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Autore: Ian Is A Fucker    06/04/2014    6 recensioni
Uno studente universitario divide il suo appartamento con Jason, il suo amico omosessuale, fidanzato con un affascinante ragazzo dai capelli ricci, gli occhi color cioccolato e di nome Michael. Sarà amore a prima vista? Riusciranno a capire cosa provano e a prendere la decisione giusta?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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MARCO P.V.

Quanto in basso si poteva scendere prima di toccare il fondo? Beh sicuramente io lo avevo toccato e ci avrei scommesso almeno un paio di dita che l'avevo anche oltrepassato.
Ogni bicchiere che bevevo mi faceva scendere sempre di più in una spirale di depressione e rabbia furente che non aveva intenzione di scendere, qualsiasi cosa io facessi.
“Che ne dici di un altro giro?” mi domandò una voce lì accanto ed io girai faticosamente la testa, per ritrovarmi davanti ad un ragazzo dallo sguardo lascivo.
La mia testa ciondolò a destra e a sinistra mentre riflettevo su ciò che dovevo fare: avrei potuto dirgli di sì, prendermi una sbornia ancora più grande e forse anche andarci a letto, ma una parte di me non voleva perdere quel poco di dignità e amor proprio che mi era rimasto.
“Sarebbe la giusta soluzione, ma non posso.” biascicai, prendendo la giacca appoggiata sulla sedia.
Con fatica appoggiai una banconota da venti sul bancone e barcollando uscii dal bar, sentendomi piccolo e sporco sotto gli sguardi della gente.
Sapevo che cosa vedevano: un ragazzo che aveva smarrito la propria via e che si sbronzava già di mattina.
I passanti si sbrigavano a passarmi davanti senza guardarmi, lasciando che restassi su un angolino con la testa pulsante tra le mani...tutti, tranne uno.
Era un uomo che non poteva affatto passare inosservato, con quei suoi occhioni di un colore indefinibile: era il colore dell'alba, quando la luna guardava per l'ultima volta il cielo, prima di lasciarlo al sole, era il colore delle macchioline sul muro dopo che guardavi per tanto tempo la luce, di un blu troppo intenso per esistere.
Quei suoi bellissimi occhi mi fissarono con nostalgia e soddisfazione ed io non potei far altro che rimanere a guardarlo, il corpo e la mente pietrificati dalla paura mentre avanzava con sicurezza, quasi gustando il terrore nel mio sguardo.
“E così è questo che hai fatto da quando ci siamo lasciati? Sei ancora così sconvolto?” domandò ed io chiusi gli occhi al suono di quella voce così dolorosamente familiare.
Avevo provato a dimenticarlo, lo avevo voluto con ogni fibra del mio essere, eppure era impossibile, una persona così non si poteva scordare, nemmeno volendolo.
Era subdolo, si era infiltrato sotto la mia pelle con un sorriso sornione, aveva catturato il mio interesse con una semplice carezza e mi aveva completamente stregato con un piccolo bacio.
Il giorno in cui gli avevo concesso me stesso, fu il giorno in cui tutta la mia vita era stata distrutta: non avevo più libertà, la mia giornata iniziava e finiva con lui.
Non mi permetteva di fare nulla, se avesse potuto mi avrebbe rinchiuso in una stanza per tenermi solo per sé: il suo comportamento era ben oltre la gelosia, era ossessione pura e ogni volta che tentavo di riottenere la mia libertà, lui ricorreva alle maniere forti.
Mi costrinsi ad aprire gli occhi e ribattei:”Che cosa vuoi Ian? Ne ho abbastanza di te.” Lui però non si lasciò abbattere dalle mie parole e appoggiò le sue grandi mani calde sulle mie guance.
“Sappiamo entrambi che non è così. Voglio te Marco, ti ho sempre voluto e tu sai che io ottengo sempre ciò che voglio.” spiegò semplicemente, come se stesse parlando del tempo.
Non riuscivo a muovere la testa, quindi non potei fare altro che guardare i suoi occhi, cercando di non soffermarmi troppo sulle bellissime sfumature delle sue iridi.
“Tu non fai più parte della mia vita, sono stanco di sopportare i tuoi capricci! Perché non capisci che non sono mai stato felice con te?” urlai e il suo sguardo si incrinò leggermente, prima di riprendere la consueta sfumatura di sicurezza.
“Capisco che tu abbia sofferto molto, e mi dispiace. Tutto ciò che volevo e voglio ancora è farti felice. Permettimi di provare un'altra volta.” supplicò, stringendomi le mani, una sfumatura di urgenza nella sua voce.
Erano passati mesi dall'ultima volta che avevo sentito la sua voce, che lo avevo visto, eppure non riuscivo ad essergli indifferente, mi si leggeva in faccia che ero titubante e lui sfruttò la mia debolezza, come d'altronde fece sempre.
Con il dorso della mano mi accarezzò la guancia, per poi scendere sul collo e infine poggiarsi sul mio petto, all'altezza del cuore.
“Puoi negarlo quanto vuoi, ma il tuo cuore batte forte. Non puoi mentirmi Marco, so che mi desideri.” Sussurrò, la voce più dolce del miele stesso.
Ed era così, mentre diceva quelle parole io sentii un brivido percorrermi il corpo e la mia mente riusciva solo a pensare ad abbracciarlo, baciarlo, farlo mio un'altra volta.
La mia bocca era arida e sapevo che nei miei occhi lui poteva leggere il desiderio perché uno scintillio di soddisfazione comparve nei suoi.
Proprio mentre le sue labbra, leggermente inumidite dalla punta della lingua che le aveva appena toccate, si avvicinavano alle mie, il suono del cellulare ci interruppe-
Battei un paio di volte le palpebre, spezzando l'incantesimo che ci univa e passandomi una mano sul viso cercati a tastoni il telefono nelle tasche, rispondendo con voce affannata.
Marco? Senti lo so che sei arrabbiato e sicuramente sono l'ultima persona al mondo con cui tu vuoi parlare in questo momento, ma rimandiamo a dopo il momento in cui mi manderai a fanculo. Ian è tornato, ha spedito un pacco per te.
La voce preoccupata di Jason era come un balsamo per il mio corpo in preda agli ormoni e quasi tirai un sospiro di sollievo, ma subito dopo mi sentii pervadere dalla vergogna.
Mi ero comportato come un bambino che vede i propri genitori baciarsi e si sente tradito e abbandonato: non lo meritava, non potevo trattare male il mio migliore amico.
Sono stato un idiota Jas, ma hai ragione, rimandiamo a dopo il momento in cui TU mi manderai a fanculo e io ci andrò molto volentieri. Sì, lo so...rimani a casa, io torno subito.”
Sono abituato a te e alle tue cazzate, stai tranquillo. Lo sai? Non dirmi che ti ha già trovato?
Mentalmente mi morsi la lingua al suono della sua voce diventata acuta per la paura: ma quando avrei imparato a tappare quella fogna che avevo al posto della bocca?
Ne parliamo a casa, fidati di me.” 
D'accordo, ma se tra 10 minuti non ti vedo ti giuro che ti troverò e ti prenderò a mazzate.
Su quell'ultima minaccia chiusi la conversazione, con un sorriso divertito che scomparve immediatamente davanti all'espressione di Ian.
Conoscevo quell'espressione, era la stessa che faceva quando andavo da qualche parte senza dirglielo, quando lo lasciavo da parte.
“Frequenti ancora Jason?” sibilò ed io alzai leggermente il mento, essendomi ripromesso di non fargli vedere la mia paura.
“Io frequento chi voglio. Se tu fossi stato anche solo la metà di quello che è Jason, forse ora staremmo ancora insieme. È il mio migliore amico Ian!” urlai e lui rimase a fissarmi con un'espressione indecifrabile negli occhi diventati ormai quasi neri per la rabbia.
“Tu sei mio, ricordatelo.” ringhiò e con un ultima carezza se ne andò, senza girarsi, lasciandomi lì a guardare la sua schiena scomparire in mezzo alla gente.




 

PRESENTAZIONI -

Siamo due ragazze a dirigere questa fanfiction.
 Io sono Kelly, e mi occuperò della pubblicazione e della grafica dei capitoli (forse più in là anche della scrittura vera e propria).
 Alice, la scrittrice di questi primi capitoli, nonché mia migliore amica: lei si occuperà della stesura della storia e di rispondere alle recensioni.
Speriamo entrambe la fanfiction sia di vostro gradimento :3 se avete consigli, o curiosità, chiedete pure!
Al prossimo capitolo! 



▶ Se vi va, cliccate QUI per vedere un mio video su Marco e Mika! *piccola anteprima*

  
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