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Autore: Ili91    07/04/2014    4 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 4 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Commedia
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 4/16 (2750 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12

- Per quanto mi riguarda, potete trovarmi qui:
https://www.facebook.com/pages/Ili91/322833071126812
 


There is need of the Winchesters

4

Dean sorrise quando un piatto con un succulento hamburger gli venne posato davanti agli occhi.
Gli venne l'acquolina in bocca, facendogli dimenticare che stava per assaporare la cucina della vecchina e che il fatto che in quel motel c'erano solo loro non era certo un buon segno.
Beh, ci avrebbe pensato dopo, ora voleva concentrarsi solo sull'hamburger. 
Lo sollevò con le mani e gli diede un grosso morso.
Oddio, era il miglior hamburger su cui avesse mai messo le mani. La carne era fantastica, cotta al punto giusto, ma il pane... il pane! Non conosceva parole sufficienti per descriverlo.
Dean cominciò a mugolare di piacere, visto che le sue papille gustative stavano cantando e Sam lo guardò male. «Dean, controllati!» Rise. «È così buono quell'hamburger?»
«Non puoi nemmeno immaginarlo» rispose Dean, con la bocca piena. Ma cosa ne poteva capire lui, che non sapeva apprezzare la buona cucina?
Il ragazzo che serviva - a quanto aveva capito era il nipote della vecchia - si avvicinò di nuovo al loro tavolo trasportando un paio di birre in bottiglia.
Dean gli rivolse un gran sorriso. «Un altro, per favore» ordinò, riferendosi all'hamburger  già consumato per la metà.
Il ragazzo era giovane, sembrava avere meno di vent'anni, aveva i capelli ricci, biondo cenere e gli occhi azzurri; era d'altezza media ed era robusto. Aveva anche uno sguardo gentile, come poteva essere nipote di quella megera?
«Sono contento che l'hamburger le sia piaciuto. Il pane lo prepariamo noi.»
«Peeta!» lo chiamò la vecchia dalla cucina.
«Scusatemi» disse Peeta e se ne andò, lasciando soli lui e Sam.
«Mi sono accorto di un paio di cose strane» disse Sam, dopo essersi assicurato che nel locale ci fossero solo loro.
«Che cosa?» Dean sollevò lo sguardo su di lui.
«Stiles e Scott hanno confermato la presenza di lupi mannari, qui, almeno tempo fa, ma la luna piena non ci sarà prima di una settimana e gli omicidi sono avvenuti solo pochi giorni fa. E poi, i corpi trovati, avevano entrambi ancora il loro cuore e noi due sappiamo bene che i lupi mannari lo mangiano ogni volta.»
Riflettendoci, il conto non tornava. I due ragazzi si erano detto esperti di lupi mannari, eppure non erano a conoscenza che mancava ancora una settimana alla luna piena e i lupi mannari che aveva sempre visto perdevano il controllo solo quando la luna era al massimo del suo splendore, senza poi dimenticare la disgustosa parte relativa al cuore. Forse Stiles e Scott gli avevano mentito o gli avevano taciuto qualcosa. Sapeva che non dovevano fidarsi di loro, erano troppo saccenti!
«Più tardi, telefona a quei due e chiedi un incontro per domani. Dovranno darci molte spiegazioni.» Per fortuna avevano pensato di scambiarsi i numeri di telefono, così da essere sempre rintracciabili. La storia degli omicidi di Beacon Hills si complicava di minuto in minuto e Dean non sapeva come ne sarebbero venuti a capo.
«Cosa hai trovato sulle due vittime?» chiese Dean, cambiando discorso.
«Ah, sì!» Sam prese dei fogli. «La seconda vittima la conoscevamo già, era Timothy, e di lui sappiamo che era un cacciatore, che aveva smesso l'attività e che si era trasferito qui per stare vicino alla figlia. È probabile che sia morto per essersi messo alla caccia del mostro, qualunque sia la creatura, e che sia stato sopraffatto.»
Dean prese una nota mentale delle informazioni fornitagli dal fratello. «E per quanto riguarda l'altro cadavere?»
Sam scorse un altro foglio. «Andrew Brian. Uomo giovane, celibe, era stato da poco stato assunto come bidello. Persona semplice e niente in comune con Timothy.»
Dean finì di mangiare prima di dire qualsiasi cosa, per avere il tempo di riflettere. «Siamo in un vicolo cieco, nessun indizio sul perché la creatura abbia agito, nessuno schema. O forse non c'è nulla del genere e la creatura attacca a caso.»
«Forse. Non lo so. Per stasera lasciamo perdere, domani riproveremo ad indagare e parleremo con i ragazzi, che magari ne sanno di più.»
«Magari.»

***

Erano le diciassette e trenta circa di pomeriggio, Scott avrebbe terminato il turno solo mezz'ora dopo, ma Stiles voleva arrivare in anticipo allo studio di veterinaria - ufficialmente, almeno, ma nascondeva anche altre attività -, dove l'amico lavorava per avere il tempo di parlare con lui prima che arrivassero Sam e Dean.
Se dovevano avere a che fare con loro - e Stiles continuava a non essere assolutamente favorevole -, voleva mettersi d'accordo con Scott su cosa rivelare. Erano stati Sam e Dean a richiedere un incontro per quel giorno, sicuramente avrebbero posto delle domande e Stiles non voleva che lui e Scott si contraddicessero, rischiando di far scoprire alcuni piccoli particolari che avevano taciuto.
Non avrebbe reso Scott una preda ai loro occhi.
Mancavano circa cinque minuti di strada al suo arrivo alla studio veterinario, ma sarebbero stati di più, se la nebbia non si fosse diradata. Fino a pochi minuti prima gli sembrava che la strada fosse libera, ma ora era costretto ad accendere i fari antinebbia e diminuire la velocità.
C'era qualcosa di strano, l'ultima volta che aveva avuto dei problemi con la visibilità durante la guida, come in quel caso, era stato a causa di Jennifer Blake e i suoi poteri, sei mesi prima. Ma lei era morta, si disse. Questa volta per davvero, perché il cadavere era stato trovato da molto tempo, ai piedi delle radici del Nemeton, morta prima che potesse compiere altri danni.
D'accordo, dare per scontato che se ne fosse andata per sempre non era molto furbo, visto il modo in cui Peter Hale era riuscito a tornare in vita e in mezzo a loro. Gli dava ancora i brividi ogni volta che ci pensava. Aveva sfruttato il potere nascosto di Lydia, il legame che si era creato tra di loro dopo averla morsa ed era riuscito a rinascere come Beta.
Guidò ancora per un minuto o due, poi decise di parcheggiare e proseguire a piedi per il pezzo che mancava, era più sicuro.
Scese dalla macchina portandosi dietro una torcia, per rendersi più visibile, poi salì sul marciapiede addentrandosi verso la nebbia, che sembrava sempre più fitta ad ogni metro.
Era strano, come se la nebbia non fosse qualcosa di normale, forse era stata provocata da qualcuno.
Gli tornarono in mente le parole dette da Deaton tempo prima: avere avuto a che fare con il Nemeton avrebbe attirato il soprannaturale in città, ancora più di prima. Dopo quel lungo periodo di pace aveva quasi scordato quelle parole, ma che quelle fossero le prime avvisaglie?
Pensò anche di tornare indietro, ma non voleva abbandonare il suo migliore amico alla mercé di due cacciatori esperti. Non riusciva nemmeno ad immaginare cosa gli avrebbero potuto fare se avessero saputo che era un lupo mannaro. O a Isaac, o i due gemelli, o a Lydia - che era una Banshee, veramente, ma sempre creatura soprannaturale era -, o a Derek e sua sorella, se fossero stati ancora lì con loro.
Una decisione presa proprio al momento giusto, quella di andarsene, pensò con ironia e una punta di dispiacere.
Da Cora aveva saputo che si trovavano a Seattle, chissà come stavano andando le cose lì e tra di loro, se stavano riallacciando il loro rapporto fraterno.
Stiles sapeva solo che stavano bene e il poco che Cora gli aveva raccontato - nemmeno lei, come Derek, era di molte parole -, ma avrebbe voluto qualche informazione in più.
Un ululato, forte e improvviso, benché in lontananza, lo mise in allerta. Provò a guardarsi intorno, ma quello che vide fu solo nebbia e sentì dentro di sé la sensazione di sentirsi in trappola.
Istintivamente, cominciò a correre, per giungere il prima possibile da Scott e da Deaton, che avrebbero potuto aiutarlo.
Lo sfiorò il pensiero che forse avrebbe dovuto cambiare strada, come se, proseguendo dritto, avrebbe solo fatto il gioco del lupo mannaro. E poi... sentì un dolore lancinante al braccio, che gli mozzò il respiro. Le ginocchia si piegarono e finirono per toccare l'asfalto, frenando la sua corsa. Si guardò la parte ferita e vide una freccia conficcata nella carne, vista che lo disgustò.
Una freccia? Doveva essere un arciere delle capacità di Allison, capace di colpirlo anche in mezzo alla nebbia?
Non poteva perdere tempo, rimanere lì, in ginocchio nel terreno, rischiando che il secondo fosse il colpo di grazia. Doveva reagire, anche se il dolore forte gli faceva solo desiderare di sdraiarsi completamente ed urlare con tutto il fiato che aveva in gola.
A fatica, si rialzò in piedi. Non avrebbe potuto camminare a lungo, ma Scott era così vicino!
Aveva il telefono nella tasca destra della giaccia, lo stesso lato che era stato ferito, ma riuscì comunque a prenderlo con l'altra mano e comporre il numero di Scott. Forse avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione, permettendo all'arciere di rintracciarlo e finirlo, ma al momento non gli veniva un'idea migliore.
«Scott!» urlò al telefono, appena Scott rispose. «Sono qui fuori, mi hanno colpito, aiutami.» Chiuse la telefonata senza attendere risposta. Quando era rimasto bloccato con Derek in una piscina per più di due ore, era intercorsa una telefonata simile con Scott, sperava solo che avesse esito differente.
Avrebbe voluto togliersi quella dannata freccia dal braccio, ma non aveva il coraggio di farlo. Ci avrebbe pensato qualcun altro, più tardi, se fosse sopravvissuto.
Un'altra freccia venne lanciata in mezzo alla nebbia, ma questa volta non colpì Stiles, ma il terreno ai suoi piedi, mancando lui di un soffio.
La fissò per un secondo sconvolto, poi riprese a camminare.
Non aveva idea di chi fossero le frecce, né perché volessero colpire proprio lui, ma anche l'ululato era strano; non c'erano lupi in California, a parte quelli mannari.
E magari era proprio questo il punto, un lupo mannaro, forse addirittura un Alpha, che voleva ucciderlo.
«Stiles?» chiese una voce famigliare e Derek spuntò dalla nebbia. Era già trasformato e aveva gettato la sua valigia sul terreno.
Che cosa ci faceva lì, era tornato da loro, a Beacon Hills?
Derek lo fissò per qualche interminabile secondo, intuendo la situazione. Si avvicinò velocemente e avvolse il braccio sano di Stiles intorno al proprio collo, poi lo sostenne meglio trattenendolo con una mano sul fianco. «Andiamo» lo spronò.
«Grazie» disse Stiles, riconoscente, con un evidente sollievo nella voce. «Sono contento di vederti.» E non intendeva solo il fatto che lo stava portando via dalla linea di tiro dell'arciere e da un licantropo, ma anche perché era ritornato, perché erano amici, perché era affezionato a Derek.
L'altro non rispose, ma annuì e questo a Stiles bastò.
Superata la distrazione del ritorno di Derek, il dolore al braccio divenne sempre più insopportabile. «La freccia, toglila!» Avrebbe ringhiato come un lupo, se avesse potuto.
«Non ora, ci penserà Deaton. Resisti ancora un po'.»
«Stiles!» gridò Scott. Aveva gli occhi che brillavano di rosso quando li raggiunse. «Derek! Che cosa fai qui?» chiese poi, sorpreso.
«Storia lunga» rispose Derek.
«Un lupo mannaro!» disse Stiles, interrompendoli entrambi. «E un arciere, nella nebbia. Fa qualcosa!» Il dolore lo rendeva più facilmente irritabile ed era troppo stanco per lunghe spiegazioni.
Scott annuì e corse via, e Stiles si sentì un po' in colpa a lasciarlo andare da solo, allo sbaraglio. «Dovresti andare ad aiutarlo.»
«Una cosa alla volta. E Scott sa cavarsela.»
Poco dopo, arrivarono davanti lo studio veterinario e Stiles e Derek videro Deaton che li aspettava sulla porta. «Presto, venite dentro.» Si fece da parte per lasciarli passare.
Quando Stiles fu fatto stendere su uno dei lettini dello studio - doveva essere il primo completamente umano a cui succedeva di essere curato lì, in effetti - sospirò di sollievo, era salvo.
«Fate attenzione» riuscì a dire a Derek e questi annuì, prima d'uscire.
Il dottor Deaton si mise al suo fianco, quando rimasero soli. «Farà male» disse e Stiles ebbe appena il tempo di capire cosa intendesse, prima che la freccia venisse estratta dal braccio con un solo movimento.
Stiles urlò.

***

Dean e Sam seguirono le indicazioni fornitagli da Scott al telefono e giunsero allo studio del veterinario in cui il ragazzo lavorava poco dopo le sei.
Secondo Scott, si sarebbero dovuti trovare fuori dallo studio, ma, quando arrivarono, non videro nessuno.
«Forse sta ancora lavorando» suggerì Sam.
Dean annuì, continuando a guardarsi intorno. Notò qualcosa sul terreno, poco più avanti e si avvicinò per scoprire cosa fosse.
«Sam, guarda!» disse, chiamando l'altro. Si inginocchiò e sollevò tra le dita una freccia di buona fattura.
«Cosa hai trovato?» chiese Sam, giungendo alle spalle. «Ehi, ma quello è sangue?»
Dean spostò lo sguardo, notando una serie di tracce sul terreno, che proseguivano per un lungo tratto. Doveva essere successo qualcosa lì e di recente, perché il sangue era fresco. «Qualcuno è stato ferito, qui.» Gli venne il dubbio che tutto questo avesse a che fare c'entrassero con la serie di omicidi ed era una coincidenza troppo grande che l'attacco fosse avvenuto a due passi dal punto dove dovevano incontrarsi con Scott.
Dean si alzò in piedi e guardò Sam, il quale annuì, intuendo quello che stava pensando.
Dean passò la freccia a Sam e raggiunsero la porta dello studio, bussando con energia.
Ad aprire fu un uomo sui quarant'anni, di colore e senza capelli, che indossava un camice, evidentemente il dottore di quello studio.
«Cercavamo... Scott. Lavora qui, vero?» disse Sam.
Il dottore li squadrò, facendo sentire Dean a disagio. Quel uomo emanava un'aura misteriosa e pareva quasi saper leggere nel pensiero.
Quando il dottore annuì e sorrise, sembrò quasi che lui e Sam avessero superato un qualche test silenzioso. «Per di qua, seguitemi.»
Li portò in un'altra stanza e, davvero, era dai tempi del liceo che non aveva a che fare con tanti adolescenti tutti insieme.
Oltre Stiles e Scott, che già conoscevano, di cui il primo era sdraiato su un lettino con un braccio fasciato e dormiva - confermando l'ipotesi che qualcuno fosse stato ferito -, c'erano altre tre persone, due ragazzi e una ragazza.
Uno era un ricciolino, piuttosto alto, anche se mai quanto Sam; l'altro era il più grande del gruppo e aveva un'espressione sul viso un po' torva e un po' preoccupata; la ragazza stava studiando con attenzione una freccia sporca di sangue.
«Che cos'è successo?» chiese Sam.
Una domanda davvero ovvia, ma c'era bisogno di alcune spiegazioni.
Come, per esempio, ai soli Stiles e Scott si fossero aggregate altre tre persone, quattro, se si contava anche il veterinario e Dean avrebbe preferito di no, visto che lo inquietava. Non poteva essere solo un dottore, era possibile capirlo anche solo guardandolo. Tra l'altro era anche sparito, subito dopo aver accompagnato lui e Sam dai ragazzi.
«Spiegateci. E non tutti insieme» specificò, tremando al pensiero di un gruppo di adolescenti che starnazzavano come galline.
«Uh, direi di cominciare dalle presentazioni. Io sono Sam, lui è mio fratello Dean.»
Seguirono le presentazioni, che permisero di scoprire che il ragazzo più alto si chiamava Isaac, la ragazza Allison e quello più grande Derek.
E che tutti e tre erano a conoscenza dei lupi mannari.
Beh, era un bene che ci fossero così tante persone a conoscenza della realtà, permettevano loro di essere all'erta sui pericoli dei mostri. Rendeva anche più semplice il loro lavoro, visto che era decisamente più facile salvare qualcuno se questi credeva quando gli dicevi: “sì, c'è un fottuto fantasma nel tuo armadio, ora scappa!”
«Cos'è successo a Stiles?» chiese Dean, indicandolo. Era confuso e non si spiegava l'opera dell'attacco con le frecce. Insomma, non erano molte le persone che nel ventunesimo secolo usavano ancora un arco come arma.
Tutti i ragazzi gettarono un'occhiata preoccupata su Stiles. Quel ragazzo doveva essersela vista brutta.
«Prima d'addormentarsi per effetto dei farmaci, ci ha detto che, mentre veniva qui a piedi, in mezzo alla nebbia, un arciere l'ha colpito e...» cominciò a raccontare Scott.
«Aspetta, nebbia, hai detto?» lo interruppe Sam. «Siamo appena arrivati e non abbiamo visto nulla del genere.»
«Prima c'era!» insistette Scott. «Non l'ha vista solo Stiles, ma anch'io e Derek. E il dottor Deaton.»
Dean si scambiò uno sguardo con Sam. «Forse opera di uno stregone o qualcosa del genere» considerò. Dannazione, non sopportava le streghe, ogni volta portavano problemi.
I ragazzi non commentarono, forse era vero che erano abituati a ben altro.
«E poi?» chiese Sam, spronando Scott a riprendere il discorso.
«Ben poco. Non ha potuto vedere nulla per via della nebbia, però ha sentito un ululato.»
«No, ragazzi, questo non è proprio possibile. Manca ancora una settimana alla luna piena, i lupi mannari non possono trasformarsi prima d'allora» disse Dean.
Tutti lo guardarono come se fosse pazzo. Derek gli rivolse un piccolo sorriso ironico. «E voi sareste cacciatori?»
Oh, bene, ora sì che era offeso nel profondo. Era stato ovunque, anche all'inferno, visto cose che li avrebbe fatti tremare, eppure lo guardavano come se fosse un principiante.
«Che volete dire?» chiese Sam, con calma.
Fu Allison a prendere la parola: «I lupi mannari posso trasformarsi quando vogliono, luna o non luna, anche se è vero che sono più forti quando essa è piena. Non lo sapevate?»
Di nuovo, dove diavolo erano finiti?
 

[to be continued...]

Spazio Autrice: Salve a tutti! E con questo capitolo, si entra nel vivo del crossover. Stiles si è messo nei guai e Derek è tornato al momento giusto.
Chi conosce Hunger Games l'avrà sicuramente notato, ma per chi no, sappiate che c'è un cameo di quella saga in questo capitolo. Il Peeta che avete visto non è proprio il Peeta Mellark che conoscete, però ci tenevo a farlo. E' nato tutto da una conversazione in chat con una mia amica, che ha portato a discutere sul fatto che Dean in cinque minuti avrebbe salvato tutti nell'arena e che Dean e Peeta sarebbero stati una grande coppia (Deeta). Era un discorso serio! 
Nonostante quello che pensavo inizialmente, Peeta ritornerà ancora in questa storia, quindi il cameo non sarà solo in questo capitolo e anche Katniss farà una capatina (in una veste molto speciale).
Nel prossimo capitolo: Quale sarà il vero obiettivo dell'Alpha? E Sterek, Sterek, Sterek!
Spero che il quarto capitolo vi sia piaciuto.
Ilaria
   
 
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