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Autore: Phoebe_dolphin    08/04/2014    0 recensioni
"Quando si affacciò, un soffio d’aria le accarezzò dolcemente il volto, dandole la sensazione della mano materna.
A quel semplice contatto con l’aria, percepì chiaramente una presenza malvagia avanzare a gran velocità.
I suoi capelli neri come la pece e ondulati, danzavano a un ritmo deciso dalla corrente; chiuse gli occhi e si lasciò cullare."
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elrond, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Non aver paura di uscire da casa; ogni volta che varchi la soglia, può diventare esso stesso un viaggio.


Il sole di un nuovo giorno sorse e portò con sé novità, questa era la sua funzione. I raggi scorsero come fiumi in piena su tutto il circondato, svegliando tutte le creature che vivevano sotto di esso. Un raggio colpì la famigerata compagnia che, in quel mattino invernale, si accingeva a compiere la propria missione.
In sottofondo vi era il sommesso cinguettio di alcuni uccelli, che cantavano una strana canzone, quasi funerea.
Elawen non l’aveva mai udita prima d’ora tant’è rara, in quel luogo paradisiaco.
Strideva eppur pensò che mai musica tanto adatta potesse mai sentire da quel momento in poi. Fu come se, prima di chiunque, pensassero al peggio.
Un nodo di lacrime le salirono fino in gola, e li si fermò.
 Non poteva avere proprio ora paura, è una cattiva alleata, ma da quell’istante in avanti sarebbe stata la sua migliore amica.
 I congedi al Re si accompagnarono a uno a uno, nessuno di loro avrebbe voluto muoversi, andarsene dal paradiso per scendere all’inferno.
 Chi lo avrebbe voluto? Solo un pazzo, e con ogni probabilità, lo erano diventati. Un gruppo di pazzi. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla natura circostante, la base di ogni meditazione, quella che veniva insegnata a qualsiasi elfo prima di ogni battaglia. 
Il controllo su sé stessi era tutto, per passare indenni uno scontro. Ascoltò ogni più piccolo suono: dallo scrosciare pigro del fiumiciattolo, allo sbattere di ali, al rumore delle ultime foglie che cadevano a terra. 

Riprese il possesso di sé stessa a due mani, riaprì gli occhi e fu il suo turno per i tristi addii, di quelli che ti fanno stare male al sol pensiero. 
Ma lei non sentiva nessuna emozione, se ne era privata con la sua meditazione, ora non sarebbe più stata la ragazza saggia, sarebbe stata un aiuto prezioso. 
Lo doveva essere, l’ultima cosa da compiere era la palla al piede. Elrond interruppe il corso dei suoi pensieri che scorrevano senza freni, appoggiandole una mano sulla spalla. Ecco quale fu il suo saluto. 
Un addio freddo quasi seppur carico di apprensione, che nascondeva una mal celata preoccupazione. Infatti egli non seppe trattenere una lacrima, che iniziò a scorrergli leggera, lungo una guancia.
La fanciulla lo guardò negli occhi appoggiando pure lei una mano sulla spalla. Non aveva nessun tempo per i pianti, per la tristezza, non doveva distogliersi dalla meta finale.
Finiti i congedi, si avviarono con passo deciso verso il prossimo obiettivo. Nessuno parlava, nessuno si decise a interrompere quell’opprimente silenzio, carico di tensione. 
Gli unici che guidavano furono lo stregone e il ramingo. 
Tutti gli altri erano alla loro merché.

Dopo pochi secondi di marcia, arrivarono verso un’ altura, da cui si poteva scorgere una distesa immensa. 
Si voltò e posò i suoi occhi di color azzurro sporcato di verde, su quel paesaggio.
Era stupendo, da mozzare il fiato ed ella ne era incantata, imprigionata nella sua magnificenza.
Una piana verdeggiante faceva da padrona in quell’immensità, ed estendeva il suo dominio fin oltre l’orizzonte; il cielo fu di un azzurro pallido dato il freddo del mattino, accostato ad alcune timide nuvole colorate di un bianco neve; il sole che era sorto, sintomo che l’alba se n’era andata via, lasciando spazio alla mattina; le montagne avevano le cime frastagliate e spolverate di bianco. 



Nella lunga camminata che susseguì, se ne stava sempre vicina al mago, almeno fino a quando i piccoli hobbit non la presero e la portarono con sé.
La loro risposta fu:’Una bella donna come lei, deve stare in compagnia di persone che la possano far ridere e tenere alto il suo nobile umore.’
La ragazza non aveva di che controbattere, la trovò un’affermazione irriverente. 
Come poteva rifiutare? Ridette e si unì a quelle quattro pesti, che in realtà erano solo due a fare battute a ruota libera, mentre il povero Sam cercava di contenerli e Frodo rideva insieme a lei. 
Le piacque la compagnia di quegli esserini, sino al momento in cui si dovette riposare, all’incirca doveva essere mezzogiorno. 
Si accamparono su uno spiazzo offerto dalle montagne. 

Si sedette su un masso, poco distante dal resto dei suoi compagni, crogiolandosi al sole per assaporare ogni singolo raggio di luce che la sua pelle non rammentava da secoli.
Fu una sensazione piacevole, il senso di tepore che dava, rendeva ogni singolo muscolo del suo corpo più vigoroso quasi riprendessero vita con il caldo tocco. 
Sentiva le voci degli altri,ma poco le importava, assaporava quel magico momento come non l’aveva mai fatto in vita sua. 
Rimembrò vagamente quando era più piccola e i suoi genitori, prima di ogni battaglia, la portavano a passeggiare fra le fronde degli alberi e il sole le baciava il volto, i capelli, il tutto. 
Udì  un tetro batter d’ali, proveniente non poco distante da loro. 
Si ricompose e vagheggiò l’orizzonte notando come una nuvola nera incominciò ad appropinquarsi pericolosamente verso la loro direzione.
Non sapeva minimamente cosa fossero, ma sentiva che erano esseri votati al male. 
Si sollevò e tentò di avvisare gli altri, che ormai erano già nascosti, si guardò attorno in cerca di un riparo sicuro, sapeva in cuor suo che ogni minuto passato lì fuori così esposta equivaleva a farsi beccare in meno di un minuto.
Una mano  dal tocco leggero ma vigoroso le prese il braccio e la trascinò dalla sua parte, senza che la giovane potesse accorgersene. 

Nota bene:

Scusate il ritardo, ma l'ispirazione non arrivava mai. Scrivevo e riscrivevo, ma senza alcun successo. Non mi convince nemmeno questa versione, però è la migliore fra tutte quelle che ho scritto. I capitoli successivi li pubblicherò ogni volta che potrò, e che avrò la giusta ispirazione. 
Grazie a chi mi ha seguito fino ad ora.

Phoebe_dolphin
  
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