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Autore: _KyRa_    06/04/2014    5 recensioni
“Allora? Fatemi vedere questa enorme botta.” esordì con sana causticità mentre Tom la superava dirigendosi probabilmente verso la sua macchina. Bill fece una smorfia e seguì suo fratello.
“Riesci a non fare la scontrosa per un secondo?” mormorò Neal al suo orecchio mentre la affiancava.
“Viene piuttosto facile quando hai a che fare con degli idioti.” ribatté lei senza preoccuparsi di abbassare il tono.
Neal scosse la testa e gettò lo sguardo al cielo forse per invocare qualche santo che riuscisse a tapparle la bocca. Ma tutti sapevano che Liesel era fornita di una lingua piuttosto tagliente e che nulla sarebbe stato in grado di metterla a tacere.
Vide Tom piegarsi di fronte alla sua auto e sfiorare con le dita ciò che secondo lui poteva esserle recriminabile.
“Questo come lo chiami?” domandò il ragazzo con sfida lanciandole un'occhiata sardonica.
Liesel inarcò un sopracciglio e si avvicinò per scrutare la zona incriminata.
Oh.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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aaaaaaaaaaaa


4
Unexpected





Nel corso della sua vita Liesel aveva avuto occasione di crearsi qualche nemico. Uno di questi, l'emicrania.

Sollevò una palpebra e la richiuse, accecata dalla violenta luce che aveva deciso di oltrepassare le tende fino a ricordarle quanto vicino fosse l'arrivo di quella mattina. Insopportabili fitte le attraversavano il cranio rendendola molto più suscettibile di quanto già non fosse per natura ed un peso allo stomaco la portò ad abbassare lo sguardo sul suo addome.

Tatuaggi.

Sospirò e gettò nuovamente la testa sul cuscino. Morris non aveva ancora tolto il disturbo e come per magia gli eventi di quella nottata si rivelarono incredibilmente nitidi nella sua memoria. Alle quattro avevano abbandonato il Red, alle quattro e mezza avevano preso a rotolarsi fra le sue candide lenzuola – poteva giurare di aver ripassato tutto il manuale del Kamasutra, a giudicare anche dal dolore alla schiena – ed avevano concluso alle sei del mattino. A quel punto aveva deciso di concedersi un minimo di riposo pur consapevole di dover presentarsi al lavoro di lì a tre ore, fresca come una rosa.

Aveva timore della radiosveglia sul suo comodino. Ancor di più dei numeri lampeggianti su di essa. Il sonno aveva preso il sopravvento e si era persino dimenticata di attivare l'allarme.

Morris, al suo fianco, respirava pesantemente. Odiava dover svegliare la gente e soprattutto dover recitare la parte dell'amante dallo spirito libero che cacciava di casa le sue conquiste.

Hey.” borbottò picchiettandogli con un dito il braccio pesantemente abbandonato sul suo stomaco. Visto il fallimento di tale impresa, glielo scrollò con decisione.

Oh.” mugugnò il ragazzo guardandosi attorno come disorientato. “Che c'è?” le domandò quindi in un sussurro. La fronte aggrottata e gli occhi piccoli.

Ti avevo detto che avrei dovuto lavorare stamattina.” lo rimbeccò Liesel mentre sollevava un sopracciglio, piuttosto caustica. Odiava ripetersi. “Ti conviene levare le tende.” continuò quindi liberandosi dalla sua presa per sedersi sul materasso. Il lenzuolo le era caduto al bacino ma non si premurò di ricoprirsi.

Mi stai cacciando?” ridacchiò il ragazzo sollevandosi sui gomiti per osservare meglio il suo profilo. I capelli arruffati.

Hai capito bene.” sorrise con sarcasmo la bruna prima di alzarsi dal letto e recuperare dei vestiti puliti. “Devo farmi la doccia alla velocità della luce.” Solo in quel momento ebbe il coraggio di gettare un'occhiata all'orologio. Si sentì quasi mancare nello scorgere un otto ed un trentadue. “Forse no.” si corresse cercando di mantenere una certa calma. Gli diede le spalle, per niente intimorita da quello sguardo famelico sul suo corpo nudo, e prese a frugare fra i cassetti della biancheria intima.

Mi lasci il numero?” lo udì parlare. Si immobilizzò per un attimo prima di voltarsi di nuovo verso di lui, ora seduto sul materasso ed uno sguardo in paziente attesa.

Sei uno di quei ragazzi che tampinano di telefonate?” chiese senza mezze misure.

Dapprima sorpreso da tale domanda, si lasciò poi andare ad un sorriso.

No.” rispose tranquillo.

Allora lasciami il tuo sul comodino.” concluse lei prima di voltarsi di nuovo alla ricerca degli slip.

Paura delle relazioni?” si informò Morris con tono chiaramente divertito mentre lo sentiva trafficare con un pezzo di carta.

Ho semplicemente imparato a tenermi alla larga dagli uomini dopo una spiacevole delusione amorosa.” ribatté lei, intenta ad indossare un paio di jeans aderenti.

Vuoi farcela pagare?” sorrise di nuovo il biondo mentre posava un biglietto sul suo comodino. Lo vide alzarsi dal letto e recuperare i boxer dal fondo del materasso.

No.” scrollò le spalle Liesel. “Voglio solo dedicarmi un po' a me stessa ed evitare qualsiasi coinvolgimento emotivo per risparmiarmi altri inconvenienti.”

Morris si lasciò andare ad un'espressione fintamente impressionata.

Un po' drastico, no?”

Preferisco previdente.”

Non voleva essere costretta ad approfondire un sentimento di pura rabbia nei confronti dell'intero genere maschile – escluso Neal – ad una persona di cui non sapeva nulla se non che se la cavava eccellentemente a letto. Erano cose private di cui solo Neal era a conoscenza e tali dovevano rimanere.

Dopo essersi data una sciacquata al viso e lavata i denti lo esortò ad abbandonare la sua stanza.

Nel momento stesso in cui scesero le scale udì forte e chiaro il rumore di una chiave che ruotava all'interno della serratura. Prima ancora che Liesel potesse chiedersi se fosse Neal – cosa inevitabile visto e considerato che era l'unico ad avere una copia delle chiavi – il ragazzo fece il suo ingresso in casa.

Trascorsero pochi attimi di silenzio in cui i tre si scambiarono occhiate incuriosite fino a che Neal non richiuse la porta alle sue spalle.

Non dovevi essere al lavoro?” domandò la bruna del tutto confusa.

Ho un servizio solo alle dieci e ho pensato di passare un momento a casa.” rispose l'amico spostando lo sguardo da lei a Morris, il quale era ancora immobile accanto alla ragazza.

Una delle tante fortune del lavoro di Neal. Era lui a gestirsi orari, appuntamenti ed intere giornate. Organizzare settimane di vacanza era sempre stato per lui un gioco da ragazzi al contrario di Liesel che doveva sottostare a chiari ordini e regole.

Beh, io toglierei il disturbo.” intervenne a quel punto Morris grattandosi con fare impacciato la nuca. “Ci si vede.” disse poi a Liesel prima di passare affianco a Neal con un semi-sorriso ed uscire di casa.

Neal, che aveva seguito non con poco interesse ogni movimento del sedere del biondino, si voltò nuovamente verso Liesel con espressione sorpresa e compiaciuta al tempo stesso.

I miei complimenti.” esclamò posando le chiavi sulla ribaltina. “Niente male il tipo.”

Liesel fece un gesto svogliato con la mano come la cosa non la toccasse.

Sono in un ritardo mostruoso.” borbottò affrettandosi a recuperare borsa e chiavi della macchina.

Lo sai che voglio i dettagli più sconci a pranzo.” le ricordò il ragazzo con la malizia negli occhi nonostante non la guardasse nemmeno.

A dopo.” farfugliò la bruna prima di chiudersi la porta alle spalle.

Corse lungo il vialetto fino a salire a bordo della sua Opel.

Quelle nottate riuscivano sempre a sconvolgerle i piani.

Mise in moto ed abbandonò casa alla velocità della luce.

Per un momento si chiese se Tom, Bob, come diavolo si chiamava, avesse agito concretamente con la constatazione amichevole che era stata costretta a compilare. Ormai aspettava la telefonata della sua assicurazione che le ricordasse quanto odiava quei gemelli che nemmeno conosceva.

Abbandonò l'auto in quello che nemmeno lontanamente poteva somigliare ad un parcheggio e si affrettò a salire le scale dell'azienda.

Hey.” mormorò Samantha, immobile davanti all'ascensore con l'aria di chi aveva appena fatto ritorno da una corrida. I capelli più scompigliati del solito, le enormi borse sotto gli occhi a mezz'asta e la reattività di un'ameba erano chiari indizi di una notte trascorsa in bianco.

Ti trovo bene.” fece ironica la bruna non appena la affiancò in paziente attesa.

Non che tu sia messa tanto meglio.” ribatté l'amica senza guardarla. “Almeno se la cava?” le domandò poi senza mezzi termini tornando a gettarle gli occhi stanchi addosso.

Ne è valsa la pena.” scrollò le spalle Liesel prima che entrambe finalmente facessero il proprio ingresso in ascensore.

Io mi sono trovata Max ubriaco sotto casa.” parlò di nuovo Samantha quando le ante si chiusero davanti ai loro sguardi.

Liesel non le chiese nulla a riguardo. Sapeva che si erano rimessi insieme come da copione.

Al din dell'ascensore, uscirono incamminandosi lungo il corridoio.

A dopo.” le disse per poi sedersi alla scrivania. Samantha le fece un cenno con il capo e sparì dietro l'angolo.

Con un gran sospiro si apprestò a recuperare un foglio bianco dal cassetto ed una matita ben temperata. Non era in grado di prevedere cosa la sua mente potesse partorire quella mattina, soprattutto dopo la notte movimentata, ma aveva scelto in ogni caso di fingere di essere ancora provvista di buona volontà.

Abbozzò lo scheletro di quello che avrebbe dovuto essere un abito da sposa ma – come quello stesso disegno le avesse letto nel pensiero – vi sfregò una gomma sopra, facendolo sparire.

Lei non credeva nel matrimonio. Preferiva dire fosse una forma di allergia cui non poteva porre rimedio. Odiava i matrimoni, odiava l'ipocrisia che vi si nascondeva, odiava i motivi economici che spesso e volentieri facevano da benzina. Lei non si sarebbe mai sposata, nemmeno avesse trovato l'uomo della sua vita.

Fece una smorfia a tale pensiero.

Ormai aveva talmente tanto perso la fiducia nel genere maschile che anche solamente ipotizzarlo era utopia.

L'unico matrimonio che aveva visto funzionare – almeno per il momento – era stato quello di sua madre e Phil. Dopo la fuga di suo padre e le corna che il suo ex fidanzato aveva ben pensato di piantarle in testa dopo anni di relazione apparentemente perfetta, Liesel aveva smesso di credere che il principe azzurro arrivasse sul suo cavallo bianco. A dire il vero, non vi aveva mai creduto nemmeno prima; aveva semplicemente rafforzato la sua teoria. Ognuno a casa propria a dirigere la propria vita, quello era il suo punto fermo da qualche tempo e non l'avrebbe nemmeno modificato o cancellato per nessuno.

Liesel?”

La voce della segretaria, Jenna – una giovane ragazza di diciannove anni, ancora alle prime armi in quell'ambiente – le giunse delicata alle orecchie ricordandole di trovarsi in ufficio con un foglio ancora bianco sotto il naso ed una matita in mano che attendeva di essere finalmente utilizzata.

Sì?” le rispose gentilmente.

Kate e Laura ti vorrebbero nel loro studio.”

Come dopo un colpo in testa, Liesel si alzò immediatamente dalla sedia, curiosa di sapere quale fosse il motivo di quella chiamata. Che vi fosse qualche novità sulla sua linea?

Grazie.” le disse prima di uscire dall'ufficio ed attraversare le enormi vetrate. Bussò come sempre alla porta aperta.

Eccoti.” sorrise Laura. “Volevamo riferirti qualche novità che dovrebbe farti particolarmente piacere.” Liesel – il cuore martellante – si sedette di fronte a loro. “Prima di tutto, siamo fiere di annunciarti che la linea uomo si farà.” Liesel si lasciò andare ad un sorriso radioso, più eccitata che mai. “Siamo molto soddisfatte dei tuoi lavori e troviamo che ne valga la pena.”

Grazie.” annuì la bruna.

Seconda cosa.” parlò Kate. “Essendo una nuova linea, verrà presentata con una sfilata.” Liesel percepì un brivido lungo la schiena. “Tale sfilata si terrà a New York.”

Oh bontà divina.

La data è ancora da stabilire.” spiegò di nuovo Laura. “Ma, a grandi linee, sarà il prossimo mese.”

Liesel era frastornata. Stava accadendo tutto così velocemente.

Infine...” ricominciò Kate. “Come ben sai, da anni collaboriamo con Vogue.” A quel nome, Liesel deglutì. “Ovviamente i capi saranno esposti anche nella rivista con un servizio fotografico del quale si occuperà la redazione.”

Servizio che, ne era certa, avrebbe realizzato Neal. Già in precedenza si era impegnato per Vogue.

Il tuo compito è quello di realizzare materialmente i capi da te disegnati non appena si conosceranno i modelli per le misure necessarie.” Liesel si chiese da dove giungesse tutta quell'improvvisa fortuna. Non poteva credere alle proprie orecchie. “Con l'ausilio dei tuoi colleghi ovviamente.”

Siamo sicure che farai un ottimo lavoro.”

Era convinta di dover ancora metabolizzare tutto quanto ma annuì in ogni caso.

Per ora è tutto.” sorrise Laura. “Non appena sapremo qualcosa di più te lo riferiremo.”

Grazie.” ripeté come il suo vocabolario disponesse solamente di quella parola.

Aveva da sempre ritenuto che quando la fortuna manifestava la propria presenza – in quei rari casi di benevolenza – la cosa migliore da fare era prenderne atto e non guastare il tutto con inutili discorsi. Motivo per cui si alzò dalla sedia con un semplice e lieve sorriso ad illuminarle il volto, ora più rilassato.





***





Era stato convocato nel prestigioso ufficio di Vogue per discutere sopra un presunto nuovo progetto che lo riguardava da vicino. Da tempo la curiosità era passata in secondo piano, visto e considerato che tutte le soddisfazioni di cui potesse godere erano già state sperimentate. Una chiamata da parte di Vogue – per un comune mortale motivo di incredibile euforia – per lui rappresentava solamente una piacevole routine.

La direttrice Anna Wintour sedeva di fronte a lui con fare estremamente serio e professionale, reduce da un lungo discorso che chiarisse a Neal il motivo di tale colloquio.

Un servizio per la nuova linea uomo di Liesel Petrova?” fu la sua domanda retorica, giusto per assicurarsi che avesse capito bene. Sorrise non appena Anna annuì. La sua migliore amica stava ottenendo tante meritate gratificazioni e non vedeva l'ora di tornare a casa e festeggiare con lei. “Quindi ho libera scelta per quanto riguarda i modelli?”

Se riuscissi a contattare qualche personaggio televisivo sarebbe meglio.”

Un campanello d'allarme prese a suonare nella sua testa. I suoi pensieri erano planati a grande velocità sui gemelli Kaulitz. Aveva già avuto occasione di riferire loro che li avrebbe volentieri sottoposti ad un nuovo servizio poiché tremendamente fotogenici ed affascinanti. Sembrava l'occasione perfetta nonostante sapesse che Liesel non avrebbe esitato a tagliargli la testa.

Perfetto.” annuì convinto.





***





Era decisamente abituato alla bizzarria che lo caratterizzava da ventiquattro anni ma quando si rese conto di aver dormito in bagno qualcosa gli disse che questa si era ulteriormente evoluta.

I muscoli della schiena – poggiata da tutta la notte al freddo muro in piastrelle bianche – gridavano aiuto indolenziti ed un mal di testa lacerante lo stava dilaniando. Era stato il suo cellulare, ancora nella tasca dei jeans, a svegliarlo. L'improvvisa vibrazione alla gamba l'aveva fatto sobbalzare riportandolo alla realtà con una velocità inaudita. Doveva ancora regolarizzare il battito accelerato del suo cuore, vittima di uno spavento.

Con un grande sospiro si sfregò gli occhi appesantiti dal sonno per poi recuperare l'oggetto malefico che ancora squillava imperterrito. Aggrottò la fronte quando lesse il nome di David sullo schermo.

Pronto.” borbottò sfregandosi il viso quasi con disperazione.

Considerata la tua bellissima voce mattutina, deduco abbiate fatto baldoria ieri sera.”

Considerato il mio risveglio in bagno, direi lo stesso. Fu solamente un tacito pensiero che si guardò bene dal pronunciare. David era di larghe vedute ma quella mattina non aveva decisamente voglia di dare spiegazioni.

Che cazzo di ore sono?” mugugnò guardandosi attorno come potesse trovare un orologio, completamente dimentico di avere il cellulare a portata di mano.

Da voi è mezzogiorno.”

Tom inarcò un sopracciglio. Credeva fosse ancora l'alba.

Quindi lì sono le...” fece una smorfia mentre si sforzava di mettere in moto il cervello e aggiungere un dannato nove al dodici. In quel momento sembrava la cosa più difficile del mondo.

Le nove di sera, Tom.” gli venne in contro il manager.

Giusto.” mormorò il chitarrista per poi aggrapparsi con una mano al lavello nella vana impresa di alzarsi dal pavimento decisamente poco comodo per la sua schiena.

Una volta in piedi – non senza qualche barcollio – si diede un'occhiata allo specchio. I capelli erano raggruppati in una coda ormai sfatta e ciocche nere gli cadevano davanti agli occhi completamente arruffate. Il viso segnato da profonde occhiaie bluastre fu un futile dettaglio se paragonato all'aria sbattuta che lo avvolgeva.

Se ti parlo di lavoro, riesci a capire?” gli domandò con chiaro sarcasmo David portandolo a fare un'altra smorfia.

Ci provo.”

Poggiò il cellulare sul ripiano accanto al lavandino ed attivò il viva-voce. Aprì il rubinetto dell'acqua.

Dunque, mi ha... Stai facendo pipì?

Tom sollevò gli occhi al soffitto con fare disperato.

Mi sto lavando la faccia, David.” bofonchiò prima di rinfrescarsi finalmente il viso.

Dicevo...” si schiarì la voce il manager. “Mi ha chiamato Neal Evans.”

Per quanto si sforzasse di ricordare, quel nome proprio non voleva trovare un'identità nella sua memoria.

Ricordami chi è.” disse per poi nascondere il volto bagnato in un asciugamano.

Il fotografo.” Il moro si illuminò, ora conscio. L'amico della teppista, ricordò la sua mente. “Mi ha detto che gli siete piaciuti particolarmente e vorrebbe fotografarvi di nuovo.”

Sì, ce l'aveva già detto.” confermò mentre spremeva un po' di dentifricio sullo spazzolino.

Vi ha detto anche che vi vorrebbe per Vogue?

Tom immobilizzò lo spazzolino a mezz'aria, sorpreso.

No, questo gli è sfuggito.” fece poi prendendo a spazzolarsi i denti con vigore.

Beh pare che Vogue voglia lanciare la nuova linea uomo, di marchio Rodarte, di una certa Liesel Petrova e –

Tom sputò immediatamente la schiuma nel lavabo.

Di chi?” domandò confuso. Aveva sentito bene?

Liesel Petrova.” ripeté il manager pazientemente.

Si lasciò scappare un sorrisetto scuotendo appena la testa.

L'ironia della sorte. Non immaginava che quella pazza psicopatica fosse una stilista e anche di alto livello. L'avrebbe vista meglio come pilota di auto da corsa o qualcosa di simile.

Si sciacquò la bocca con il getto d'acqua e chiuse il rubinetto. Una volta che anche le mani furono perfettamente asciutte, recuperò il telefono e disattivò il viva-voce.

La conosco.” si limitò a dire. “È quella che mi ha distrutto la macchina.” decise di enfatizzare.

Bene.” esclamò ironico l'uomo. “Mi sembra un ottimo inizio.” Tom borbottò un qualcosa che nemmeno lui seppe decifrare. “Ad ogni modo, ti lascio il numero di telefono di Neal così potete parlarne e mettervi d'accordo. Secondo me è una bellissima occasione per apparire di nuovo dopo DSDS, almeno in parte.” Tom annuì pensieroso, come David lo potesse vedere. Effettivamente da quando lui e Bill avevano deciso di trasferirsi a Los Angeles e prendersi un periodo piuttosto lungo di pausa, la notorietà era per forza di cose andata a calare. Nonostante tutto, l'affetto di gran parte delle loro fiduciose fan era rimasto immutato, motivo per cui provavano un gran sentimento di gratitudine nei loro confronti ed una voglia di non deluderle che non erano nemmeno in grado di quantificare. Forse apparire in un servizio fotografico – per Vogue oltretutto – sarebbe stato un modo per dire 'Siamo ancora vivi e stiamo lavorando per voi, abbiate fiducia'. “Comunque ora ti lascio al tuo traumatico risveglio. Fatemi sapere tutto, d'accordo?” continuò David.

Sì.” confermò lui.

Ciao, Tom.”

Chiuse la telefonata e fece un sospiro di circostanza. Aveva bisogno di una bella doccia rinfrescante ma prima di soddisfare i suoi bisogni uscì dal bagno per dirigersi verso la stanza di suo fratello. Fece il proprio ingresso come sempre senza bussare – non che avesse mai rappresentato un problema – e riducendo gli occhi a due mezzelune cercò di farsi strada nell'oscurità. Riconobbe il tasto della tapparella automatica e non esitò nel pigiarlo così che qualche raggio di luce illuminasse la stanza a soqquadro.

Non riuscì a trattenere una risata nel mettere a fuoco la figura del vocalist davanti a sé. Bill dormiva di sasso, steso con la pancia sul materasso, goffamente abbracciato ad un ammasso di morbidi cuscini ed un rivolo di bava – ormai asciutta – a tracciare uno strano percorso dalla bocca alla federa. Tutto nella norma se non fosse stato completamente nudo – il suo prezioso e roseo sedere all'aria a testimoniare.

Soffocando un attacco di ridarella improvviso, prese a punzecchiargli l'indice contro una natica.

Bill.” lo chiamò. Il fratello non reagì. “Bill?” ripeté pazientemente, ora scuotendolo dalla spalla. Se non fosse stato per il suo pesante respiro, si sarebbe fatto prendere dal panico credendolo morto. “Bill!” urlò quella volta, persa la pazienza, e sorrise nel constatare che aveva funzionato.

Il biondo sollevò di scatto la testa prendendo a guardarsi attorno con occhi piccoli.

Che succede?” domandò spaurito.

Ti hanno stuprato o hai deciso di far prendere un po' d'aria al culo?” sollevò un sopracciglio con sarcasmo il chitarrista godendosi quella fantastica scena di suo fratello che cercava di ricreare un contatto con la realtà.

Cosa vai blaterando?” mugugnò il vocalist mentre si stiracchiava appena con la faccia nascosta nel cuscino. “Fammi dormire, cazzo.”

È mezzogiorno e ha chiamato David, direi che faresti meglio ad alzarti.”

Che voleva David?” si informò il gemello senza sollevare il viso e rendendo in questo modo la sua voce ovattata.

Te lo dico quando ti degni di sollevare quelle tue preziosissime chiappe dal letto. Per quanto possa eccitare molte ragazze l'idea di vederti completamente nudo, io preferivo vivere nell'ignoranza.”

Bill finalmente sollevò il viso dal cuscino e con la fronte aggrottata si voltò in direzione del suo didietro.

Dove cazzo sono le mie mutande?” domandò esterrefatto.

Mi aspettavo che almeno tu lo sapessi.” commentò Tom ironico. Sbuffando sonoramente Bill si mise a sedere, questa volta in direzione di suo fratello che inorridì alla vista dei suoi gioielli di famiglia all'aria. “Diamine, fratello! Copriti!”

Come non avessimo mai fatto docce insieme.” borbottò Bill coprendosi il bacino con il lenzuolo.

Avevamo cinque anni.” ribatté il chitarrista. “Ad ogni modo, mi ha dato il numero di Neal, il fotografo.”

Perché?” domandò confuso il biondo mentre si sfregava un occhio. “Avevo capito che avesse tendenze omosessuali ma che addirittura David gli desse –”

È per lavoro, idiota.” lo interruppe il moro dopo aver sollevato gli occhi al soffitto con fare sconfortato. “Ci vuole per Vogue.”

Lo sguardo di Bill si illuminò di pura sorpresa ed eccitazione, esattamente come Tom aveva previsto.

Così suona già diversamente.” commentò interessato.

Gli serviamo come modelli per una nuova linea uomo Rodarte.”

Adoro Rodarte!” esclamò Bill entusiasta.

Sì e scommetto che adorerai anche colei che ha ideato questa linea.” sorrise ambiguamente il chitarrista. Allo sguardo accigliato del fratello, decise di chiarire. “La pazza psicopatica, attentatrice di auto.”

Il biondo lo scrutò per qualche attimo, basito.

Sei serio?” domandò come un pesce in un acquario.

Come la morte.”

E da quando fa la stilista?”

Pare da sempre.” Sospirò appena. “Comunque, alzati e cerca di riprenderti, sei orribile stamattina. Così chiamiamo questo Neal per metterci d'accordo.”





***





Ma che cosa ti devo dire?! Se la cava!”

Sbuffò per l'ennesima volta mentre si apprestava a mescolare la pasta intenta a cuocersi nell'acqua sotto le domande del tutto indiscrete del suo migliore amico circa le doti fisiche ed il talento sessuale di Morris.

Tutto qui? Non vai mai con uno che se la cava e basta.” commentò con malcelata malizia il biondo, alle sue spalle.

Se la cava egregiamente, contento?”

No.” sorrise Neal per poi affiancarla. “Voglio i dettagli.”

Tu stai male.”

E dai! Io ti racconto i miei!”

Ma non ti ho mai chiesto di farlo!”

Non ti sei mai tappata le orecchie però.” Liesel sospirò affranta. “Mi sembrava ben messo fisicamente, no?”

A cosa ti riferisci?”

Solo al fisico in generale, porcellina.”

Io sarei la porcellina?!” Lei e Neal avevano sempre condiviso tutto nella loro vita, senza alcun tipo di tabù. Eppure riteneva esistessero ancora quelle poche cose che preferiva mantenere private poiché ormai scarseggiavano. Neal sapeva tutto della sua esistenza – non che questo le dispiacesse – e voleva che almeno la sua vita sessuale – quel poco che le era rimasto di privato – rimanesse tale. Il che era piuttosto retorico dato che, in ogni caso, il ragazzo sapeva sempre quando e con chi faceva sesso. “Comunque sì, era ben messo.”

Ora tu a cosa ti riferisci?” fece il ragazzo furbescamente.

Neal, giuro che ti infilo il mestolo nel culo.” lo minacciò stringendolo in mano mentre continuava a girare la pasta.

Adoro la tua finezza.” la prese in giro lui. “E poi, potrebbe essere piacevole.” aggiunse con malizia sotto il suo sguardo quasi scioccato.

L'improvvisa suoneria del cellulare di Neal interruppe quell'infinito botta e risposta.

Dio ti ringrazio!” esclamò la mora, finalmente libera dalle grinfie dell'amico.

Non credere, continuiamo dopo. Pronto?” rispose senza abbandonare la cucina. “Ah, ciao, Tom!” Liesel mollò immediatamente il mestolo e si avvicinò a Neal con aria sospettosa. “Sì, ho sentito il tuo manager stamattina.” sorrise il ragazzo mentre la mora lo scrutava sempre più minacciosa. Cosa diamine stava confabulando con quell'idiota? Liesel cominciò a gesticolare e sbracciarsi con l'intento di fargli inserire il viva-voce scatenando così l'ilarità di Neal, cosa che la innervosì ancora di più. Solamente il fatto che il riccone avesse il suo numero di telefono era qualcosa da dimenticare ed anche con una certa urgenza. Da quando erano entrati così in confidenza? Perché aveva il suo numero? Perché gli aveva telefonato? “Ah, bene!” annuì Neal con fare inspiegabilmente soddisfatto.

Liesel provò ad attaccare il proprio orecchio al suo cellulare – con l'intento di udire una semplice parola che potesse farle comprendere di cosa stessero blaterando – ma Neal si allontanò.

Neal, che cazzo!” sbatté un piede per terra la ragazza, terribilmente curiosa.

Sì.” continuò ad ignorarla l'amico. “No, lei ancora non lo sa.” sorrise poi con malizia nella sua direzione.

Se Liesel fosse stata in possesso di antenne, si sarebbero drizzate immediatamente.

Che cosa non so? Che cazzo non so?!” esclamò velocemente questa volta ad alta voce senza preoccuparsi del fatto che la potesse udire il chitarrista. Cominciava seriamente a preoccuparsi. “Neal, passami l'idiota!”

Sì, è qui.” ridacchiò il biondo cercando di sfuggire dai suoi inutili tentativi di afferrargli il cellulare.

Neal, giuro sul mio lavoro che se non mi dai immediatamente il telefono ti ritroverai le valigie fuori di casa!”

No, non ha il ciclo. È così da ventitré anni.”

Mi prendete anche per il culo?! Vado a farti le valigie!” sbraitò infine facendo per uscire dalla cucina. “Neal, sto andando!” lo minacciò ancora una volta sotto le risate dell'amico.

D'accordo, te lo passo!” si arrese il biondo con disperazione. “Scusala.” mormorò ancora a Tom prima che Liesel gli strappasse il telefono di mano.

Senti tu, mangiacrauti che non sei altro, che diavolo state confabulando alle mie spalle?” parlò senza nemmeno riflettere sotto lo sguardo contrariato di Neal.

Ti svegli sempre così di buonumore, Bulgaria?” le domandò il ragazzo dall'altro capo del telefono.

Per tua sfortuna, sì. Allora?” insistette battendo un piede a terra in un ritmo per niente musicale e con evidente impazienza. Si sentiva particolarmente irritata, ancor di più se presa in giro.

Puoi fartelo spiegare tranquillamente da Neal.” ribatté placidamente il moro. Poteva sentire il fumo uscire dalle orecchie. “Indizio: c'entrano le tue preziose manine.”

Liesel sgranò gli occhi, rossa dalla rabbia. Si voltò con sguardo assassino verso Neal – che indietreggiò spaventato – e fece qualche passo intimidatorio nella sua direzione.

Che gli hai promesso, brutto stronzo pervertito?!” urlò livida sotto lo sguardo esterrefatto del biondo.

Eh?” sollevò un sopracciglio questo come non avesse la minima idea di cosa stesse parlando.

Calma i bollori, Italia. Non è niente di sessuale, non sono così disperato.” sentì parlare di nuovo Tom dall'altra parte.

Cosa vorresti insinuare?”

Assolutamente nulla. Ora mi passi di nuovo il tuo amico così ci mettiamo d'accordo sulle ultime cose?

Liesel sbatté il cellulare sul petto di Neal – che riuscì ad afferrarlo al volo – e gli diede nuovamente le spalle per tornare ad occuparsi della pasta ormai scotta. Interamente incollata, immaginava fosse immangiabile.

Era decisamente curiosa di sapere che razza di scherzo di discutibilissimo gusto le stesse organizzando Neal. Il fatto che non l'avesse nemmeno interpellata la mandava in bestia.

Decise di tapparsi le orecchie, anche se figuratamente, e smettere di ascoltare quella conversazione poiché avrebbe solamente alimentato il suo nervosismo.

Chi si credeva di essere quella rockstar viziata? Odiava le rockstar, odiava i ricconi e odiava gli uomini. Ironia della sorte, Tom rientrava perfettamente in tutte e tre le categorie, incluso suo fratello. Dopo lo scherzo della macchina, l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era risentire la sua voce così dannatamente irritante. Non aveva mai incontrato quei due prima di allora, come poteva essere possibile che in un paio di giorni fossero entrati così prepotentemente nella sua esistenza quasi perfetta? Meno li voleva, più questi in un modo o nell'altro si ripresentavano.

D'accordo. Ciao, Tom.” Neal chiuse la telefonata. Liesel gli dava ancora le spalle. Scolò la pasta – o meglio, l'ammasso incollato di presunto cibo – con fare seccato. “Rompipalle.” lo sentì parlare con quella che doveva essere un'aria divertita in volto.

Non ti aspettare che ti parli.” ribatté la mora continuando a trafficare sul bancone, intenta ad impiattare quel fallimento culinario.

L'hai appena fatto.” le fece notare lui. Liesel tacque, nervosa. “Se ci sediamo a tavola ti spiego tutto con calma. Sono sicuro che non ti dispiacerà, anzi.”

Mi stai diventando amico per la pelle dei ricconi?” sbottò acidamente la bruna dirigendosi nel frattempo al tavolo dove posò malamente i piatti.

Sempre a trarre conclusioni affrettate.” sorrise il ragazzo mentre le si sedeva di fronte. “E poi ti ho già detto che sono persone piacevoli.”

Non ho dubbi.” fece una smorfia scettica lei cercando di districare con la forchetta i dannati spaghetti che non volevano saperne di staccarsi l'uno dall'altro. “Per colpa di quell'idiota mi si è anche scotta la pasta.” sbuffò contrariata.

Quanto la fai nera.” la prese in giro Neal per poi portarsi alla bocca la prima forchettata. “Comunque...” fece masticando. Attese di ingoiare e riprese a parlare. “Ho contattato il manager dei gemelli per te.”

Che pensiero carino.” fece con sadico sarcasmo Liesel senza guardarlo mentre continuava a combattere con la pasta.

Vogue mi ha assegnato il servizio fotografico per la tua linea.” A ciò, la ragazza sollevò appena lo sguardo su di lui. “Mi è stato detto di cercare personaggi televisivi e per quanto loro ti possano infastidire, sono i migliori che io abbia mai fotografato. Sono perfetti per lanciare la tua linea. Vuoi che tu non ne guadagni dalla loro notorietà? Non ci hai nemmeno pensato per un momento.” Liesel si morse un labbro. “Sono il tuo migliore amico, ormai dovresti sapere che non faccio nulla per darti contro ma che cerco sempre di trovare il meglio per te. E sei incredibilmente stronza a pensare che io l'abbia fatto per dispetto.”

Era vero, l'aveva pensato. Ma non per mancanza di fiducia.

Era già successo che Neal in passato la ponesse di fronte a ciò che più la infastidiva per farla ricredere; quel giorno aveva pensato avesse tentato di fare lo stesso. Era un ragazzo bizzarro, investito da improvvise idee spesso discutibili. Doveva dargliene atto.

Liesel distese il volto in un piccolo ed ironico sorriso.

Lo sai che io e la stronzaggine non viaggiamo mai separate.” cercò di sdrammatizzare.

Vide Neal lasciarsi andare ad una smorfia divertita.

Lo so, purtroppo.” borbottò. “Ce la farai a collaborare con i ragazzi senza ucciderli?”

Liesel sospirò appena.

Tenterò il mio meglio.” commentò ricevendo uno sguardo di rimprovero dall'amico. “Lavorare con loro non significa farmeli piacere per forza.” si giustificò con una scrollata di spalle.

Sei prevenuta. Nemmeno li conosci.”

Due rockstar che si fanno pagare per un graffietto alla macchina hanno già detto tutto.”

Neal prese a scuotere la testa con un sospiro stremato.

Fossilizzata sulle sue idee.” borbottò facendola sorridere.





***





Io continuo a pensare che quella sia completamente pazza.” commentò Tom subito dopo aver riattaccato.

Aveva avuto occasione di incontrare nella sua vita gente poco normale, bizzarra, folle e quant'altro. Eppure mai aveva rasentato livelli di nevrosi talmente elevati. Gli sembrò di sopravvivere a quella telefonata come un militare alla guerra. La parlantina della ragazza l'aveva non poco sorpreso.

Perché?” chiese Bill senza guardarlo, troppo interessato a risolvere qualche strano rompicapo sul suo i-phone.

Ha cominciato a sbraitare prima ancora di sapere di che diamine stessimo parlando io e Neal.” gesticolò il chitarrista sedendoglisi di fronte, dalla parte opposta del tavolo.

Beh, per lei sei il riccone che le ha fatto sganciare i soldi per un risarcimento.” sollevò le spalle il vocalist con fare ovvio.

Sì, ma lei era la psicopatica che gli aveva rovinato la macchina!

Sì, risarcimento che mai è avvenuto, peraltro.” commentò scettico il moro picchiettando nel frattempo le dita sul tavolo.

Questo lei non lo sa.”

Avrei potuto fare lo stronzo e portare la constatazione amichevole all'assicurazione. Anzi, sto cominciando a pentirmi di non averlo fatto.”

Lascia perdere, che ti importa?”

Sospirò pesantemente e decise di alzarsi di nuovo.

Vado a farmi la doccia.” annunciò per poi salire di corsa le scale.

Al diavolo quella pazza.





***





Cene di famiglia. Avesse potuto depennarle dalla storia, l'avrebbe sicuramente fatto. Non che avesse particolari problemi nel vedere sua madre o Phil o suo fratello Steven. Il vero problema era vederli insieme, o meglio, vedere Steven fremere per andarsene con i suoi amici, Phil osservarlo con la delusione negli occhi e sua madre agitata per la sua prossima mossa. Non era esattamente ciò cui più avrebbe voluto assistere quella sera, dato che di gatte da pelare già ne aveva e portavano il nome di Bill e Tom Kaulitz.

Due dannatissime gatte da pelare.

Sbuffava, intenta a frugare nel suo enorme armadio sperando di trovarvi qualcosa di adeguato per una cena di famiglia – non che le avessero mai fatto storie riguardo il suo vestiario – che non comprendesse minigonne o maglie trasparenti. Alla fine optò per un vestitino dalle tinte floreali ed un paio di sandali bianchi ai piedi. I lunghi capelli castani furono raggruppati in una crocchia scomposta e gli occhi colorati con dell'ombretto marroncino, una sottilissima linea d'eye-liner e mascara.

Poteva andare.

Si affrettò a raggiungere il bagno dove sapeva Neal si stesse preparando. Pur essendo un uomo, impiegava il doppio del tempo che poteva impiegare lei, il che era piuttosto inquietante.

Aprì la porta senza troppi preamboli.

Davanti a lei il ragazzo sobbalzò lasciando cadere a terra il rasoio con il quale era intento a tagliarsi la barba per poi fulminarla con lo sguardo.

Prego, entra pure.” borbottò sarcastico mentre si piegava per recuperare ciò che aveva involontariamente gettato con il viso per metà ancora coperto da schiuma bianca.

È una cosa necessaria?” domandò Liesel picchiettando un piede contro il pavimento.

Sì se non voglio dare l'impressione di un barbone.” rispose semplicemente lui senza staccare lo sguardo dallo specchio, troppo impegnato a radersi per prestarle reale attenzione.

No, intendo questa cena.”

Gli occhi dell'amico finalmente la sfiorarono con espressione corrucciata.

Quella sera si sentiva particolarmente in ansia. Non era la prima volta che Steven finiva in commissariato ma non si erano mai più parlati da allora, se non nella mezza telefonata del giorno prima durante la quale l'aveva liquidata in nemmeno due minuti con la scusa del lavoro. Sapeva che avrebbe regnato la tensione – come sempre – in quella tavola.

Perché no? È la tua famiglia.” rispose Neal con un'alzata di spalle prima di tornare a rimirarsi allo specchio.

Una famiglia particolare.” commentò lei incrociando le braccia al petto.

Solo per tuo fratello. Tua madre e Phil sono le persone più piacevoli che io conosca.”

Sì, lo so.”

E allora qual è il problema?”

Liesel sbuffò agitandosi appena.

Non voglio che cali il silenzio a tavola. È una cosa che odio.”

Tutto qui?” sorrise Neal. “Se è per questo, sfodererò la mia inimitabile logorrea. Non sentirai nemmeno l'odore di punti morti. E sai che è vero.” Sì, sapeva quanto instancabile potesse essere il biondo se preso da uno dei suoi attacchi di logorrea acuta ma il problema era ben diverso. Sentiva che quella serata sarebbe inevitabilmente stata rovinata da suo fratello. “Senti, Liesel, se è Steven il problema, cerca di non pensarci. Sappiamo tutti com'è fatto. È un ragazzo difficile e ribelle e ormai ci si può aspettare di tutto da lui. L'unica cosa che puoi fare è ignorare qualsiasi cosa negativa faccia stasera. Pensa solo a passare un po' di tempo con tua mamma, ne avete bisogno entrambe.”

Annuì.

Neal aveva ragione ma Liesel non era per natura in grado di passare sopra alle problematiche. Lei era quella che ribatteva, era quella che non ingoiava le provocazioni o stava zitta di fronte a tutto ciò che non le andasse a genio. Era un carattere esuberante, dinamico, istintivo e fin troppo sincero. L'autocontrollo non sapeva nemmeno cosa fosse, come aveva già avuto modo di dimostrare in non poche occasioni.

Quando finalmente Neal si reputò presentabile, abbandonarono casa e salirono in auto.

Durante la guida, Liesel prese a pensare alla serata che Neal aveva passato con Damian e benché la voglia di sentir parlare dell'idiozia formato persona fosse pari a zero, la curiosità aveva scelto come sempre di prevalere.

Non mi hai raccontato com'è andata con Damian alla fine.” parlò all'improvviso dopo aver abbassato di qualche tacca il volume della radio precedentemente accesa.

Ti interessa sul serio saperlo?” le domandò Neal in tutta tranquillità ma non abbastanza perché Liesel non se ne risentisse.

Certo che mi interessa, sei il mio migliore amico.”

Non volevo offenderti. È che so che non ti piace quindi se preferissi non sentirne parlare non sarebbe strano, anzi.”

Invece ne voglio sentire parlare se riguarda te.”

D'accordo.” Si schiarì la voce. “Abbiamo avuto una discussione.” Liesel aggrottò la fronte e si voltò per un secondo verso il biondo prima di tornare a concentrarsi sulla strada. “Diciamo che il tuo discorso sul fatto di nascondersi mi ha fatto un po' riflettere così ho avuto la geniale idea di farglielo notare.”

Immagino la sua reazione.” borbottò la bruna in una smorfia.

La solita, insomma. Io sono un modello, sono una persona nota, ho una certa reputazione da difendere, sai cosa la società pensi dei gay al giorno d'oggi... Sul serio, nulla di nuovo.” concluse Neal con un sospiro frustrato.

Liesel percepì le mani prudere. Se solo quel ragazzo si fosse accorto di quale incredibile opportunità si stesse lasciando sfuggire. Aveva sempre sostenuto che chiunque si fosse lasciato scappare Neal sarebbe stato un grandissimo idiota. Lei per prima, se non fosse stato gay, l'avrebbe tenuto stretto a sé – motivo per cui si reputava decisamente fortunata ad averlo come amico.

E com'è andata a finire?” si informò di nuovo senza guardarlo.

Secondo te? Con il sesso.”

Tipico.

Scosse la testa contrariata. Non ne sarebbero mai venuti a capo.

Non potete continuare a soffocare tutti i problemi nel sesso. Dovete parlare, cazzo.”

Fosse stato per me, li avremmo già risolti da un bel pezzo di fronte ad una tazza di tè.”

Liesel sospirò appena.

È ingiusto, Neal.” mormorò dopo qualche attimo.

Ci risiamo.”

Sì, ci risiamo e penso che non la smetterò fino a che non ti renderai conto dell'enorme stronzata che stai facendo.”

Vogliamo elencare le tue, di stronzate?”

No, troppo complicato.” Calò per qualche secondo il silenzio fino a che entrambi non si lasciarono andare ad una piccola risata. “Sei uno stronzo.”

Lo so.”





***





Tesoro.” sorrise sua madre Mara – nel suo tenero accento italiano – non appena la porta di casa venne aperta.

Ciao, mamma.” ricambiò Liesel lasciandosi stringere dalla donna.

Doveva ammettere che, da quando aveva deciso di fare le valigie e cercare una casa tutta sua, le loro tipiche chiacchierate madre-figlia di tanto in tanto le mancavano. Ricordava i tempi del liceo, quando tornava a casa dopo una giornata burrascosa – la scuola non le era mai andata a genio e, per un motivo o per un altro, la sua antipatia nei confronti dei professori veniva spesso ricambiata – e sua madre era pronta con un bel piatto di pasta all'italiana che sapeva l'avrebbe tirata su di morale, seguita da una lunga chiacchierata intrisa di risate ma soprattutto tanta comprensione.

Sua madre era l'unica persona cui avesse mai fatto affidamento nella vita. Forse perché l'aveva cresciuta in completa solitudine per i primi tre anni. Erano legate da qualcosa di viscerale.

Neal, tesoro.”

Abbracciò il ragazzo con lo stesso calore con il quale aveva accolto lei.

Anche Phil fece la sua comparsa con un grande sorriso. Guardandolo si poteva facilmente intuire da chi Steven avesse preso esteticamente. Erano due gocce d'acqua. Stessi capelli color castano chiaro, stessi occhi del medesimo colore, un corpo snello e muscoloso ed una buona altezza. Al contrario, la somiglianza fra Liesel e Steven pareva inesistente.

Il ragazzo fece poco dopo il suo ingresso in cucina dove tutto era già pronto a tavola.

Ciao, Neal.” fece senza troppo entusiasmo per poi fare un cenno alla sorella con il capo.

Nulla di nuovo. Con un po' di pazienza e sangue freddo sarebbe giunta illesa alla fine di quella serata.

Un delizioso profumo le invase le narici quasi stordendola.

Il lato positivo di quelle cene era la cucina italiana, nonostante Phil fosse capocuoco del Providence specializzato in pesce. Liesel aveva appreso qualche ricetta passatale generosamente dalla madre ma il mondo era ormai al corrente di quanto impedita fosse dal punto di vista culinario e, per tale ragione, mangiare qualcosa di preparato da Mara era senza dubbio più soddisfacente dei suoi esperimenti spesso pericolosi. L'unico munito di coraggio in grado di mangiare le sue leccornie era proprio Neal ma per una pura questione di sopravvivenza: se Liesel non era brava a cucinare, Neal era anche peggio, e per forza di cose avevano finito per optare per la cucina meno assassina delle due.

Sento odore di lasagne!” esclamò Neal sedendosi a tavola, affianco a Liesel. Steven di fronte a loro e Mara e Phil a capotavola.

Hai buon fiuto.” sorrise Mara prima di sollevare il coperchio dalla teglia che aveva precedentemente posato al centro del tavolo. Il fumo liberatosi da essa lasciò il posto ad un aroma inebriante.

Beh, buon appetito.” si sfregò le mani Phil prima di servirsi.

Allora, come vanno le cose, tesoro?” domandò Mara alla figlia mentre anche lei si riempiva il piatto.

Tutto bene. Verrà creata una mia linea uomo.”

Ma è fantastico!” esclamò Phil con sguardo sorpreso.

Non me l'avevi detto!” sorrise emozionata la madre. “Bravissima, Liesel. Sono davvero fiera di te.”

Grazie, mamma.”

Fin da piccola, quella frase aveva rappresentato per lei una sorta di via libera. L'idea di rendere sua madre orgogliosa per ciò che faceva nella vita era qualcosa di terribilmente appagante e la spronava a fare sempre meglio.

Quando avverrà?” si informò Phil.

Non so ancora i dettagli ma pare abbastanza presto.”

Bene.”

La cena proseguì nella calma e nella totale serenità, cosa del tutto inaspettata ed insolita. Steven non aveva ancora proferito parola se non per farsi passare il pane o il sale. Certo era che quel suo mutismo la rendeva non poco ansiosa, come se da un momento all'altro scoppiasse una bomba innescata di nascosto.

Uomini in vista?” domandò improvvisamente Mara prendendola in contropiede.

Per me o per lei?” chiese Neal facendo scoppiare tutti a ridere.

Giusto, dimenticavo.” ridacchiò la donna. “Per tutti e due.” scrollò le spalle infine.

Per me il solito stronzo.” fece quindi il biondo come fosse una cosa da poco conto. “Ma per il momento sto bene così.”

Un certo Damian, se non ricordo male?”

Proprio lui.”

Aprirà gli occhi e si accorgerà del tesoro che si sta facendo sfuggire. E tu?” si rivolse poi alla figlia, la quale aveva finto indifferenza fino a quell'istante per scampare la fatidica domanda.

Io ho chiuso con gli uomini per ora.” rispose decisa fissando il proprio piatto e giocherellando con una mollica di pane.

Non puoi ragionare così a ventitré anni. Solo perché hai incontrato un imbecille nella tua vita non significa che sono tutti così.”

È quello che le dico sempre anch'io ma non ne vuole sapere.” intervenne Neal. Liesel gli scoccò un'occhiataccia. “Per esempio, quel Morris era piuttosto interessante.” la stuzzicò poi.

Liesel si fermò dal lanciargli il piatto.

Chi è Morris?” si informò Mara piuttosto interessata.

Non è nessuno, mamma.” borbottò Liesel stancamente.

Vuol dire che ci ha scopato.” commentò Steven senza nemmeno sollevare lo sguardo su di loro, troppo occupato a smanettare con il suo cellulare.

Tu sei stato zitto fino adesso e tutto d'un tratto decidi di dar voce alle tue cazzate?” ribatté Liesel irritata mentre percepiva la mano di Neal posarsi leggera sul suo braccio, come per ricordarle di mantenere la calma.

Io parlo quando e come mi pare.” Questa volta Steven sollevò lo sguardo di sfida su di lei. “Almeno io non vado in giro ad aprire le gambe.” la provocò senza il minimo rispetto, cosa che le riempì lo stomaco di incredibile ira.

Steven!” lo richiamò Phil nervosamente.

Io invece non sniffo fino a bruciarmi i neuroni.”

Il silenzio calò a tavola. Liesel sentiva i muscoli tremare dal nervoso, persino dopo aver pronunciato quell'ultima frase che l'aveva messo inevitabilmente a tacere. Odiava doverlo fare davanti a sua madre, odiava dover portare a galla ciò che con ostinazione ignoravano. Ma quella volta suo fratello aveva superato il limite e troppe cose represse erano dovute uscire dalle sue labbra. Lui non si doveva permettere di giudicarla. Proprio lui.

Sei una stronza.” fu un sussurro.

A quel punto Steven si alzò quasi con violenza dalla sedia per poi abbandonare con rabbia la cucina. Tutti strinsero le palpebre al forte tonfo della porta di casa che con forza veniva sbattuta.

Nessuno ebbe ancora il coraggio di parlare. Solo un lieve ticchettio di posate che ormai venivano abbandonate sui piatti fino a che sua madre non si alzò per sparecchiare la tavola.

Liesel chiuse gli occhi e desiderò levare le tende il prima possibile.

Quel sentore che l'aveva perseguitata per tutta la sera ancora una volta si era rivelato fondato ed ora si sentiva incredibilmente stremata. Non avevano mai discusso a tavola menzionando la questione droga. Vi avevano sempre girato attorno senza mai pronunciare quella parola che pareva infuocata sulle loro labbra. Solo Liesel aveva sempre avuto il coraggio di dire ciò che pensava senza farsi troppi scrupoli. Alla fine, era un dato di fatto: Steven si drogava. Non vi era nulla di difficile da capire, quindi perché tanto chiasso nei confronti della semplice verità? La verità, per quanta paura potesse fare alle volte, era inevitabile e necessaria, e questo sua madre lo doveva capire. Immaginava quanto difficile potesse essere per lei e Phil vedere il proprio figlio rovinarsi di giorno in giorno ma non prenderne atto era da stupidi. Si andava solamente a mettere una pezza laddove prima o poi tutto sarebbe esploso, esattamente come quella sera.

Phil si schiarì improvvisamente la voce.

Beh, io sono un po' stanco. È mezzanotte e oggi ho lavorato parecchio.” si arrampicò sugli specchi con qualche difficoltà per poi alzarsi dalla sedia e fare il giro del tavolo. “Ciao, Liesel.” le disse non appena la raggiunse per poi stamparle un bacio sulla fronte. “Ciao, Neal.” Gli posò una mano sulla spalla e poi sparì dalla cucina.

Liesel e Neal si scambiarono un'occhiata veloce.

Io vado un attimo in bagno.” annunciò il ragazzo sotto lo sguardo grato di Liesel. Sapeva che lo faceva per darle un po' di privacy con sua madre. Capiva sempre tutto al volo.

Quando si ritrovarono sole, Liesel sospirò.

Mi dispiace, mamma.” mormorò in colpa osservandole la schiena mentre era intenta a lavare le stoviglie nel lavandino.

No, non ti devi dispiacere.” rispose la donna tentando di esternare dolcezza. “Siamo noi che ci ostiniamo ad ignorare i fatti.” Liesel si alzò per poi affiancarla poggiando un gomito sul bancone. “Forse non siamo dei buoni genitori.” sussurrò mentre gli occhi cominciavano ad inumidirsi.

Una morsa allo stomaco per poco non fece piegare la bruna su se stessa. Odiava vedere sua madre piangere ma soprattutto demolirsi.

No, mamma, non siete dei cattivi genitori.” si affrettò a consolarla. “Non è colpa vostra. Steven ha solamente conosciuto le persone sbagliate.”

Evidentemente perché non siamo stati in grado di dargli un'educazione, di fargli capire cosa sia giusto e sbagliato.”

Liesel sospirò di nuovo e stavolta posò una mano sulla spalla di sua madre.

Mamma.” la chiamò facendole spostare lo sguardo su di lei. “Ti prego, non ti incolpare di nulla. Non devi assolutamente sentirti una fallita. Tu sei la madre che sono sicura tanti vorrebbero. Sei stata e continui ad essere forte. Mi hai cresciuto da sola e l'hai fatto divinamente.”

Mara sorrise e una lacrima scorse lungo la sua guancia, ma si affrettò a rimuoverla.

Allora perché non sono stata in grado di farlo con tuo fratello?” domandò terribilmente indifesa.

Liesel scosse la testa.

L'hai fatto anche con lui ma non si può scegliere con chi farlo uscire. Se a sedici anni non avesse preso questo giro, non avesse cominciato a frequentare brutta gente, a quest'ora sarebbe un ventenne modello. Perché tu e Phil gli avete trasmesso tutti i sani principi che avete trasmesso anche a me.” Si prese una piccola pausa. “Ti prego, mamma, non dubitare mai più di te stessa perché mi fai stare male. Provo grande ammirazione per te e non posso accettare di vederti così delusa.”

Era sicura di non averle mai confessato quelle cose.

Liesel era per natura una ragazza riservata che aveva sempre fatto troppa fatica a dar voce ai propri sentimenti. Non era una persona dai facili abbracci, dai facili 'ti voglio bene', dalle facili manifestazioni d'affetto, ma vedere sua madre così in difficoltà le aveva stretto il cuore.

E quando Mara la abbracciò non poté fare altro che ricambiare con un sorriso.

Ti voglio bene.” mormorò la madre poggiandole una tempia al petto, poiché più bassa.

E anche se Liesel non rispose, sapeva che aveva capito.


  
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