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Autore: Dolce Mony    09/07/2008    1 recensioni
Alessandra normale ragazza liceale che si troverà alle prese con una storia d'amore appassionante e travolgente. Luigi saprà sempre gestire la situazione?
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                   Capitolo 1

 

Incredibile come le cose possano cambiare da un giorno all’altro, come il mondo ti crolli addosso all’improvviso, come la vita in un istante possa diventare un inferno.

Incredibile, vero? Ma sfortunatamente è così. Ed oggi mi ritrovo seduta su una sedia fredda nella sala di attesa di un ospedale, adesso non ricordo nemmeno il nome, sono solo tesa e agitata. Mi guardo intorno e vedo tantissimi medici in camice bianco sicuri del loro lavoro, delle loro idee, disposti a fare di tutto per non perdere una vita ma disposti a rinunciare quando il gioco si fa troppo duro. Porto le mani sul viso, non voglio più guardare, voglio solo piangere e sfogare il mio dolore nelle lacrime, che scendono calde sul mio viso. Incredibile non riesco a smettere. Ma so che sarà difficile dimenticare. Questa è la vita. Piena di sorprese. Ricca di avvenimenti. Ma io continuo a piangere e non riesco a smettere. Quelle immagini mi attraversano la mente. Vorrei urlare dal dolore ma non posso. Preferirei morire ma non risolverei niente, metterei solo fine ai ricordi brutti e al dolore ma i ricordi più belli non li voglio cancellare, li voglio portare con me. Li voglio conservare come un bellissimo ricordo della mia storia, della mia vita. Adesso continuo a piangere. Ma smetterò. Primo o poi smetterò. E nel momento stesso in cui le lacrime diminuirono e gli occhi mostravano quella poca luce e quel poco splendore che rimaneva, nella sua testa iniziarono a prendere forma i ricordi più belli. Il principio di tutto il suo dolore.

 

Pomezia. 7:30. Sono molti i problemi che possono turbare l’animo dei ragazzi, uno fra questi è l’amore…che arriva quando meno ce l’aspettiamo come un fulmine in ciel sereno; ci conquista, ci fa sognare, ci fa sentire davvero…in paradiso, l’unico suo difetto è che è quasi impossibile trovarlo o almeno trovare quello giusto.

L’autobus continuava la sua corsa verso la scuola e Alessandra, con la testa poggiata al finestrino e con sorriso appena visibile sul viso, era avvolta nei suoi pensieri, pieni di aspettative e di fantasie. Pensava a come sarebbe cominciato quel giorno di scuola, il primo di un lungo anno, a come sarebbe finito, pensava alla sua insegnante di latino, la Mancinelli, pensava ai suoi compagni di classe, i quali finalmente avrebbe potuto rivedere dopo tanto tempo, e pensava anche a Olly, la sua migliore amica, pensava a tutte le cose che avrebbe dovuto dirle ma che per telefono non sarebbero sembrate importanti.

Nel momento stesso in cui tutti questi pensieri passavano per la testa di Alessandra, l’autista fermò l’autobus e salirono alcuni ragazzi, tra cui uno, che avrebbe cambiato, da lì a pochi giorni, la sua vita, portando nel suo cuore felicità, allegria, dolore, e soprattutto una cosa importante, l’amore.

Luigi era tra questi ragazzi. Lui e Alessandra si conoscevano già, infatti avevano frequentato la stessa scuola alle elementari ma lui siccome era più grande non aveva mai avuto occasione di conoscerla meglio. Luigi si ricordava di Alessandra. Se la ricordava benissimo. E quando la vide si rese conto che era diventata carina proprio come la immaginava. Ma Alessandra non si accorse del suo sguardo.

In fondo era passato tanto tempo e i suoi pensieri belli o brutti che fossero si impadronirono di lei. Ormai mancava poco, la scuola distava solo qualche chilometro. Luigi, intanto, la guardava, cercava di farsi notare da lei, cercava di capire se questa potesse o no ricordarsi di lui. Tuttavia, non gli importava che si ricordasse o meno, però gli piacevano le attenzioni e un po’ lo infastidiva quella non curanza da parte di Ale. Lui  alle loro amicizia ci aveva tenuto veramente tanto, però forse adesso non aveva più lo stesso valore di un tempo. Era stata un’amicizia finita male. Entrambi avevano scelto strade diverse e il tempo di certo non li aveva aiutati.

Intanto Luigi cercava di stare attento alle conversazioni degli amici mentre la guardava, cercando di capire se si era veramente dimenticata di lui. L’autobus fece il suo capolinea davanti la scuola e molti studenti cominciarono a scendere. Alessandra era tra quelli. Anche Luigi dopo di lei. Arrivati tutti di fronte la scuola, Alessandra vide subito Olly ed entrambe furono felicissime di rivedersi dopo tantissimo tempo.

“Ciao Olly sono così contenta di rivederti, non sai quanto ho atteso per poterti parlare.” Disse Alessandra tutto d’un fiato.

“Ah…indovina chi ho visto? La Mancinelli, il suo tailleur rosa salmone ha fatto scappare persino il preside, che preferisce darci il benvenuto in aula magna e non fuori la scuola come al solito” disse Olly tra le risate.

Intanto Luigi si unì ai suoi amici e perdendo Alessandra di vista, non diede più troppa importanza a quell’incontro.

Alessandra varcò l’ingresso di quell’imponente edificio con ansia e il cuore che non la smetteva di battere nemmeno per un istante. Giunse in classe accompagnata da Olly, ma non erano sole: infatti la Mancinelli attendeva gli alunni con il registro in mano pronta per fare l’appello. Dopo un paio di minuti quasi tutti erano seduti al loro posto così la professoressa iniziò ad urlare i nomi di quelli che ormai conosceva molto bene.

“Benedettini Antonio”

“Presente”

“Buccio Anna”

“Presente”

E mentre la prof continuava, Alessandra, guardando dalla finestra e vedendo il cielo di settembre così grigio e scuro, ormai non ascoltava più, la sua mente vagava lontano, cominciò a pensare a tante cose, belle soprattutto.

“Russo Olivia”

“Presente”

“Santarelli Alessandra” Ma pronunciando questo nome non ebbe nessuna risposta.

Riprovò con tono più autoritario:” Santarelli Alessandra”

Olly diede qualche spintone all’amica indicandole la prof che si stava avvicinando.

“Allora signorina Santarelli vuole per favore spiegare a me e a tutta la classe a cosa pensa di tanto importante da non onorarci della sua attenzione?”

La ragazza si alzò dalla sedia e con il capo abbassato disse:”Mi scusi professoressa Mancinelli non accadrà più.”

“Lo spero bene, e spero anche che andrà meglio dell’anno scorso.” E se ne andò alla cattedra.

“Silvestri Domenico”

Ma proprio in quell’istante entrò nell’aula l’ultimo alunno della lista.

“Ma insomma Signor Silvestri le sembra ora?”

“Mi scusi e che c’era traffico e piove.”

“Oggi avete proprio deciso di farmi venire un malanno. Ditelo che avete progettato una congiura per farmi arrabbiare.”  

Mentre la lezione della Mancinelli cominciava, nessuno le prestava troppa attenzione. Tutti erano troppo presi a raccontare come si erano svolte le loro vacanze alla compagna di banco o a schiacciare un pisolino nascondendosi dietro ai folti capelli dell’amico che era seduto davanti. La Mancinelli sarebbe stata capace di parlare per tre ore di fila e le sue lezioni erano sempre così noiose che prestare attenzione era praticamente impossibile.

“Allora?” Fece curiosa Olly, dando una piccola pacca sul braccio di Ale.

“Allora cosa?” Chiese. I suoi pensieri erano da tutt’altra parte.

“Allora vuoi dirmi cosa è successo con Salvatore qust’estate.”

“Con quello stronzo? È la persona più viscida che io conosca.”

“Perché? Cosa ti ha fatto?”

“Ha cercato di mettermi le mani addosso quel pezzo d’idiota.”

“No… ma dai! Veramente?” mi guardò Olly stupita. “E perché non ci sei stata?”

“Ma sei scema? Quello era un pervertito.” La guardai sconvolta a quella sua affermazione.

Poi si girò verso la finestra. Il sole non si riusciva nemmeno a scorgere e ripensare a Salvatore l’aveva messa veramente a disagio. Pensava che con Salvatore le cose sarebbero andate in maniera diversa. Sembrava proprio un brava ragazzo peccato solo che molti aspetti del suo carattere passavano inosservati e quando questi si mostravano, poteva risultare uno stronzo perfetto.

Il suono dell’ultima campanella. Il suono tanto atteso da ogni studente, finalmente rimbombava nella classe. Tutti uscirono travolti dal desiderio inconfondibile di scappare altrove. Alessandra invece camminava piano. Un passo alla volta. Ma quel ragazzo dell’autobus sbatté contro di lei. Caddero a terra.

“Ahia!” si sentì un piccolo urlo provenire da Ale.

“Scusa non volevo farti male, però tu non sai nemmeno camminare.” Disse Luigi sfregandosi il braccio.

“Gigi muoviti.” Gridarono i suoi amici da lontano. Luigi la guardò per un’stante e poi corse verso di loro.

“Ma tu guarda questo. Nemmeno ad aiutarmi e poi la colpa sarebbe anche mia. Certa gente non la capirò mai.” Pensò Alessandra, mentre Olly le dava una mano a rialzarsi.

Uscirono da scuola. C’era aria di tempesta.

“Andiamo a casa mia. Possiamo studiare insieme oggi, come al solito.” Propose Alessandra. Olly acconsenti con un cenno del capo. Poi si diressero vero la loro meta.

Intanto Luigi andò a casa di Filippo insieme a Giuseppe e Mimmo per programmare il pomeriggio, e di certo non per studiare.


Salve a tutti spero tanto che questo primo capitolo vi piaccia...mi raccomando fatemelo sapere con tantissime recensioni...un grande bacio!!!

 


  
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