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Autore: Denkly    06/04/2014    1 recensioni
Mi ricordava molto il glicine, il mio fiore preferito. Fatalità mi trovai un bellissimo albero, composto di questi meravigliosi fiori violaceii.
“Strano” pensai, “non è proprio mese di fioritura…”
Come non detto tutti i fiori iniziarono a piovere sulla mia testa, spogliando la pianta del suo colore, e ricoprendo il marciapiede.
“Wow, mai vista una cosa simile.”
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo primo.

Questo nuovo giorno.

 

 

“B

uffo pensare di dover fare un altro anno alle medie quando mio fratello è gia alle superiori… soprattutto se il fratello è gemello.

Nessuno dei due ha mai avuto grandi aspirazioni alla scuola, eppure ogni volta riusciva a portare a casa un voto più alto del mio, questo fu il motivo della mia bocciatura.

Niente di grave, solo un altro anno rinchiuso con gente più piccola, mentre quello stronzo si gode i quindici anni alle superiori con i coetanei, nonché miei amici.”

 

Lo chiamano Tyler Thompson, per gli amici T. Vive in California, precisamente a San Francisco, la città del Golden Gate. Ha quattordici anni, e la sfiga di avere un fratello gemello, identico, e non a dirlo, ha anche lui quattordici anni.

Lui si chiama Kyle, per gli amici Kyle. Sempre che ne avesse.

 

“Quest’anno voglio farlo bene” si disse, “uscire dalla terza una volta per tutte, dando magari qualche soddisfazione ai miei genitori, dato che per loro esiste solo e soltanto mio fratello”.

La scuola avrebbe dovuto essere il suo primo pensiero.

 

*DRIIIIN*

 

Una massa di dodicenni correva verso l’entrata dell’edificio come in una maratona, mentre le classi composte da tredicenni rimanevano in coda.

Alcuni sbuffavano, altri sorridevano.

Poi c’era lui. Non conosceva nessuno, apparte qualche sfigatello che aveva tormentato l’anno scorso. Aveva le cuffiette sulle orecchie, inniettava pura musica elettronica nel sangue, e il mondo si zittiva. L’unico suono era la sua musica, e qualche ragazzina strillante che gli passava accanto. Ma c’era talmente tanto casino, che era impossibile concentrarsi sulla musica e staccarsi dalla terra, quindi levate le cuffiette, le arrotolò intorno all’iPod, e ficcò tutto nella spaziosa tasca della felpa.

 

-Bello rivederti Thompson. -

-Buongiorno signorina Smith.-

 

Il suo incubo era proprio quello di itrovarsi la Smith come prof anche quest’anno.Insegnante di italiano, grmmatica, storia, geografia e perfino di scienze. Mai stata ammalata, mai stata assente per motivi vari. Sempre disponibile alla supplenza e diciamolo, un emerita stronza.

Tyler entrò in classe con disinvoltura, si avvicinò all’ultimo banco e buttò la cartella a terra, facendo tintinnare le chiavi.

Ogni tanto l’ occhio destro si girava verso la porta, e al suono della seconda campanella quelli che sarebbero dovuti essere i suoi nuovi compagni, entrarono in classe.

Per ultimo entrò un tipo, che di sicuro non aveva l’età degli altri.

Il suo stile si avvicinava molto a quello di T, anche se aveva qualcosa di più grezzo in sé.

L’unico banco che rimaneva era affianco al suo, e ovviamente si sedette lì.

Anche lui buttò la cartella per terra. Mosse il capo come per salutare, e si stravaccò sulla sedia.

 

-Buongiorno ragazzi.-

 

Queste due parole mossero le sedie della classe, si alzarono tutti per salutare la professoressa, tranne me e il mio vicino.

Ella sbirciò tra i corpi ancora non maturi dei nuovi compagni, e vide i due fregarsene del suo arrivo.

Tossì come per richiamare l’attenzione.

 

-Ehm ehm, voi due?-

-Mi dica.- Il vicino aveva una voce roca e scura, la sentì come una spada nel cuore, anche se senza motivo.

-Chi siete voi per non alzarvi?-.

-Mi chiamo Cameron Campbell, e sono un suo alunno nel caso non se ne fosse accorta. Lui invece non so come si chiama ma sono sicuro che avrà un nome, e di meglio da fare che non alzarsi- Era bravo a rispondere, un tipo in gamba questo Cameron.

-Non accetto questo comportamento nella mia classe, siete pregati entrambi di alzarvi, l’akternativa è l’ufficio del preside, già il primo giorno.- Tuonò l’insegnante.

 

Si alzarono uno dopo l’altro, sbuffando come cavalli.

Finalmente l’insegnante si recò verso la cattedra dove poggiò i libri.

 

-Iniziamo male, ragazzi, molto male. – Aveva una voce stridula, fastidiosa, insopportabile.

 

Punto di vista di Kyle.

 

Il mio primo giorno di superiori, eccitante.

Nuovi amici, nuovi insegnanti, nuove esperienze, nuova vita. Finalmente, ci voleva.

Continuavo a pensare come fosse andato il suo secondo primo giorno di terza media a T, avrei voluto chiederlo ma non mi sembrava adatto, dato che ci odiavamo.

 

Al primo impatto la nuova classe era uno schifo, un odore insopportabile di fumo che emanavano tutti quanti, bestemmie e imprechi vari che svolazzavano da un banco all’altro. Quanto avrei voluto zittirli tutti, profumare la stanza e sistemare il modo di vestire di tutti quanti, professore compreso.

Provai ad immaginare un enorme deodorante che bussava alla porta, e che appena qualcuno avrebbe aperto la porta, sarebbe esploso profumando l’aria e l’alito dei grezzi presenti in quella stanza. Mi scappò una risatina.

 

-Che cazzo ridi checchetta.- Un tipo alto, con dei muscoli assurdi sulle spalle, mollò quelle parole rilasciando un fetido odore di tabacco bruciato, che entrò nelle mie narici provocando lo scalpore di tutti gli omini che lavoravano dentro il mio corpo.

-Non stavo ridendo, checchetta.- La voce mi tremava, volevo fingermi duro ma dentro ero debole come un rametto di un salice.

-Uo uo uo, a me non dici checchetta chiaro?!- Vidi la sua mano chiudersi, e alzarsi velocemente. In un attimo mi passarono per la testa tutte le cose belle che sarebbero potute succedere in quel momento per fermare il braccio di quel tipo.

-Buongiorno ragazzi, sedetevi.- Grazie a Dio, la mia salvatrice.

 –Sono la vostra nuova coordinatrice, vi insegnerò italiano e storia. Lasciate che mi presenti, il mio nome è Glikerya Adams, il mio nome, che di sicuro considererete strano, è di etimologia greca. Vorrei che uno ad uno diceste il vostro nome, da dove venite, perché siete venuti in questa scuola e qualche curiosità su di voi.- La professoressa sembrava simpatica.

 –Scusate, ma qualcuno in questa classe fuma? Non si riesce davvero a nascondere l’odore inconfondibile della sigaretta, potete aprire le finestre per favore?- Almeno non ero l’unico a pensarlo.

 

Si alzò il tipo di prima, che aprì la finestra vicino al mio banco, lanciandomi un occhiataccia, che mi fece abbassare lo sguardo. Sussurrò qualcosa ma non capii.

 

La giornata terminò in fretta dopotutto, passammo tre ore a dire i nostri nomi e cagate varie.

Mentre camminavo per la strada mi venne in mente la nuova professoressa, Glikerya. Mi ricordava molto il glicine, il mio fiore preferito. Fatalità mi trovai un bellissimo albero, composto di questi meravigliosi fiori violaceii.

“Strano” pensai, “non è proprio mese di fioritura…”

Come non detto tutti i fiori iniziarono a piovere sulla mia testa, spogliando la pianta del suo colore, e ricoprendo il marciapiede.

“Wow, mai vista una cosa simile.”

 

 

Angolo dell’autore.

 

Ciaaaaaao a tutti.

Essendo la mia prima ff in questa categoria mi presento, ho 14 anni e sono un fedele potterhead, come tutti quelli che leggeranno questa storia, presumo.

Ci metterò tutto me stesso per portarla avanti, per aggiornarla con frequenza, ogni inizio settimana,per tenervi interessati e appassionati. Spero vivamente che vi piaccia, per qualsiasi cosa non esitate a scrivere una recensione, aspetto solo vostri consigli.

Grazie infinite a _svi_ che mi ha aiutato a correggere questo capitolo.

Denkly.

 

 

 

 

 

 

  
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