere che gli altri due aggressori trovassero il loro compare svenuto.
Ma proprio quando stavo per riuscire nel mio compito la porta si aprì ed io riuscii a nascondermi giusto in tempo dietro al bancone, il corpo privo di sensi del mio nemico a meno di un metro da me.
"Avery, brutto idiota! Ti sei fatto mettere fuori gioco da una ragazzina e per di più Babbana" sbottò quello che doveva essere Lestrange mentre si avvicinava al compare.
Dovevo fare qualcosa, subito, il problema era che non sapevo cosa fare, ma quando vidi Lestrange puntare la propria bacchetta contro Avery capii che dovevo muovermi: strinsi il coltello tra le mani con decisione e con forza lo affondai nel piede del mio aggressore che lasciò cadere la bacchetta a terra mentre lanciava un urlo, di istinto afferrai la sua "arma" e la spezzai in due
"sgualdrina... Stupida sgualdrina!" imprecò lui mentre mi colpiva con un forte manrovescio approfittando della mia distrazione
"la mia bacche" continuò lui mentre preso dalla furia mi spingeva a terra con violenza
"voi dovreste servire il signore oscuro?! Non sapete neppure occuparvi di una ragazzina" disse il terzo uomo che, attirato dai rumori, aveva appena varcato la soglia della stanza.
"Una Babbana ti ha spezzato la bacchetta, dovresti vergognarti" continuò l'uomo mentre puntava la sua bacchetta su di me, ed io compresi che era la fine...
"stupeficium!" urlò una voce alle mie spalle, subito un lampo di luce rossa attraversò la stanza fino a sfiorare l'uomo che mi teneva sotto tiro, questi riuscì a scansarsi in tempo ma questo mi diede modo di alzarmi e di voltarmi: alle mie spalle stavano due uomini e una donna, tutti e tre stringevano delle bacchette tra le mani. Mi dissi che non mi importava se fossero amici o nemici, volevo solo andarmene da li e raggiungere i gemelli, dovevo metterli in salvo e con questo intento cercai di avviarmi alla porta mentre intorno a me lo scontro infuriava.
"non così in fretta!" sbottò Lestrange mentre mi afferrava per un polso, si reggeva in piedi a fatica e il suo volto era attraversato da una smorfia di dolore ma non voleva arrendersi.
"va al diavolo!" replicai io, mentre ruotavo il polso e con uno strattone mi liberavo, gli pestavo il piede già ferito e non ancora soddisfatta gli tiravo un pugno sullo stomaco facendolo accasciare accanto al suo degno compare
"e non osare darmi della sgualdrina" conclusi soddisfatta mentre scrutavo il ragazzo  ancora dolorante negli occhi, o per lo meno lo scrutai negli occhi per quanto la maschera che indossava me lo permettesse.
Mi stavo ancora godendo il mio istante di rivalsa vittoriosa quando il terzo uomo, ormai in netto svantaggio mi affiancò e raggiunse i suoi compagni.
"Non finisce qui ragazzina, se ti uccidessi ora sarebbe una morte troppo veloce, morirai, ma quando arriverà il momento ti assicurò che sarà una cosa lunga e dolorosa" sibilò prima di afferrare i compagni e sparire con essi nel nulla.
Restai per un attimo immobile a scrutare il punto fino a dove pochi istanti prima si trovavano i miei aggressori e improvvisamente sentii le forze abbandonarmi, lentamente mi lasciai scivolare a terra...
"signorina?" mi chiamò dolcemente una voce femminile, per un attimo mi ero scordata di quei tre uomini il cui intervento mi aveva salvato la vita
"Antonella, mi chiamo Antonella" risposi mentre lentamente mi alzavo da terra e mi voltavo verso di loro.
"Charlus! È ferità!" esclamò la donna preoccupata mentre mi prendeva il volto tra le mani, era una donna elegante sulla quarantina dai lunghi capelli raccolti in una morbida coda
"non è niente, credo che il labbro mi si gonfierà un po' ma a parte questo va tutto bene, sarà più difficile spiegare ai signori Smith per quale ragione casa loro è stata distrutta da dei maghi" replicai con una calma inquietante... Ero senza alcun dubbio sotto shock
"C-cara hai detto maghi?" balbettò la donna
"Dorea, è solo sotto shock" intervenne un uomo dai capelli neri e scompigliati
"sono indubbiamente sotto shock ma non sono stupida! Questa è una bacchette" sbottai mentre tiravo fuori dalla tasca dei jeans la bacchetta che avevo sottratto al mio nemico "quella è una bacchetta" aggiunsi mentre indicavo i frammenti della bacchetta che avevo spezzato "e anche voi siete dei maghi quindi non trattatemi come se fossi una stupida perché sta sera ho già accoltellato una persona e non credo di poter rispondere delle mie azioni!"
"direi che la ragazza ha diritto di sapere" intervenne il terzo uomo che, fino a quel momento era rimasto in disparte, lo scrutai per un attimo intimorita, l'uomo zoppicava vistosamente e aveva un occhio finto blu elettrico che continua a vorticare in modo inquietante
"Ma Moody!" esclamò Dorea
"lo so che è una Babbana ma ha colpito due Mangiamorte, ne ha accoltellato uno, ad uno dei due ha rubato la bacchetta e all'altro l'ha spezzata. Dobbiamo portarla da Silente e proteggerla. I Mangiamorte non si daranno pace fino a quando non sarà morta" replicò Moody
"ma è solo una ragazzina! Come può aver fatto tutto questo da sola!" continuò Dorea
"il mio insegnante di autodifesa è molto bravo e loro mi hanno sottovalutata dato che sono solo una ragazzina" replicai stanca che parlassero di me come se non ci fossi
"Antonella, immagino che tu abbia delle domande e noi risponderemo ai tuoi quesiti ma prima dobbiamo andare in un posto più sicuro" mi disse Charlus
"d'accordo ma io non posso andarmene, sono la baby-sitter, i bambini sono di sopra" risposi, non sapevo neanche io cosa stessi facendo, ero curiosa, confusa, spaventata e dolorante e allo stesso tempo mi sentivo così distante, come se tutto questo non stesse succedendo a me
"Charlus, Dorea, portatela al quartier generale Dell'ordine, qui mi occupo di tutto io" intervenne Moody ed io mi fidai di lui, quell'uomo aveva un'aria tutt'altro che rassicurante ma io mi fidai.
In quel momento non sapevo a cosa stessi andando incontro ne come tutto questo avrebbe cambiato per sempre la mia vita.







Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Questa è la prima fanfiction che scrivo e vorrei ringraziare chiunque sia giunto alla fine del primo capitolo di questa storia. Era da un po' che valutavo l'idea di provare a cimentarmi in una fanfiction ma solo oggi ho avuto il coraggio di farlo. Indubbiamente sarò molto grata a chiunque volesse lasciare una recensione (anche qualora questa fosse critica).
Tornando alla storia i prossimi capitoli saranno diversi, il clima sarà più leggero. Inoltre la storia vera e propria inizierà tra il quarto e il quinto capitolo (capitoli del cui esito tra l'altro posso dirmi anche maggiormente soddisfatta) mi auguro quindi che qualcuno abbia la pazienza di andare avanti con questa storia e leggerli.
Grazie ancora, Astrea  

 
  
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