Provaci ancora,
Daniele!
«Caro, ti dai una mossa? Dai, muoviti a decidere!» la
voce leggermente irritata di Daniele si eleva al di sopra del tipico vocio
particolarmente vivace dei camerini dei negozi d’abbigliamento in una giornata
di saldi. Subito dopo apre la tendina del camerino infilando la sua testa
dentro.
«Questo ti sta davvero bene» commenta con un sorriso
ed entra nella cabina facendo attenzione a non calpestare i mille vestiti che
ho buttato per terra.
Io sbuffo stizzita incrociando le braccia e gli lancio
un’occhiataccia attraverso il grosso ed illuminatissimo
specchio che evidenza i miei kg di troppo in modo quasi volgare, facendo
piombare su di me la consapevolezza che sono grassa come una sentenza
irrevocabile, passata ormai in giudicato. Quanto odio i camerini e i loro
dannati specchi.
Ma soprattutto odio Daniele che continua a mentirmi,
dicendomi “questo ti sta davvero bene”, “sei un incanto”, da quando ho iniziato
a provare vestiti. Quanto di vero ci può essere nelle sue affermazioni?
«Non è vero! Mi fa sembrare una vacca invece! Guarda!
Mi ingrassa i fianchi..» mi lamento sbuffando. Non mi fa sembrare una vacca, lo
sono.
Daniele si avvicina provando ad afferrarmi ed io mi
svincolo appoggiandomi alla parete poco stabile del camerino. Non voglio essere
consolata come una bambina.
«Caro, non ti fa sembrare una vacca. Sei bellissima,
sul serio. Decisamente è il migliore finora» ribadisce abbozzando un sorriso e
allunga la mano verso il mio viso per sfiorare le guance con un dito.
«Lo pensi sul serio?» domando alzando lo sguardo verso
di lui che annuisce.
Accorcia ancora di più le distanze fra noi facendo
sfiorare i nostri nasi. «Te l’ho mai detto che quando ti arrabbi sei più
bella?» sussurra con le labbra appoggiate all’angolo della mia bocca.
Muovo leggermente il viso aumentando la superficie di
contatto e ci scambiamo un leggero bacio.
«Compro questo!» esclamo tornata di buonumore. Butto
le braccia attorno al collo di Daniele che bacia il mio facendomi il solletico.
«Saggia decisione» mormora continuando a depositare
piccoli baci lungo il mento..
«Caro, questo vestito ti sta decisamente bene! Ci
farai un figurone» osserva Ludovica aprendo la tendina del camerino di Zara e
distogliendomi dai ricordi che continuano a sfiorare in ogni momento della
giornata, sollecitati da qualsiasi situazione familiare vissuta con Ambrosi che
vedo sempre meno.
«Caro? Ci sei?» richiama la mia attenzione agitando
una mano davanti al mio viso.
Io scuoto la testa e sbuffo. «Mi manca Daniele..» le
parole fuoriescono dalla mia bocca prima ancora che io me ne accorga rendendomi
consapevole di quella verità che grava sulla mia testa come una spada di
Damocle.
Ludovica scoppia a ridere di gusto dandomi una leggera
spinta. «Meno male che non ne volevi più sapere!» afferma incurvando il
sopracciglio sinistro verso l’alto e sorridendo beffarda.
«Chiamalo! Domani è Capodanno! Sicuramente sarà felice
di iniziare l’anno nuovo con un bel giretto sulle giostre» sogghigna voltandosi
verso lo specchio e aggiustandosi la frangia.
«Magari non ne vuole più sapere di me..» ipotizzo
scrollando le spalle sedendomi sul puff della cabina.
Alla mia affermazione Ludovica scoppia nuovamente a
ridere. «Pff! Figurati!» esclama muovendo una mano in
aria.
«Stammi a sentire: se ti vede vestita così, ti salterà
addosso anche senza permesso» aggiunge lanciando un’occhiata maliziosa verso la
mia figura.
Con un sorriso serafico sulle labbra mi avvicino allo
specchio del camerino per osservarmi meglio. Effettivamente devo riconoscere
che ho un aspetto alquanto sensuale. Il vestito di pizzo nero segue la linea
del mio corpo risaltando i fianchi e il seno, valorizzato da una scollatura a
barca per nulla volgare, lasciando la schiena completamente scoperta.
«Forse non ci sarà bisogno di chiamarlo. Ci sarà tutta
Milano a questo party, non credo che lui se lo perda» osservo scrollando le
spalle.
«Lasci tutto al caso quindi?»
Io annuisco e arriccio le labbra poco convinta della
mia idea ma decisa a rispettarla. «Sì, se è destino, lo vedrò altrimenti
lascerò perdere» affermo nascondendo una velata insicurezza.
*
Più tardi quello stesso giorno mentre guido di ritorno
a casa, ricevo una telefonata che mi lascia spiazzata.
«Ciao
Caro! Come stai? Sono Gianluca, ti ricordi?»
Non appena conclude la frase, il mio cuore salta un
battito. Gianluca? Perché mi sta chiamando?
Molto probabilmente interpreta il mio silenzio come
assenso perché riprendere a parlare immediatamente: «Sono a Milano per Capodanno… pensavo di
passarlo con te..»
La sua proposta mi fa quasi sbandare nell’altra corsia
e deglutisco. «Oh!» è tutto ciò che riesco a farfugliare obbligando me stessa a
riprendermi.
«Sto andando ad una festa, è al Cost»
riferisco tentennante. Non sono sicura di voler che sia lui il mio
accompagnatore.
«Verrò
da te poco dopo mezzanotte. Riserva per me un brindisi»
risponde facendo la sua voce più sexy e riattacca senza darmi il tempo di
ribattere.
«Porca paletta!» esclamo intanto che accelero e cambio
marcia inserendo la quinta. Devo arrivare a casa il primo possibile e consultare
Ambra.
La situazione mi sta decisamente sfuggendo dalle mani,
o forse no?
Potrei sfruttare la situazione a mio vantaggio per far
capire ad Ambrosi che dovrà “combattere” per avermi. Chiunque può diventare
geloso di Gianluca, l’ex giocatore di pallanuoto, laureato a pieni voti alla School of Law
della Columbia University, ora socio di uno dei più
importanti studi di Londra.
Ci siamo conosciuti circa quattro anni fa, durante il
mio master tenutosi nella capitale inglese, e ci siamo frequentati per circa un
anno; dopodiché a causa del mio ritorno in Italia, ci siamo lasciati
continuando a vederci in diverse occasioni, che non sono mancate soprattutto
dopo la fine definitiva della mia relazione con Carlo, con cui ho avuto un
rapporto un po’ altalenante.
Non ho mai pensato a Gianluca seriamente. Non è un
uomo che vedo bene accanto a me per il resto della vita, così come del resto,
credo nemmeno lui.
Tuttavia, non ho mai disdegnato la sua compagnia,
alquanto piacevole devo ammettere.
Parcheggio velocemente davanti casa senza curarmi di
non occupare il posto altrui e scendo come una furia precipitandomi sul
campanello visto che ho scordato le chiavi.
«Come mai tutta questa fretta?» mi apostrofa Ambra in
vestaglia posando le mani sui fianchi.
«Gianluca sarà a Milano domani e vuole passare la
nottata con me» racconto in breve ottenendo l’attenzione della mia coinquilina
che spalanca la bocca.
«Ottimo!» afferma di seguito ammiccando.
«Ci sarà anche Daniele alla festa» aggiungo sorridendo
maliziosa. Ho controllato prima dal mio smartphone i “parteciperò” all’evento,
creato su Facebook, trovandovi il suo nome.
«Ancora meglio! Sai come rosica!» risponde Ambra
buttandosi di peso sulla poltrona in eco pelle bianca del nostro salottino.
Anche io la imito e mi lancio sull’altra poltrona dopo
essermi tolta il cappotto che lascio nell’appendiabiti. «Già! E non hai ancora
visto il vestito..» la incuriosisco facendo un sorrisetto birichino.
Apro la busta e mostro con fierezza l’abito comprato
per l’occasione ad Ambra che approva con un cenno del capo. «Che ne pensi?»
«Penso che domani sarà una seratina
davvero interessante» risponde sorridendo sornione e provocandomi una risatina.
«Lo penso anche io» ribadisco a mia volta, immaginando
gli occhi pieni di invidia di Ambrosi quando mi vedrà entrare in sala a
braccetto con Gianluca.
Daniele’s PoV
«Grazie mille, Daniele» mi ringrazia per l’ennesima
volta la madre di una delle mie giovani allieve del corso di musica dopo aver
appurato i progressi della figlia durante il saggio che abbiamo tenuto per
salutare il duemiladiciotto.
«Si figuri. È un piacere per me» rispondo sorridente e
mi abbasso, appoggiandomi sulle ginocchia di modo da non perdere l’equilibrio,
per salutare la piccola Mozart.
«Francesca, fai la brava e continua a esercitarti. Me
lo prometti?» domando alla bimba che annuisce.
«Promesso!» risponde facendo un grosso sorriso che
m’intenerisce. È così carina quando sorride mostrando la sua finestrella.
Sua madre la prende in braccio, consentendomi di
tornare in posizione eretta, decisamente più comoda per la mia schiena, e la
invita a darmi un bacio sulla guancia. «Saluta il maestro Daniele»
La bimba si sporge verso di me e mi dà un bacio con lo
schiocco.
«Ci vediamo fra due settimane, giusto?» domanda sua
madre prima di andare via ed io annuisco.
«Perfetto! Buon anno!» mi saluta calorosamente.
«Anche a voi» le saluto cordialmente a mia volta e le
guardo uscire.
Sento una mano posarsi sulla mia spalla destra e mi
volto trovandomi di fronte a mia nonna Sveva con cui passerò la serata.
I miei genitori sono partiti questo Capodanno
approfittando della mancata vacanza per il loro trentacinquesimo anniversario
di matrimonio ed io ho proposto a mia nonna di trascorrere l’ultimo dell’anno
insieme cenando in un buon ristorante ai Navigli, località che entrambi
adoriamo.
«Sarai un bravo papà quando ti deciderai a mettere la
testa a posto» mi rimbecca dandomi uno scappellotto sulla nuca.
«Te l’ho detto, nonna. Tu sei l’unica donna della mia
vita!» la prendo in giro a mia volta intanto che le cingo le spalle con il
braccio facendola sbuffare spazientita.
«Smettila, Daniele! Stanotte datti una mossa! La
vedrai, no?» chiede sollevando un sopracciglio.
Io rimango sul vago senza svelare troppi dettagli. «E’
probabile»
Al dire il vero, sono certo che la vedrò dato che ho
spulciato nel suo profilo Facebook per capire dove avrebbe passato la serata di
Capodanno.
Nel frattempo siamo arrivati davanti alla mia
Cabriolet e le apro la portiera. «Prego, madame» le dico facendo un finto gesto
galante.
«Risparmia queste buffonate per conquistare Carolina!»
afferma divertita intanto che si accomoda nel sedile.
Anche io rido e faccio il giro per salire in auto.
«Spero che stasera combinerai qualcosa di buono»
ribatte quando ha di nuovo la mia attenzione.
«Non preoccuparti, nonna! Ho alcuni assi nella manica»
la rassicuro facendo un occhiolino tramite lo specchietto retrovisore mentre
compio manovra per uscire dal parcheggio.
*
«Daniele, fatti sistemare il colletto» le mani di mia
nonna abilmente lavorano il colletto della mia camicia bianca a cui ho abbinato
il mio completo grigio scuro gessato.
«Ho davvero un bellissimo nipotino!» si complimenta
dando un affettuoso pizzicotto alla mia guancia, come quando ero bambino.
Io sorrido, improvvisamente vengo colto da un
irrefrenabile slancio e l’abbraccio stretta. «Credi che funzionerà mai?» le
domanda senza curarmi di non rivelare le mie perplessità.
Negli ultimi tempi, ho smesso di credere che sarei
riuscito a conquistarla, anzi inizio a pensare che non accadrà. D’altronde,
perché dovrebbe volermi? Io non rappresento per lei altro che una profonda
delusione.
Ed è quello che sono anche per me stesso. Sebbene
continui a comportarmi come al solito, in realtà con la mia vecchia vita ho
chiuso definitivamente.
È ormai più di un mese che non esco, non frequento più
alcuna donna, al di fuori di mia madre e mia nonna.
Credo che siano stati i bambini a cambiarmi. Non avrei
mai pensato che un giorno mi sarei ritrovato a desiderare un bimbo e nel mio
quadretto famigliare c’è lei: Carolina.
Ogni volta che la vedo è davvero un colpo al cuore,
soprattutto quando sorride. Vorrei che sorridesse a me, vorrei che le cose fra
di noi tornassero come un tempo perché stavolta non rovinerei tutto.
Questa volta sarebbe per sempre.
Il mutamento del mio stato d’animo, confermato della
mia titubante domanda, probabilmente è palese perché mia nonna mi rivolge un
caldo sorriso scompigliandomi i miei capelli. «Daniele, abbi fiducia» è tutto
ciò che mi dice, dopodiché m’invita ad uscire adducendo al suo desiderio di
riposarsi.
«Non sono più una giovincella io, eh! Anche se lo
sembro» esclama civettuola ravvivando i suoi capelli lunghi come fili
d’argento, così simili ai suoi occhi, ed anche ai miei.
Io la saluto augurandole la buonanotte ed esco di
corsa afferrando le chiavi della Cabriolet e mi dirigo immediatamente verso il
Cost.
Ho una donna da conquistare.
*
Appena varco l’entrata del locale, sento le voci del
mio gruppo di amici –trentenni in carriera alla ricerca di spassi notturni da
serata di Capodanno– chiamarmi. Mi volto e li scorgo accomodati ai divanetti da
cui è possibile avere una panoramica di tutta la sala.
«Posizione strategica, eh?» li stuzzico inarcando un
sopracciglio e sorridendo beffardo. Li conosco fin troppo bene, ormai sono anni
che ci frequentiamo. Alcuni di loro facevano già parte del mio gruppo dal primo
anno di università. Il nostro è quasi un sodalizio.
Loro scoppiano in una finta risata e annuiscono;
Salva, uno dei miei amici più stretti, si sposta leggermente per farmi
accomodare e mi allunga un bicchiere di Champagne. «Aspettavamo solo te per il
brindisi»
In seguito, alza il calice invitando il resto di noi
ad imitarlo e si abbandona al classico brindisi un po’ grossolano che ci
strappa un sorriso. I nostri bicchieri tintinnano mentre ci scambiamo i soliti
sguardi carichi di malizia. Capodanno nella nostra compagnia significa
soprattutto sesso da ultima notte dell’anno, e raramente qualcuno di noi è
andato in bianco.
Credo che quest’anno sarò io a rompere quest’usanza, a
meno che..
Non riesco nemmeno a completare la frase quando il mio
sguardo viene attratto da una figura femminile di profilo a braccetto di una
sorta di statua greca.
Sento lo stomaco contrarsi e deglutisco per mandare
giù in grappolo in gola che quella visione mi ha provocato; non ero pronto a
vederla con un altro uomo.
I due si spostano prontamente verso l’altra parte del
locale e scompaiono alla vista. sarà il suo fidanzato? A giudicare da come la
teneva stretta, non è un’ipotesi da escludere.
«Daniele, è tutto ok?» mi domanda Salva, gli altri si
sono dispersi per la pista approfittando dell’insediamento del nuovo dj set.
«Secondo te è il caso di battersi fino in fondo per
avere qualcosa che si desidera?» la mia domanda lo coglie di sorpresa e lo vedo
passare una mano sulla nuca leggermente sbigottito.
«Dipende da quanto la vuoi. Parliamo di una donna,
vero?» chiede a sua volta, io annuisco.
«Sì, sono undici anni che la voglio..» ammetto
evitando il suo sguardo ma senza poter sfuggire al suono della sua risata.
«Oddio! Stai ancora ingrippato con la Bertini?»
domanda divertito. «Mi spieghi perché non ti ci sei fidanzato? Insomma, lo
sapevamo tutti che ti piaceva. Certo, non capivamo perché, ma i gusti son
gusti» continua imperterrito mentre manda giù un altro po’ di champagne.
«Al dire il vero, io e lei siamo stati insieme» la mia
confessione non lo coglie di sorpresa, anzi assume un’espressione serafica in
volto.
«Secondo te noi non lo sapevamo? Ce lo raccontò la
fidanzatina di Luca, Valeria, giusto?»
Io annuisco e assottiglio gli occhi leggermente
diffidente. «Quindi voi lo sapevate? Perché non me lo avete mai detto?»
Salva scrolla le spalle. «Era già finita e non
credevamo che fosse stata importante, invece lo era? Perché non sei tornato da
lei?» mi chiede con fare serio. Forse dopotutto, non sono in un gruppo di
trentenni immaturi.
«Non lo so.. Sono un idiota» ammetto e lui scoppia a
ridere.
«E’ qui ora?»
«Sì, è con un tizio però..» sospiro rassegnato.
Quest’anno sta iniziando davvero male.
«E beh? Finché non è sposata, può essere tua. E poi
nessuna può dire di no a Daniele Ambrosi» ammicca dandomi una pacca sulla
spalla.
«Veramente mi ha già rifiutato..» lo informo facendo
un finto sorriso.
«Dettagli! Questa volta è quella buona. Vai, un
secondo te lo concederà pure..» afferma con nonchalance.
«E basta un secondo per convincerla secondo te?»
domando leggermente sarcastico
«Sì, se ti giochi bene le tue carte. Ora scusami ma
devo andare, ho intravisto qualcosa di interessante..» risponde e si alza
mischiandosi subito fra la folla.
Anche lo imito e inizio a cercarla con lo sguardo
trovandola da sola. È il momento giusto, dove sarà finito il belloccio? Poco
male, che m’importa? Meglio per me.
«Caro! Buon anno!» la saluto facendo il mio miglior
sorriso, lei si volta verso di me e sorride a sua volta. Sembra anche lei
felice di vedermi, o è una mia impressione?
«Buon anno a te» risponde e si avvicina. Solo ora riesco
a vederla bene, è davvero un incanto.
«Sei bellissima» mi complimento, le parole sfuggono
dalle mie labbra senza che io riesca ad impedirlo. Caro allunga una mano
afferrando la mia ed io sgrano gli occhi per la sorpresa.
«Anche tu» risponde fissando i suoi occhi cerulei nei
miei.
«Dovresti essere con me stasera..» nemmeno queste
parole, lievemente tremanti per l’emozione, riesco a controllare. L’impulso di
stringerla a me indolenzisce i miei muscoli, tuttavia cerco di resistere.
Carolina socchiude le labbra, ma s’interrompe quasi
subito, quasi avesse cambiato idea. «Perché dovrei essere con te?» mi domanda
senza alcuna punta di acidità, anzi il suo tono è dolce.
«Perché..» anche io non concludo la frase decidendo di
smetterla di fare bei discorsi passando all’azione. Accorcio le distanze fra di
noi, che diventano infinitesime, il mio fiato si confonde con il suo. «Voglio
il mio bacio di mezzanotte» sussurro sfiorando le sue labbra con le mie.
Lei non si scosta, tuttavia, avverto la sua riluttanza
nei suoi gesti lievemente meccanici. So che non vuole.
Mi allontano riscontrando non poche difficoltà e sul
suo viso compare un’espressione interrogativa. «Anche tu lo devi desiderare»
dico spiegando le ragioni del mio gesto.
«Ho paura di stare male un’altra volta..» confessa
esitante abbassando la testa cominciando a torturarsi le dita.
Prendo di nuovo le sue mani fra le mie costringendola
a guardarmi negli occhi. «Non sarà così..»
«Dimostramelo» la sua voce non mostra alcuna
incrinatura, è ferma, quasi stesse sfidandomi.
«Ricordi il libro di Diego Galdino? “Il primo
caffè del mattino” intendo..» le domando e lei annuisce corrugando la fronte.
«Vorrei
che anche noi prendessimo il primo caffè del mattino insieme» chiarisco
scegliendo i suoi dubbi.
«Loro lo
avrebbero preso insieme per il resto delle loro vite però» risponde sollevando
un sopracciglio e assumendo un’espressione leggermente birichina. Forse crede
di avermi incastrato.
«Anche
noi potremmo..» sono sincero, non credo esista un’altra donna con cui vorrei
farlo.
All’improvviso
mi ritrovo a stringerla fra le braccia, sono stato io ad abbracciarla o è stata
lei?
Non ha
alcuna importanza.
«Mi sei
mancata..» mormoro quando riesco a tenere sotto controllo il tremore della mia
voce, il profumo s’insinua nelle mie narici liberandole come una ventata di
aria fresca. Mi sembra di non aver mai respirato prima d’ora.
«Anche
tu..» bisbiglia strofinando il capo contro il mio mento. Rimaniamo in questa
posizione immobili a lungo, non saprei stabilire quanto.
Sembra quasi
un ritorno al passato, quasi gli ultimi undici anni si fossero annullati. Siamo
di nuovo tornati semplicemente noi.
Anche la
mia percezione dello spazio circostante diventa vaga, sento solo il suo cuore
battere contro il mio petto.
«Vuoi
prendere il primo caffè del mattino?» domando d’un tratto senza smettere di
stringerla.
Lei alza
la testa e sorride. «Sì..»
Mai il sì mi era sembrato una parola così bella
come questo “sì” in ritardo di undici anni.
Angolo autrice:
Scusate per
l’immenso ritardo! Purtroppo sto vivendo una sorta di blocco, dettato
anche dal mio progetto di Marketing per l’uni, che sta assorbendo parecchio del
mio tempo, oltre che dal mio finto studio per gli esami.
Comunque so
che per alcune di voi questo capitolo potrebbe rappresentare una sorta di
delusione. Daniele sembra che si sia redento tutt’un tratto, e non vi ho
lasciato assaporare bene questo cambiamento.
Carolina vi
sarà sembrata precipitosa o poco ferma nelle sue decisioni; ma dopo tutto,
questa non è la fine, e insieme dovranno affrontare una prova molto importante.
In sostanza,
ho cambiato un po’ la trama, quindi questo passaggio era necessario ora. Spero
che mi perdonerete.
Dobbiamo
ancora rispondere ad una domanda, tipo: Gianlu, che
fine ha fatto?
E manca
ancora un momento cult: il primo –che poi primo non è– bacio.
Bene, spero
di avervi ancora con me nella pubblicazione del prossimo capitolo che mi auguro
avverrà con maggiore prontezza di questo!
Un bacino,
la vostra
affezionata “scrittrice”,
Anto.