Trochlea

Si piega, il peso che scende a gravitare sulle ginocchia, i polpacci che si tendono e i talloni che si staccano dal suolo, e poi è come se volasse ad ali spiegate, fendendo l’aria e piegando la natura stessa, il corpo che si tende come un arco e richiama la palla e sembra quasi un miracolo, come una meteora nel cielo azzurro, e immancabile riesce a smorzargli il fiato.

E poi Hinata atterra, le piante dei piedi che impattano con il linoleum della palestra e le ginocchia che si piegano, di nuovo, per tenerlo in piedi, e gli sorride e Tobio espira tutto d’un botto e il desiderio di passargliela ancora, la palla, di servirgliela nel migliore dei modi per lasciarla alla sua mercé, solo per poterlo vedere ancora, e ancora, e ancora, è fin troppo spontaneo.