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Autore: cridefea    10/07/2008    2 recensioni
Caldo, caldo, caldo e ancora caldo. Roberta non lo aveva mai sopportato, faceva parte del suo amore-odio per la terra dove era nata e cresciuta: l'isola era calda, spazzata da un vento caldo, e a lei piaceva? No. L'isola aveva un mare cristallino, ma a lei piaceva? No. Eppure nonostante tutto c'erano dei momenti in cui si chiedeva se l'avrebbe mai abbandonata....
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luglio.....

Roberta


A Nicoletta...




Caldo, caldo, caldo e ancora caldo. Roberta non lo aveva mai sopportato, faceva parte del suo amore-odio per la terra dove era nata e cresciuta: l'isola era calda, spazzata da un vento caldo, e a lei piaceva? No. L'isola aveva un mare cristallino, ma a lei piaceva? No. Eppure nonostante tutto c'erano dei momenti in cui si chiedeva se l'avrebbe mai abbandonata, se sarebbe riuscita a non sentire la mancanza di quei posti, di quelle tradizioni. Ma non era questo il suo pensiero primario al momento, chiudendo il libro appena finito per un attimo le sembrò di respirare aria fresca nella calura di luglio, erano le ultime tracce della storia letta, che come tutte le storie lascia una scia intensa di speranza, che un giorno si possa anche solo per un secondo vivere come hanno vissuto gli eroi di quel racconto. Era quello a cui pensava, non importava dove e quando, ma un giorno sarebbe riuscita ad arrivare a quello che desiderava. Ma per arrivarci doveva solo aspettare, o doveva prendere decisioni, fare scelte? E cosa era che più desiderava? Mentalmente maledì ancora una volta quel calore, che arroventava le strade e teneva lontano i clienti del negozio, dandole tempo per pensare a quanto si sentisse banale, piatta, priva di potenzialità. Desiderava essere semplicemente all'altezza della vita, e non credeva di esserlo ancora. Gli studi li aveva voluti proseguire, ma erano duri, ogni volta arrivava la paura di sbagliare, di non essere abbastanza brava da poter riuscire a superare l'esame del momento; ed ogni volta che si presentava, forte, intensa portava con se inevitabilmente la sconfitta e la delusione. Cocente. Allora c'era il lavoro, ma non sentiva ancora di essere pronta per quel mondo. Divisa tra l'essere una bambina e una donna. Essere una donna solo a metà. Sorrise a quel pensiero, i suoi amici le avrebbero detto che lo era veramente, a causa della sua statura, ma sapeva quanto si divertivano a prenderla in giro. Loro erano quello che sentiva di preferire di più della sua vita. Certo a volte in alcuni momenti non li sopportava, a volte doveva isolarsi, per poi poter tornare più divertente e affettuosa di prima, ma era parte del suo carattere, e quello che le piaceva di più di loro , era proprio che lo capivano e ormai lo rispettavano. C'era voluto tempo, specialmente con alcune persone, ma queste erano molto legate a lei, non avrebbero mai voluto perderla. Il bello di queste amicizie, tra le altre che aveva, era la presenza continua in ogni secondo della giornata, in qualunque momento una delle due ne avesse avuto voglia poteva sentire l'altra, nonostante le centinaia di chilometri che le dividevano. Ultimamente però, qualche cosa stava cambiando, e preoccupava Roberta. Le sembrava che d'improvviso ognuno di quei suoi amici avesse una propria persona speciale su cui contare, le sembrava che piano piano stesse rischiando di restare sola. Non aveva mai sentito tanto il peso di non stare insieme a qualcuno, almeno non quanto altre ragazze che non sapevano vivere senza un ragazzo. Eppure forse stavano crescendo, inevitabilmente. Presto avrebbe veramente dovuto prendere decisioni, affrontare situazioni nuove. E sapeva perfettamente come reagiva a quest'ultime. Già sentiva al solo pensiero la nausea che faceva capolino. Le sfuggì uno sbuffo involontario, che il solo cliente entrato per guardare gli occhiali in esposizione interpretò male, e dopo un'occhiataccia decise di uscire. La nausea era diventata sua compagna per un certo periodo e ancora le si presentava ad ogni occasione. L'agitazione, per quanto poteva immaginare Roberta, era l'unica causa; ma da quella, in un circolo, si generava paura di stare male, poca voglia di mangiare, poche uscite. Le c'era voluto tempo però per accettarla, per capirla, e ancora adesso non era sicura di saperla gestire sempre. Ma sapeva che nel momento in cui la governava, aveva vinto. E all'improvviso si rese conto, che proprio in quella debolezza era riuscita a trovare la sua propria forza. Era quello che poteva renderla diversa, farle affrontare la vita vincendo. Quella, la sua forza per prendere decisioni, per cambiare la sua vita tendendo ai desideri. Quella era la forza di cui gli eroi dei racconti diventano consapevoli, nel momento della svolta della storia. Forse anche lei era alla svolta. Sorrise al cliente che entrando si stava lamentando del caldo.

 

 

  
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