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Autore: Blackie    09/07/2008    7 recensioni
Sakura, Sasuke, Naruto.
Sakura, Sasuke, Naruto.
Quando si incontrarono per la prima volta, ebbe inizio l’Illusione.
SasuSakuNaru, una canzone per Sakura.
Seconda classificata al concorso "La prima volta che..." indetto da Scarcy90.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che Sakura vide Sasuke se ne innamorò immediatamente

 

 

 

 

Sakura, Sasuke, Naruto.

Sakura, Sasuke, Naruto.

Quando si incontrarono per la prima volta, ebbe inizio l’Illusione.

 

 

Sakura’s song [Illusion]

 

 

 

La prima volta che Sakura vide Sasuke se ne innamorò immediatamente.

 

“Chi è quello, Ino-chan?”

“Si chiama Sasuke Uchiha.”

“Chi è?”

Ino ride.

“E’ il ragazzo più carino dell’Accademia!”

Il rosso si fa strada sulle guance della ragazzina.

“Sakura? Ehi, dobbiamo andare”

“Sì… sì, vengo”.

Gli occhi verdi indugiano un’ultima volta sul ragazzo.

“Sakura?”

“Andiamo”.

 

E da allora lo ammirò, a volte in silenzio e a volte no, per anni.

Sasuke era tutto ciò che vi era di bene, Sasuke, con il suo misterioso passato e la sua disperazione che lei non riusciva a cogliere del tutto, Sasuke era, per Sakura, quel mistero impenetrabile che molti chiamano Amore.

Era così bello, Sasuke-kun, cosi perfetto, e così sarebbe stato sempre, sempre, sempre…

La prima volta che Sakura vide Sasuke, l’Illusione iniziava a danzare.

 

 

La prima volta che Sakura vide Naruto pensò che era insopportabile, rumoroso e stupido.

 

“NARUTO! Se ti prendo…”

“Con chi ce l’ha Iruka-sensei?”

Ino sbuffa.

“Oh, è Naruto Uzumaki… è uno strano…”

“Non mi prenderà Iruka-sensei, dattebayo!”

Sakura scuote la testa.

“Mi sembra un idiota”

 

Naruto era chiassoso, e pensava sempre al cibo, con quei suoi occhi sempre allegri, così diversi da quelli di Sasuke-kun, che erano due pozzi di oscurità in cui nessuno era mai penetrato.

Gli occhi di Naruto non avevano profondità di sentimento, erano solo gli occhi di un bambino, perché Naruto quello era, un bambino, non come Sasuke-kun. Sasuke-kun era un eroe, e i suoi occhi riflettevano appieno quella considerazione.

Gli occhi di Naruto, invece… erano solo due cristalli trasparenti, senza nulla dietro.

La prima volta che Sakura vide Naruto, non riuscì a guardarlo davvero  negli occhi.

 

 

La prima volta che Sakura pensò che tutto fosse perfetto fu quando furono decise le squadre dei genin.

 

Team 7: Haruno Sakura, Uzumaki Naruto…”

“Dattebayo!”

“…e Sasuke Uchiha!”

“Yay!”

“No, non con Sasuke-teme!”

“Beccati questa, Ino-pig!”

 

Il Team 7 era una squadra strana, composta da un dobe, da Sasuke-kun e da lei.

Ovviamente, il migliore era sempre Sasuke-kun.

Sasuke-kun era un bravo ninja, mentre Naruto non lo era affatto, tanto che doveva farsi proteggere dal compagno, e Sasuke-kun lo faceva, perché lui poteva farlo.

Sasuke-kun era perfetto, Naruto era solo un idiota.

La prima volta che Sakura pensò che tutto fosse perfetto, fece il suo più grande errore.

 

 

La prima volta che Sakura capì che non tutto era perfetto fu quando vide il sigillo infuocato sul collo di Sasuke.

 

“Questa volta sarò io a difenderli!

Questa volta non sarò inutile…”

I capelli morbidi e lunghi cadono sotto il morso dell’acciaio.

“Chi ti ha ridotto così, Sakura?”

“S-Sasuke-kun…”

E le grida di dolore diventano troppe.

“Sasuke-kun... FERMATI!”

 

Ma Sasuke era ancora uno di loro, sì, perché Sasuke-kun la amava e sarebbe rimasto sempre con lei.

Sasuke-kun sarebbe guarito da quel maledetto segno, e tutto sarebbe tornato normale.

Sakura non vedeva veramente in quegli occhi neri che tanto l’attraevano, Sakura vedeva quello che l’Illusione le mostrava: Sasuke-kun aveva sconfitto Orochimaru e il suo sigillo.

Sasuke-kun sarebbe rimasto per sempre, perché Sasuke-kun era perfetto…

La prima volta che Sakura capì che non tutto era perfetto, il sigillo bruciava il suo sogno e la sua illusione.

 

 

La prima volta che Sakura vide davvero fu quando Sasuke lasciò Konoha.

 

“Non te ne andare! E se… se proprio devi...”

Lacrime cadono dagli occhi verdi

“…Portami con te, Sasuke-kun…”

“Sakura…”

Il ghiaccio nero negli occhi davanti a lei non accenna a sciogliersi.

“Dopo tutto questo tempo, sei ancora fastidiosa”.

 

Quando il buio la avvolse, Sakura non pensò più.

Percepì lontanamente le braccia che la afferravano per stenderla sulla pietra di una panchina, e avrebbe voluto urlare, perché lui se ne stava andando e no, Sasuke-kun non poteva andarsene, Sasuke-kun non poteva tradire, perché Sasuke-kun… Sasuke-kun…

Sasuke-kun se ne era andato. E non sarebbe tornato mai più, perché era solo un essere divorato dalla sete di vendetta, e l’uomo che lei amava solo una immagine lontana.

La prima volta che Sakura vide davvero, l’Illusione iniziò a svanire.

 

 

La prima volta che Sakura capì che cosa fosse il vero affetto fu quando Naruto tornò a Konoha dopo due anni.

 “Sakura-chan! Sakura-chan!”

Una mano sventola nel sole, un sorriso illumina tutto.

“Naruto-kun, sei tornato!”

E Sakura si rende conto di quanto si è sentita sola.

“Sei cresciuto…”

Sì, Sakura, il bambino è cresciuto.

 

Gli occhi azzurri adesso erano più consapevoli, più maturi, ed emanavano un piacevole calore nel quale era bello crogiolarsi. Come aveva potuto, un tempo, trovarli vuoti?

Naruto era tornato, tornato per restare con lei, per andare ancora avanti insieme e non lasciarla mai più sola. Naruto era un amico, sì, il migliore che avesse mai avuto.

Insieme avrebbero potuto trovare Sasuke-kun e riportarlo a casa, perché Naruto, e solo lui, poteva riportarla a quella prima Illusione.

La prima volta che Sakura capì che cosa fosse il vero affetto, iniziò l’era di una dolce Illusione.

 

 

La prima volta che Sakura sentì che un equilibrio si era spezzato fu quando ritrovarono finalmente Sasuke.

 

Sta lì, sopra una rupe, con il solito sguardo gelido.

“S-Sasuke… kun…”

E Naruto, come al solito, gli urla contro.

“Perché, dattebayo?! Perché non mi hai ucciso?”

Lui rimane lì, silenzioso, sempre bello. Distante.

E quando la katana si alza per colpire, Sakura urla.

“NO!”

 

Non erano più gli occhi neri che voleva proteggere ad ogni costo, no.

Sasuke era bello come un dio, sì, ma adesso era uno splendido Dio della Morte, mentre Naruto, che lo fronteggiava (perché desiderava morire e adesso Sakura lo vedeva, Naruto cercava davvero la morte per mano di Sasuke), Naruto era il sole, era la Vita, quella stessa Vita che si rifletteva nel suo sguardo azzurro, che Sakura cercava ormai incessantemente.

Ora come ora, sentiva di non poter vivere senza quei laghi azzurri.

La prima volta che Sakura sentì che un equilibrio si era spezzato, provò sollievo.

 

 

La prima volta che Sakura capì fino in fondo l’amore fu quando Naruto la trasse a sé e la baciò.

 

“Vieni qui, Sakura-chan!”

Sakura ride, la testa all’indietro, allegra.

Sei ubriaco, Naruto!”

Ma si lascia prendere per mano e abbracciare.

E’ colpa di Kiba, mica mia… mi ha fatto bere…”

Le parole diventano sussurri.

“Sakura-chan…”

Le sue labbra sono morbide, e hanno un sapore dolce.

 

Gli occhi azzurri erano diventati la cosa più importante, adesso, il primo e l’ultimo pensiero della giornata, la rassicuravano, la confortavano, la spronavano ad andare avanti.

Ma perché anche adesso, di notte, vedeva quei pozzi di inchiostro scrutarla dentro, perché udiva la sua stessa voce chiamare Sasuke-kun?

Sasuke era l’Illusione di un tempo lontano e sbiadito.

Era Naruto, adesso, che occupava i suoi pensieri, con il suo essere imperfetto e disastroso.

La prima volta che Sakura capì fino in fondo l’amore, si immerse nell’unica Illusione reale della sua vita.

 

 

La prima volta che Sakura si sentì morire dentro, fu l’unica in cui Kakashi venne a cercarla come medico.

“Sakura! Sakura, vieni con me, sbrigati!”

Affannato, insanguinato, la trascina con sé, senza parlare.

“Sono Naruto e Sasuke, Sakura… hanno combattuto…”

E qualcosa dentro di lei si frantuma.

“Kakashi-sensei, loro… sono feriti?”

Perché non risponde subito?

“Sbrigati”.

 

Quando Sakura arrivò, gli occhi azzurri erano chiusi in un sonno profondo, e dagli occhi neri sgorgavano lacrime.

Sasuke era ferito, Sasuke, quel Sasuke che ancora la perseguitava nei sogni, Sasuke era lì, in lacrime, ed era tornato, sì, stavolta era tornato per restare, perché il Sole aveva lasciato il posto alla Luna in quella danza chiamata Illusione.

“Sakura, è stato consumato da Kyubi, io… io…” la ragazza si chinò sul ragazzo moro, ignorando l’istinto che le diceva di stendersi a terra e di piangere fino a sfinirsi.

Naruto era morto, sì, ma Sasuke poteva ancora essere salvato.

La prima volta che Sakura si sentì morire dentro, non si rese conto che una parte di lei (di loro) era morta davvero.

 

 

La prima volta che Sakura si concesse di piangere davvero fu quando andò in ospedale a trovare Sasuke.

 

“Sasuke-kun…”

E Sakura inizia a piangere, stretta al petto di Sasuke.

Sasuke.

Gli occhi non sono più quelli di una volta.

Ora Sasuke la abbraccia, e mischia le proprie lacrime alle sue.

Piangono perché il Sole si è eclissato.

Piangono per non restare soli nella notte.

 

 

Questa volta sarebbe rimasto, sì.

Sasuke la consolò fra le sue braccia, parlando piano, come non aveva mai fatto prima.

Parlava dolcemente, fra le lacrime, e singhiozzava amaramente per quello che aveva fatto.

“Ora rimarrai, Sasuke-kun?”

“Sì, resterò…”

Ma gli occhi neri guardano inquieti fuori dalla finestra: il vendicatore sa di non potersi fermare, perché dopo quella parentesi di dolcezza, dopo quella concessione alle lacrime dovrà seguire il suo destino, fuori da Konoha, lontano dalla ragazza che tiene fra le braccia.

Ma, per ora, può concedersi il pianto.

La prima volta che Sakura si concesse di piangere davvero, gli occhi di ghiaccio nero si sciolsero.

 

 

La prima volta che Sakura visse l’ Illusione fu quando si lasciò baciare da Sasuke.

 

“Sasuke…”

Il “kun” è scomparso da tempo.

Gli occhi neri incrociano quelli verdi.

Il bacio è dolce, è lento, è triste.

“Io non sono lui, Sakura…”

No, la Notte non è il Sole.

Ma adesso, Sakura vuole solo il confortante buio.

 

L’aveva baciata, sì, ed era iniziata la relazione che Sakura aveva sempre sognato: l’illusione diventa realtà, il desiderio si avvera. Ma rimane l’ombra della vendetta negli occhi neri, e il ricordo del calore del Sole a volte scende, come un vento gelido, sui due ragazzi.

Ma Naruto era morto, mentre Sasuke era lì: Sakura viveva quasi felice fra le braccia di quell’illusione dai begli occhi d’onice, perché Sasuke era il Ricordo.

Il ricordo di un tempo felice, il ricordo dell’innocenza persa fra il sangue su qualche campo di battaglia, il ricordo del sole estivo e del calore delle risate.

Per questo quando lui se ne andò, Sakura rimase fra i frammenti della sua illusione infranta, fragile cristallo che non aveva retto alla forza ferrea del desiderio di vendetta che ancora possedeva l’ultimo degli Uchiha.

La prima volta che Sakura visse l’Illusione, quella s’infranse, cadendo in mille frammenti colorati ed evanescenti

 

Dicono che ci sia un’unica volta per morire.

 

L’Hokage piangeva.

Sì, Tsunade, quinto Hokage della Foglia, piangeva amaramente.

Non aveva potuto salvare Naruto dalla morte.

Non aveva saputo trattenere Sasuke, salvandolo da se stesso.

 Non aveva saputo salvare Sakura dai suoi fantasmi.

Si era avvelenata con una pozione lenta, indolore, che uccideva nel sonno.

Per non disturbare, fino alla fine.

Per non essere fastidiosa.

Piangeva, Tsunade.

Come era potuto accadere?

Che loro perdessero tutto?

 

Si era avvelenata, Sakura, ed era morta sorridendo.

Andava a raggiungere Naruto, e lo sapeva. Lui l’avrebbe rimproverata, perché non era riuscita a trattenere Sasuke, ancora una volta, ma poi le avrebbe sorriso e l’avrebbe abbracciata.

“Ne, Sakura chan, stavo scherzando. Adesso abbiamo tutto il tempo che vogliamo per stare insieme, e poi quando arriverà quel teme lo sistemerò io.

Sì, perché Sasuke sarebbe stato con loro, finalmente.

Sasuke sarebbe morto perché Itachi era troppo forte da sconfiggere per lui.

E così si sarebbero ritrovati.

Perché, in fondo, era solo quello che avevano sempre voluto.

 

La foto del Team  era scomparsa misteriosamente dalla camera di Sakura, e tutti se ne erano stupiti: dicevano che l’avessero portata via i fantasmi.

Ma non sono fantasmi, no, quelli che girano allegri per Konoha, nascondendo gli Icha Icha di Kakashi-sensei per farlo infuriare.

Sono solo tre ragazzi che vivono la loro infanzia perduta, tre anime finalmente felici di ritrovarsi.

Gli occhi neri hanno perso le loro ombre.

 

Li vedete?

Ma sì, sono proprio davanti a voi, seduti in quel prato assolato.

Un ragazzo biondo tiene un braccio intorno alle spalle di Sakura, mentre lei si appoggia a Sasuke. I due uomini si sorridono, finalmente sinceri l’uno con l’altro.

Li vedete? Sono proprio lì… oh, ma forse era solo un riflesso del sole.

Forse tutto ciò che resta di loro sono quelle tre lapidi bianche, che l’Hokage ha fatto mettere in fila, perché rimanessero per sempre vicine. Forse.

Eppure ridono, in quel prato, ridono perché voi non li vedete e siete confusi, ridono perché vi stanno prendendo in giro, ridono perché sono felici.

 

Per la prima volta totalmente felici.

 

Sakura, Sasuke, Naruto.

Sakura, Sasuke, Naruto.

L’Illusione cessa di danzare.

 

 

 

Blackie

  
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