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Autore: JessyR89    07/04/2014    5 recensioni
Una richiesta inaspettata, nuovi legami e amicizie, decisioni difficili.
Quanto possono legarsi due anime?
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Tematiche delicate
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Ciao a tutte!! scusatemi sono un pò in ritardo con la pubblicazione, ma è stata una settimana dura e non ho avuto modo di aggiornare.
questo è il penultimo capitolo! qui si spiega tutto.
Grazie infinite per le recensioni e le letture!



“Clary ti prego mangia qualcosa” Isabelle era seduta sul letto vicino alla sua parabatai, con un vassoio pieno di cibo posato sulle coperte.
“non mi va Izzy” Clarissa era apatica da due giorni. Da quando aveva litigato con Jace, non era più uscita dalla sua camera, non mangiava, il suo colorito era molto pallido. Si vergognava terribilmente di incontrare lo sguardo di Jace e di Alec, il quale sicuramente era stato informato dell’accaduto. Isabelle era l’unica che prepotentemente era riuscita a rompere la sua barriera difensiva e parlarle. Era stata lei stessa a trovarla svenuta dopo che Jace l’aveva lasciata sola nella stanza. Lui non era passato nemmeno a vedere se stesse bene. Per Clary era stato un duro colpo. Jace la odiava, ne aveva tutto il diritto, probabilmente lo disgustava guardarla in faccia.
“ non puoi stare senza mangiare! Giuro che non l’ho cucinata io questa zuppa, è buonissima, credimi, assaggiala per favore!” Isabelle vide un piccolo sorriso accennarsi sul viso di Clary “oh cosi mi piaci, quando sorridi sei bellissima, non stare sempre con questo muso lungo. Clary so come è fatto Jace, al momento è arrabbiato, si sente tradito, ma ti ama, gli passerà, non ti preoccupare” la guardava intensamente, le passò una carezza sul viso scavato e pallido.
“no, l’ho devastato dentro Isabelle. Gli ha schiaffato in faccia quello che Valentine gli ha sempre impresso nella mente. Non gli passerà….se solo mi ascoltasse!” si portò una mano alla bocca, le salì il groppo in gola.
“oh Clary! lo farà, dagli tempo…” Izzy la strinse a sé. Si sentiva combattuta, Jace era suo fratello, le faceva male vederlo cosi distrutto. Si sfogava con Alec, con lei non apriva bocca sulla questione, sapeva che sarebbe corsa a spifferare tutto a Clary. Alec in compenso le raccontava quello che Jace gli confidava. Ma Clary era la sua parabatai, sapeva la verità, non poteva lasciarla da sola, abbandonata.
La porta della stanza si spalancò, facendo sobbalzare le due ragazze, e quattro guardie del Conclave, seguiti dall’Inquisitore fecero irruzione. Dietro di loro Alec e Maryse.
“ Clarissa Adele Morgenstern, la dichiaro in arresto per Alto Tradimento!” l’Inquisitore puntò i suoi occhi freddi su Clary, che guardava scioccata prima i nuovi arrivati, poi Isabelle, Alec e Maryse come a cercare aiuto.
“non preoccuparti Clary, va con loro” Maryse la rassicurò, placando anche Isabelle che era già scattata in piedi.
Delle manette di fuoco le si formarono intorno ai polsi ossuti, mentre le guardie la afferravano per le braccia e la conducevano fuori dalla stanza. Fuori dalla porta c’era Jace. Si scambiarono uno sguardo per pochi secondi, prima che il ragazzo lo distogliesse, tornando a fissare il pavimento.
 
Clarissa venne condotta in una cella spoglia, con una alta inferriata, un letto improvvisato e piccole gocce che colavano dal soffitto. Era noto lo squallore delle celle di Alicante, ma mai si sarebbe immaginata tanto. Un brivido le percorse la schiena ricordando la piccola stanza in cui Jonathan l’aveva seviziata e costretta a bere il suo sangue. Quello era stato l’inizio di tutti i suoi dolori.
Rimase in quella cella per circa cinque ore, prima che oltre le sbarre apparissero Isabelle e Maryse, accompagnate da una guardia, che la informavano che sarebbe stata processata per direttissima, dato che c’era già una testimonianza a suo favore, necessitava solo una conferma. Era quasi tutto pronto, il processo sarebbe iniziato a breve.
Quando venne condotta alla grande Sala del Consiglio, ammanettata come una criminale, Clary venne posizionata su una pedana a forma di mezza luna in legno, con una piccola ringhiera, Maellartach troneggiava maestosa sopra la sua testa, di fronte al Conclave al gran completo, nonché di fronte ai rappresentanti dei Nascosti. C’erano guardie tutt’intorno, Fratelli Silenti imponenti nella loro muta presenza, addirittura un gruppo di tre Sorelle di Ferro.
Sulla destra spiccava invece una platea di persone, Shadowhunters, Vampiri, Licantropi e Stregoni. Tra loro anche Maryse, Alec e Isabelle, che la fissava con sguardo apprensivo, sua madre e Luke. Nell’ultima fila, in cima c’era Jace. Stava nella sua tipica posizione spavalda, le braccia incrociate, uno sguardo duro fisso su di lei.
L’inquisitore si alzò dal lungo banco dei giudici “Clarissa Morgenstern, su di lei pende l’accusa di alto Tradimento a questo Organo e al Mondo Invisibile, accusa che prevede in caso di colpevolezza la pena di morte. Come si proclama di fronte a questo Collegio di Giustizia?” sembrava soddisfatto, quasi impaziente di emettere il verdetto e agire di conseguenza. La guardava con astio, per lui Clary era tanto colpevole quanto Jonathan e meritava di essere punita, eliminata dalla faccia della Terra, perché una minaccia.
“Innocente” Clary parlò con un tono molto basso, timoroso. Un brusio incomprensibile si sollevò dalla folla. Shadowhunters e Nascosti sembravano più in sintonia che mai. Non si era mai vista una presa di posizione cosi netta e comune tra loro. Clary notò come Isabelle lanciava occhiate truci a chi le stava vicino. Evidentemente nessuno credeva alla sua innocenza. Maryse le fece segno di non preoccuparsi e si ricordò quello che le aveva detto prima nella prigione, ovvero di dire solo la verità, e tutto si sarebbe sistemato.
“Innocente, certo. Dite tutti cosi. Signorina Morgenstern allora mi dica, come faceva ad essere a conoscenza dei piani di suo fratello, Jonathan Morgenstern?” scantì con decisione il nome di Jonathan, quasi a sottolinearne l'evidente colpevolezza. l’Inquisitore non le credeva, non aveva creduto a Femir, stava cercando un modo per farla cadere. O forse stava facendo solo il suo lavoro. Imogen Herondale era stata durissima nei confronti di Jace, perché lui doveva esserlo da meno con lei? Dovevano proteggere i loro Cacciatori da pazzi e assassini come lo erano stati suo padre e suo fratello.
“Me li ha rivelati lui stesso” rispose Clary guardandolo. Ricevette un risolino beffardo dall’Inquisitore.
“E come mai uno stratega come lui, le ha rivelato un piano di quella portata sapendo che lei non è mai stata dalla sua parte, ma anzi, ha combattuto al nostro fianco per fermare prima vostro padre e poi lui stesso?” teneva un sopracciglio alzato, l’espressione di sfida, quasi a volerla deridere.
“Dopo che mi ha rapito alla festa, mi ha condotta in una casa in Provenza e lì, dopo avermi….torturata, mi ha costretto a bere il suo sangue dalla Coppa Mortale Oscura!” le tremò leggermente la voce quando ripensò a quei momenti. Le aveva inflitto un dolore fisico mai provato prima, il corpo le fu invaso dai brividi, le salirono le lacrime agli occhi.
“Signorina Morgenstern, non prendiamoci in giro, lo sappiamo tutti che il sangue Angelico è dominante. E lei, grazie a suo padre, ne ha in quantità superiori a chiunque di noi. Senza considerare anche il legame parabatai che aveva stretto con la qui presente Signorina Isabelle Lightwood, proprio lo stesso giorno. Non mi venga a dire che lei era sotto il controllo di suo fratello. Ha firmato di suo pugno quell’intimidazione inviata all’Istituto, o sbaglio?” la canzonò. Clary si sentì avvampare dalla rabbia, la stava trattando come un spregevole bugiarda. Ma le parole dell’Inquisitore risposero a tutta una serie di domande che si era posta durante quei giorni.
“quell’intimidazione!” sbuffò leggermente beffarda. “ Jonathan era certo che ci sareste cascati subito!” Vide l’Inquisitore stringere gli occhi e contrarre le labbra. La trafisse con uno sguardo di ghiaccio.
“ signorina Morgenstern, credo che lei non abbia ancora compreso bene l’entità della situazione. Non osi prendersi gioco di noi, ragazzina!” le sbraitò aggrappandosi al poggia mano di legno della piattaforma sulla quale era posizionata.
“INQUISITORE!!! Le chiedo di placare i toni. Lasciamo spiegare alla ragazza cosa è successo! Abbiamo già una versione dei fatti. È necessaria anche la sua per giudicare. Le ricordo che non sta parlando con una criminale” il Console si era alzato dalla sua postazione e aveva aspramente ammonito l’Inquisitore.
“Clarissa, la prego, spieghi a questo Consiglio come sono andati i fatti” il Console rivolse a Clary un piccolo sorriso e la spronò gentilmente a parlare.
Clary sentiva tutti gli occhi dei presenti su di lei, aveva il cuore che le galoppava e sentiva le guance in fiamme. Prese un profondo sospiro, puntò lo sguardo su Jace, forse quella era l’unica possibilità che avrebbe avuto per farsi ascoltare “ dopo che Jonathan mi ha fatto bere il suo sangue, è stato come se tutto dentro di me fosse come fuoco, mi sentivo bruciare fino all’anima. Mi sentivo spinta come verso un buco nero, cercavo di aggrapparmi ai miei ricordi, di tenere l’ immagine delle persone che amo fissa nella mia mente ma è stato come se tutto si rompesse come uno specchio, dove tutti i miei ricordi si riducessero in mille pezzi.  Dopo che ripresi conoscenza, Jonathan era come una calamita, sentivo come se una forza dentro di me mi spingesse verso lui, mi trovavo in piena sintonia, non con lui come persona, ma con il suo ESSERE. Sentivo come se dentro regnasse una pura essenza malvagia che mi plagiava la mente, un cumulo di cattiveria che muoveva il mio corpo. Vedevo la realtà come dietro una vetrata spessa e oscurata, provavo una irrefrenabile voglia di distruggere, una voglia quasi totalmente giustificata. Agivo spinta da questa pulsione incontrollabile, malata….mi sono spinta oltre ogni limite, e adesso ne sto pagando le conseguenze. È durato un giorno intero, uno stramaledetto  giorno, poi cominciai ad avvertire un qualcosa di sbagliato nel mio modo di pensare e agire. Avevo lampi di lucidità, che sono diventati sempre più frequenti, finchè non sono tornata me stessa”  sentiva gli occhi bruciarle in maniera accecante, le lacrime le deformavano la figura di Jace, che aveva il respiro pesante e continuava a guardare verso i suoi piedi.
“Il sangue di Demone cominciava ad annullarsi..” il Console mormorava tra sé e sé con una mano sul mento.
“Ho cominciato a fingermi dalla sua parte cercando di scoprire i piani di Jonathan, di rendermi partecipe cosi da potervi aiutare a fermare quella follia che aveva messo in piedi. Quando ho raccolto elementi a sufficienza, ho chiesto aiuto a Femir, uno Stregone che teneva prigioniero e lui mi ha aiutato nella creazione delle rune” riprese il suo monologo con voce più ferma.
“Chi ha avuto l’idea delle rune?” la voce severa dell’Inquisitore la costrinse a staccare gli occhi da Jace.
“È stata un’idea di Jonathan. Voleva che creassi una runa di sottomissione. Non poteva fare un incantesimo, perché era necessaria la presenza dei sottomessi, quindi dei Demoni, che lui stava prendendo in giro. Li illudeva di una loro divisione del potere, di un dominio condiviso del mondo. Ma in realtà a me diceva di volerli soltanto usare per catturare o uccidere i Cacciatori del Vostro esercito; poi una volta raggiunto l’obiettivo, i Demoni sarebbero diventati, grazie alla runa, suoi…nostri schiavi!” Clary parlò con tono sicuro, il suo racconto non presentava sbavature o esitazioni. La Spada Mortale si illuminava sopra di lei, segno che stava dicendo la verità. Tutti nella sala mormorarono qualcosa al proprio vicino. Clary vide Isabelle sorriderle e annuire. Eppure l'Inquisitore continuava a camminare avanti e indietro con passo pesante, rumoroso….era molto irritato.
“Questo coincide perfettamente con quello già detto dal nostro testimone. Fate entrare il ragazzo!” il Console ancora una volta prese la parola.
“Clarissa, tu riconosci questo ragazzo?” le chiese. Il tono autoritario si era addolcito, le parlava in maniera amichevole, senza formalità.
“Si, è lui Femir.  Ha avuto l’idea di creare tre rune. Io ho disegnato il cerchio. Avevo già creato la runa di unione e vedendo che unire le qualità particolari di ogni razza era possibile, ho cosi provato ad unire le loro vite” un altro lampo di luce bianca dorata illuminò il soffitto alto della Sala del Consiglio. Maellartach risplendeva.
“Perché ha chiesto aiuto a uno Stregone e non ha cercato di contattare noi?” L’Inquisitore riprese la sua arringa contro Clary avvicinandosi di nuovo a lei, cercando di intimorirla.
“Jonathan non era uno stupido, né uno sprovveduto. Era tutto calcolato, lui vi voleva e voi stavate arrivando, visto che vi aveva facilitato il compito di trovarlo levando le barriere di protezione. A combatterlo con le armi ci stavate già pensando voi, io ho voluto combatterlo con l’astuzia, ritorcergli contro la sua stessa scaltrezza. Sin da quando è nato, è stato educato da Valentine alla guerra, era invincibile su quel fronte, con lui si doveva agire di astuzia, rivoltargli contro le sue stesse armi.” Clary era sicura della sua posizione in tutta quella faccenda, si era tranquillizzata, il cuore adesso batteva a un ritmo più regolare, la Spada Mortale le conferiva una certa sicurezza. La faccia dell’Inquisitore si contorse in una smorfia.
“Signorina Morgenstern allora mi dica, noto che lei ha dei bellissimi occhi verdi, ma chi possiede del sangue demoniaco li ha neri. Jonathan Morgenstern non si è mai accorto di questo cambiamento?” tornò all’attacco.
“in realtà questa è una cosa che non ho capito nemmeno io. Ho notato che i miei occhi sono rimasti scuri, solo qualche screziata di verde, fino al giorno della battaglia. Quando ho cominciato a notare che il nero stava sbiadendo ho avuto paura che se ne accorgesse, sicuramente ……” L’Inquisitore la mise a tacere con un gesto della mano, scuotendo la testa, come a rimproverare a un bambino che la risposta che sta per dare è sbagliata.
A questo possiamo rispondere noi!”  la voce cavernosa dei Fratelli Silenti rimbombò nelle menti di tutti i presenti che si voltarono verso di Loro.
il sangue demoniaco rende gli occhi scuri in quanto annerisce l’anima, e gli occhi sono definiti lo specchio di questa. Anche se viene neutralizzato, continua a scorrere nelle vene di chi lo possiede finchè non viene espulso. Clarissa è stata pugnalata, la ferita ha provocato l’espulsione del sangue infetto, per questo i suoi occhi sono tornati verdi!”  Fratello Zaccaria puntò il viso inespressivo sull’Inquisitore. Al suo fianco le Sorelle di Ferro annuivano.
“ continuo a non capire perché lei non sia corsa subito al fianco del Nostro esercito, della sua parabatai, quando siamo arrivati, ma ha atteso….cosa?” Clary vide il Supremo Giudice dei Cacciatori accennarle un mezzo sorriso malvagio. Non mollava, voleva per forza dimostrare che lei fosse dalla parte di Jonathan di sua spontanea volontà o che avesse guadagnato qualcosa da quella situazione.
“volevo assicurarmi che le rune funzionassero, il cerchio era una mia personale modifica, le rune angeliche che vedevo nella mente ne erano prive, temevo che non avessero funzionato e che tutto il mio sacrificio fosse stato vano!” la rabbia aveva cominciato a montarle in corpo, sentiva le mani tremare mentre stringevano il legno della pedana.
“Sacrificio? Il dover stare con suo fratello, che aveva una passione per lei, lei lo ritiene un sacrificio? Sicuramente lei è quella che ha vissuto in una botte di ferro, Signorina Morgenstern, contribuendo però all’evocazione di demoni e allo scatenarsi di una guerra che ha visto la morte di molti nostri fratelli e Nascosti! Le sue rune hanno avuto effetto grazie alla signorina Lightwood che ha ucciso suo fratello, se noi fossimo stati distrutti, le sue rune non avrebbero mai avuto efficacia! Altro che sacrificio!” sbraitò l’uomo buttando in aria le mani come esasperato.
La rabbia si impadronì di Clary ancora di più “Prima di tutto avrei ucciso io stessa Jonathan se fosse stato necessario, non l’ho fatto prima perché eliminare lui non avrebbe eliminato il suo esercito e sicuramente i Demoni sarebbero venuti a rivendicare la loro parte dell’accordo, quindi il problema rimaneva, e secondo, dover fingere di amare mio fratello, che ho odiato con tutta me stessa da quando l’ho conosciuto e dover posare le mie labbra sulle sue è sufficiente per lei come sacrificio? Sibilò tra i denti, rossa in viso e gli occhi sgranati.
“INQUISITORE BASTA COSI!!” il Console sbattè un pugno sul lungo banco laccato di bianco. Aveva colto la grande sofferenza che Clarissa aveva dovuto passare per salvare tutti loro, ancora una volta. “Abbiamo elementi a sufficienza. Possiamo ritirarci per il nostro verdetto” sentenziò duro.
L’intero Collegio del Conclave lasciò la Sala in pochi secondi.
Venti interminabili minuti di agonia, tensione, paura, vergogna separarono Clary dal verdetto del Conclave. Continuava a scorrere lo sguardo sui presenti, sua madre la guardava con un misto di pietà e furia negli occhi, i suoi figli protagonisti di un incesto spiattellato in pubblico, l’avevano mortificata. Isabelle fu la prima ad alzarsi per correrle incontro, l’abbraccio stretta, le asciugò le lacrime, confortandola che era andata benissimo. Anche Alec le fece sentire la sua vicinanza: le cinse le spalle sussurrandole un “ andrà tutto bene” all’orecchio. Jace era scomparso.
“ Clarissa Adele Morgenstern, questo Consiglio è arrivato a una decisione! Per noi lei è…..”
 



Note: spero di aver dato tutte le risposte alle domande dell'intera storia. ho cercato di analizzare tutto il comportamento di Clary e dare una spiegazione a tutto! se c'è ancora qualcosa che sfugge, l'epilogo lo devo ancora terminare, ditemelo cosi da poter rimediare!!



 
  
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