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Autore: bik90    08/04/2014    8 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Il sole era sorto luminoso quella mattina e il lungomare e il corso principale furono inondati da ragazzi, coppie, famiglie che passeggiavano e chiacchieravano. Eleonora non era riuscita a dormire per nulla durante la notte e quando aveva visto la luce filtrare attraverso le tapparelle si era alzata con l’intento di recarsi in salone. Nel farlo, era passata davanti alla camera vuota di sua madre e a quella di Serena e Ilaria dove stava dormento momentaneamente Federico e aveva sentito un nodo stringerle lo stomaco. Ancor prima di accorgersene, aveva iniziato a piangere e aveva continuato a farlo anche dopo essersi accoccolata sul divano con un plaid addosso. Un paio d’ore dopo, quando arrivò Claudia, era ancora in quella posizione.
<< Ehi >> salutò la più piccola con un mezzo sorriso.
<< Ciao Claudietta >> fece la sorella seguendola in cucina.
<< Com’è andata ieri? Stanotte ti sei agitata parecchio >>.
Le labbra di Eleonora s’incresparono in un sorriso triste.
<< Ti ho svegliata? Scusami >>.
Anche Claudia le sorrise.
<< Non preoccuparti >> rispose << L’hai vista, vero? >>.
Gli occhi della più grande si riempirono di nuove lacrime mentre pensava a Martina.
<< Ehi, no >> disse immediatamente l’altra << Scusa, non volevo farti piangere. Sta tranquilla, Ele. Andrà tutto bene >>.
Quelle parole rimasero ad aleggiare nell’aria per diversi minuti in cui nessuna delle due aggiunse altro. Eleonora osservò sua sorella prepararsi la colazione e, nel guardare cosa c’era in dispensa, arricciò il naso. Non aveva fame, così mise semplicemente a bollire l’acqua per il tè.
<< Ilaria è rimasta a dormire da zia >> iniziò Claudia << Forse si deve andare a prendere >>.
L’altra si limitò ad annuire e in quel momento arrivò Federico. Aveva passato la serata a casa di un suo compagno di classe con altri amici a sfidarsi alla play station.
<< Buongiorno sorelle >> salutò cercando di essere normale.
Eleonora gli fece un cenno col capo mentre Claudia gli porse un sorriso.
<< Se volete, posso andare io a prendere Ilaria >> si propose il ragazzo che doveva aver sentito mentre arrivava.
La più piccola guardò la sorella.
<< Noi ci facciamo un giro invece? >> domandò con un filo di speranza nella voce.
<< Non mi va Claudia, non sarei di compagnia >>.
<< Dai, Ele! È una giornata meravigliosa e…ti farebbe bene >>.
<< Claudia ha ragione >> s’intromise suo fratello << Vai con lei, ci vediamo in ospedale dopo >>.
 
<< Non avresti preferito uscire con Tommaso? >>.
Claudia le sorrise.
<< Lo vedo dopo pranzo, tranquilla >>.
Ripresero a camminare con calma. Entrambe si erano vestite in modo semplice; jeans, scarpe da ginnastica, maglioncino e giubbotto. Eleonora inforcò gli occhiali da sole e infilò il cellulare nella tracolla che aveva portato con sé dopo aver cancellato l’ennesimo messaggio di Davide. Non voleva sentirlo, non dopo avergli sputato fuori il nome della sedicenne.
<< Ti va di parlare un po’? >>.
La sorella si fermò per un istante e il suo pensiero volò a Ivan.
<< Sai, stavo pensando che forse dovresti parlare con Martina >> iniziò Claudia voltandosi e aspettando che l’altra la raggiungesse << Anche se ha pensato quelle cose. Dovreste chiarirvi >>.
Eleonora sentì il cuore sussultare.
<< Pensa ch’io vada a letto con Davide mentre sto con lei >>.
<< Lo so, ed è una mancanza di fiducia terribile ma…potresti spiegarle perché in quel momento hai abbracciato Davide. Potresti…potresti dirle cosa stiamo passando. Si chiarirebbe tutto >>.
Per diversi minuti nessuna delle due parlò.
<< E se…se l’avessi abbracciato e basta? Lui è mio amico…se lei non si fida di me, come possiamo stare insieme? >> si meravigliò di come fosse facile parlare con sua sorella dei suoi problemi << Capisci Claudia? Se avessi abbracciato lui semplicemente come segno d’affetto nei suoi confronti senza nessun fine e senza problemi alle spalle, mi avrebbe detto quelle cose lo stesso. Non si fida…ed io…io non posso stare con qualcuno in questo modo >>.
La sorella fece un respiro profondo.
<< Hai ragione >> convenne infine << Nemmeno io potrei stare con Tommaso se mi rivolgesse quello che ti ha detto Martina dopo aver visto…non so, un abbraccio con…Mario, per esempio >>.
Attraversarono la strada e passarono davanti ad un piccolo chiosco che vendeva bibite. Eleonora pensò a Ilaria e a Federico, gli aveva dato la sua vespa per prendere la ragazza con la raccomandazione di farci attenzione e ancora non si era fatto sentire. Prima di uscire avevano telefonato a Fulvia ed erano rimaste d’accordo che la donna le avrebbe passate a prendere per portarle in ospedale. Mentre parlava con lei, avrebbe tanto voluto dirle che, anche se non possedeva la patente, sapeva guidare la macchina ma si era trattenuta. Non era certo il momento ideale per rivelare cosa le aveva insegnato il padre di Davide.
<< Ele >> la richiamò Claudia << Quel ragazzo ti sta fissando da quando abbiamo attraversato la strada, lo conosci? >>.
La più grande alzò lo sguardo e vide Ivan seduto su una panchina con altri due amici. Nell’incontrare i suoi occhi, il diciannovenne alzò una mano in segno di saluto e le strizzò l’occhio.
<< Di vista >> rispose Eleonora osservando che si stava alzando e che stava venendo nella sua direzione.
<< Vi dovete parlare? Per favore non fare casini >> disse sua sorella facendo un passo indietro.
Prima che l’altra potesse rispondere, il ragazzo le aveva raggiunte.
<< Buongiorno bambolina >> salutò allegramente.
<< Filosi ma non dovresti tornare a Roma? Non hai l’università? >>.
<< Domani pomeriggio >> rispose Ivan senza scalfire il suo sorriso << Ieri sera siamo stati interrotti, bambolina >>.
<< Piantala, non te l’avrei lo stesso data. Quindi puoi cercarti un’altra preda, che sia possibilmente più stupida di me >>.
<< Andiamo bambolina, io voglio solo te >>.
<< Ma io non voglio te, lo capisci questo? >> esclamò esasperata Eleonora.
<< Non è quello che dice il tuo corpo >> ribatté l’altro avvicinandosi.
<< No, è vero. Ma solo perché mi ricordi un’altra persona >>.
Il ragazzo si bloccò capendo che stava dicendo la verità e improvvisamente si sentì a disagio. Non aveva mai provato la sensazione di essere usato, era lui che di solito adottava quella tecnica.
<< Bambolina >> tentò di riprendersi << Non può esserci nessuno come me >>.
<< Hai le sue stesse sfumature di verde. Mi ricordano tanto i suoi occhi >>.
<< Vi siete lasciati? >>.
Non sospettava minimamente che la diciottenne si riferisse ad una persona del suo stesso sesso.
<< Sì >> rispose la ragazza abbassando lo sguardo sul marciapiede.
<< E allora, bambolina? >> fece Ivan afferrandole una mano << Qual è il problema? Io sono single, tu uguale! Divertiamoci insieme >>.
Eleonora si ritrasse e scosse il capo.
<< Per favore, Filosi >> gli disse prima di andare via << Smettila. Non succederà mai niente tra noi, devi capire questo >>.
<< L’attrazione che hai nei miei confronti non conta nulla? Andiamo bambolina, facciamo scintille insieme! >>.
<< Il punto è che io non voglio fare scintille con te, non voglio fare niente e non avrei mai dovuto farti credere il contrario >>.
Senza aspettare una risposta, tornò da sua sorella che la stava aspettando sperando che quella parentesi si fosse chiusa definitivamente.
<< Scusami >> mormorò mentre si allontanavano insieme.
<< Ho visto passare Martina prima >> affermò invece Claudia << Era in compagnia di un’altra persona…forse una cugina più grande. Per me ha circa trent’anni >>.
 
Davide e Lavinia si erano sentiti via sms e avevano concordato di vedersi per fare colazione insieme al bar. Quando la ragazza arrivò a piedi, l’amico era arrivato da pochi minuti e stava fumando una sigaretta appoggiato al motorino. Si vedeva chiaramente che era nervoso e anche un po’ arrabbiato.
<< Buongiorno >> salutò Lavinia avvicinandosi.
<< Ehi, ciao >> rispose l’altro gettando il mozzicone per terra e calpestandola.
Entrarono e, dopo aver ordinato al bancone, si sedettero ad un tavolino che rimaneva piuttosto distante dal resto.
<< Hai sentito Eleonora? >> chiese la ragazza non appena si fu tolta il giubbotto.
Davide scosse il capo.
<< Ho provato perfino a chiamarla prima ma non mi ha risposto >>.
<< Dovresti lasciarla in pace, ieri sera mi hai detto che non è un bel periodo per lei >>.
<< Solo perché sua sorella sta male, non è autorizzata a flirtare con qualunque stronzo le capiti a tiro >> rispose immediatamente il ragazzo togliendosi la sciarpa << E poi chi cazzo è questa Martina? >>.
Ecco come si chiama allora, pensò Lavinia collegando ciò che era accaduto ieri sera con quello che sapeva.
<< Non capisco qual è il problema, Davide. Se vuole scopare per dimenticare momentaneamente i suoi problemi, perché non può farlo? >>.
<< Perché è una cosa senza senso >>.
<< Oppure perché vorresti che scopasse solo con te? >>.
Davide guardò intensamente l’amica e rimase, come ogni volta che lo faceva, meravigliato dall’intensità del suo azzurro.
<< Non ho detto questo >> mormorò << Grazie >> aggiunse riferito al cameriere che aveva portato loro cornetti e cappuccini.
<< E’ quello che sembra, però >> gli fece notare Lavinia. Prese una bustina di zucchero e ne versò metà nella sua tazza prima di continuare << Ascolta, voi non siete mai stati fidanzati giusto? >> aspetto di vederlo annuire << E allora…non puoi pretendere che ti dia fedeltà solo perché avete scopato >>.
<< Questo vale anche per te, quindi >>.
La ragazza girò un paio di volte il cucchiaino per far amalgamare lo zucchero col latte e fece un sorso.
<< Giusto >> rispose infine posando la tazza sul piattino << Ma io vorrei davvero fare le cose seriamente >>.
Quella frase rimase ad aleggiare tra i due per diverso tempo. Davide era rimasto col cornetto in mano a mezz’aria pronto per dare il primo morso.
<< Tu…vorresti metterti con me? Seriamente? >>.
<< Ci sarebbe qualcosa di strano, forse? Mi piaci tantissimo…e abbiamo fatto sesso… >>.
Lavinia arrossì e si domandò come le fosse venuto in mente di farsi uscire simili frasi dalla bocca. Alzò gli occhi verso Davide che era ancora immobile e pensò che avrebbe voluto che fosse solo suo. Inoltre, se Eleonora aveva nominato quella Martina davanti all’amico, significava davvero che erano sempre più distanti; mentre lei era lì, pronta ad iniziare una relazione con lui.
<< Non mi aspettavo una simile risposta >> mormorò finalmente il ragazzo.
L’altra annuì.
<< Lo so >> asserì << Ma Davide…non puoi restare fossilizzato per sempre con Eleonora e perderti tutte le occasioni che la vita ti propone. Prima o poi, te ne pentirai. E inoltre…non capisci che è lontana da ciò che vuoi tu da lei? >>.
Davide assunse un’aria concentrata come se stesse riflettendo.
<< Quando mi ha abbracciato, quando mi ha raccontato cosa avesse sua sorella, l’ho sentita incredibilmente vicina >> confidò a mezza voce.
<< Vicina come amica, Davide >> precisò gentilmente Lavinia << Non per qualcosa di più…magari lei pensa a qualcun altro in quei termini >>.
<< A chi, Martina? >> ironizzò immediatamente l’altro facendo un sorso della sua bevanda << Oh, andiamo! >> esclamò subito dopo notando lo sguardo eloquente dell’amica << Ma dai, è una cosa senza senso >> rise << Eleonora che se la fa con una ragazza, assurdo! Mi viene da ridere solo a pensarci. Credimi, tutto è fuorché lesbica >>.
Non hai idea di quanto ti stia sbagliando, pensò Lavinia rimanendo in silenzio.
<< A me interessi solo tu, Davide. Non Eleonora >>.
 
Martina non era riuscita a dormire tranquilla quella notte, il pensiero che Greta l’avesse raggiunta la entusiasmava e angosciava allo stesso tempo. Non sapeva che pensare e se ne avesse parlato con i suoi genitori, sicuramente si sarebbe scatenato il putiferio. Così aveva preferito tacere e quando si fece un’ora decente, scivolò fuori dal letto dirigendosi in cucina per fare colazione. Suo padre e sua madre erano già svegli e per questo dovette inventarsi una scusa plausibile per essere già in piedi.
<< Esco con Simona >> mentì << E’ una bellissima giornata >>.
<< Hai litigato con Eleonora? >> chiese l’uomo mentre spalmava la marmellata sulle fette biscottate.
A quella domanda Martina s’irrigidì ma provò lo stesso a mantenere un tono tranquillo.
<< Abbiamo avuto delle divergenze d’opinione >> disse e stupì perfino se stessa per quello che aveva detto.
<< Allora dovresti chiarirti con lei, non uscire con la tua amica >> osservò Sofia sorseggiando il suo latte << Marty, in qualunque tipo di rapporto è importante la chiarezza e il rifugiarsi dietro muri, silenzi o quant’altro non aiuta di certo >> fece una pausa per guardare il marito << E’ importante avere un dialogo >>.
<< Lo terrò a mente >> tagliò corto la ragazza per evitare che potesse farsi sfuggire qualcosa inavvertitamente.
L’ultima cosa che voleva era che i suoi si preoccupassero per l’arrivo improvviso della donna. Il suo cellulare vibrò una sola volta e, dopo aver letto il messaggio che le era arrivato, corse in bagno a prepararsi.
Mezz’ora dopo era sotto il portone mentre si guardava nervosamente la punta degli stivaletti bassi che aveva indossato e si domandava se stesse facendo la cosa giusta. Aveva accettato la sera precedente di incontrarsi per parlare di quello che era successo e che stava accadendo, ma adesso non le sembrava più un’ottima idea.
<< E’ molto che aspetti? >> disse Greta con un sorriso parandosi davanti al suo viso.
Martina arrossì nel rivedere l’azzurro intenso dei suoi occhi e mormorò un no con poca convinzione. Si osservarono per qualche secondo in silenzio e la ragazza dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per distogliere lo sguardo dal corto vestito che indossava l’altra. Il giubbotto beige inoltre le stringeva la vita sottile e le evidenziava il seno.
<< Possiamo…possiamo spostarci da qui? >> chiese indicando con gli occhi uno dei balconi del suo appartamento.
Greta seguì il suo sguardo e comprese.
<< Oh, certo >> rispose passandosi una mano tra i capelli << Vieni, ho la macchina parcheggiata dietro quel pino >>.
La ragazza si sporse leggermente e riconobbe la Lancia Ypsilon dove tante volte era salita. Inghiottì un groppo di saliva pensando che tutta quella situazione era troppo per lei. Doveva affrontare ricordi che aveva sepolto in un angolo della sua mente e che ora stavano per riaffiorare.
<< Preferirei se andassimo a piedi >> disse con voce sottile.
La donna le sorrise prendendole la mano e allontanandosi da quella strada.
 
Erano diversi mesi che la loro relazione proseguiva nella clandestinità ma Martina era così felice che quello le pareva solo un dettaglio insignificante. Le pareva di camminare sulle nuvole e, ogni volta che Greta la guardava durante una lezione, il cuore le faceva un salto nel petto. Anche se non era facile, cercavano di trascorrere ogni pomeriggio insieme, la ragazza inventava sempre una scusa credibile per poter trascorrere anche una sola ora in sua compagnia. La donna era semplicemente fantastica; l’aveva portata per musei facendola appassionare all’arte, prestato dei libri da leggere, accompagnata ovunque volesse. Le sere più belle le aveva trascorse a casa sua a guardare un film sul letto con il vassoio della pizza poggiato sul comodino. Pareva che la differenza d’età non esistesse, erano solo loro due con il mondo fuori dalla porta. Greta non la pressava a fare qualcosa che non voleva e per questo la ragazza si sentiva libera di rifiutare o accettare ogni volta che le veniva fatta una proposta.
<< Un giorno non ci nasconderemo più >> aveva detto una volta Martina mentre osservava l’altra spegnere la televisione.
La donna le aveva sorriso tornando a sedersi vicino a lei. Le aveva accarezzato il viso e subito dopo baciato la fronte.
<< Lo so >>.
<< Aspettami, ti prego >> aveva continuato la più piccola << Aspettami. Ancora qualche anno ed io sarò maggiorenne e allora… >>.
<< Ehi, cosa c’è Marty? >> le aveva chiesto Greta scostandole una ciocca di capelli dal viso e osservando quegli occhi verdi e tristi << Hai paura di qualcosa? >>.
Martina l’aveva abbracciata.
<< Tu sei più grande di me e potresti… >>.
L’altra le aveva poggiato delicatamente un dito sulla bocca per invitarla a tacere. Quando le mostrava quello sguardo spaventato e malinconico, non poteva fare altro che rassicurarla e sorridere. Era bellissima.
<< Non mi stancherò mai di te, piccola >> le aveva risposto baciandola subito dopo << Andrà tutto bene, fidati >> aveva aggiunto salendo lentamente su di lei.
Martina aveva guardato in quegli occhi azzurri e, specchiandosi, aveva compreso che non avrebbe voluto essere in nessun altro posto. Si era alzata sui gomiti e aveva cercato le sue labbra dal sapore ormai familiare. Greta si era chinata ancor più finché non aveva sentito la testa dell’altra poggiarsi sul cuscino. Con una mano aveva iniziato a sbottonarle la camicetta per poter avere libero accesso al suo seno. L’aveva guardata di nuovo e il suo silenzio l’aveva incoraggiata a continuare. Lentamente aveva cominciato a baciarle il collo scendendo verso il petto. Il tessuto del reggiseno mostrava i primi segni d’eccitazione. Con un sorriso malizioso, la donna glielo aveva aperto e i due capezzoli si era presentati ai suoi occhi già duri. Martina aveva sospirato cercando la sua mano affinché gliela stringesse. Non era la prima volta che si spingevano fino a quel punto ma per lei era sempre come la prima. I brividi la scuotevano e si ritrovava a inseguire un’ancora che la tenesse aggrappata alla realtà per essere certa che stesse accadendo veramente. Greta le aveva sussurrato che era bellissima e aveva continuato a massaggiarle il seno con devozione. Poi l’aveva baciata con trasporto e nello stesso momento le aveva aperto il jeans. La ragazza l’aveva guardata leggermente sorpresa.
<< E’ tutto a posto, Marty >> le aveva bisbigliato con calma mentre le accarezzava il bordo dell’elastico dello slip << Stai tranquilla >>.
L’altra aveva annuito nonostante il cuore avesse iniziato a batterle all’impazzata nel petto. Non aveva mai fatto sesso, Greta sapeva che era vergine. Aveva sentito la mano dell’altra farsi strada sotto il tessuto del pantalone e spingerlo verso il basso per poter avere più libertà di movimento. Senza nemmeno rendersene veramente conto, aveva sollevato il bacino per aiutarla e si era ritrovata con solo lo slip ancora addosso. Un imbarazzo improvviso si era impossessato di lei facendola arrossire e distogliere lo sguardo dalla donna. Prontamente Greta le aveva sfiorato il naso col proprio e aveva atteso che tornasse a guardarla prima di parlare.
<< Se non vuoi farlo, Marty >> le aveva detto con sincerità << Non c’è nessun problema. Aspetteremo ancora >>.
La ragazza aveva fissato il suo viso, il suo sguardo che traboccava d’amore e aveva scosso il capo.
<< Io voglio sentirmi tua >> le aveva risposto semplicemente.
A quelle parole, la donna le aveva sorriso per l’ennesima volta facendosi togliere la maglietta e il jeans e rimanendo anche lei in intimo.
<< Ti farò sentire solo mia >> aveva mormorato Greta scendendo con la mano verso le sue gambe.
Aveva iniziato a descrivere dei cerchi invisibili sulla sua intimità senza levarle l’ultimo indumento che le era rimasto; poi, quando aveva compreso che era arrivato il momento, glielo aveva sfilato. Martina aveva sospirato pesantemente e aveva alzato il capo per baciarla.
<< Non farmi male >> le aveva chiesto subito dopo con un tremito nella voce.
Greta allora le aveva preso il viso con entrambe le mani.
<< Cercherò di essere il più delicata possibile >> le aveva risposto con dolcezza.
Aveva intrecciato una mano a quella dell’altra e l’arto che aveva libero era sceso di nuovo verso il basso. L’aveva accarezzata lentamente e infine aveva iniziato a farsi strada in lei senza mai abbandonare i suoi occhi. Sapere che la ragazza si stava donando completamente le faceva avvertire un’eccitazione non indifferente. L’aveva baciata per cercare di attutire il dolore che stava provando. Martina aveva sussultato e una sensazione di bruciore era partita dal basso espandendosi lentamente in tutto il corpo. Aveva stretto con forza le dita della più grande e si era ritrovata a gemere sommessamente. Greta aveva continuato a spingere contro le sue strette pareti sussurrandole parole dolci e, nell’introdurre un secondo dito, si era spostata leggermente per aiutarsi. Improvvisamente gli occhi della ragazza si erano spalancati e l’altra aveva compreso cosa stesse accadendo.
<< Adesso passa >> le aveva detto senza uscire << Rilassati >>.
Si erano guardate per un tempo che era parso infinito e poi la donna aveva ripreso a muoversi. Martina era sobbalzata per il piacere che aveva iniziato a provare e ancor prima di rendersene conto aveva preso a spingere contro quella mano. Aveva visto Greta sorridere e quel semplice gesto era bastato a farla sentire in pace col mondo ancor prima di raggiungere il famigerato orgasmo.
 
  
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