Capitolo
1
Incredibile
come le cose possano cambiare
da un giorno all’altro, come il mondo ti crolli addosso
all’improvviso, come la
vita in un istante possa diventare un inferno.
Incredibile,
vero? Ma sfortunatamente è
così. Ed oggi mi ritrovo seduta su una sedia fredda nella
sala di attesa di un
ospedale, adesso non ricordo nemmeno il nome, sono solo tesa e agitata.
Mi
guardo intorno e vedo tantissimi medici in camice bianco sicuri del
loro
lavoro, delle loro idee, disposti a fare di tutto per non perdere una
vita ma
disposti a rinunciare quando il gioco si fa troppo duro. Porto le mani
sul
viso, non voglio più guardare, voglio solo piangere e
sfogare il mio dolore
nelle lacrime, che scendono calde sul mio viso. Incredibile non riesco
a
smettere. Ma so che sarà difficile dimenticare. Questa
è la vita. Piena di
sorprese. Ricca di avvenimenti. Ma io continuo a piangere e non riesco
a
smettere. Quelle immagini mi attraversano la mente. Vorrei urlare dal
dolore ma
non posso. Preferirei morire ma non risolverei niente, metterei solo
fine ai
ricordi brutti e al dolore ma i ricordi più belli non li
voglio cancellare, li
voglio portare con me. Li voglio conservare come un bellissimo ricordo
della
mia storia, della mia vita. Adesso continuo a piangere. Ma
smetterò. Primo o poi
smetterò. E nel momento stesso in cui le lacrime diminuirono
e gli occhi
mostravano quella poca luce e quel poco splendore che rimaneva, nella
sua testa
iniziarono a prendere forma i ricordi più belli. Il
principio di tutto il suo
dolore.
Pomezia.
7:30. Sono molti i problemi che
possono turbare l’animo dei ragazzi, uno fra questi
è l’amore…che arriva quando
meno ce l’aspettiamo come un fulmine in ciel sereno; ci
conquista, ci fa
sognare, ci fa sentire davvero…in paradiso,
l’unico suo difetto è che è quasi
impossibile trovarlo o almeno trovare quello giusto.
L’autobus
continuava la sua corsa verso
la scuola e Alessandra, con la testa poggiata al finestrino e con
sorriso
appena visibile sul viso, era avvolta nei suoi pensieri, pieni di
aspettative e
di fantasie. Pensava a come sarebbe cominciato quel giorno di scuola,
il primo
di un lungo anno, a come sarebbe finito, pensava alla sua insegnante di
latino,
Nel
momento stesso in cui tutti questi
pensieri passavano per la testa di Alessandra, l’autista
fermò l’autobus e
salirono alcuni ragazzi, tra cui uno, che avrebbe cambiato, da
lì a pochi
giorni, la sua vita, portando nel suo cuore felicità,
allegria, dolore, e
soprattutto una cosa importante, l’amore.
Luigi
era tra questi ragazzi. Lui e Alessandra
si conoscevano già, infatti avevano frequentato la stessa
scuola alle
elementari ma lui siccome era più grande non aveva mai avuto
occasione di
conoscerla meglio. Luigi si ricordava di Alessandra. Se la ricordava
benissimo.
E quando la vide si rese conto che era diventata carina proprio come la
immaginava. Ma Alessandra non si accorse del suo sguardo.
In
fondo era passato tanto tempo e i suoi
pensieri belli o brutti che fossero si impadronirono di lei. Ormai
mancava
poco, la scuola distava solo qualche chilometro. Luigi, intanto, la
guardava,
cercava di farsi notare da lei, cercava di capire se questa potesse o
no
ricordarsi di lui. Tuttavia, non gli importava che si ricordasse o
meno, però
gli piacevano le attenzioni e un po’ lo infastidiva quella
non curanza da parte
di Ale. Lui alle
loro amicizia ci aveva
tenuto veramente tanto, però forse adesso non aveva
più lo stesso valore di un
tempo. Era stata un’amicizia finita male. Entrambi avevano
scelto strade diverse
e il tempo di certo non li aveva aiutati.
Intanto
Luigi cercava di stare attento
alle conversazioni degli amici mentre la guardava, cercando di capire
se si era
veramente dimenticata di lui. L’autobus fece il suo capolinea
davanti la scuola
e molti studenti cominciarono a scendere. Alessandra era tra quelli.
Anche
Luigi dopo di lei. Arrivati tutti di fronte la scuola, Alessandra vide
subito
Olly ed entrambe furono felicissime di rivedersi dopo tantissimo tempo.
“Ciao
Olly sono così contenta di
rivederti, non sai quanto ho atteso per poterti parlare.”
Disse Alessandra
tutto d’un fiato.
“Ah…indovina
chi ho visto?
Intanto
Luigi si unì ai suoi amici e
perdendo Alessandra di vista, non diede più troppa
importanza a quell’incontro.
Alessandra
varcò l’ingresso di
quell’imponente edificio con ansia e il cuore che non la
smetteva di battere
nemmeno per un istante. Giunse in classe accompagnata da Olly, ma non
erano
sole: infatti
“Benedettini
Antonio”
“Presente”
“Buccio
Anna”
“Presente”
E
mentre la prof continuava, Alessandra,
guardando dalla finestra e vedendo il cielo di settembre
così grigio e scuro,
ormai non ascoltava più, la sua mente vagava lontano,
cominciò a pensare a
tante cose, belle soprattutto.
“Russo
Olivia”
“Presente”
“Santarelli
Alessandra” Ma pronunciando
questo nome non ebbe nessuna risposta.
Riprovò
con tono più autoritario:”
Santarelli Alessandra”
Olly
diede qualche spintone all’amica
indicandole la prof che si stava avvicinando.
“Allora
signorina Santarelli vuole per
favore spiegare a me e a tutta la classe a cosa pensa di tanto
importante da
non onorarci della sua attenzione?”
La
ragazza si alzò dalla sedia e con il
capo abbassato disse:”Mi scusi professoressa Mancinelli non
accadrà più.”
“Lo
spero bene, e spero anche che andrà
meglio dell’anno scorso.” E se ne andò
alla cattedra.
“Silvestri
Domenico”
Ma
proprio in quell’istante entrò
nell’aula l’ultimo alunno della lista.
“Ma
insomma Signor Silvestri le sembra
ora?”
“Mi
scusi e che c’era traffico e piove.”
“Oggi
avete proprio deciso di farmi
venire un malanno. Ditelo che avete progettato una congiura per farmi
arrabbiare.”
Mentre
la lezione della Mancinelli cominciava,
nessuno le prestava troppa attenzione. Tutti erano troppo presi a
raccontare
come si erano svolte le loro vacanze alla compagna di banco o a
schiacciare un
pisolino nascondendosi dietro ai folti capelli dell’amico che
era seduto
davanti.
“Allora?”
Fece curiosa Olly, dando una
piccola pacca sul braccio di Ale.
“Allora
cosa?” Chiese. I suoi pensieri
erano da tutt’altra parte.
“Allora
vuoi dirmi cosa è successo con
Salvatore qust’estate.”
“Con
quello stronzo? È la persona più
viscida che io conosca.”
“Perché?
Cosa ti ha fatto?”
“Ha
cercato di mettermi le mani addosso
quel pezzo d’idiota.”
“No…
ma dai! Veramente?” mi guardò Olly
stupita. “E perché non ci sei stata?”
“Ma
sei scema? Quello era un pervertito.”
La guardai sconvolta a quella sua affermazione.
Poi
si girò verso la finestra. Il sole
non si riusciva nemmeno a scorgere e ripensare a Salvatore
l’aveva messa
veramente a disagio. Pensava che con Salvatore le cose sarebbero andate
in
maniera diversa. Sembrava proprio un brava ragazzo peccato solo che
molti
aspetti del suo carattere passavano inosservati e quando questi si
mostravano,
poteva risultare uno stronzo perfetto.
Il
suono dell’ultima campanella. Il suono
tanto atteso da ogni studente, finalmente rimbombava nella classe.
Tutti
uscirono travolti dal desiderio inconfondibile di scappare altrove.
Alessandra
invece camminava piano. Un passo alla volta. Ma quel ragazzo
dell’autobus
sbatté contro di lei. Caddero a terra.
“Ahia!”
si sentì un piccolo urlo
provenire da Ale.
“Scusa
non volevo farti male, però tu non
sai nemmeno camminare.” Disse Luigi sfregandosi il braccio.
“Gigi
muoviti.” Gridarono i suoi amici da
lontano. Luigi la guardò per un’stante e poi corse
verso di loro.
“Ma
tu guarda questo. Nemmeno ad aiutarmi
e poi la colpa sarebbe anche mia. Certa gente non la capirò
mai.” Pensò
Alessandra, mentre Olly le dava una mano a rialzarsi.
Uscirono
da scuola. C’era aria di
tempesta.
“Andiamo
a casa mia. Possiamo studiare
insieme oggi, come al solito.” Propose Alessandra. Olly
acconsenti con un cenno
del capo. Poi si diressero vero la loro meta.
Intanto
Luigi andò a casa di Filippo
insieme a Giuseppe e Mimmo per programmare il pomeriggio, e di certo
non per
studiare.