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Autore: Stella_Del_Mattino    06/04/2014    3 recensioni
È il sedicesimo compleanno di Alice Paciock e un regalo speciale la attende fuori dalla porta della sua camera: un mazzo di fiori d’acacia mandato da un misterioso “J”. Il primo nome che balza nella mente di Alice e in quella delle sue compagne di stanza è quello di James Sirius Potter, del quale la Paciock in fondo è ancora innamorata. Tutti gli indizi sembrano portare a lui, ma l’intuizione iniziale di Alice sarà corretta o no? Chi è il misterioso “J” che, come suggeriscono i fiori di acacia, simbolo dell’amore segreto nel linguaggio dei fiori, è segretamente innamorato di lei?
{Questa one shot partecipa al contest "Hanakotoba" di Leti-Lily sul forum}
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alice, Paciock, Jr, Famiglia, Weasley, Frank, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Lily, Luna, Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nick (efp e Forum): Evelyne13211
Titolo: Flowery mistery
Pacchetto: Acacia: Amore segreto. Storia di genere romantico con un po’ di mistero. Molto d’effetto sarebbe una sorpresa alla fine (come per esempio la scoperta di un ammiratore segreto).
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale, Commedia (forse commedia solo alla fine… indicare i generi non è il mio forte)
Rating: Verde
Personaggi: Alice Paciock jr. , James Sirius Potter, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Lily Luna Potter, Albus Severus Potter, Fred Weasley jr., Hugo Weasley, Frank Paciock jr., Sorpresa (OC)
Introduzione: È il sedicesimo compleanno di Alice Paciock e un regalo speciale la attende fuori dalla porta della sua camera: un mazzo di fiori d’acacia mandato da un misterioso “J”. Il primo nome che balza nella mente di Alice e in quella delle sue compagne di stanza è quello di James Sirius Potter, del quale la Paciock in fondo è ancora innamorata. Tutti gli indizi sembrano portare a lui, ma l’intuizione iniziale di Alice sarà corretta o no? Chi è il misterioso “J” che, come suggeriscono i fiori di acacia, simbolo dell’amore segreto nel linguaggio dei fiori, è segretamente innamorato di lei?
(eventuali) Note:  I personaggi, essendo tutti della nuova generazione, non hanno una caratterizzazione forte già fatta dalla Rowling, quindi li ho interpretati un po’ a modo mio e ho cercato di descriverli più dalle loro battute e in modo indiretto piuttosto che presentarli uno ad uno in stile “lista della spesa”, spero di esserci riuscita. Inoltre ho inserito Astronomia come materia facoltativa, so che invece nella Hogwarts di Harry è obbligatoria ma per esigenze della storia ne serviva una in più facoltativa.

Buona lettura a tutti!


Flowery mistery




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— Tre, due, uno... Buon compleanno, Alice! — Rose Weasley urlò i suoi auguri direttamente nelle orecchie di Alice Paciock e Roxanne soffiò vigorosamente dentro una trombetta babbana.
Alice, che fino a un momento prima stava dormendo beatamente, si svegliò di soprassalto e batté la testa contro il comodino. — Vi sembra questo il modo di fare gli auguri alla vostra compagna di stanza? Facendole perdere dieci anni di vita?
In tutta risposta Rose le allungò un pacchetto, mentre Roxanne borbottava tra sé:
— Forte questa trombetta, dove li trova la zia Hermione tutti questi aggeggi?  
Alice, malgrado un risveglio piuttosto brusco, sorrise e scartò il regalo.
— Wow, grazie! — esclamò entusiasta, quando la carta strappata lasciò intravedere il titolo del libro che nascondeva: Il manuale del perfetto erborista - tutte le specie esistenti di piante e di fiori +1.
— Lo ha scelto Lily. Adesso non hai più scuse, non puoi sfuggire al tuo destino di diventare l’erborista più rinomata di tutti i tempi. — Rose le fece l’occhiolino, sistemandosi la cravatta della divisa.
— Rose, dobbiamo scendere in Sala Grande, devo ancora finire il tema di Trasfigurazione e tu devi assolutamente aiutarmi — si intromise Roxanne, congiungendo le mani e rivolgendo alla cugina uno sguardo supplichevole.
Lei alzò gli occhi al cielo, in un misto di rassegnazione e benigna indignazione. — Sei sempre la solita, Rox, possibile che tu non riesca mai a finire i compiti?
— Ti prego, Rose, sei la mia unica speranza. — Roxanne si inginocchiò teatralmente davanti a Rose, la quale non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
— Alzati, Roxanne, per stavolta ti aiuto, ma non farci l’abitudine.
L’altra esultò e si rivolse ad Alice. — Ti aspettiamo in Sala Grande, Ali.
Lei annuì, osservando le due chiome rosse delle Weasley varcare la soglia. Non avevano fatto nemmeno un passo nel corridoio, quando si fermarono.
— Che succede? — chiese Alice.
— Credo che anche qualcun altro si sia ricordato del tuo compleanno — rispose Rose.
Roxanne non fu della stessa delicatezza e, scrollando allegramente il caschetto sbarazzino, strillò:
— Hai un ammiratore segreto, Ali!
La Paciock sgranò gli occhi, confusa, e guardò la più assennata delle due, in attesa di un chiarimento.
— Vieni a vedere. — Rose fece cenno ad Alice di alzarsi e le indicò un punto a terra, poco oltre la porta.
 Lei seguì le sue indicazioni e subito si coprì la bocca con le mani per lo stupore. Sul pavimento c’era un mazzolino di fiori di acacia, tenuti insieme da uno spago.
— Forza, prendilo! — la incitò Roxanne.
Alice lo raccolse e presto notò che i fiori bianchi nascondevano un minuscolo bigliettino. Estraendolo, si accorse che non recava un nome, bensì solo una lettera: J.
― James! ― Le tre ragazze lo gridarono contemporaneamente, ma con tre toni diversi: Alice era al settimo cielo, Roxanne incredula, Rose scettica.
Seguirono alcuni istanti di stupore generale, poi quest’ultima commentò:
― Credo che Alice dovrebbe verificare il mittente del regalo.
― Perché? ― protestò l’altra Weasley. ― È evidente che si tratta di James.
Rose ribatté qualcosa a cui Alice non prestò molta attenzione e le due cugine si avviarono discutendo in Sala Grande.
Rimasta sola, la Paciock strinse al petto il mazzo di fiori e iniziò a rimuginare su quel regalo inaspettato.
Nel linguaggio dei fiori l’acacia era il simbolo dell’amore segreto, ma Potter, Cacciatore nonché capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, non era certo un appassionato di Erbologia. All’inizio dell’anno scolastico, Alice era andata a Hogsmeade con lui e gli aveva descritto le caratteristiche di tutte le piante e i fiori che conosceva, però lui non le era sembrato interessato, anzi pensava che non l’avesse nemmeno ascoltata, ma forse si sbagliava. Possibile che avesse solo finto per mantenere la sua reputazione da duro e che la scelta dei fiori d’acacia non fosse casuale?
Quasi senza rendersene conto, la Grifondoro si trovò a sperare che fosse così e anche se credeva che la sua cotta per James, risalente all’estate precedente, fosse acqua passata, il battito accelerato del cuore e un familiare nodo allo stomaco le suggerivano il contrario.
Aveva sognato molte volte il momento in cui Potter si sarebbe dichiarato, ma ora non sapeva che fare: doveva parlargli o aspettare che fosse lui a venire da lei? E come poteva avere la certezza che fosse davvero lui il suo ammiratore segreto? Dopotutto il suo nome non era l’unico a iniziare con la lettera “J” e lei non voleva incappare in una nuova delusione, come quando, durante la festa di compleanno di Rose, lui aveva scelto di fare coppia con lei nel gioco dei mimi - il preferito della festeggiata - solo per far ingelosire Katie Peakes, Battitrice dei Grifondoro, che lo aveva scaricato da poco. Tra Katie e James era stato un continuo tira e molla e, anche se non le risultava che al momento stessero ancora insieme, Rose aveva ragione, le servivano delle prove per andare a colpo sicuro.
Aveva bisogno di un consiglio e c’era solo una persona in grado di darle quello giusto: la sua migliore amica, Lily Potter.
A forza di fantasticare, aveva fatto tardi e la colazione era ormai finita, ma il martedì i Grifondoro del quarto anno avevano un’ora buca a inizio mattinata e sapeva esattamente dove trovarla: nell’aula di Pozioni.
Alice corse nei sotterranei e non ci mise molto a individuare la sua testa ramata, già china su un calderone.
Lily era un asso in Pozioni, non ne sbagliava una, nemmeno quelle più difficili e il professore le aveva dato il permesso di esercitarsi anche senza la sua supervisione, quando, come in quel momento, la classe era vuota.
— Ciao, Alice. —  La Potter vide l’amica con la coda dell’occhio, ma alzò la testa verso di lei solo dopo aver finito di tritare alcune zanne di serpente. — Che ci fai qui? Se non sbaglio la lezione di Astronomia  sta per iniziare.
Alice tacque per qualche minuto, cercando le parole giuste. Lily aveva un anno in meno di lei, ma un’indole opposta alla sua che, per determinazione, sicurezza e intraprendenza, la faceva sembrare più grande.
La Paciock la ringraziò del libro di piante scelto da lei, poi respirò profondamente e le raccontò tutto, senza mai riprendere fiato.
— Che ne pensi? Sei sua sorella, ne sai qualcosa? — le domandò alla fine, rossa in viso per l’apnea.
Lei corrugò la fronte, pensierosa, cercando di non lasciar trasparire che quella storia non la convinceva.
Il fantomatico appuntamento tra Alice e James, infatti, in realtà era stato combinato da Lily, che aveva costretto il fratello ad accettare, minacciandolo di dire a tutti che a diciassette anni a Natale riceveva ancora un maglione con le renne da nonna Molly.
— Allora, Lily?
— Non ne so niente, mi dispiace. James non mi parla di certe cose, si apre di più con Al. In ogni caso ti sconsiglio di parlargli, potrebbe non voler ammettere niente. — La Potter tornò a concentrarsi sulla pozione che stava preparando e Alice uscì.
Era piuttosto delusa dalla mancanza di entusiasmo della sua migliore amica , tuttavia non ci diede troppo peso, visto che in fondo, senza volerlo, le aveva fatto capire esattamente che cosa doveva fare adesso: parlare con Albus Potter.
Raggiunse la Torre di Astronomia appena in tempo per l’inizio della lezione e lo cercò subito con lo sguardo. Era l’unico Serpeverde della sua famiglia, raramente si univa al loro gruppo e quella di Astronomia era l’unica materia facoltativa che aveva in comune con lui, quindi doveva cercare di parlargli prima che la lezione finisse. Provò goffamente a sedersi vicino a lui, ma una Serpeverde bionda la urtò di proposito, spingendola da parte con arroganza. La Grifondoro abbassò lo sguardo e si sedette nella fila dietro, mentre la ragazza si aggrappava al braccio di Potter come un’arpia. Qualche giorno prima, Lily le aveva qualcosa a proposito della presunta nuova fidanzata di Albus e adesso Alice capiva perché la trovasse tanto insopportabile.
Dovette seguire Potter e aspettare che, dopo Astronomia, i due si dirigessero a due corsi diversi per riuscire ad avvicinarlo.
— Paciock, che sorpresa — esordì lui. — Che ti serve?
Alice accennò un sorriso timido e cercò di illustrargli la situazione, senza scendere troppo nei dettagli, balbettando più volte per la poca familiarità che aveva con lui e per il disagio che le creavano i colori della sua divisa,
— Un regalo? — mormorò tra sé il Serpeverde. — Non saprei, ultimamente vedo poco mio fratello, sta sempre con i suoi compagni di squadra, forse stanno organizzando qualcosa.
La ragazza avrebbe voluto chiedergli ulteriori spiegazioni, ma lui la liquidò con un perentorio:
— Ci vediamo in giro, Paciock.
Lei sbuffò, frustrata, e trascorse la successiva lezione di Cura delle Creature Magiche pensando a chi, tra i componenti della squadra di Quidditch, potesse essere il più informato e svelarle qualcosa.
Alla fine della mattinata era giunta alla conclusione che doveva essere Fred, visto che era il migliore amico di James.
Lo incontrò fuori dall’aula di Divinazione, mentre stava provando alcuni nuovi gadget del negozio di scherzi di suo padre. James non era nei paraggi, quindi Alice si fece coraggio e lo salutò.
— Ciao, Fred. Che cos’hai in mano?
— Questi sono Gelliciattoli, Paciock. — Il ragazzo le mostrò una busta trasparente, all’interno della quale si muovevano delle gelatine filiformi. — Finché sono nella busta sono comuni vermi di gelatina, ma quando toccano terra sembrano veri. Sta’ a vedere.
Fred prelevò un Gelliciattolo e lo lasciò cadere ai piedi della compagna di Casa. Appena sfiorò il pavimento, la gelatina diventò rossastra e il verme assunse un aspetto fin troppo realistico.
Alice balzò indietro, mentre lui rideva di gusto della sua espressione schifata.
— Fred, per caso sai se James aveva intenzione di fare un regalo a una ragazza della nostra Casa? — chiese lei, sforzandosi di rimanere sul vago per non esporsi troppo.
Fred le rivolse uno sguardo curioso. — Sì, certo che lo so, è il mio migliore amico.
La Paciock ebbe un tuffo al cuore. — E... sai se... chi...
— Se so chi è? — Il ragazzo completò la frase che la sua lingua, secca per l’emozione e attaccata al palato, non era riuscita ad articolare. — Potrei saperlo, o anche no. Potrebbe esserci un regalo, o anche no. Non posso dire niente, sono spiacente, è un caso di solidarietà maschile, Paciock. Tieni un po’ di Gelliciattoli, spaventano la gente a meraviglia.
Fred schiaffò in mano ad Alice una manciata di vermi di gelatina e si allontanò fischiettando.
 Lei  lasciò cadere i Gelliciattoli nel cestino più vicino e si diresse in Sala Grande, dove il pranzo sarebbe iniziato a breve.
Possibile che nessuno sapesse - e volesse - darle delle informazioni precise? Sembrava che tutti si fossero messi d’accordo per tenerla sulle spine.
― Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?! ― esclamò all’improvviso, attirando l’attenzione di due Corvonero. Le guance di Alice divennero purpuree, ma non per l’imbarazzo, bensì per la felicità di aver finalmente compreso come stavano le cose: in realtà tutti i componenti della famiglia Weasley-Potter erano al corrente del fatto che James fosse il suo ammiratore segreto, ma lui aveva detto a ognuno di loro cosa rispondere nel caso in cui lei avesse voluto verificarlo. In questo modo si spiegava la quasi indifferenza di Lily, la poca loquacità di Albus e la vaghezza di Fred. Forse Potter voleva rimanere anonimo e svelarle la sua identità solo in un secondo momento, oppure intendeva lasciare che lei capisse da sola che era lui.
Alice entrò in Sala Grande con un sorriso a trentadue denti e il cuore che galoppava nel petto, però, quando raggiunse il tavolo dei Grifondoro, si impose un certo contegno. Non voleva rivelare ai suoi amici che aveva capito tutto e rovinare il loro piano, anzi aveva intenzione di stare al gioco e aspettare che qualcuno si tradisse e le fornisse una qualsiasi prova inconfutabile che dimostrasse che la “J” stava per “James”.
― Ehi, Ali! ― Roxanne la indirizzò verso un posto libero tra lei e Rose. ― Novità su Mister J?
Alice aprì la bocca per rispondere, pur non sapendo bene cosa dire, ma la Weasley la precedette e riprese a chiacchierare. ― Bene, io e Rose abbiamo un super indizio per te.
“ Rox non è molto brava a fingere di non essere coinvolta” pensò la Paciock, cercando di non mostrarsi troppo curiosa.
― Quale?
Le due cugine si scambiarono uno sguardo complice e Roxanne abbassò la voce per creare più suspence. ― Stamani, mentre andavamo a lezione, abbiamo sentito Hugo che parlava con James di un certo regalo floreale.
Il cuore di Alice accelerò di nuovo e, se Rose non avesse continuato la conversazione, si sarebbe precipitata subito da Hugo, seduto non molto lontano.  ― Te l’avremmo detto subito, se tu frequentassi Antiche Rune insieme a noi.
Il pranzo le sembrò particolarmente lungo e, non appena terminò, corse incontro a Hugo, diretto allo stadio per l’allenamento pomeridiano della squadra di Quidditch, della quale faceva parte come riserva del portiere.
― Ciao, Alice ― la salutò con un sorriso allegro.
― Ehi ― esordì lei, in modo piuttosto impacciato. ― Ho saputo che hai aiutato James con un regalo…
Non riuscì a finire la frase perché il ragazzo le tappò la bocca con una mano. ― Parla piano, è una sorpresa, James non vuole che si sappia in giro.
― Puoi dirmi per chi era il regalo? ― Stavolta la Paciock bisbigliò, ma non tanto per seguire le indicazioni del compagno di Casa, quanto per mascherare il più possibile il tremito della propria voce.
 ― Te lo direi volentieri, Alice, se solo lo sapessi ― replicò Hugo. ― Ieri sera, quando sono entrato in Sala Comune, James stava chiedendo a Fred un parere sul regalo migliore da fare a una ragazza, io li ho sentiti e gli ho suggerito di portarle dei fiori e di farsi consigliare da Frank per scegliere quelli più adatti a lei. È tutto ciò che so, James non ha fatto il nome della fortunata in mia presenza.
Alice biascicò qualche ringraziamento confuso e salì le scale verso la Torre dei Grifondoro, piuttosto amareggiata.
Nella sua testa la scena si era svolta molto diversamente - Hugo le aveva detto di seguirla allo stadio di Quidditch e qui aveva trovato James, che, in ginocchio, le porgeva un nuovo mazzo, molto più grande del precedente, di fiori di acacia, chiedendole di diventare la sua ragazza - e la versione reale dei fatti non aveva soddisfatto le aspettative.
La delusione, tuttavia, durò solo pochi minuti, perché durante il tragitto incontrò proprio la persona che le serviva: suo fratello Frank.
Frank e Alice erano gemelli, però  non si assomigliavano molto, sia fisicamente - lei era tutta sua madre, mentre lui aveva i lineamenti del padre - che caratterialmente ed erano stati smistati in due Case diverse. Frank, infatti, era un Tassorosso, il che limitava drasticamente il tempo che i due passavano insieme durante la settimana.
Nonostante le loro differenze, condividevano la passione per l’Erbologia e Frank era la sola persona a Hogwarts che, per quanto riguarda piante e fiori, ne sapeva quanto la sorella.
― Alice, come sono andate le lezioni mattutine? Non ti ho vista a colazione ― cominciò lui, allontanandosi da un gruppo di compagni di Casa.
― Benone ― disse lei. ― Stavo cercando proprio te, ho un paio di domande da farti.
― Di che si tratta?
Alice si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore prima di iniziare a parlare. ― James ti ha chiesto dei consigli per dei fiori? Per chi erano?
Frank era stato il primo a sapere della cotta della sorella per Potter, ma era convinto che ormai le fosse passata e quella domanda lo lasciò perplesso. ― Non mi ha detto il nome della ragazza, me l’ha solo descritta.
― Che cosa ti ha detto di preciso?
Il Tassorosso non avrebbe voluto rispondere, però l’impazienza della ragazza era talmente visibile che si sentì in dovere di dirle qualcosa. ― Mi ha parlato di una ragazza gentile, simpatica, dai gusti semplici e con una grande passione per…
― Sì! Per tutte le radici di valeriana essiccate, sì! ― Alice, riconoscendosi in quella descrizione, abbracciò di slancio il fratello e gli impedì di proseguire.
― Alice… ― Frank cercò di allontanarla e di frenare il suo entusiasmo. ― Credo che tu debba chiarire la situazione, vedi…
― Hai ragione, ho temporeggiato già troppo, grazie! ― La Grifondoro gli stampò un bacio sulla guancia e corse via, senza preoccuparsi di verificare quali fiori lui avesse consigliato a James.
Alice tornò nella propria stanza, dove, abbandonatasi alla felicità, iniziò a saltare sul letto, ridendo a crepapelle.
― Tutto bene qua dentro? ― Molly Weasley, Caposcuola dei Grifondoro, bussò alla porta, insospettita dal fracasso proveniente dall’interno.
La Paciock annuì e scese dal letto. In quel momento James si stava allenando e andare da lui davanti a tutti i suoi amici non era un’ipotesi da prendere in considerazione, quindi non avrebbe potuto parlargli fino all’inizio della cena e nel frattempo doveva trovare qualcos’altro in cui convogliare l’adrenalina.
Nel tentativo di ingannare il tempo, iniziò a sfogliare il libro che aveva ricevuto quella mattina, ma la sua mente era altrove. Per la prima volta nella sua vita avrebbe avuto un ragazzo, non riusciva a pensare ad altro e immaginava già la scena: avrebbe ringraziato James per il mazzo di fiori, lui forse avrebbe finto di essere sorpreso, poi le avrebbe chiesto di diventare la sua ragazza, tra le acclamazioni dei Grifondoro, oppure sarebbe stato più discreto e con una scusa le avrebbe chiesto di seguirlo fuori dalla Sala Grande, nel corridoio deserto, dove le avrebbe fatto la stessa richiesta e l’avrebbe baciata.
Alice sospirò, aspettare era una tortura. Guardò l’orologio con impazienza e, dopo aver constatato che erano passati solo venti minuti, si avvicinò al baule di Roxanne e cercò lo specchio che la Weasley usava ogni mattina. Quando osservò il suo riflesso, vide una massa di capelli biondi arruffati e due guance arrossate. Doveva assolutamente darsi una sistemata. Nelle due ore successive, riportò i capelli a una forma quasi ordinata e provò e riprovò fino allo sfinimento le frasi da dire a Potter.
Quando Rose e Roxanne tornarono in camera, depositando sui letti i libri di Artimanzia, sobbalzò, rendendosi conto che il tempo era agli sgoccioli e che la cena sarebbe iniziata a breve. Le mani iniziarono a sudarle e l’euforia fu affiancata dall’ansia. Una parte di lei voleva correre in Sala Grande, mentre l’altra sarebbe rimasta volentieri in camera per sempre.
— Sei proprio fortunata, Ali — borbottò Roxanne, ridestandola dai suoi pensieri. — L’insegnante di Divinazione è malata e hai avuto il pomeriggio libero, mentre io sono impazzita con assurde formule di Artimanzia.
— Dai, Rox, Artimanzia è una materia affascinante, anche se non è delle più semplici —  intervenne Rose.
Alice esibì un sorriso di cortesia, poi, innervosita dalle ciarle delle compagne di Casa, uscì dalla stanza con la scusa di dover andare in bagno. 
Trascorse la mezz’ora successiva camminando avanti e indietro nel corridoio adiacente alla Sala Grande, poi, solo quando questa si fu riempita almeno in parte, si decise a entrare.
James era già seduto al tavolo dei Grifondoro insieme a Fred. La ragazza inspirò e incrociò le dita umidicce dentro la tasca della divisa, dopodiché, conficcandosi le unghie nel palmo della mano, si avvicinò a loro.
— Ciao, ragazzi — esordì, tentando di controllare il battito cardiaco.
— Ehi, Paciock, i miei Gelliciattoli sono stati utili? — le chiese Fred.
Lei lo ignorò e si sedette vicino a James. Lui le sorrise e le rivolse uno sguardo interrogativo.
“Finge davvero bene” pensò la Paciock. “Sembra proprio che non sappia niente.”
— Il tuo regalo è  molto bello — disse tutto d’un fiato.
Il viso del ragazzo si illuminò. — Frank te ne ha parlato?
Alice annuì con un cenno del capo, mentre le gambe minacciavano di tremarle.
— Sul serio credi che sia bello? — insisté James.
— Certo, è molto dolce. James, io...
— Meno male. — Il ragazzo non la lasciò finire e sospirò rumorosamente, visibilmente sollevato. — Spero solo che piaccia anche a Katie.
Alice spalancò la bocca, sopraffatta dalla delusione. Era come cadere dalla Torre di Astronomia senza che un incantesimo rendesse lo schianto meno brutale.
 Si era sbagliata, non riusciva a crederci e nel frattempo Potter continuava imperterrito a parlare.
— È tornata oggi dal San Mungo, però non ho ancora avuto modo di farle visita in infermeria — stava dicendo, ignaro del fatto che la sua interlocutrice non lo stesse più ascoltando. — Frank ha detto che le peonie sono i fiori adatti a lei, tra le piante che portano fortuna gli sembrano quelli che più rispecchiano la sua personalità, tu che ne pensi?
La Paciock per un momento considerò l’ipotesi di non rispondergli e correre via, ma  un rimasuglio del tipico orgoglio Grifondoro la convinse a non scappare come una disperata e quantomeno a cercare una scusa plausibile per svignarsela. — Sono d’accordo con Frank. Che sbadata, ho lasciato il mio geranio senza acqua, vado a rimediare prima che appassisca.
La Grifondoro si alzò dal tavolo e lasciò la Sala Grande, sforzandosi di non accelerare troppo il passo.
— Alice. — Lily, accompagnata da Frank, la fermò in corridoio. — Katie è...
— È tornata dal San Mungo, lo so — completò la frase al posto dell’amica. — E i fiori di James erano per lei.
Dirlo ad alta voce la fece sentire ancora più stupida. Come aveva potuto illudersi così? Come aveva fatto a non sospettare che fosse stato tutto un equivoco?
Katie si era infortunata due settimane prima, durante la partita Grifondoro-Serpeverde, era stata portata al San Mungo perché le lesioni al suo ginocchio erano parse al di sopra delle competenze di Madama Chips e proprio quella mattina aveva ricevuto dai medici l’idoneità a proseguire la riabilitazione nell’infermeria di Hogwarts, così James aveva pensato di portarle un mazzo di fiori per augurarle una pronta guarigione. Tutto tornava, o quasi.
— Ma allora chi è il mio ammiratore segreto? — sussurrò Alice, confusa.
Lily e Frank si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi il ragazzo indicò con un cenno del capo un altro Tassorosso, pigramente appoggiato alla colonna più vicina.
— Smith?! — esclamò la Paciock, lasciando che lo stupore lentamente scacciasse la tristezza.   
Jason “Ciccia” Smith era il compagno di stanza di suo fratello, era in sovrappeso di almeno venti chili e una grave intolleranza alimentare riduceva il suo volto a una distesa infinita di brufoli e pustole. Queste caratteristiche ben poco invidiabili lo rendevano lo studente più evitato della scuola e Alice, quando lui le strizzò l’occhio,  guardò incredula Lily e Frank e quel bizzarro fraintendimento floreale si concluse con una  sana risata di gruppo. 



 
  
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