NOTE I
Finalmente
sono riuscita a scrivere qualcosa di più lungo di una
flashfic! Bisogna festeggiare XD
Scherzi a parte, sono abbastanza
soddisfatta. Come storia è piuttosto delirante, ma mi è
venuta l'ispirazione mentre stavo guidando e ascoltando “Protect
me from what I want” dei Placebo...E ho voluto pubblicare il
risultato.
Spero vi piaccia! Buona lettura...
_ Flea _
Protect me from what I want
* * * * *
Protect
me from what I want
Protect me from what I want
Protect me from
what I want
Protect me, protect me
“Protect
me from what I want”
Placebo
* * * * *
Malfoy Manor, luglio 1996.
“Ti
piace la tua vita?”
Ti volti di scatto, ma non sembri molto
sorpresa.
“Da quanto sei lì a fissarmi, Bella?”
Mi chiedi, seccata.
Trattengo una risata, gettando sul letto il
mio mantello ed incrociando le braccia. Entrare in camera tua e
spiarti mentre ti vestivi per una festa o un'uscita di famiglia era
uno dei miei passatempi preferiti. Non ti accorgevi mai della mia
presenza, fino a che non alzavi gli occhi e incontravi il mio
riflesso nello specchio. Ero silenziosa, e lo sono ancora. Non
puoi sentirli, gli scricchiolii delle mie ossa indolenzite da anni di
prigione. “Da cinque minuti” Ribatto, ignorando la
tua espressione gelida. “E ora rispondi, Cissy. Ti piace la tua
vita?”
Sollevi il braccio con un movimento improvviso, ed
arrivo a pensare che tu voglia schiaffeggiarmi. Dopo un istante,
però, ti passi le dita fra i capelli, sistemandoli dietro
l'orecchio. Non avrai mai il coraggio di alzare un dito su di me,
sorellina, non importa quanto possa provocarti. “Mio marito è
in prigione, e Draco...Sai cosa sta succedendo a Draco. Non potrei
desiderare una vita migliore, non c'è dubbio” La tua
voce è roca, ma non perderà mai quella nota vellutata
che la mia non ha mai avuto.
“Sai quello che voglio dire. Ti
piaceva la tua vita, prima di tutto questo?”
Mi
osservi attentamente, cercando di capire le mie intenzioni. Nei miei
occhi puoi leggere la sfida che ti sto lanciando. Vuoi giocare,
Cissy?
“Non capisco perché tu debba fare certe
domande” Il tuo viso è una maschera. “Certo, è
stata come l'ho sempre sognata”
Questa volta le mie labbra
si increspano, e lascio che sorridano.
* * * * *
Dimora estiva dei Black, agosto 1962.
“Chi
volete diventare nella vostra vita, bambine?” Walburga Black
sorrise alle nipoti, distese sul tappeto ai suoi piedi ed intente a
giocare.
Le due interruppero la loro lite, le piccole mani ancora
saldamente strette attorno alla bambola che si stavano
contendendo.
“Io voglio sposare un uomo bellissimo e ricco,
come papà, vivere in un palazzo e avere tanti servi!”
Esclamò Narcissa, sgranando gli occhi azzurri. “E voglio
anche un cavallo” Aggiunse dopo qualche istante, con aria
meditabonda.
“Anche io voglio sposarmi” Intervenne
Andromeda, stando bene attenta a non lasciare il giocattolo. “Però
mio marito non dovrà per forza essere ricco e bello come
quello di Cissy...Voglio che sia simpatico”
“Simpatico?”
Andromeda
annuì energicamente. “Sì, simpatico...Come zio
Alphard, che ci racconta sempre le barzellette!”
“Secondo
me zio Alphard è solo stupido, Meda” Affermò
Narcissa, con una freddezza sorprendente. “Perché vuoi
sposare uno stupido?”
Prima che le bambine iniziassero a
litigare, Walburga le interruppe. “D'accordo, d'accordo, ho
capito” Disse, afferrando un biscotto dal vassoio appoggiato
sul basso tavolino di legno. “Un buon marito deve avere tutte
queste qualità, sapete? Deve essere bello, ricco, simpatico, e
deve sapersi prendere cura di voi”
“Lo zio è
così, zia?”
A quella domanda, l'espressione della
donna mutò quasi impercettibilmente. “Ma certo,
Narcissa! Altrimenti non l'avrei mai sposato” Si affrettò
a rassicurarla, in uno stridente tono allegro. “E tu,
Bellatrix?” Indagò, rivolgendosi alla maggiore delle
sorelle.
Bellatrix, che fino a quel momento era stata
ostentatamente in silenzio ad osservare il the ormai freddo che
fluttuava nella sua tazza, sollevò gli occhi. “Io voglio
tutto” Si limitò a rispondere, senza lasciar trasparire
il minimo interesse per quella conversazione. “Voglio diventare
una strega potente, essere ricca, essere temuta da tutti, e non
essere obbligata a vivere con un marito che non mi piace”
Proferì, con tranquillità, accavallando le gambe con
grazia.
“Se non ti avessi vista nascere giurerei che hai ben
più di undici anni, Bella” Si complimentò
Walburga, ammirando la velata, ed audace, allusione della nipote alla
sua vita coniugale con suo cugino Orion. Dopo essersi servita
dell'altro dolce, si abbandonò contro lo schienale del divano.
“Sono sicura che i vostri desideri si avvereranno. Sarete delle
splendide mogli e madri!”
“Non devi convincerle che
vivranno per sempre felici e contente nel paese delle fate” La
voce severa di Druella Rosier interruppe l'atmosfera pigra e
rilassata di quel tardo pomeriggio estivo.
“Avanti, non devi
aspettarti sempre il peggio dalla vita” Si oppose l'altra.
“Sono solo delle bambine, hanno ancora il diritto di sognare ad
occhi aperti...”
“Io voglio che le mie figlie non si
facciano illusioni, lo sai. E soprattutto voglio che imparino a
guardarsi dai loro desideri, perché potrebbero
avverarsi”
Walburga la squadrò con aria scettica.
“Perché devi essere sempre così melodrammatica?
Parli come quei romanzi che leggono certe pezzenti mentre sono in
sala d'attesa al St. Mungo”
“Sono semplicemente
realista” Si limitò a ribattere la cognata. “E non
smetterò mai di ripetere loro di fare attenzione”
“A
volte proprio non ti capisco, Ella”
Nel frattempo, Narcissa
ed Andromeda erano tornate ad occuparsi di Charlotte, l'unica
bambola, fra quelle della loro vasta collezione, ad avere i capelli
rossi.
Per quanto riguardava Bellatrix, aveva lasciato la stanza
senza che nessuno se ne accorgesse.
* * * * *
Azkaban, gennaio 1989.
Fa
freddo. Così freddo che mi sembra di non riuscire più a
respirare. Sento il ghiaccio che mi penetra nei polmoni, e le grida
degli altri prigionieri che mi flagellano la schiena.
Chissà
come fa caldo a casa tua, Cissy. Chissà se sei felice...Chissà
se ti sei resa conto.
Hai capito che non sei stata più
fortunata di me?
Io voglio che le mie figlie non si facciano illusioni, lo sai. E soprattutto voglio che imparino a guardarsi dai loro desideri, perché potrebbero avverarsi.
Penso
spesso a questa frase, sai?
Penso spesso a questa frase, e alla
mamma. Ai suoi capelli, biondi come i tuoi, ai suoi occhi duri.
Anche
lei è come noi...Anche lei è una vittima.
Aveva
ragione, l'ha sempre avuta. Ora lo capisco.
Ora so.
Guardaci.
Cosa siamo diventate?
Sono passati diciassette anni da quel
pomeriggio.
Non siamo più le bambine di allora, non
sogniamo più e non siamo perse fra le nostre illusioni.
O
forse sì?
Da
quanto tempo non vedo Andromeda?
Lei mi assomigliava tanto, quei
vecchi maghi amici di papà non riuscivano mai a distinguerci.
Eppure era così diversa da me.
Stupida, stupida
puttana...
Il suo desiderio si è avverato.
E' scappata
con Ted Tonks, quell'insignificante babbano. Si è sposata, è
stata diseredata. Cancellata dalla nostra famiglia, solo l'ennesima
macchia sull'albero genealogico di zia Walburga.
Chi è
Andromeda Black? La conosci, Cissy?
Io non riesco a ricordare. Non
l'ho mai incontrata, ne sono sicura.
E
tu? Cosa ne è stato di te, sorellina?
La tua chioma è
ancora morbida e soffice? Le tue guance sono ancora immacolate?
Il
tuo desiderio si è avverato.
Vivi nel tuo palazzo
incantato, con tanti servitori ed un marito ricco e bello che si
scopa ogni donna su cui riesce ad allungare le mani. E hai un
figlio...Un figlio che sarà come lui, troppo codardo per
riuscire a sopravvivere fuori dal suo scrigno dorato.
Chissà
se hai anche un cavallo.
Ti manca il cavallo per completare la
tua vita perfetta?
Poi
ci sono io.
Bellatrix. La sorella maggiore, la più bella,
la più forte.
Il mio desiderio si è avverato.
Ho
ucciso persone per divertimento, con un semplice gesto della
bacchetta. Ho offerto la mia anima a Lord Voldemort, e sono diventata
una delle sue serve più fedeli. Ho avuto soldi, potere,
gloria.
Ho avuto gli uomini che volevo, senza alcuno sforzo.
Rodolphus, Sirius, persino Lucius.
Sono ancora la migliore, anche
se sono rinchiusa in questo buco maleodorante.
Sono ancora
Bellatrix...Anche se sono pazza, anche se sono sola.
Cosa
siamo diventate?
Le sorelle Black, che non hanno più nulla
da chiedere alla vita.
Le sorelle Black, che non hanno saputo
proteggersi da se stesse.
Perché non abbiamo dato ascolto
alla mamma?
Mamma....Sei morta, ma non abbastanza in fretta.
Ci
hai viste mentre ci uccidevamo. Piano, lentamente, con le nostre
stesse mani.
Siamo un pugno di cenere.
* * * * *
Malfoy Manor, luglio 1996.
“Non
sei mai stata capace a mentire”
Sbuffi leggermente, e torni
a rovistare nell'armadio. “Sapevo che non mi avresti
creduta”
“Allora potevi confessarmi subito la
verità”
“E' quello che ho fatto” Estrai
un lungo mantello scuro, con il cappuccio, e lo lasci cadere vicino
al mio.
“Pensi mai alla mamma? A quanto ci ha detto di stare
attente a nostri desideri” Mi siedo sul bordo del letto, le
mani appoggiate sulle ginocchia. “Ricordi?”
Annuisci.
“Sì, mi è capitato di pensarci”
“Questo
dimostra che non mi hai detto la verità, Cissy” Il mio
sorriso si allarga. “Ammetti che sei sempre stata infelice, e
ti sentirai meglio. Ammettilo, avanti”
Questa volta la tua
mano mi colpisce la guancia, con una forza inaspettata. “Vaffanculo,
Bella” Sibili, prima di sparire in corridoio facendo sbattere
la porta.
* * * * *
NOTE
II
Nella scena con
Druella e Walburga, Bellatrix ha undici anni, Narcissa ne ha sette e
Andromeda nove (siccome non si conosce la sua data di nascita, ma si
sa che è la sorella di mezzo, me la sono inventata io).
Tutta
la fic è narrata dal punto di vista di Bella, quindi le
considerazioni ed opinioni sono tutte sue. E nella parte ambientata
ad Azkaban la mia amata Death Eater dà il meglio di sé,
ed è al culmine della follia ^^'