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Autore: FlaviaFilippelli    06/04/2014    0 recensioni
Una semplice ragazza.
Un ragazzo.
Un'incidente.
Una lettera.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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E finalmente un’altra giornata di università, se n’era andata.
Fuori quell’edificio si sentivano urli, stramazzi, risate, di tutto..

Salutai il mio migliore amico, Jake.
«Ciao Jake, oggi vieni a casa con me?»
«No, non posso devo andare a casa di mia zia, tra un po’ verrà a prendermi mia madre, scusami.» mi sorrise <
La mamma di Jake è molto legata a sua sorella, tre volte alla settimana vanno da lei, e anche Jake è davvero legato a sua zia, da piccolo gli aveva fatto da seconda mamma.
Katie, non può avere figli, quindi suo nipote, Jake, era come un figlio per lei, se dovesse perderlo, non credo andrebbe più avanti.
Mi piace il rapporto che c’è tra loro.

Mentre tornavo a casa chiamai la mia migliore amica, Jessie.
«Ciao Jess, cos’avevi oggi? Ho fatto qualcosa?»
«Ciao Ally,no, tu non centri.
Ti spiego domani, penso non sia il caso di dirtelo per telefono..»
«Jess, devo preoccuparmi?»
«No, no. Va tutto bene..Ci sentiamo domani, ciao.»
Attaccò.
Cosa stava succedendo? Bhè, lo avrei scoperto domani.

Stavo camminando tranquillamente a testa bassa per la strada che portava a casa mia, quando sentii due occhi addosso, così alzai gli occhi e vidi un ragazzo appoggiato ad un muretto.
Era alto, capelli castano chiaro, occhi sul verde e indossava un giubbotto nero.
Mi stava letteralmente fissando..
«Hei, bellezza.» mi disse «Ciao.» feci io «Come ti chiami, dolcezza?» «Ally» gli dissi non curante «Io sono Mike,piacere.» disse porgendomi la mano, io non gliela strinsi, e continuai per la strada verso casa.

Dopo un po’ di strada, mi accorsi che mi seguiva.
«Mi stai per caso seguendo?» «Io? No!» «Si invece» «Vuoi sapere dove abito?!»
«Non ci tengo, grazie. Mi stai facendo perdere tempo.» «E dai, tanto siamo arrivati, abito lì.» disse puntando il dito verso una casa, che, mi era abbastanza familiare, ma aspetta. Quella è casa mia. «Non è possibile. Quella è casa mia!» «Ah, quindi tu sei Allison McGuire?» «Si, sono io.» «Io sono Michael, Michael Brinley. Charlotte non ti ha mai parlato di me?» «No, io e mia sorella non parliamo molto spesso..Comunque, chi sei?» «Sono un suo amico. Mi sono trasferito qui da poco e mi ha ospitato a casa sua, che è anche casa tua.» sorrise. «Mi prendi in giro?» «No, perché dovrei? Allora, vogliamo andare?» «No, grazie. Mi farò ospitare da qualche mia amica finché non te ne sarai andato.» feci per andarmene quando mi bloccò per un braccio. «Mi spieghi cosa ti ho fatto? Ci conosciamo appena!» «Cosa mi hai fatto?! Ci incontriamo per strada, così, per caso e dici di vivere a casa mia, quando io non ne so nulla. Ecco cosa mi hai fatto.» «Ma non è colpa mia, pensavo Charlie te lo avesse detto!» «..okay, scusa. E’ solo che non sono molto socievole.» «Non fa nulla, non preoccuparti. Ti va di ricominciare tutta da capo e andare a casa? » forse ero stata troppo “cattiva” con lui, forse aveva ragione, dovevamo ripartire daccapo. Mi limitai ad annuire e a sorridere.

Arrivammo a casa e non c’era nessuno, ma trovai un foglietto attaccato sul frigo con una calamita, che diceva:
«Sono andata al supermercato a comprare un paio di cose, visto che Mike starà per un po’ da noi. Ah, Michael starà in camera con te, sai che odio dormire con altre persone.
-Charlotte.»
Bene, devo anche dormire con lui, menomale che ho un letto matrimoniale.
Entrai in camera mia e c’era la porta socchiusa e sentii delle voci.
«..mmh, si. E’ una bella casa e non solo.» rise. «Si, Charlotte è molto simpatica, ma, è una mia amica, non mi piace, l’altra sorella invece è davvero bella..» rise di nuovo «No, no. Non preoccuparti. Ciao amico.»
Entrai in camera e c’era Michael steso sul letto.
«Ah, quindi questa è la tua camera?» mi disse sorridendo «Si, problemi?» «No, no. Nessun problema.» disse facendomi l’occhiolino.

Scendo in cucina ed inizio a preparare due panini. Dopo aver finito chiamo Michael.
«MICHAEL! Scendi, è pronto.» «Si, non urlare, sono qui, amore.» disse scendendo le scale.
«A-amore?» «E dai, è un nomignolo amichevole.» disse ridendo. Si mise a sedere e divorò il panino. «Sei molto affamato eh?» annuì ancora con il boccone in bocca. Io risi, e inizia anche io a mangiare io il mio panino. Dopo aver finito, misi un film, scelto da Michael.
Era horror e a me non piacciono molto. Passammo tutto il pomeriggio ridendo e scherzando. forse mi ero fatta una brutta impressione su di lui,era simpatico.

Verso le 10.00 mi venne un po’ di sonno, così decisi di andare in camera. Mi addormentai dopo pochi minuti, ma venni svegliata da delle voci.
«Mike, ma cosa ti salta in mente?!» «Charlie, aspetta fammi spiegare..» «No, non c’è nulla da spiegare. Sei ricercato dalla polizia ti rendi conto?!» «Charlie, io volevo dirtelo, ma non mi avresti parlato più, cioè era logico. Ora è meglio che ci dormiamo sopra, va bene?» «No! Non va nulla bene, hai rubato capisci?» «Quei soldi mi servivano!» «Si, ti servivano, ma non c’era bisogno di rubarli!» «Senti, ora è tutto risolto. Un mio amico ha spiegato tutto al sergente che è un suo parente, non sono più nei guai.» «Mike, non farlo mai più. Un giorno mi spiegherai perché lo hai fatto. Notte.» «Notte  Charlie.»
 
  
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