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Autore: Lady_Cassandra    06/04/2014    3 recensioni
Dal primo capitolo:
"Punto il mio sguardo nel suo e noto i suoi occhi leggermente lucidi.
Capisco che le ho fatto più male di quello che credevo e mi sento mancare davanti a quella visione. Perché sono così idiota?
Scuoto la testa e la vedo afferrare la borsa, decisa ad uscire dalla camera, provo a bloccarla. “Caro, ti prego.. Come puoi pensare che io sia potuto arrivare a questo punto? Io non ti avrei presa in giro così..”
Lei mi guarda e si libera dalla mia presa. “Vai a morire” mi dice assumendo un’espressione gelida in viso.
Mi volta le spalle ed esce dalla mia camera senza aggiungere una parola di più.
Arrivata a metà corridoio, ritorna indietro e, piazzandosi di fronte a me, mi tira un sonoro schiaffo.
Rimango basito, incapace di reagire, e incasso il colpo senza replicare.
Si gira nuovamente e si avvia lungo il corridoio senza voltarsi. La sento soffocare un singhiozzo, intanto che abbassa la maniglia della porta d’ingresso, e stringo la mascella mormorando un tardivo ed insignificante “mi dispiace” "
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Provaci ancora, Daniele!

 

«Caro, ti dai una mossa? Dai, muoviti a decidere!» la voce leggermente irritata di Daniele si eleva al di sopra del tipico vocio particolarmente vivace dei camerini dei negozi d’abbigliamento in una giornata di saldi. Subito dopo apre la tendina del camerino infilando la sua testa dentro.

«Questo ti sta davvero bene» commenta con un sorriso ed entra nella cabina facendo attenzione a non calpestare i mille vestiti che ho buttato per terra.

Io sbuffo stizzita incrociando le braccia e gli lancio un’occhiataccia attraverso il grosso ed illuminatissimo specchio che evidenza i miei kg di troppo in modo quasi volgare, facendo piombare su di me la consapevolezza che sono grassa come una sentenza irrevocabile, passata ormai in giudicato. Quanto odio i camerini e i loro dannati specchi.

Ma soprattutto odio Daniele che continua a mentirmi, dicendomi “questo ti sta davvero bene”, “sei un incanto”, da quando ho iniziato a provare vestiti. Quanto di vero ci può essere nelle sue affermazioni?

«Non è vero! Mi fa sembrare una vacca invece! Guarda! Mi ingrassa i fianchi..» mi lamento sbuffando. Non mi fa sembrare una vacca, lo sono.

Daniele si avvicina provando ad afferrarmi ed io mi svincolo appoggiandomi alla parete poco stabile del camerino. Non voglio essere consolata come una bambina.

«Caro, non ti fa sembrare una vacca. Sei bellissima, sul serio. Decisamente è il migliore finora» ribadisce abbozzando un sorriso e allunga la mano verso il mio viso per sfiorare le guance con un dito.

«Lo pensi sul serio?» domando alzando lo sguardo verso di lui che annuisce.

Accorcia ancora di più le distanze fra noi facendo sfiorare i nostri nasi. «Te l’ho mai detto che quando ti arrabbi sei più bella?» sussurra con le labbra appoggiate all’angolo della mia bocca.

Muovo leggermente il viso aumentando la superficie di contatto e ci scambiamo un leggero bacio.

«Compro questo!» esclamo tornata di buonumore. Butto le braccia attorno al collo di Daniele che bacia il mio facendomi il solletico.

«Saggia decisione» mormora continuando a depositare piccoli baci lungo il mento..

 

«Caro, questo vestito ti sta decisamente bene! Ci farai un figurone» osserva Ludovica aprendo la tendina del camerino di Zara e distogliendomi dai ricordi che continuano a sfiorare in ogni momento della giornata, sollecitati da qualsiasi situazione familiare vissuta con Ambrosi che vedo sempre meno.

«Caro? Ci sei?» richiama la mia attenzione agitando una mano davanti al mio viso.

Io scuoto la testa e sbuffo. «Mi manca Daniele..» le parole fuoriescono dalla mia bocca prima ancora che io me ne accorga rendendomi consapevole di quella verità che grava sulla mia testa come una spada di Damocle.

Ludovica scoppia a ridere di gusto dandomi una leggera spinta. «Meno male che non ne volevi più sapere!» afferma incurvando il sopracciglio sinistro verso l’alto e sorridendo beffarda.

«Chiamalo! Domani è Capodanno! Sicuramente sarà felice di iniziare l’anno nuovo con un bel giretto sulle giostre» sogghigna voltandosi verso lo specchio e aggiustandosi la frangia.

«Magari non ne vuole più sapere di me..» ipotizzo scrollando le spalle sedendomi sul puff della cabina.

Alla mia affermazione Ludovica scoppia nuovamente a ridere. «Pff! Figurati!» esclama muovendo una mano in aria.

«Stammi a sentire: se ti vede vestita così, ti salterà addosso anche senza permesso» aggiunge lanciando un’occhiata maliziosa verso la mia figura.

Con un sorriso serafico sulle labbra mi avvicino allo specchio del camerino per osservarmi meglio. Effettivamente devo riconoscere che ho un aspetto alquanto sensuale. Il vestito di pizzo nero segue la linea del mio corpo risaltando i fianchi e il seno, valorizzato da una scollatura a barca per nulla volgare, lasciando la schiena completamente scoperta.

«Forse non ci sarà bisogno di chiamarlo. Ci sarà tutta Milano a questo party, non credo che lui se lo perda» osservo scrollando le spalle.

«Lasci tutto al caso quindi?»

Io annuisco e arriccio le labbra poco convinta della mia idea ma decisa a rispettarla. «Sì, se è destino, lo vedrò altrimenti lascerò perdere» affermo nascondendo una velata insicurezza.

 

*

 

Più tardi quello stesso giorno mentre guido di ritorno a casa, ricevo una telefonata che mi lascia spiazzata.

«Ciao Caro! Come stai? Sono Gianluca, ti ricordi?»

Non appena conclude la frase, il mio cuore salta un battito. Gianluca? Perché mi sta chiamando?

Molto probabilmente interpreta il mio silenzio come assenso perché riprendere a parlare immediatamente: «Sono a Milano per Capodanno… pensavo di passarlo con te..»

La sua proposta mi fa quasi sbandare nell’altra corsia e deglutisco. «Oh!» è tutto ciò che riesco a farfugliare obbligando me stessa a riprendermi.

«Sto andando ad una festa, è al Cost» riferisco tentennante. Non sono sicura di voler che sia lui il mio accompagnatore.

«Verrò da te poco dopo mezzanotte. Riserva per me un brindisi» risponde facendo la sua voce più sexy e riattacca senza darmi il tempo di ribattere.

«Porca paletta!» esclamo intanto che accelero e cambio marcia inserendo la quinta. Devo arrivare a casa il primo possibile e consultare Ambra.

La situazione mi sta decisamente sfuggendo dalle mani, o forse no?

Potrei sfruttare la situazione a mio vantaggio per far capire ad Ambrosi che dovrà “combattere” per avermi. Chiunque può diventare geloso di Gianluca, l’ex giocatore di pallanuoto, laureato a pieni voti alla School of Law della Columbia University, ora socio di uno dei più importanti studi di Londra.

Ci siamo conosciuti circa quattro anni fa, durante il mio master tenutosi nella capitale inglese, e ci siamo frequentati per circa un anno; dopodiché a causa del mio ritorno in Italia, ci siamo lasciati continuando a vederci in diverse occasioni, che non sono mancate soprattutto dopo la fine definitiva della mia relazione con Carlo, con cui ho avuto un rapporto un po’ altalenante.

Non ho mai pensato a Gianluca seriamente. Non è un uomo che vedo bene accanto a me per il resto della vita, così come del resto, credo nemmeno lui.

Tuttavia, non ho mai disdegnato la sua compagnia, alquanto piacevole devo ammettere.

Parcheggio velocemente davanti casa senza curarmi di non occupare il posto altrui e scendo come una furia precipitandomi sul campanello visto che ho scordato le chiavi.

«Come mai tutta questa fretta?» mi apostrofa Ambra in vestaglia posando le mani sui fianchi.

«Gianluca sarà a Milano domani e vuole passare la nottata con me» racconto in breve ottenendo l’attenzione della mia coinquilina che spalanca la bocca.

«Ottimo!» afferma di seguito ammiccando.

«Ci sarà anche Daniele alla festa» aggiungo sorridendo maliziosa. Ho controllato prima dal mio smartphone i “parteciperò” all’evento, creato su Facebook, trovandovi il suo nome.

«Ancora meglio! Sai come rosica!» risponde Ambra buttandosi di peso sulla poltrona in eco pelle bianca del nostro salottino.

Anche io la imito e mi lancio sull’altra poltrona dopo essermi tolta il cappotto che lascio nell’appendiabiti. «Già! E non hai ancora visto il vestito..» la incuriosisco facendo un sorrisetto birichino.

Apro la busta e mostro con fierezza l’abito comprato per l’occasione ad Ambra che approva con un cenno del capo. «Che ne pensi?»

«Penso che domani sarà una seratina davvero interessante» risponde sorridendo sornione e provocandomi una risatina.

«Lo penso anche io» ribadisco a mia volta, immaginando gli occhi pieni di invidia di Ambrosi quando mi vedrà entrare in sala a braccetto con Gianluca.

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Daniele’s PoV

 

«Grazie mille, Daniele» mi ringrazia per l’ennesima volta la madre di una delle mie giovani allieve del corso di musica dopo aver appurato i progressi della figlia durante il saggio che abbiamo tenuto per salutare il duemiladiciotto.

«Si figuri. È un piacere per me» rispondo sorridente e mi abbasso, appoggiandomi sulle ginocchia di modo da non perdere l’equilibrio, per salutare la piccola Mozart.

«Francesca, fai la brava e continua a esercitarti. Me lo prometti?» domando alla bimba che annuisce.

«Promesso!» risponde facendo un grosso sorriso che m’intenerisce. È così carina quando sorride mostrando la sua finestrella.

Sua madre la prende in braccio, consentendomi di tornare in posizione eretta, decisamente più comoda per la mia schiena, e la invita a darmi un bacio sulla guancia. «Saluta il maestro Daniele»

La bimba si sporge verso di me e mi dà un bacio con lo schiocco.

«Ci vediamo fra due settimane, giusto?» domanda sua madre prima di andare via ed io annuisco.

«Perfetto! Buon anno!» mi saluta calorosamente.

«Anche a voi» le saluto cordialmente a mia volta e le guardo uscire.

Sento una mano posarsi sulla mia spalla destra e mi volto trovandomi di fronte a mia nonna Sveva con cui passerò la serata.

I miei genitori sono partiti questo Capodanno approfittando della mancata vacanza per il loro trentacinquesimo anniversario di matrimonio ed io ho proposto a mia nonna di trascorrere l’ultimo dell’anno insieme cenando in un buon ristorante ai Navigli, località che entrambi adoriamo.

«Sarai un bravo papà quando ti deciderai a mettere la testa a posto» mi rimbecca dandomi uno scappellotto sulla nuca.

«Te l’ho detto, nonna. Tu sei l’unica donna della mia vita!» la prendo in giro a mia volta intanto che le cingo le spalle con il braccio facendola sbuffare spazientita.

«Smettila, Daniele! Stanotte datti una mossa! La vedrai, no?» chiede sollevando un sopracciglio.

Io rimango sul vago senza svelare troppi dettagli. «E’ probabile»

Al dire il vero, sono certo che la vedrò dato che ho spulciato nel suo profilo Facebook per capire dove avrebbe passato la serata di Capodanno.

Nel frattempo siamo arrivati davanti alla mia Cabriolet e le apro la portiera. «Prego, madame» le dico facendo un finto gesto galante.

«Risparmia queste buffonate per conquistare Carolina!» afferma divertita intanto che si accomoda nel sedile.

Anche io rido e faccio il giro per salire in auto.

«Spero che stasera combinerai qualcosa di buono» ribatte quando ha di nuovo la mia attenzione.

«Non preoccuparti, nonna! Ho alcuni assi nella manica» la rassicuro facendo un occhiolino tramite lo specchietto retrovisore mentre compio manovra per uscire dal parcheggio.

 

*

 

«Daniele, fatti sistemare il colletto» le mani di mia nonna abilmente lavorano il colletto della mia camicia bianca a cui ho abbinato il mio completo grigio scuro gessato.

«Ho davvero un bellissimo nipotino!» si complimenta dando un affettuoso pizzicotto alla mia guancia, come quando ero bambino.

Io sorrido, improvvisamente vengo colto da un irrefrenabile slancio e l’abbraccio stretta. «Credi che funzionerà mai?» le domanda senza curarmi di non rivelare le mie perplessità.

Negli ultimi tempi, ho smesso di credere che sarei riuscito a conquistarla, anzi inizio a pensare che non accadrà. D’altronde, perché dovrebbe volermi? Io non rappresento per lei altro che una profonda delusione.

Ed è quello che sono anche per me stesso. Sebbene continui a comportarmi come al solito, in realtà con la mia vecchia vita ho chiuso definitivamente.

È ormai più di un mese che non esco, non frequento più alcuna donna, al di fuori di mia madre e mia nonna.

Credo che siano stati i bambini a cambiarmi. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovato a desiderare un bimbo e nel mio quadretto famigliare c’è lei: Carolina.

Ogni volta che la vedo è davvero un colpo al cuore, soprattutto quando sorride. Vorrei che sorridesse a me, vorrei che le cose fra di noi tornassero come un tempo perché stavolta non rovinerei tutto.

Questa volta sarebbe per sempre.

Il mutamento del mio stato d’animo, confermato della mia titubante domanda, probabilmente è palese perché mia nonna mi rivolge un caldo sorriso scompigliandomi i miei capelli. «Daniele, abbi fiducia» è tutto ciò che mi dice, dopodiché m’invita ad uscire adducendo al suo desiderio di riposarsi.

«Non sono più una giovincella io, eh! Anche se lo sembro» esclama civettuola ravvivando i suoi capelli lunghi come fili d’argento, così simili ai suoi occhi, ed anche ai miei.

Io la saluto augurandole la buonanotte ed esco di corsa afferrando le chiavi della Cabriolet e mi dirigo immediatamente verso il Cost.

Ho una donna da conquistare.

 

*

 

Appena varco l’entrata del locale, sento le voci del mio gruppo di amici –trentenni in carriera alla ricerca di spassi notturni da serata di Capodanno– chiamarmi. Mi volto e li scorgo accomodati ai divanetti da cui è possibile avere una panoramica di tutta la sala.

«Posizione strategica, eh?» li stuzzico inarcando un sopracciglio e sorridendo beffardo. Li conosco fin troppo bene, ormai sono anni che ci frequentiamo. Alcuni di loro facevano già parte del mio gruppo dal primo anno di università. Il nostro è quasi un sodalizio.

Loro scoppiano in una finta risata e annuiscono; Salva, uno dei miei amici più stretti, si sposta leggermente per farmi accomodare e mi allunga un bicchiere di Champagne. «Aspettavamo solo te per il brindisi»

In seguito, alza il calice invitando il resto di noi ad imitarlo e si abbandona al classico brindisi un po’ grossolano che ci strappa un sorriso. I nostri bicchieri tintinnano mentre ci scambiamo i soliti sguardi carichi di malizia. Capodanno nella nostra compagnia significa soprattutto sesso da ultima notte dell’anno, e raramente qualcuno di noi è andato in bianco.

Credo che quest’anno sarò io a rompere quest’usanza, a meno che..

Non riesco nemmeno a completare la frase quando il mio sguardo viene attratto da una figura femminile di profilo a braccetto di una sorta di statua greca.

Sento lo stomaco contrarsi e deglutisco per mandare giù in grappolo in gola che quella visione mi ha provocato; non ero pronto a vederla con un altro uomo.

I due si spostano prontamente verso l’altra parte del locale e scompaiono alla vista. sarà il suo fidanzato? A giudicare da come la teneva stretta, non è un’ipotesi da escludere.

«Daniele, è tutto ok?» mi domanda Salva, gli altri si sono dispersi per la pista approfittando dell’insediamento del nuovo dj set.

«Secondo te è il caso di battersi fino in fondo per avere qualcosa che si desidera?» la mia domanda lo coglie di sorpresa e lo vedo passare una mano sulla nuca leggermente sbigottito.

«Dipende da quanto la vuoi. Parliamo di una donna, vero?» chiede a sua volta, io annuisco.

«Sì, sono undici anni che la voglio..» ammetto evitando il suo sguardo ma senza poter sfuggire al suono della sua risata.

«Oddio! Stai ancora ingrippato con la Bertini?» domanda divertito. «Mi spieghi perché non ti ci sei fidanzato? Insomma, lo sapevamo tutti che ti piaceva. Certo, non capivamo perché, ma i gusti son gusti» continua imperterrito mentre manda giù un altro po’ di champagne.

«Al dire il vero, io e lei siamo stati insieme» la mia confessione non lo coglie di sorpresa, anzi assume un’espressione serafica in volto.

«Secondo te noi non lo sapevamo? Ce lo raccontò la fidanzatina di Luca, Valeria, giusto?»

Io annuisco e assottiglio gli occhi leggermente diffidente. «Quindi voi lo sapevate? Perché non me lo avete mai detto?»

Salva scrolla le spalle. «Era già finita e non credevamo che fosse stata importante, invece lo era? Perché non sei tornato da lei?» mi chiede con fare serio. Forse dopotutto, non sono in un gruppo di trentenni immaturi.

«Non lo so.. Sono un idiota» ammetto e lui scoppia a ridere.

«E’ qui ora?»

«Sì, è con un tizio però..» sospiro rassegnato. Quest’anno sta iniziando davvero male.

«E beh? Finché non è sposata, può essere tua. E poi nessuna può dire di no a Daniele Ambrosi» ammicca dandomi una pacca sulla spalla.

«Veramente mi ha già rifiutato..» lo informo facendo un finto sorriso.

«Dettagli! Questa volta è quella buona. Vai, un secondo te lo concederà pure..» afferma con nonchalance.

«E basta un secondo per convincerla secondo te?» domando leggermente sarcastico

«Sì, se ti giochi bene le tue carte. Ora scusami ma devo andare, ho intravisto qualcosa di interessante..» risponde e si alza mischiandosi subito fra la folla.

Anche lo imito e inizio a cercarla con lo sguardo trovandola da sola. È il momento giusto, dove sarà finito il belloccio? Poco male, che m’importa? Meglio per me.

«Caro! Buon anno!» la saluto facendo il mio miglior sorriso, lei si volta verso di me e sorride a sua volta. Sembra anche lei felice di vedermi, o è una mia impressione?

«Buon anno a te» risponde e si avvicina. Solo ora riesco a vederla bene, è davvero un incanto.

«Sei bellissima» mi complimento, le parole sfuggono dalle mie labbra senza che io riesca ad impedirlo. Caro allunga una mano afferrando la mia ed io sgrano gli occhi per la sorpresa.

«Anche tu» risponde fissando i suoi occhi cerulei nei miei.

«Dovresti essere con me stasera..» nemmeno queste parole, lievemente tremanti per l’emozione, riesco a controllare. L’impulso di stringerla a me indolenzisce i miei muscoli, tuttavia cerco di resistere.

Carolina socchiude le labbra, ma s’interrompe quasi subito, quasi avesse cambiato idea. «Perché dovrei essere con te?» mi domanda senza alcuna punta di acidità, anzi il suo tono è dolce.

«Perché..» anche io non concludo la frase decidendo di smetterla di fare bei discorsi passando all’azione. Accorcio le distanze fra di noi, che diventano infinitesime, il mio fiato si confonde con il suo. «Voglio il mio bacio di mezzanotte» sussurro sfiorando le sue labbra con le mie.

Lei non si scosta, tuttavia, avverto la sua riluttanza nei suoi gesti lievemente meccanici. So che non vuole.

Mi allontano riscontrando non poche difficoltà e sul suo viso compare un’espressione interrogativa. «Anche tu lo devi desiderare» dico spiegando le ragioni del mio gesto.

«Ho paura di stare male un’altra volta..» confessa esitante abbassando la testa cominciando a torturarsi le dita.

Prendo di nuovo le sue mani fra le mie costringendola a guardarmi negli occhi. «Non sarà così..»

«Dimostramelo» la sua voce non mostra alcuna incrinatura, è ferma, quasi stesse sfidandomi.

«Ricordi il libro di Diego Galdino? “Il primo caffè del mattino” intendo..» le domando e lei annuisce corrugando la fronte.

«Vorrei che anche noi prendessimo il primo caffè del mattino insieme» chiarisco scegliendo i suoi dubbi.

«Loro lo avrebbero preso insieme per il resto delle loro vite però» risponde sollevando un sopracciglio e assumendo un’espressione leggermente birichina. Forse crede di avermi incastrato.

«Anche noi potremmo..» sono sincero, non credo esista un’altra donna con cui vorrei farlo.

All’improvviso mi ritrovo a stringerla fra le braccia, sono stato io ad abbracciarla o è stata lei?

Non ha alcuna importanza.

«Mi sei mancata..» mormoro quando riesco a tenere sotto controllo il tremore della mia voce, il profumo s’insinua nelle mie narici liberandole come una ventata di aria fresca. Mi sembra di non aver mai respirato prima d’ora.

«Anche tu..» bisbiglia strofinando il capo contro il mio mento. Rimaniamo in questa posizione immobili a lungo, non saprei stabilire quanto.

Sembra quasi un ritorno al passato, quasi gli ultimi undici anni si fossero annullati. Siamo di nuovo tornati semplicemente noi.

Anche la mia percezione dello spazio circostante diventa vaga, sento solo il suo cuore battere contro il mio petto.

«Vuoi prendere il primo caffè del mattino?» domando d’un tratto senza smettere di stringerla.

Lei alza la testa e sorride. «Sì..»

Mai il mi era sembrato una parola così bella come questo “sì” in ritardo di undici anni.

 

 

Angolo autrice:

Scusate  per  l’immenso ritardo! Purtroppo sto vivendo una sorta di blocco, dettato anche dal mio progetto di Marketing per l’uni, che sta assorbendo parecchio del mio tempo, oltre che dal mio finto studio per gli esami.

Comunque so che per alcune di voi questo capitolo potrebbe rappresentare una sorta di delusione. Daniele sembra che si sia redento tutt’un tratto, e non vi ho lasciato assaporare bene questo cambiamento.

Carolina vi sarà sembrata precipitosa o poco ferma nelle sue decisioni; ma dopo tutto, questa non è la fine, e insieme dovranno affrontare una prova molto importante.

In sostanza, ho cambiato un po’ la trama, quindi questo passaggio era necessario ora. Spero che mi perdonerete.

Dobbiamo ancora rispondere ad una domanda, tipo: Gianlu, che fine ha fatto?

E manca ancora un momento cult: il primo –che poi primo non è– bacio.

Bene, spero di avervi ancora con me nella pubblicazione del prossimo capitolo che mi auguro avverrà con maggiore prontezza di questo!

Un bacino,

la vostra affezionata “scrittrice”,

Anto.

 

  
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