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Autore: Zefiria BlackIce    07/04/2014    2 recensioni
-Prima Fan Fiction che pubblico in assoluto...-INCOMPIUTA-
Angeline e Perla si sono trasferite a Ikebukuro per degli scopi ben precisi. Ma qualcuno le sta cercando, qualcuno che può essere molto pericoloso, qualcuno da cui non possono scappare, perché marchiate... Verranno aiutate da Shizuo, Izaya e dagli altri, o dovranno sbrigarsela da sole? E se nascesse anche qualcosa di più? Tra serietà e (spero) comicità, tra cose ovvie e non, la vita di Ikebukuro potrebbe stare per cambiare.
-Ok, che dire... non sono per niente sicura di questa FF. Mi ritengo alquanto mediocre a scrivere, e la lettura potrebbe essere pesante. Alcuni personaggi saranno sicuramente OOC.
Genere: Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Capitolo 18

"La vie de Paris" dai Blanchard.
Angeline guardò pensierosa il volantino. Era tentata di andare a quel ristorante, almeno per vedere che posto era. E poi voleva uscire. Era da due giorni che restava chiusa in casa, un po' per pigrizia, un po' perchè non aveva vere ragioni per mettere fuori il naso. Aveva pensato di fare una passeggiata giusto per incontrare Shizuo, che non aveva più sentito dopo il primo incontro. Era un tipo interessante dopotutto. Aveva solo un problema di autocontrollo.
Era decisa ad incontrarlo di nuovo, ma stava per uscire quando era arrivata Perla molto scossa. Aveva ascoltato il suo racconto e l'aveva consolata. Quell'episodio le aveva di nuovo fatto cambiare idea. Poi il giorno dopo la ragazza le era arrivata a casa con quel volantino.
Si decise. Quella mattina sarebbe andata a vedere quel ristorante quella sera stessa. Però non ci poteva andare così com'era. Se i propietari erano francesi, avrebbero seguito la tv francese, e quindi l'avrebbero riconosciuta. Negli ultimi tempi aveva un po' evitato i telegiornali e i giornali francesi, ma aveva scoperto che avevano dato una specie di sua identikit: capelli rossicci e occhi indaco. Per fortuna nessuno sapeva niente della sua forza.
Entrò in camera sua e aprì l'armadio. Levò il doppio fondo e prese una scatola. Dentro c'erano circa una decina di parrucche con vari tagli e colori. C'era anche una scatolina più piccola. Dopo un attino di indecisione prese una parrucca a caschetto bionda e la scatolina. Rimise la scatola a posto e tornò in cucina con uno specchio e una spazzola. Non le piaceva sistemarsi i capelli da sola, ma al momento non poteva fare altrimenti, Perla al momento stava "al lavoro", per così dire. Si sciolse la treccia e si pettinò i capelli, si rifece la treccia, più stretta stavolta, e se l'avvolse in una specie di crocchia, fissandola con delle forcine che prese dalla scatolina. Finito il lavoro ai capelli, prese delle lenti a contatto e se le mise. Si guardò allo specchio. Già sembrava diversa con gli azzurri invece che indaco. Mise un filo di trucco a sottolineare gli occhi, poi si occupò della parrucca. Quando finì anche quest'ultima operazione, si infilò un paio di pantaloni di cotone bianco, più larghi verso i piedi, che delineava la lughezza delle gambe. Sopra mise una camicetta bianca e una giacchina leggera rosa chiaro.
"Non è esattamente il mio colore preferito, ma va bene lo stesso."
Per finire, prese la borsa a mano e l'immancabile pistola. Scrisse un biglietto a Perla e uscì.
Passeggiò con calma per le vie della città, ammirando la vita che vi scorreva. Tokyo non poteva certo competere con Parigi in eleganza, ma aveva comunque il suo fascino. Si prese tutto il tempo per arrivare al ristorante. Tra l'altro era una bellissima giornata.
"Devo stare calma e non cadere in paranoia come faccio sempre, sto solo cercando lavoro dopotutto!" Si ripeté per l'ennesima volta prima di entrare.
«Bonsoir, Mademoiselle. Posso aiutarla?» La salutò una donna di mezza età, piuttosto abbondante e di sicuro francese.
«Bonsoir, Madame. È un piacere trovare altri francesi in questa grande città.»
«Il piacere è tutto mio, ragazza! Ti sei trasferita da poco?» La donna le fece un sorriso accogliente.
«Si, devo ancora abituarmi al Giappone, sono così formali qua!»
«Già, già. A volte sono un po' noiosi.» Rise ancora la donna. «Ritornando a noi, le serve qualcosa, signorina?»
«Si, ero qua perchè ho sentito in giro che cercate personale.»
«Oh, giusto, giusto! Ci servirebbe davvero una cameriera! Se vieni di là ti spiego tutto.»
Angeline fece un sorriso e seguì la signora sul retro.Parlarono della paga e del contratto.
«Mi servirebbe il suo nome, signorina, e anche un documento, per le pratiche, e abbiamo finito.»
«Oh, si, ecco qua.» La ragazza pose all'altra un documento. «Mi chiamo Angel Lacroix.»
«Piacere, io mi chiamo Emelie, lui» La donna indicò un ometto che stava cucinando. «Lui è mio marito Clovis Blanchard.»
«Piacere.» Salutò Angeline.
«Senti... Il tuo nome non sembra francese, non vorrei essere indiscreta, però…»
«Oh, non è affatto indiscreta!» La interruppe Angeline. «Molti mi chiedono perché io abbia un nome così… inglese.» Spiegò con un sorriso. «È a causa della mia nonna materna, che si trasferì in Francia dall'Inghilterra da giovane. Alla mia nascita insistette a lungo perché mi fosse dato un nome inglese. E alla fine ci riuscì.» Ridacchiò divertita.
Anche la donna ridacchiò mentre compilava vari documenti
«Bene, io direi che puoi cominciare anche domani. Che ne dici?»
«Oh, per me sarebbe fantastico, ma avrei una domanda, sulle divise…»
«Te la forniremo noi, non preoccuparti.»
«Oh, non era per quello. È che ho girato un po' il quartiere in questi giorni, e ho notato che in molti bar hanno divise… diciamo un po' particolari.» Rabbrividì. Non sapeva che gusti avevano i giapponesi, ma per lei quelle divise erano assolutamente orribili.
Madame Blanchard non poté trattenere una sonora risata davanti al disagio della rossa.
«Ahahah, è vero, quelle divise sono particolari, a me non sono mai piaciute del resto. Non preoccuparti, le nostre divise non sono così appariscenti. Si tratta solo di un semplice grembiule nero allacciato in vita. Sarebbe gradito se indossassi una semplice camicetta e dei pantaloni neri sotto.»
«Molto sobrio… mi piace!» Annuì soddisfatta Angeline. «Molto all'occidentale.»
«Già, cerchiamo di rimanere il più fedeli possibili alla nostra madrepatria, anche se ci siamo trasferiti da molti anni.»
«Bene, allora a domani.» Salutò la rossa (bionda al momento) alzandosi e stringendo la mano alla proprietaria.
«A domani, cerca di stare qua per le 10, ok? Almeno ti presento il resto del personale e vediamo che sai fare, ok?»
«Arrivederci, Madame Blanchard.»
Angeline uscì soddisfatta dal locale, inserendosi senza problemi nella folla mattutina.
"Quel lavoro è un vero affare! Dovrò cambiarmi sempre, ma non è un grande problema. D'altronde è anche ben pagato!" Pensò rilassata.
Gironzolò un po', godendosi la mattinata senza attacchi improvvisi di paranoia. Dopo qualche ora, entrò in un bagno pubblico per levarsi la parrucca e le lenti a contatto, per stare più a suo agio. Continuò a esplorare il quartiere scoprendo anche un parco molto piacevole. Al ritorno a casa, verso l'ora di pranzo, prese un vicoletto che accorciava di molto la strada, pensando a cosa poteva cucinare a pranzo.

Poi, cominciarono i guai, quelli veri.
 

Angolo dell'autrice
Salve a tutti e scusate per l'ennesimo ritardo! No, davvero, ieri sono stata al Romics e quando sono tornata ero distrutta. Che aggiungere? Ah, si, lo so che è una bastardata lasciarvi con la storia in questa situazione, ma non ho resistito. xD Che cosa succederà? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! :D
Un grazie profondo a tutti quelli che hanno messo tra le preferite/seguite la mia storia, a che recensisce e a che legge e basta!
Alla prossima!
PS: se ho omesso qualche spiegazione per favore ditemelo, grazie!

 
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ryohgo Narita e Suzuhito Yasuda  questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
  
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