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Autore: Jenni Skeletron    06/04/2014    0 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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8 Dicembre

-Finalmente ti sei svegliata.
La prima cosa a comparire nel mio campo visivo era stato il suo viso sorridente colpito dai sottili raggi di luce che riuscivano a filtrare dalle pesanti tende.
Le tende color pastello, una luce soffusa e delle morbide coperte...
- Dove mi trovo? Questa non e` la nostra stanza.
- Non riconosci piu` la tua camera?
Il comodino accanto accanto al letto in legno chiaro, la scrivania nell’angolo, l’armadio a cui erano attaccati alcuni miei disegni ed i gigli dipinti qua e la` sulle pareti mi aiutarono a riprendere familiarita` con quel luogo, ma continuavo a non ricordare come fossimo arrivati la` lasciando il posto ad immagini della battaglia confuse e turbolente.
- Quanto ho dormito?
- Un paio di giorni. Ho preferito riportarti qua nel mentre.
- Il tuo appartamento?
- Ha fatto una brutta fine, ma non importa.
- Che fine hanno fatto i miei genitori?
Dopo cio` che mi aveva detto dell’appartamento mi ero preoccupata per loro. Nulla avrebbe impedito a Sephiroth di cercarci da loro, bensi` sarebbe stata logico cercarci in quella casa e se avesse trovato i miei familiari non avrebbero avuto scampo.
- Non devi preoccuparti. La Shin-Ra ha provvduto a mandarli via. Stanno bene.


Mi accingo a farmi una doccia trovando tutto come lo avevo lasciato mesi pma. Probabilmente mia madre non si era sentita di spostare nulla.
Gli asciugamani emanano un profumo di lavanda e dei sacchetti ripieni di essa spuntavano in qua e la` dai cassetti della biancheria. Prendo un pesante paio di calze a righe bianche e nere, un lungo maglione nero e gli anfibi alti; ho come il presentimento che sara` una lunga giornata e preferirei stare comoda.


-Cosa e` successo dopo che sono svenuta?
Prendo posto sul letto al fianco di Cloud nell’attesa che mi aggiorni sui fatti degli ultimi giorni.
- Appena Sephiroth e` scomparso Loz e Yazoo sono scappati, ma Reno e Rude sono gia` sulle loro tracce.
- Kadaj?
- Ha cercato di tornare da Martina, ma si e` trasferita e non e` riuscito a trovarla.
C’era da aspettarsi una simile reazione. Si era sentita ferita e per questo era scappata nel tentativo di dimenticarlo assieme al passato.
- Continuera` a cercarla?
- Non credo. Ha ricevuto il messaggio e non penso voglia insistere. Si considera un mostro, come tutti noi, e non vuole portarla con se nel baratro della propria esistenza.
- Non siamo dei mostri. In fondo quella di Sephiroth era l’ala di un angelo.
Mi guardava dolcemente mentre giocavo distrattmente con le ciocche umide ripensando al turbinio delle piume corvine.
- Qui c’e` solo un angelo ed e` tutto per me... se mi vuole ancora.
- Sono tutto fuorche` un angelo.
- In effetti ora smbri piu` una bambola.
Era scoppiato a ridere, dopo tanto era nuovamente rilassato.


-Noto che si e` risvegliata.
- Tseng non si entra nella camera di una ragazza senza il minimo permesso.
Quell’uomo mi da sui nervi. Non capisco per quale motivo, ma ogni istante che passo in sua presenza sento un forte senso di pericolo ed inquietudine.
- Vi stanno aspettando di sotto.


Faceva una certa impressione vedere cio` che rimaneva dei SOLDIER e dei Turks seduti sui divani del mio salotto. Erano un po’ ammaccati, ma in fin dei conti stavano bene.
- Non ha senso girarci in torno. Cosa volete?
Cloud non aveva usato mezzi termini per esprimere la sua sfiducia. Ora sapevano e la mia natura anormale era certa agli occhi dei presenti per cui era inutile perdere tempo.
- Ormai e` ovvio che Virginia e` un Antico molto paticolare; diversa sia da Aerith che da Sephiroth.
Vogliamo la sua collaborazine.
Non era la prima volta che sentivo quella voce, la voce di Rufus Shinra. A quanto pareva il geostigma era stato scacciato anche dal suo corpo rendendo inutile nascondere il volto o utilizzare la sedia a rotelle. Era un uomo di bell’aspetto ed anche abbastanza giovane,ma qualcosa rendeva quell’immagine sublime ed era il gelo nei suoi occhi che pareva trafiggermi con violenza, studiarmi per comprendere come la natura avesse potuto creare un tale abonio.
- Non se ne parla nemmeno.
- Tseng.
- Abbiamo controllato la sua storia clinica e non ci sono anomalie registrate eppure quel giorno e` successo qualcosa.
Un ago mi perfora la pelle del collo ed un liquido caldo prende a scorrermi nelle vene sotto lo sguardo incredulo del ragazzo al mio fianco. Avevamo abbassato la guardia ed un dardo era riuscito a partire inosservato ed a raggiungermi.
- Riconosci ogniuno di noi, non e` vero?


Delle immagini combattono per trovare spazio nella mia mente; era come se i mesi che erano scomparsi dalla mia vita ora cercassero di venire a galla in maniera contorta e confusa. Cosa mi stavano facendo? Perche` ricordavo improvvisamente tutto?
Sentivo la testa scoppiarmi, la pelle lacerarsi sotto l’effetto di un incessante bruciore proveniente dalle vene.
- PERCHE` VOLETE CHE RICORDI ORA?!
La sua voce pareva lontana ed invece di correre verso di me continuava a tenersi a distanza, come se per lui fossi inavvicinabile, tossica.
- Sei stato tu a farle questo.
Era finito.
La pelle era candida e finalmente era tutto chiaro, sensato.
- Perche` mi hai abbandonata?
xoxoxoxoxoxoxoxoxox

Delle lacrime le solcavano il volto ed ero certo che non fossero solo ad opera del mako che le avevano innietato.
- Tutto questo tempo... Perche` non mi hai detto la verita`?
- Andatevene.
Dovevo parlare con lei, spiegarle cosa era accaduto e cercare di calmarla, ma non avevo avuto il tempo di aprir bocca che come una furia si era avventata su Tseng colpendolo con il pugnale.
Non era piu` lei.
Le sue iridi erano quasi completamente verdi e degli strani segni continuavano a pulsarle sul volto.
- Cosa aspetti? Uccidimi!
- Virginia NO. Smettila. Tu non sei questo.
- Sono stato io ad investirti, a premere l’acceleratore , a rubare quei mesi della tua vita.
Forza, cosa aspetti?
La rabbia la stava accecando e non avevo ide di come fermarla senza farle del male. Cio` che mi aveva veramente sorpreso pero` era stata la reazione di Tseng; a quanto pare anche lui provava le pene della propria coscienza e veniva logorato dai propri peccati.
- Perche` lo avete fatto? Perche` non mi avete direttamente uccisa?
Si sarebbe distrutta con le sue mani se avesse continuato. Si sarebbe vendicata, ma a quale prezzo? Avrebbe sporcato per sempre le sue mani col sangue di un’altra persona e avevo promesso a me stesso che non avrebbe mai dovuto fare una cosa del genere, a costo di divenire il suo sicario personale.
- Basta Virginia.
xoxoxoxoxoxoxoxox

Ero nuovamente nella mia stanza.
Ricordvo ogni cosa, sapevo di aver riacquistato la memoria, ma non volevo sforzarmi di richiamarla.
- Come ti senti ora?
Cloud era seduto al mio fianco, ma vederlo non mi dava quel senso di solievo di cui avevo bisognobensi` di angoscia.
- Non tanto bene. Come va la mano?
Prima di svenire avevo cercato di pugnalarlo e nel tentativo di fermarmi aveva dovuto afferare la lama.
- Non e` la mano a preoccuparmi, ma te.
Sei furiosa, delusa e sono siuro che in questo momento mi odi. Ho sbagliato a non dirti immediatamente come stavano le cose e non ho scuse, ma quella di prima non eri piu` tu e non voglio doverti combattere.
Aveva ragione. Avevo perso il controllo e avevo lasciato la rabbia fluire libera pero` adesso ero lucida e volevo essere razionale.
- Ho ancora i ricordi confusi. Cloud voglio sentire la tua versione dei fatti.
- Va bene.


.....

Ero ancora un semplice fante allora e non dovevo far altro che accompagnare i SOLDIER nelle loro missioni, per o piu` di scarsa importanza. Non ricordo per quale motivo li avessero mandati nella citta` in cui studiavi o comunque non erno affari miei.
Fu per puro caso che ci incontrammo e probabilmente eri anche innervosita da quel che era successo.
Andavi di corsa alla fermata e per una disattenzione ci scontrammo sotto la pioggia e purtoppo finisti in una pozza. Non volesti il mio aiuto e te ne andasti indignata tanto da non renderti conto di aver perso il portafoglio.  Riuscii a ritrovarti grazie a quest’ultimo ed il giorno dopo venni a rendertelo spacciandomi per un ragazzo delle consegne. Ricordero` sempre il tuo viso imporporato quando mi vedesti sulla soglia della tua classe con un mazzo di rose. Devi ammettere he non e` tanto diverso da come ci siamo reincontrati.


Da quel giorno cominciammo a frequentarci come due ragazzi normali e furono dei momenti meravigliosi. Con te non esisteva nient’altro, ma purtoppo le cose belle non durano in eterno.
Avevi dei progetti, o almeno facevi di tutto per averli anche quando il mondo cercava di schiacciarti con la sua cruda realta`, anche quando ti apristi con me. Avevi litigato con la tua famiglia ed i segni che avevi sul corpo valevano piu` di mille parole. Allora volevi scappare di casa ed avrei dovuto aiutarti, ma sapevo che presto sarei dovuto andarmene ed avevo le mani legate.
Ti spiegai che per un po’ sarei stato fuori per lavoro, ci promettemo di continuare a sentirci e partii.
Quella fu l’ultima volta che ti vidi.


-Perche` non mi hai piu` cercata?
Era bello poter sentire il passato uscire dalle sue labbra e ripensare a quel giovane imperfetto che dal primo sguardo mi aveva fatto battere il cuore, ma era anche dannatamente doloroso.
- Dopo la missione a Nibelheim divenni una delle cavie della Shin-Ra e lo sarei ancora se non fosse stato per Zack, ma persi la memoria.
Solo qualche mese fa riuscii a ritrovare i documenti che avevano su di me ed in essi c’era il tuo nome; senza di essi non ti avrei mai ritrovata.
Purtroppo non avevo la minima idea di cosa ti fosse successo e quando mi sei ipiombata fra le braccia e` stato il giorno piu` bello della mia vita perche` credevo mi avessi perdonato, ma appena vidi i tuoi occhi capii. Non avevi idea di chi fossi o di cosa ci facessi li`, eppure ti fidasti di me e non ebbi piu` il coraggio di andarmene.
Virginia cosa accadde quando me ne andai?
La rabbia sembrava svanire alla vista del suo viso, perdersi nell’ azzurro dei suoi occhi fino a lasciarsi trascinare da esso ed affogarvi.
- I primi tempi riuscivamo a sentirci, anche se per pochi minuti, ma era cio` che mi faceva andare avanti. Poi sparisti, il tuo cellulare suonava completamente a vuoto e comincia a fare delle ricerche sulla Shin-Ra e mi sentii morire quando trovai il nome di Sephiroth e Zack tra i caduti in battaglia perche` ero certa che tu fossi con loro.
Probabilmente stavo ficcando troppo il naso in faccende che non mi riguardavano e fu durante uno dei tanti tentativi di chiamarti che l’auto di Tseng mi investii. Posso ancora sentire la pressione del cofano e le mie gambe spezzarsi, l’asfalto logorarmi la pelle e la dura pietra penetrarmi nel cranio. Non ho idea di come sia sopravvissuta, di cosa mi abbia tenuta legata a quell’informe cadavere.


-Mi dispiace.
L’ombra in nero aveva fatto capolino dalla porta tenendo stretta la fasciatura sulla spalla che continuava ad intingersi di rosso; dovevo aver colpito in profondita` ed aver lacerato il muscolo.
- Perche` lo hai fatto? A quel tempo credevo di poter contare su di te.
- Mi era stato detto di sbarazzarmi di lei, non importava come. Non avrei mai avuto il coraggio di ucciderla e quello era l’unico modo per non contravvenire agli ordini. Il suo sguardo mi ha persegiutato fino ad oggi. Chiamai l’ambulanza nella speranza che non fosse troppo tardi, ma credo che fu proprio quell’incidente a risvegliare qualcosa in lei.
Che avesse ragione? Ricordavo di aver sentito una voce, un flusso di energia rifiutarmi, ma avevo sempre pensato fosse colpa del dolore.
- Questo pero` continua a non spiegare perche` sia cosi`.
- Per saperlo dovremmo studiarla.
- Non ne sei convinto neppure tu.
Il viso di Tseng era cupo, consapevole della propria titubanza.
- Avete altra scelta?
xoxoxoxoxoxoxox

-Avrete un solo campione.
Non volevo che perdesse la propria liberta`, ma era l’unico modo per non essere dei fuggitivi ed avere l’intera compagnia alle calcagna.
Ne avevamo parlato a lungo e per quanto odiassi ammetterlo Tseng aveva ragione. Non potevo combattere e sperare di vincere per cui arrivare ad un compromesso era l’unica soluzione.
- Non essere sciocco.
- Quel campione o nulla, a voi la scelta.
- E cosa ci impedirebbe di ottenere il resto?
Rufus era senza scrupoli, per lui Virginia non era altro che l’ennesimo esperimento.
- Hai visto con i tuoi stessi occhi di cosa e` capace ed io non ho ne` la volonta` ne` la forza di fermarla.
- E sia.
- Tenete ed uscite da casa mia.
Gli aveva lanciato la fiala col proprio sangue ed ora attendeva che varcassero la porta alle proprio spalle.
Non era la ragazza che avevo conosciuto anni addietro ne` quella che avevo reincontrato la notte di san Lorenzo.
Ora era una giovane donna forte e consapevole del proprio spazio nel mondo.
- Cloud, Viginia ci rivedremo presto.


Alcuni mesi dopo....

Erano passati mesi da quando ci avevano lasciati in pace ed avevamo potuto cambiare vita.
- Sapevo di poterti trovare qui.
Potevo chiaramente sentire il suo profumo di fiori mentre si sedeva al mio fianco in riva al lago.
- Stavo pensando.
- A cosa?
- Alla nostra nuova vita.
I suoi occhi mi scrutavano con quell’aria da cucciolo pieno di curiosita` incorniciati dai morbidi boccoli.
Era stata lei a scegliere dove trasferirci e mi aveva sorpreso con quella scelta. Chi avrebbe mai detto che avrebbe insistito per spostarci in una valle tra le montagne.
- So cosa stai per chiedermi.
Mi sono ricordata di quando mi parlavi del tuo paese natale. Avrei tanto voluto visitarlo, ma Zack mi ha raccontato quel che e` successo. Eri molto legato a quel luogo.
- Mi hai portato qui per questo?
- Sembri a piu` agio che in un paese in riva al mare.
- Forse hai ragione, ma dovremmo tornare a casa.
- Voglio vedere il tramonto.
Mancavano pochi minuti e sapevo che non si sarebbe mossa finche` l’acqua non fosse diventata rossa. Alla fine mi avrebbe convinto a rimanere la` fino al sorgere della luna che avrebbe accompagnato i nostri passi.
Era meravigliosa avvolta nel cappotto che lasciava intravedere le sue forme ed ora piu` che mai.
- Come vuole lei signorina Strife.

 

 
 
The End



Angoletto Autrice:
Ecco a voi l'ultimo capitolo *stappa una bottiglia di champagne*.
Sono lieta di aver condiviso con voi il mio primo racconto e felice di vedere quanti di voi mi abbiano seguita fino ad oggi, sono commossa ^^
Ringrazio tutti coloro che mi hanno incoraggiata e continuato a spronare fino alla fine, alla faccia di chi ha cercato in ogni modo di farmi demordere, ma soprattutto grazie a voi.
Alla prossima fanfiction, 
Jenni <3
E ricordate che potrete trovarmi anche sulla mia pagina fb ;)

 
   
 
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