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Autore: Chelinde    07/04/2014    2 recensioni
Saaaalve a tutti!
Questo è un miniracconto è ad un solo capitolo ma è un tantino lungo eheheheh ... comuuunque dicevo, parla di questa ragazza che va a scuola di magia e deve superare una prova esptremamente importante che varrà metà del voto del secondo quadrimestre, dovrà portare a termine una missione utilizzando anche la magia.
L'unico problema?
Qualunque magia faccia ne esce un'esplosione.
Ma non sarà sola, avrà a che fare con un suo compagno di classe, una creatura magica assolutamente strana e creature magiche senza senso.
Spero di avervi incuriosito e che mi lascierete una recensione (Ne ho DAVVERO tanto bisogno).
Adesso vi saluto.
Bacioni Chelinde.
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MAGA SFIGATA

Esplosioni a go go!


“Eih! Dalila!” una ragazza dai lunghi capelli color del rame e dagli occhi verdi si voltò verso il ragazzo che le stava correndo incontro “Dimmi Fabrizio” il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi scuri le sorride “Oggi hai l’escursione vero?” lei annuì “Ti chiedo un favore allora, ti prego, siccome la faremo nello stesso luogo” Dalia lo bloccò “Mi spiace, ma non posso darti una mano con la magia, è contro il regolamento, ognuno se la deve cavare da solo”.
“E chi te lo voleva chiedere! L’unica mia richiesta e di non fare troppi incantesimi, ci terrei a rimanere vivo”.
La ragazza sgranò gli occhi mentre lo  vedeva andarsene velocemente come era arrivato, si voltò verso Giada, una sua amica mettendo il broncio “Non capisco perché tutti mi trattino in questo modo! Solo perché sei o sette volte ho fatto esplodere qualcosa!” la ragazza tossì un paio di volte “Veramente è successo quindici volte”, la ragazza dai capelli color del rame alzò le spalle “Ma che fai, tieni pure il conto?”.
Giada, una ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi, sorrise scuotendo la testa “Dai, succede a tutti di sbagliare, pensa che a me è successo di aver dato fuoco ad un albero che dovevo far crescere una volta”, Dalila abbassò lo sguardo “Ma non ti è successo quindici volte”, l’amica la guardò dispiaciuta, la ragazza aveva molto potere però non sapeva dosarlo e più volte erano successi … piccoli incidenti.
“Dai, vedrai che ti rifarai con questa prova e non farai esplodere niente!” sorrise dandole una leggera pacca amichevole sulla spalla che tuttavia non riuscì a ritirare su molto il morale della ragazza dai capelli color del rame.
Dalila sospirò prima di salutare l’amica ed incamminarsi verso l’entrata della scuola dove le avrebbero dato la missione da portare a termine ed il tempo.
Entrò nell’edificio grigio e subito iniziò a pregare di non far esplodere niente questa volta salì le scale che portavano alla sala riunioni dove veniva deciso tutto e vi entrò era un po’ in anticipo, infatti non c’era nessuno nella stanza, si mise a sedere nella sedia prenotata per lei alla destra del piccolo palco e poggiò il piccolo zaino nero accanto a lei sospirando pesantemente.
“Speriamo che questa volta vada meglio” disse in un bisbiglio la ragazza.
“Eih Dalila, sei qui” notò a mezza voce Fabrizio, la ragazza sbuffò visibilmente scocciata di vederlo una seconda volta nell’arco di una giornata “Che vuoi?” la voce le uscì più acida di come volesse “Ti sei dimenticata che anche io devo sapere la mia missione?” la giovane non annuì, si limitò a  sbuffare per concentrarsi sulla bacchetta nera e dalla punta bianca che teneva in mano.
“Per favore mettila via, seriamente, mi fai paura con quell’arnese in mano” la ragazza dai capelli color del rame si alzò velocemente dalla sedia con la faccia tutta rossa di rabbia “Adesso la devi smettere hai capito! Sono molto migliorata!” il ragazzo iniziò a ridere annuendo “Si certo me lo immagino” disse mettendosi a sedere affianco della ragazza “Non avevi paura di me?” l’altro le fece la linguaccia “No se eviti di fare magie”.
Dalila non poté controbattere poiché nella sala entrò l’insegnate d’ incantesimi di sopravvivenza, Katrina, una donna di trent’anni circa dai capelli biondi lunghi e lisci, gli occhi scuri, molto alta e magra “Oh, Fabrizio … Dalila ci sei anche tu? Vedi di non far esplodere niente eh?” il tono dell’insegnante era molto duro, lo era diventato da quando le aveva fatto esplodere la cattedra per errore.
Uno stupidissimo errore che però le era costata un tre e l’odio dell’insegnante.
La donna andò a sedersi dopo il cortese saluto dei due alunni sulla sedia a sinistra del palchetto, subito dopo entrò l’insegnante di creature magiche che salutò entrambi con un enorme sorriso, l’uomo aveva circa una sessantina d’anni ed era molto vicino alla pensione, aveva i capelli tenuti leggermente lunghi grigi-bianchi, gli occhi verdi e portava dei grandi occhiali neri che lo aiutavano a vedere dato che era messo molto male nella vista.
Era un uomo estremamente cortese con una panciona che lo rendeva molto simpatico, per Natale veniva sempre fatto uno spettacolo natalizio e lui lo vestivano sempre da Babbo Natale.
Poco dopo iniziarono ad entrare i compagni di classe dei ragazzi, Giada salutò l’amica per poi farle con le dita la V a mo’ d’incoraggiamento alla quale la ragazza sorrise con un timido sorriso troppo preoccupata a ripassare i vari incantesimi scritti sul quaderno.
Mentre nella sala continuavano ad entrare i ragazzi della 2 L entrò anche il Preside, un uomo basso e grossotto dai capelli neri strapieni di gelatina, gli occhi piccoli e scuri, tuttavia nonostante il volto sembrasse quello di una persona estremamente burbera era un uomo serio ma molto buono.
Andò incontro ai due ragazzi “Buongiorno ragazzi, siete pronti per la prova?” il ragazzo annuì più sicuro che mai mentre l’altra annuì timidamente tremando al pensiero di un’altra esplosione, il direttore notando la sua insicurezza le poggiò una mano sui capelli ricci lasciati sciolti scompigliandoglieli leggermente “Dai piccola Dalila, vedrai che andrà tutto bene” le disse con tono affettuoso prima di andare sul palchetto.
Fabrizio diete una leggera gomitata al fianco della ragazza “Anche il professore ti conosce, quante volte sei andata con lui solo quest’anno? Dieci volte?” detto questo iniziò a ridere silenziosamente, Dalila evitò di correggerlo sul numero che non era dieci bensì tredici, due esplosioni gliel’avevano perdonate pazientemente.
Dopo una manciata di minuti il Preside Stivenson accese il microfono assicurandosi che funzionasse con una serie di “Prova, prova” per poi dare inizio alla cerimonia.
“Bene, direi che possiamo iniziare. Siete tutti qui perché oggi è arrivato il turno di questi due giovani ragazzi, Dalila Onille e Fabrizio Giottini.
“Questa prova vale il voto del secondo bimestre quindi vedete di impegnarvi, prima o poi toccherà a tutti se non è già passato il vostro turno” disse ridendo leggermente.
“Oggi verrà assegnata ad ognuno  dei due una diversa missione da svolgere nella foresta di Timboty, quindi vediamo le varie missioni, signorina Katrina, potrebbe per favore estrarre due lettere contenenti le missioni?” la donna si alzò elegantemente e di diresse verso il contenitore delle lettere, afferrò una busta e la passò al Direttore.
“Questa e per Fabrizio Giottini”, l’uomo annuì aprendola.
“Bene, dovrà trovare un Fortuncanto ancora uovo” il ragazzo deglutì a fatica, i Fortuncanto erano animali piccolissimi ed era rarissimo riuscirne a trovare uno adulto, figuriamoci un uovo quando i nidi venivano fatti in posti molto nascosti e sicuri.
“E questo è per la signorina Onille” il Preside aprì la busta “La signorina Dalila Onill dovrà invece farsi amico un Forixy”.
La giovane restò immobile, i Forixy erano animali grandi quanto un dalmata e molto feroci, era difficilissimo farseli amici.
“Pare che siamo messi proprio male eh?” ammise teso il ragazzo che le era seduto accanto, e lei, nonostante non lo sopportasse, non riusciva a dargli torto.
“Bene, le due missioni dovranno essere terminate entro tre giorni”
La seduta fu tolta pochi minuti dopo, con il termine dei raccomanda menti del Preside sull’attenzione e sull’utilizzo dei quaderni con scritti i vari incantesimi e liste di animali incantati.
“Bene, una volta fuori da scuola inizierete subito a cavarvela da voi, in bocca al lupo ragazzi!”.
Dalila sussurrò “Crepi” continuando a pregare di riuscire bene.
Entrambi i ragazzi uscirono dalla scuola lentamente, temendo l’inizio della loro missione di così fondamentale importanza per il superamento dell’anno.
“Su Onille” le disse il ragazzo posandole una mano sulla spalla “Così inizia la nostra missione eh?” la ragazza sorrise forzatamente “A quanto pare”, Fabrizio si voltò a guardarla “Bene allora in bocca al lupo” le disse continuando a sorridere prima di uscire dalla porta della scuola subito seguito da Dalila.
Improvvisamente la ragazza sentì tutte le pressioni della sfida allievarsi, doveva solo sopravvivere per tre giorni per riuscire a prendere il cinque no?
“Bene, ed allora niente magia, mi comporterò come un’umana ed andrà tutto bene, infondo sono solo tre giorni no? Si sopravvive anche senza mangiare per tre giorni!”.
Grazie a questo pensiero per la testa riuscì a risollevarsi l’umore anche se avrebbe preferito essere insieme ai suoi compagni di classe a salire le tre rampe di scali invece che pronta a partire.
Fece il giro della scuola andando nel giardino sul retro, l’erba era molto verde nonostante il rigido inverno che stava attraversando.
Dalila tirò fuori la sua bacchetta “Irapmoc arutaclavac!”, davanti alla ragazza comparve un cerchio enorme di luce, la giovane iniziò a sorridere immaginandosi di trovarsi davanti un unicorno o comunque un animale alato, quello che le si presentò davanti invece fu tutt’un altro animale.
Aveva il corpo da cavallo marroncino più corto rispetto al normale, la testa da asino, le ali da pollo piccolissime e la coda di un drago e due zampe d’anatra.
Dalila rimase immobile a guardarlo “Bè, almeno non è esploso niente, spero per te che tu sappia volare” disse mettendosi in groppa all’animale “Su vola” disse con la voce più gentile del mondo ma l’animale si limitò a fare un verso a metà tra un nitrito di un cavallo e quello di un asino.
“Non dirmi che non sai volare” lo strano animale nitrì annuendo “Ma sai correre vero?” quello non rispose neanche, si limitò a partire al galoppo “Bene, almeno una cosa giusta l’ho fatta” ammise Dalila ridendo.
Poco dopo vide il ragazzo a cavallo di un unicorno completamente nero sfrecciare verso il bosco e non poté non trattenere un sospiro d’invidia per le capacità magiche del ragazzo.
“Dì un po’, hai un nome?” l’animale scosse la testa “Bene, allora vediamo di trovarne uno noi sei un maschio?” quello annuì “Molto bene, allora che ne dici di Riky?” lo strano animale scosse la testa “Gigi?” ancora rispose negativamente “Franky?” ancora no “Willy?” l’animale ci pensò un attimo prima di annuire nitrendo felice “Molto bene Willy allora passeremo tre giorni meravigliosi assieme eh?”.
La cavalcata durò quattro ore e, quando finalmente arrivarono all’inizio del bosco la ragazza non si sentiva più il sedere, decisero così di fare una pausa per pranzare, si era fatto infatti mezzogiorno e mezzo.
“Te ti nutri d’erba giusto?” il cavallo scosse la testa “A no? E di cosa? Carote?” ancora una risposta negativa “Mele?” negativo “Zuccherini?” niente. Improvvisamente la ragazza di ricordò che tutti gli animale usciti male dagli incantesimi mangiavano o yogurt bianco o popcorn.
“Mangi lo yogurt?” Willy scosse ancora la testa “Ti prego non dirmi che mangi i popcorn” questa volta l’animale annuì “Bene, non so dove trovarli dei popcorn, la magia dello yogurt è l’unica che mi riesce senza esplosioni, non potresti provare a mangiarlo?” ammise tristemente la ragazza.
Willy assunse lo sguardo triste ed estremamente dolce, talmente tanto che la ragazza finì per cedere “Va bene, vediamo cosa riesco a fare, in fondo è colpa mia se sei in queste condizioni no?”.
Tirò fuori la bacchetta dalla tasca del copri spalle nero “Irapmoc nrocpop” non vi fu nessun’esplosione, in compenso di creò una nuvola che fece iniziare a piovere sulla cavalcatura della giovane dei popcorn.
“Bè, non intendevo proprio questo, ma hai il tuo pranzo, speriamo solo che tran po’ scompaia” entrambi mangiarono in silenzio per un quarto d’ora buono, al termine del quale cessò la pioggia di popcorn.
“Sarà meglio raccoglierne un po’, così avrei la cena a te sta bene Willy” l’animale nitrì felice facendo una piccola impennata e Dalila non riuscì a non ridere.
“Mi sei proprio simpatico Willy lo devo ammettere” ammise tranquillamente, lui di risposta le andò vicino strusciandole il muso come a fargli le coccole.
“Dai, immagino che avrai sete, cerchiamo un ruscello o un lago”.
Camminarono per altri dieci minuti buoni prima di riuscire a trovare un piccolo ruscello dove Willy iniziò ad abbeverarsi e dove la ragazza si specchiò.
I capelli color del rame le ricadevano sulle spalle spettinati dalla cavalcata, gli occhi verdi erano allegri ed indossava un vestito che le ricadeva morbido fino ai piedi viola ed un copri spalle dove teneva la bacchetta, nero, degli stivali da montagna viola ed uno zainetto anch’esso viola dove si trovavano i libri, una bottiglia d’acqua da un litro e dove si trovava, prima che lo avesse mangiato, il suo panino.
Si voltò nuovamente verso il nuovo amico, il muso da asino era grigio, il corpo da cavallo marrone chiaro e la coda di drago rossa fuoco con tanto di squame non lo rendevano molto bello, ma sicuramente molto simpatico.
“Mi devo fare amico un Forixy, vediamo un po’ cosa c’è scritto nel quaderno delle creature magiche, grazie al cielo i prof. ci hanno permesso di portarceli dietro” disse con una punta di sollievo sull’ultima parte.
Detto questo aprì lo zaino tirando fuori il quaderno.
Nel frattempo a venti minuti di cammino veloce si trovava Fabrizio intento a studiare il suo manuale per trovare notizie in più riguardo ai fortuncanto, si ritrovò tuttavia a chiudere il suo quaderno senza aver scoperto niente di nuovo.
Il ragazzo si voltò verso l’unicorno alato nero che aveva scoperto da poco essere una femmina “Tara, mica sai dove posso trovare delle uova di Fortuncanto?” l’unicorno abbassò la testa scuotendola “Pace, ce la faremo” disse accarezzandole il naso così morbido e gradevole da accarezzare.
Fabrizio salì sull’animale “Dai, passeggiamo un po’, magari troviamo degli indizi”, detto questo Tara iniziò a passeggiare lentamente.
Il ragazzo indossava una camicia nera con sopra una felpa anch’essa nera pesante e dei pantaloni neri dello stesso colore larghi, la bacchetta tenuta all’interno di una tasca della felpa al sicuro.
I rami degli alberi erano completamente spogli, o comunque le poche foglie che vi erano rimaste attaccate erano lì lì per cadere, nonostante questo però i rami riuscivano comunque a bloccare molta luce.
Il ragazzo sospirò, voleva tornarsene a casa subito, invece doveva passare tre giorni nel bosco.
Dalila stava camminando con Willy alla sua sinistra quando sentì un forte rumore, la ragazza sussultò voltandosi verso destra sperando di trovare un Forixy, fece segno di fare silenzio alla cavalcatura, si acquattò ed andò vicina ai cespugli da dove aveva sentito provenire il rumore.
I Forixy erano animali grandi come dei dalmata, dalla faccia ed il collo di serpente con tanto di lingua biforcuta, ed il corpo di cane con tanto di coda che però non veniva scodinzolata per affetto, ma quando questa si muoveva voleva dire che vi era vicino un nemico e potevano essere di due colori, marroni o neri.
Non era facile farsene amico uno, ma una volta stretto un rapporto questo sarebbe stato indissolubile, erano animali molto freddi e calcolatori ma che avevano un enorme amore per lo zucchero, come le capre e per i grattini sulla testa.
Dalila tirò fuori dalla tasca le bustine di zucchero che si era portata dietro nel caso di necessità, ne aprì una versandone il contenuto nella mano e lo avvicinò al cespuglio con il cuore in gola.
Poco dopo vide partire una lingua biforcuta gialla verso la sua mano che svuotò velocemente.
Il colore della lingua del Forixy lasciò perplessa la ragazza, da quello che aveva letto loro ce l’avevano verde, sorrise tra se e se pensando di averne trovato uno raro e che doveva assolutamente farsi amico quello per riuscire a recuperare la sua dignità che nell’ultimo anno le era finita sotto i piedi.
Aprì quindi velocemente un’altra bustina di zucchero versandosela nuovamente nella mano, anche questa volta non molto tempo dopo una lingua gliela svuotò completamente, quello era il momento giusto, doveva semplicemente alzarsi, mettere una mano dietro il cespuglio e fargli i grattini sulla testa da serpente per farselo amico, e così fece.
L’unico problema fu quando si rese conto che qualcosa non andava, la testa di quegli animali, nonostante assomigliasse in tutto e per tutto a quella di un serpente, non aveva le squame, ma una specie di pelle molto dura, questo invece ne aveva di squame, ed anche molte!
In più presentava un piccolo bitorzolo gelido al tatto che sicuramente i Forixy non possedevano, la ragazza incuriosita iniziò a battere il dito sulla superficie gelida, che in risposta emetteva dei suoni attutiti come a battere sopra un pezzo di pietra, prese a girare intorno al bozzolo sempre più curiosa per poi spostarsi vicino al bozzolo e lontano da esso, vicino, lontano, vicino, lontano, freddo, caldino, freddo, caldino, altra piccola incongruenza, l’animale che cercava era costantemente molto caldo, quello era a malapena tiepido.
Che fosse un Forixy morto?
No, non era possibile, si era mangiato due bustine di zucchero!
Con un sacco di domande per la testa iniziò a bussare prima più forte poi più lentamente sulla testa dell’animale per capire se era moribondo o meno.
Fortunatamente per l’animale non era moribondo, ma sfortunatamente per la ragazza non era neanche un Forixy e se ne accorse quando quello arrabbiato ruggì, verso che non fanno quegli animali, e si alzò dal cespuglio dimostrando di essere ben più grande di un normalissimo dalmata e di non avere la faccia da serpente ma quella da drago, e che in più sapeva sputare fuoco.
Di quest’ultima cosa Dalila se ne accorse mentre lui iniziava a sputarne dalla bocca dando fuoco a buona parte del bosco lì in torno.
Improvvisamente le fu tutto più chiaro, quello non era l’animale che stava cercando ma un “Drago!” la voce le uscì più forte di quanto si aspettasse mentre si voltava verso Willy iniziando a corrergli incontro, gli montò sulla groppa facendolo partire il più veloce possibile.
Perché si sa, i draghi sono buoni la maggior parte delle volte, ma avergli tirato un cazzotto in testa non è proprio il miglior modo per iniziare un’amicizia.
Fabrizio nel frattempo lontano dalla ragazza guardò l’orologio, erano già le cinque e doveva trovare un Fortuncanto entro le sei e mezza massimo se voleva arrivare a scuola per le nove, eppure di quei piccoli animaletti ancora nulla.
Questi erano della grandezza delle api, con delle alette piccole e bianche ma estremamente belle, infatti sopra di esse si trovavano delle specie di disegni che potevano variare da onde a qualunque altra cosa ed il copo da farfalla, solo che non si nutrivano del polline dei fiori ma  del sangue degli animali morti … un cibo che stonava enormemente con l’immagine dell’animale.
Molti di voi penseranno che non è un animale, ma un insetto e qui vi sbagliate.
Nel mondo magico, una dimensione parallela a quella dove viviamo noi, esistono gli Animali incantati o magici e gli Insetti incantati o magici, vi è però una forte distinzione.
Gli insetti vengono considerati tali quando restano tra il massimo ed il minimo in altezza e peso, e soprattutto per essere considerati insetti questi non devono cibarsi di altri insetti, o animali, di conseguenza i Fortuncanto rientrano per il loro particolare cibo nella lista degli animali.
Al contrario di animali magici ne esistono sia carnivori che erbivori che insettivori, basta che restino sopra la minima.
Adesso però torniamo a noi.
Il ragazzo iniziava seriamente ad odiare quegli animaletti così difficili da trovare ed iniziò a chiedersi se con un cinque a –creature magiche- e –incantesimi di sopravvivenza-, sarebbe riuscito a recuperare quando Tara nitrì di spavento davanti ad un Forixy.
L’animale guardava entrambi con i suoi piccoli occhietti scuri cattivi facendo scendere un brivido gelido lungo la schiena del ragazzo, i Forixy rientravano nella categoria animali magici carnivori, pericolosi.
Un insieme che se spezzettato, una cosa ad un animale, l’altra ad un altro, non avrebbero fatto così paura, ma che tutti raggruppati in quell’animale così brutto sembravano volessero firmare la condanna a morte di chiunque gli si parasse davanti se non aveva un po’ di zucchero con se, ed il giovane sfortunatamente non ne aveva e gli era proprio davanti assieme al suo unicorno.
La coda dell’animale iniziò ad agitarsi proprio mentre Fabrizio sentiva uno strano odore di bruciato e divenne un movimento velocissimo quando al ragazzo giunse il “Levatevi di mezzo!” urlato dalla compagna.
Si voltò verso la fonte della voce vedendo arrivare Dalila in groppa ad un asino, si, aveva notato solo la testa, corrergli incontro subito seguita da un drago che sputava fuoco in continuazione senza potersi, ringraziando il cielo, alzare in volo per la radura troppo fitta.
Fabrizio si ritrovò a pensare che i draghi rientravano nella categoria animali pericolosi, carnivori, enormi, capaci di sputare fuoco, facilmente irascibili ed estremamente pericolosi.
Iniziò a frugare nella sua mente nella disperata ricerca di un incantesimo spiegato durante Incantesimi di sopravvivenza ma l’unica cosa che ritrovò fu che alla domanda l’insegnante si mise a ridere dicendo “Se ve ne trovate una ragazzi scappate, scappate più veloci che potete e non alzatevi in volo, perché un drago è più veloce di qualunque altro animale alato siete in grado di evocare”.
Il giovane si voltò verso Tara con lo sguardo terrorizzato prima di urlarle di correre.
I due compagni di scuola si ritrovarono uno affianco all’altro con lo sguardo terrorizzato, il giovane non stette neanche a guardare la cavalcatura della giovane troppo preso a inveirle contro “Ma che diamine combini! Che ti è saltato in testa di andare a rompere le scatole ad un drago!” la ragazza si voltò verso di lui “Non sapevo che fosse un drago! Ero convinta che fosse un Forixy!”.
Fabrizio si voltò nuovamente indietro a guardare l’enorme creatura che li stava inseguendo “Ed ora che facciamo?” Dalila si voltò dalla parte opposta a quella del ragazzo “Non lo so” sussurrò semplicemente con lo sguardo spento che però si riaccese davanti ad una ripida discesa si voltò ancora verso il ragazzo “Te continua a cavalcare il più possibile che puoi e porta anche Willy con te!”.
Il giovane vide per davvero l’animale per la prima volta assumendo una faccia totalmente schifata per poi tornare a rivolgersi alla ragazza “Che hai intenzione di fare?” lei semplicemente sorrise battendo una mano sulla spalla della cavalcatura “Willy, continua a correre e non fermarti ok?” l’animale rispose con il suo particolare nitrito annuendo prima che la ragazza si gettasse lungo la discesa ripida facendo urlare il compagno di classe.
La ragazza appena arrivata in fondo si alzò, le girava la testa e si era graffiata in tutto il corpo, osservò il drago che come si aspettava cambiò strada continuando a correre verso di lei.
Dalila attese che fosse abbastanza vicino per tirare fuori la sua bacchetta “Explosion!” urlò con tutta la voce che aveva nei polmoni, l’unica magia che le veniva veramente bene, solo che poi perdeva un po’ il controllo.
Come si aspettava ci vollero una decina di secondi prima che accadesse qualcosa, secondi che le fecero notare un nido di Forixy sotto un albero, i piccoli guardavano la scena immobili ed una consapevolezza colpì la ragazza, i cuccioli sarebbero stati travolti dall’esplosione.
Corse verso il nido nei pochi secondi che restavano prima dell’esplosione durante i quali il drago si faceva sempre più vicino, riuscì a raggiungerli appena in tempo per posizionarsi con le braccia al cielo ed urlare “Erottetorp oducs!” facendo così comparire un cerchio di luce azzurrognola che circondò lei ed il nido mentre iniziava l’esplosione.
Ci fu un boato enorme, nonostante lo scudo lo avesse attutito notevolmente, che le fece chiudere gli occhi, solo quando il rumore cessò del tutto li riaprì lentamente, prima uno poi l’altro.
Davanti a lei il paesaggio era completamente cambiato, ora al posto di una pianura piena di alberi vi si trovava una conca enorme completamente vuota con al centro il drago svenuto.
Fece dissolvere lo scudo mentre correva verso l’enorme animale notando con piacere che continuava a respirare.
“Dalila!” un’altra nota positiva, non aveva perso l’udito a causa dell’esplosione.
Fabrizio scese lungo la ripida discesa che ora lo era ancora di più a piedi subito seguito da Tara e Willy, le andò in contro con lo sguardo preoccupato “Stai bene?” la ragazza annuì sfoderando un sorriso enorme che tuttavia si spense presto notando lo sguardo terrorizzato del compagno diretto alle sue spalle.
Curiosa si voltò anche lei notando un Forixy che doveva essere la madre dei cuccioli venirle incontro lentamente, la ragazza deglutì a fatica mentre la osservava camminare in modo fiero, ma accadde una cosa che non si sarebbe mai aspettata, questa si sedette a terra abbassando il capo in segno di ringraziamento.
Dalila capì che era il momento giusto se voleva farsela amica, tirò così fuori una busta di zucchero mettendosela nella mano, la Forixy gliela svuotò velocemente con la sua lingua verde, cosa che fece sorridere la ragazza che gliene offrì un’altra, anche questa volta fu svuotata velocemente.
La giovane si voltò verso il nido vedendo i tre cuccioli giocare, prese due buste di zucchero, si mise sulla mano il contenuto ed indicò i cuccioli chiedendo il permesso alla madre che glielo concesse con un elegante cenno della testa.
La nostra maga andò quindi dai piccoli facendogli mangiare lo zucchero.
Fece a tutti dei grattini sulla testa notando quanto fossero carini.
Si voltò quindi verso la madre che nel  frattempo aveva raggiunto il nido e mise la sua mano a terra con il palmo rivolto verso l’alto, l’animale posò la sua zampa da cane sulla mano della ragazza, segno che erano diventate amiche.
“Eih! Ma questo è un uovo di Fortuncanto!” urlò entusiasta il ragazzo mentre toglieva l’oggetto dalla testa del drago, la ragazza sgranò gli occhi “Ne sei sicuro? Sono così dure le loro uova?” il giovane annuì “E che c faceva nella testa del drago?” Fabrizio fece spallucce “Forse quest’uovo è caduto dal nido finendo qui”.
Così si spiegava anche il mistero del bozzolo freddo.
Le uova dei Fortuncanto erano particolarmente dure e frette per natura.
“Bene, quindi ce l’abbiamo fatta! Abbiamo risolto le missioni” l’altro annuì sorridente “Già, ma sarà meglio spostare questo drago da qua o per quei piccini potrebbe essere un problema”, Dalila annuì affiancando il ragazzo.
“Ativeil” dissero in coro prima che la creatura iniziasse a lievitare e venisse spostata seguendo le traiettorie delle bacchette che lo posarono il più lontano possibile.
“Bè, vedo che non hai fatto esplosioni” le disse Fabrizio sorridendo alla ragazza che si rese conto di botto di ciò che aveva fatto “Si! Evviva! Ho fatto magie senza esplosioni e l’unica che ho fatto sono riuscita a controllarla!” il compagno di classe le arruffò i capelli “Brava la piccola Dalila”.
Solo in quel momento la ragazza si accorse di quanto fosse più piccola rispetto al ragazzo che accanto a lei sembrava più grande di un paio di anni, gli sorrise felice prima di voltarsi verso la nuova amica e chiederle di poter fare una foto a lei ed hai cuccioli.
Richiesta che la mamma Forixy accettò.
Appena raccolta la prova di aver completato la missione salì in groppa a Willy “Allora? Partiamo? Non voglio arrivare tardi a scuola, sono già le cinque ed un quarto!”.
Fabrizio annuì iniziando a volare “Eih! Willy non sa volare!” il giovane tornò a terra “Sei proprio un’imbranata, guarda come lo hai conciato e non gli hai dato nemmeno la capacità di volare?” Dalila mise il broncio “Sappi che Willy è più veloce della tua Tara nel galoppo!” non diede neanche il tempo al ragazzo di controbattere che partì al galoppo subito seguita dal ragazzo che non riusciva a smettere di ridere per il ridicolo modo di correre della cavalcatura dell’amica.
Ridicolo, ma veloce.
La ragazza si voltò verso la nuova amica salutandola con la mano “Tornerò a trovarti presto, ciao!”.
La Forixy emise il suo sibilo di saluto guardandoli andare via per poi tornare a curare i suoi cuccioli.
Una volta tornati a scuola, ai ragazzi vennero assegnati i punteggi.
Entrambi presero un voto ottimo, e Dalila era felicissima, visto che quella era la prima volta. Infondo, erano riusciti a sopravvivere ad un drago, una delle creature, insieme alle viverne, più pericolose di tutto il mondo magico.
Dopotutto, si ritrovò a pensare Dalila, anche le maghe sfortunate, ogni tanto, hanno dei colpi di fortuna.

 
 

N.D.A.:

"Salve ..."

L'autrice tira fuori la testa da dietro il telone rosso delle quinte sopra il palco

"Emh emh ... eccomi qui! Dopo tanto tempo sono tornata con questa stronzata questo capolavoro"

Fa timidamente dei piccoli passetti nel palco fino a posizionarsi al centro.

"Per chi mi conosce vi chiedo umilmente scusa per aver abbandonato le mie due storie! >.< Per chi invece non mi conosce: Salve! Piacere di conoscervi, sono Chelinde e sono una ragazza estremamamente seria"

Ti prego, non raccontare bischerate alle quali non credi neanche tu!

"Narratore ti prego! Non mettermi in imbarazzo!"

Forse è il caso che spieghi a chi non ti conosce che ti frulla in quella testaccia malata.

"Uffa! Bene, dovete sapere che io sono l'autrice e questa testa dura in grassetto e viola è il Narratore e semplicemete mi odia".

Anche tu odi me carina!

"Ma và! Mi fai finire questa nota o no!?"

Guarda che hai quasi finito lo spazio!

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!"

Si certo, continua pure, continua ad occupare spazio inutilmente

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!! Presto presto devo recuperare!"

Si, ma muoviti!

"ZITTO! HAI SPRECATO UNA RIGA! ... Dicevo: avete notato le formule? Ecco, se ne prendete una qualsiasi e la leggete al contrario noterete che è semplicemente italiano ;)"

Ma che spiritosa!

"ZITTO!! HAI SPRECATO UN'ALTRA RIGA!!! ... Ok, devo ignorarlo, devo ignorarlo, devo ignorarlo, ispira, espira, ispira, espira, ispira, espria ... Dicevo, prendete ad esmpio, prendete: Irapmoc arutaclavac, è semplicemente: Compari cavalcatura"

Bene, il posto è finito, arrivederci a tutti!

"Ma io non ho ancora finito!"

Non importa! Hai scritto un poema, mò basta!

 

 

By by! Chelinde.

 

P.S.Lasciate una recensione! E tralasciate la mia povera mente malata ;)

  
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