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Autore: elyxyz    09/07/2008    22 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il seguente scritto contiene lievi riferimenti yaoi

Il seguente scritto contiene lievi riferimenti yaoi.

All’inizio di questo capitolo, c’è un breve richiamo tematico al cap precedente (59) e a quello prima (58).

A metà, invece, c’è un bel richiamo ad un’altra mia storia. Leggendo, credo capirete.

Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic, dopo la lettura.

 

 

A chi ha recensito i precedenti capitoli della raccolta.

E a quanti commenteranno.

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

 

Essere cane vuol dire fedelta

 

by elyxyz

 

 

 

 

Roy smise di strimpellare, quando il campanello suonò.

Edward uscì dalla cucina in assetto da guerra, brandendo il mestolo con fare minaccioso.

 

“Se è un’altra delle tue troiette, giuro che la prendo a mestolate!” minacciò, mentre l’altro sghignazzava.

 

Che Edo fosse geloso delle ex fiamme del suo uomo era cosa risaputa, e - anche a distanza di tempo - quando suonavano alla porta a quell’ora di sera o senza un preavviso, era impossibile per lui trattenere un moto d’insofferenza misto a pensieri pericolosi e dolorosi per la malcapitata di turno.

 

Mentre ancora meditava se colpire o meno con l’arnese da cucina l’ospite inatteso, fece scattare il chiavistello.

 

“Ehilà, Ed! Hai intenzione di bastonarmi?” lo salutò la voce gioviale di Hughes, additando scherzosamente l’arma impropria.

 

“Ma… Maes-san… ma che ci fa-?” domandò, alquanto stupito. Non era passata neanche una settimana da che si erano sentiti, lui e Roy. “E’ tutto ok?”

 

L’altro annuì, con quel sorrisone un po’ maniaco che sprizzava buonumore.

“Sì, sono qui di sfuggita, volevo farvi una sorpresa!” spiegò. “E poi ho qui delle nuove foto di Elycia, e non ho resistito! Dovevate apprezzarle con me!”

 

“Potevi mandarcele per posta, vecchia canaglia!” lo sgridò bonariamente Mustang, dal salotto. “Mame-chan, lascialo sulla porta, mi raccomando!” scherzò, posando la chitarra sul tappeto per raggiungerli. Si affacciò all’uscio. “Qual buon vento, vecchio mio!” lo accolse, decidendosi alfine di farlo accomodare.

 

“Gli hai insegnato tu ad accogliere gli ospiti sguainando armi grezze?” ironizzò Maes, dandogli una pacca sulla spalla.

 

“E’ per difendere il mio onore da vecchie ripercussioni.” Motivò, sibillino, mentre Edo arrossiva d’imbarazzo e vergogna.

 

Va-vado a riordinare la cucina.” Li informò, svanendo.

 

“Dici che si è offeso?”

 

“Macché! Sa che tu sei un idiota!” lo prese in giro, guidandolo verso il sofà. “Hai già cenato?”

 

“Sì, un boccone al volo.”

 

“Noi abbiamo appena finito, ma se vuoi…”

 

“No, grazie.” Declinò, con gentile fermezza. “Mi spiace di essere piombato qui così.” Si scusò.

 

“Ma da quando ti fai scrupoli con me?” ridacchiò Mustang.

 

“Eh, già.” Concordò, grattandosi il naso dietro la montatura.

 

“Adesso abbandoniamo i convenevoli, mh?” propose Roy, andando a scovare una bottiglia e due bicchieri da degustazione. “Non che le tue improvvisate non siano beneaccette, ma non mi sembrava che a Central ci fossero in programma scampagnate verso East City…” lasciò cadere lì, versandogli una dose generosa di liquore.

 

Maes ne assaporò un sorso, prendendosi il tempo di rispondere. Poi si arrese.

“Non sapevo se riuscivo a venire. Sono qui in incognito, in realtà. In missione sotto copertura.” Ammise, sperando che l’altro non gli chiedesse di più.

 

C’erano cose che quei due riuscivano a dirsi con un semplice sguardo, che valeva più di mille scuse e parole.

Ma solo se quel cocciuto di Roy Mustang decideva di desistere.

 

“Cioè… fammi capire: una visita di cortesia al tuo miglior amico è un pretesto? Rientra come un diversivo?”

 

“Ah, ehm…” temporeggiò. “Sì.” Confessò.

 

Maes! Potrei offendermi!” lo sgridò il moro, simulando un cinico risentimento, a cui l’altro rispose con un’espressione contrariata e muto silenzio.

 

“Avanti, Mae-chan…” lo sollecitò, col nomignolo da bambini.

 

Hughes scosse la testa, sbuffando.

 

Mae-kun? Dovevo chiamarti così?” scherzò. “Allora ci riprovo: Avanti, Mae-kun… ti prego!”

 

“’Confidential’ ti dice niente?” sbottò il militare, stavolta facendosi serio.

 

“Ok. Allora non insisto.” Desistette. “Anche se, in nome della nostra vecchia, vecchia amicizia, potresti confidarmi i particolari sordidi della cosa… perché, qua in periferia, non ne sapevamo nulla…” gettò l’amo, con noncuranza.

 

“Aspetta, non mi è chiaro: me lo stai chiedendo perché siamo spiritualmente fratelli, o perché resti un mio superiore in grado?” tenne a precisare.

 

“Mah.” Fece spallucce. “Quello che può dissuaderti meglio a vuotare il sacco!” scherzò. “Oppure i Servizi Segreti Investigativi ti hanno cucito la bocca?”

 

“Roy…”

 

“Ok, ok.” Sollevò le mani in alto, rischiando di rovesciare il proprio liquore. “Mi arrendo.” Fu in quel mentre che, riaccomodandosi, andò a sfiorare col piede la chitarra più in basso.

 

“Oh, la cara vecchia Betsy!” la riconobbe Maes, allungandosi per prenderla. “E’ lei, vero?” chiese, certo della risposta e felice di cambiare argomento. “Potrei chiederti il rimborso per danno esistenziale. Hai reso la mia adolescenza un inferno, con quel catorcio!” lo ammonì, in tono semiserio.

 

Mustang fece un’espressione fintamente contrita.

“Non ero poi così male…” si difese.

 

Quanti ricordi…” soffiò, nostalgico, scrutando con attenzione un vecchio graffio sulla cassa.

 

“Eh, già.”

 

“Quante ragazze ti sei rimorchiato, suonandola! Una diversa, ogni sera.”

 

“Ehi! Parla piano!” bisbigliò, concitato. “Edward è di là, ed è suscettibile su certe cose!”

 

“Questo mi fa ripensare ad un’altra cosa…” borbottò Hughes, pensieroso. “Una volta, tu mi hai detto che sarei stato autorizzato a picchiarti, nel caso in cui…

 

“Nel caso in cui…?” lo sollecitò.

 

“Avessi messo la testa apposto.”

 

“Ah, sì?”

 

“Sì, certo. Me lo sono appuntato per benino. A beneficio dei posteri.”

 

“Io non me lo ricordo…” negò. “Secondo me è una balla…”

 

“Eh, no! Posso dirti esattamente quando e dove è successo!

 

“E poi mi picchierai?” ci tenne a precisare Roy, scostandosi impercettibilmente.

 

Nah. Ormai non c’è più gusto! Credo che Edo-kun ti abbia messo in riga a sufficienza, e poi ha quel grazioso mestolo, con cui accoglie gli ospiti, e può sempre tornargli utile!” rise.

 

“Ti prego! Non suggerirgli idee strane! E’ già manesco di suo… e hai una vaga idea di quanto male faccia un auto-mail?

 

“Di preciso, no. E non ci tengo a scoprirlo.”

 

“Ecco, bravo. Tieniti il dubbio.”

 

“Quale dubbio?” s’intromise Ed, uscendo dalla cucina con un vassoio e un dolce che stava profumando piacevolmente la stanza.

 

“Nulla, amore. Niente di interessante.” Tagliò corto Mustang, ammiccando all’amico.

 

“Sì, Edo, niente di che.” Concordò il compare, dandogli man forte, per poi tradirlo: “Stavo solo ricordando al tuo adorato lavativo che, anni fa, mi ha autorizzato a malmenarlo e non l’ho ancora fatto.”

 

“Ma sono passati degli anni…” obiettò ragionevolmente Acciaio.

 

“Sì, ma era un cosa a larga scadenza.” Si giustificò.

 

“Beh, allora… Ti serve una mano, Maes-san?” si offrì, scherzando, e sollevando l’arto d’acciaio stretto a pugno. “Quando vuoi!”

 

Entrambi videro l’Alchimista di Fuoco impallidire, guadagnando nuove distanze da loro.

 

“Abbiamo fatto fuggire il grande Eroe di Ishbar!” lo dileggiò, mentre Hughes annuiva, sorridendo.

 

“Se non ci fossi tu, annegherebbe ancora nel vizio più dissoluto.”

 

“Oh, sì. Senza dubbio.”

 

“Ehi, ragazzi!” li interruppe. “Io ho già dato. Ok?”

 

“E’ il suo modo per dirci che vuol cambiare argomento.”

 

“Sì, ma a te sta bene?” s’informò Hughes, ammiccandogli complice.

 

“Tu che ne dici, Maes-san?” Edward stette al gioco improvvisato, che escludeva Roy come se non fosse stato presente nella stanza.

 

“Bene! D’accordo. Fate finta che io non ci sia, e accordatevi su una punizione esemplare, mi raccomando. Io intanto mangerò la mia fetta di dolce.” Li avvisò, con sussiego e calcolato distacco.

 

“Ed, dici che si è offeso?”

 

“Chi, Roy? Ma no! Quando torna, glielo chiedo.”

 

“Ma quanto siete simpatici!” li apostrofò il Flame, “Potreste finirla con questo teatrino di dubbio gusto?”

 

“Dici che possiamo?”

 

“Sì, possiamo.”

 

“Forse preferiva un pestaggio…”

 

“Forse sì.”

 

“Ehi!!” protestò nuovamente il moro.

 

“Ah, Roy! Da quanto sei qui?” domandò ingenuamente Maes, fingendo di scorgerlo solo in quel momento.

 

“Oh, non da tanto, pezzo d’asino! Solo dal punto in cui decido di bruciacchiare il mio migliore amico e il mio compagno, niente di che…

 

“Oh, suvvia, amore!” intercedette Edward. “Dolcetto? L’ho appena sfornato. Vuoi anche un po’ di the?”

 

Mame-chan, smettila di sviolinare…”

 

“Vuoi dirmi che non ti va di assaggiare la mia torta?” insinuò, mettendo su un delizioso broncetto, e allontanando il piattino che gli stava porgendo.

 

Mustang sospirò, arrendendosi.

“Ok. Avete vinto. Voglio la torta e con te farò i conti più tardi, Fagiolino. Preannunciò. “E con te, Maes, la prima volta che mi capita. Quindi sta’ in campana!”

 

“Sai che paura!” si difese, replicando e addentando un pezzo di fetta. “Edo-kun, è semplicemente deliziosa! Quasi quanto quelle della mia Glacier, ma tu capirai che sono di parte…

 

“Grazie, Maes-san. Hai delle foto nuove da mostrarci?”

 

“Oh, sicuro! Prima che Roy mi distraesse, le stavo tirando fuori. Estrasse dai pantaloni larghi un raccoglitore tascabile straripante immagini.

Elycia, Elycia, Elycia. Glacier con Elycia, Elycia, ancora Elycia…” s’infervorò, con paterno orgoglio.

 

“Sono sei foto della stessa posizione.” Appuntò Roy, ad un bel mentre.

 

“No, amico mio. Qui sta sorridendo con otto denti esposti in bella mostra, qui solo con sei. Precisò, pignolo.

 

“E’ proprio bella!” intercedette Edward, scongiurando un possibile dibattito.

 

“Questa è nuovissima.” Indicò la figlia, la moglie e se stesso, affettuosamente abbracciati. “Ne scatto sempre una, prima di partire per una missione.” Confessò.

 

“La mia figlioccia cresce a vista d’occhio!” annotò Roy, “Tra un po’ comincerà a farti impazzire, coi fidanzatini…” insinuò, sapendo di toccare un tasto dolente.

 

“No! Questo non accadrà mai!” tuonò, infatti. “Nessun giovinastro può permettersi di sfiorare la mia bimba…

 

“E’ la vita, Maes. Non puoi farci nulla. Rassegnati.” Gli consigliò, con una punta di sadica malignità.

 

“Tu sì che sai come consolarmi, bislacco fiammifero!”

 

“Che cosa ti aspettavi, eh, Quattrocchi?”

 

“Ohi! Non penserete di menarvi, voi due! Non voglio sangue sul tappeto!” intervenne Ed, mediando il bisticcio.

 

“Potrei sempre frantumargli Betsy su quella testa vuota che si ritrova…” meditò Maes, annuendo in direzione dello strumento.

 

“No, Maes-san. Betsy mi piace e non si tocca.” Lo contraddisse il biondo. “Però vale ancora la proposta di prima…” scrocchiò le nocche, con significatività.

 

“Traditore!” inveì Roy, sentendosi raggirato.

 

“Uhm… ci penserò.” Hughes risfoderò il sorriso gioviale. “Anzi, sai che ti dico, Roy?”

 

Mh?”

 

“Mi suoneresti quella canzone?”

 

“Quale canzone?” fece finta di non capire.

 

“Andiamo, Roy! Quel tuo delirio di onnipotenza autocelebrativo, che all’Accademia ci propinavi ad ogni ora!

 

“Ah, quello?”

 

“Sì, quello.”

 

“Ma no! Sennò poi Mame-chan penserà che io mi montavo la testa…”

 

“La tua testa era come un palloncino aerostatico, e lo è anche adesso. Perciò lo sa già!”

 

“Che sei un megalomane. Gradasso. Sbruffone… sì, beh… Tutti lo sanno.” Concordò.

 

“Se vi alleate per offendermi, potrei anche andarmene, per farvi accordare meglio…” sbottò, stizzito, il Flame. “Ci manca solo la palla di pelo a strisce, e poi siamo al gran completo.”

 

“Vero!” condivise l’ospite. “Dov’è il vostro amato primogenito?” chiese. “Di solito è sempre in cerca di coccole…”

 

“A prendersi il fresco sul tetto. O a fare la corte a Minù, non so.” Mustang liquidò la faccenda con un’alzata di spalle.

 

“Io non te ne prendo più di mici, intesi?” chiarì l’amico. “Sto pensando di fare un mutuo, per sfamare tutti quelli che mi hai rifilato.”

 

“Non preoccuparti, Maes-san.” Lo tranquillizzò Edward, “Sei stato fin troppo gentile.”

 

“Eh, come facevo a dire di no al faccino di Elycia?” sospirò, dolcemente rassegnato. Poi cambiò tono, rifacendosi risoluto. “Ora però voglio riascoltare quella dannata canzone, Mustang, tira fuori la voce!” si chinò a riprendere la chitarra e gliela passò.

 

“Ma… non ricordo le parole, non so dove sono gli accordi…” temporeggiò.

 

Dai, Roy…” lo incitò Elric.

 

“Smettila di tirartela!” lo sgridò Hughes. “E accontentaci!”

 

“Ok, d’accordo.” Capitolò. Diede il via ad un giro armonico e prese un bel respiro.

 

“I've paid my dues
Time after time
I've done my sentence
But committed no crime
And bad mistakes
I've made a few
I've had my share of sand
Kicked in my face
But I've come through
We are the champions - my friends
And we'll keep on fighting
Till the end
We are the champions
We are the champions
No time for losers
'Cause we are the champions of the world
I've taken my bows
And my curtain calls
You've bought me fame and fortune
And everything that goes with it
I thank you all
But it's been no bed of roses
No pleasure cruise
I consider it a challenge before
The whole human race
And I ain't gonna lose
We are the champions - my friends
And we'll keep on fighting
Till the end
We are the champions
We are the champions
No time for losers
'Cause we are the champions of the world…”

“WOW! Questa non me l’avevi mai cantata!” annotò Edo, affascinato dal ritmo coinvolgente e dalla voce del suo uomo.

E questi sorrise, un po’ impacciato. “Andrebbero riviste un bel po’ di cose, su questo testo…

“Resta sempre bella, però.” Confermò Maes. “E non tutto è cambiato.”

Il sorriso malinconico di Roy s’allargò un po’ di più.

Ho saldato il mio debito,
giorno per giorno.
Ho scontato la mia pena,
ma non ho commesso alcun crimine.
E di grossi sbagli
ne ho commessi pochi.
Ho avuto la mia manciata di sabbia
tirata in faccia.
Ma ce l'ho fatta.
Noi siamo i campioni, amici miei,
e continueremo a combattere,
fino alla fine.
Siamo i campioni.
Siamo i campioni.
Non c'è tempo per i perdenti,
perché siamo i campioni del mondo.
Sono stato molto applaudito
e mi avete chiamato più volte alla ribalta.
Mi avete portato fama e fortuna,
con tutto quanto ne consegue.
Vi ringrazio tutti.
Ma non è stato tutto rose e fiori.
Non è stato un viaggio di piacere.
La considero una sfida di fronte
all'intera razza umana
e non la perderò.

Ho bisogno di andare avanti, e avanti, e avanti.
Siamo i campioni - amici miei
e continueremo a combattere,
fino alla fine.
Siamo i campioni.
Siamo i campioni.
Non c'è tempo per i perdenti,
perché siamo i campioni del mondo.

 

“Alla fine, davvero, questa canzone è ancora valida.” Confermò Ed, sedendoglisi vicino. “Tu lotti ancora per ciò in cui credi, paghi ogni giorno per i tuoi errori, la sabbia dell’Est è come quella di Ishbar, ma non ti arrendi mai. E arriverai a rendere Amestris un posto migliore. Quindi sei il nostro campione, no?” gli strinse una mano con la sua. “Ed io, Maes, Riza e gli altri ti aiuteremo…

 

“Certo, amico! Non ti avevo forse promesso questo?” rincarò. “Ieri Colonnello, oggi Generale, e domani Comandante Supremo!”

 

“Non è tutto così semplice, Maes…”

 

“E chi dice il contrario?! Ma il mondo è dei pazzi e dei sognatori, e tu sei l’uno e anche l’altro…” rise.

 

“Ma, se mi appoggiate, lo siete anche voi!” appuntò, con una certa linearità di logica.

 

“Giusto. Siamo pazzi…” confermò Hughes.

 

“… E sognatori.” Concluse Acciaio.

 

“Però, se riusciremo a costruirci un futuro migliore, saremo con te i campioni del mondo.”

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi e la canzone citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

In particolare:We Are The Championsè degli intramontabili Queen. Una magnifica canzone, ideale per i nostri eroi.

 

Note varie: il titolo è uno dei tanti ‘detti popolari’ regionali.

Il cane simboleggia comunemente il suo ‘essere fedele’, il suo spirito di abnegazione.

Roy lo simboleggia in tre modi: essendo un Cane dell’Esercito, avendo votato la propria fedeltà a Edward e rimanendo fedele al suo sogno fino alla fine: quello di rendere Amestris un luogo migliore, dove le tragedie come Ishbar non debbano più accadere.

 

So che Maes ha il suo bel gruppo di sostenitori, quindi spero vi abbia fatto piacere ritrovarlo nel cap, sano e salvo. ^^

Mi sono divertita molto, a riportarli un po’ indietro nel tempo, quando bisticciavano come adolescenti…

Il riferimento di Maes sul consenso che Roy gli ha dato a farsi picchiare, lo si trova nella mia fic Maple Café, che è già stata citata in It’s raining, parlando del passato di Roy, e dell’incontro tra Maes e Glacier.

A suo tempo, mi è stato chiesto di fare un collegamento tra quella fic e It’s. Ebbene, eccolo qui.

 

 

Precisazioni al capitolo precedente: sono contenta che abbiate trovato il comportamento di Winry plausibile. Così come i timori di Edward.

Ringrazio anche Beat e Nacchan per aver espresso i loro dubbi.

Prenderò anche in considerazione l’idea di parlare di più della trasformazione di Al, come chiesto da Shinji, ma non prometto nulla, perché è una deviazione fuori programma.

 

Due cose mi hanno fatto sorridere: che abbiate colto, in tanti, l’usanza di Roy di offrire del the quando è in difficoltà con qualcuno e vuole trarsi d’impaccio. XD

(Difatti in questo capitolo Edward lo prende in giro, quando gli suggerisce del the).

E poi il fatto che, quanto più Edward è stato lento nella sua ‘evoluzione amorosa e fisica’ con Roy (infinita e stressante, diciamocelo pure) tanto Al è stato svelto a ‘rifarsi delle occasioni perse’.

Fratelli sì, ma… pur avendo lo stesso bagaglio educativo ed emotivo, hanno fatte scelte completamente diverse.

 

Mi fa piacere che le mamme (e future mamme – auguri!) in linea mi abbiano confermato gli scleri ormonali! XD

In realtà Win sapeva bene che fare, ma a volte serve una parola d’incoraggiamento… ecco perché Ed non ci ha messo molto, a farla ragionare!

Non temete, non arriveranno mai spasimanti con marmocchi al seguito, finché sarò io a scrivere questa fic. Però era un problema reale, io l’ho immaginato come un peso sul loro rapporto, almeno fino a che Ed non ha vuotato il sacco e si sono chiariti.

 

 

 

Ringrazio quanti hanno condiviso con me la gioia della vittoria al Contest RoyAi, indetto sul Forum di EFP e sull’omonimo Forum, e hanno commentato la mia nuova fic: Sweet Watching.

Se vi va di darci un’occhiata e lasciarmi un parere, ne sarei molto felice.

 

 

Bueno.

E con questo lungo capitolo, io vi saluto.

Tra qualche giorno, parto per le mie meritate ferie in Spagna, e tornerò alla fine del mese.

Ci tenevo ad arrivare a questo 60° capitolo, e per fortuna ci sono riuscita.

Mi piacerebbe aggiornare il prossimo il 1° agosto, il giorno del mio compleanno, ma non prometto nulla.

Buone ferie a tutti, a chi parte e a chi resta.

Nel frattempo, se sentirete la mancanza, potreste rileggervi qualche cap vecchio, e mezzo dimenticato.

(E magari commentarlo, perché no? Io le leggo sempre le vostre recensioni, anche quelle sui cap vecchi! XD)

 

Hasta la vista!

 

 

 

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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