Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: vex194    08/04/2014    6 recensioni
Stydia | AU, Possibile OOC | Rating provvisorio
Lydia e Stiles sono amici.
E' un'amicizia normale - nulla di così strano - tranne per il fatto che lui è incondizionatamente ed irrimediabilmente innamorato di lei, praticamente da sempre.
Tra le luci di Manhattan, a New York, le cose stanno per cambiare, soprattutto per Lydia perché - ad un certo punto della sua vita - si ritroverà ad avere dubbi e cambierà il suo modo di vedere le cose e le persone attorno attorno a lei, specialmente qualcuno in particolare.
"Non avrei mai pensato a me e lui in quel senso..."
Cosa è cambiato?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per il banner grazie a Adelaidë


Lydia

 

New York State Of Mind

 

Come Back... Be Here

 

New York era piovosa, quella tarda mattina. Il cielo era cupo, le nuvole plumbee erano pronte a scaricare millilitri di acqua sulla grande metropoli – anzi, stava già succedendo. Le piccole gocce d’acqua ricadevano con sempre più violenza contro le finestre dei palazzi della grande mela, picchiettando contro di essi, creando un ritmo incessantemente statico, quasi irritante. Lydia osservava assorta i rivoli d’acqua che le gocce di pioggia lasciavano sulla finestra della sua stanza, al tredicesimo piano di uno dei tanti palazzi al centro di New York. Guardava con attenzione la scia bagnata sul vetro, inclinando la testa - quando il piccolo rivolo si andò a consumare contro il bordo esterno della finestra - facendo smuovere i lunghi capelli rossi incorniciati da una spessa treccia che troneggiava sul capo della ragazza.

Piccole ciocche le ricadevano in avanti, sul viso pulito e asciutto – ciocche che iniziarono a diventare fastidiose quando Lydia non riuscì a tenerle a bada quanto volesse. Si alzò dal davanzale interno, dove si era posata per osservare il nero nel cielo che troneggiava su New York, dirigendosi verso la sedia imbottita posta davanti alla scrivania dove era solita trattare i suoi attimi di bellezza. Si guardò nel grande specchio, spalancando i grandi occhi verdi, riducendoli poi a due piccole fessure, osservando come delle piccole rughe di espressione di formassero sul suo viso giovane.

All’improvviso, qualcuno, suonò alla porta. Lydia si alzò e si diresse verso l’ingresso, spalancando la porta  con uno slanciò, rimanendo immobile di fronte alla persona che si era presentata davanti a lei.

Stiles era lì, di fronte a lei, con il fiatone e i capelli scompigliati, forse toccati troppe volte da quelle mani che lui continuava a strusciare sulla maglia grigia. Lydia lo guardò confusa, cercando di capire perché fosse lì, all’ingresso di casa sua. Perché continuava a muovere i piedi, passando il peso su uno e poi sull’altro, posandone uno indietro e uno in avanti – e poi viceversa – toccandosi il mento ossessivamente?

Lydia lo conosceva abbastanza bene da poter dire che era nervoso. Lei incrociò le braccia al petto, strusciando la pelle contro il tessuto del vestitino che ancora non aveva tolto, appoggiandosi allo stipite della porta con la testa, osservando Stiles che cercava di far uscire dalla sua bocca una frase di senso compiuto, senza però riuscirci. La ragazza di soffermò per un attimo sulle labbra del ragazzo, che avevano iniziato a muoversi in maniera strana, quasi frenetica; forse stava parlando ma Lydia non se ne interessò. Solo quando Stiles le schioccò le dita davanti agli occhi, lei si riprese, alzando lo sguardo dove doveva stare fin da subito.

“Lydia? – disse Stiles, schioccandole più e più volte le dita davanti al viso, ricevendo poi la sua attenzione, come se fosse rinsavita da chissà quale trance. – Mi stai ascoltando?” domandò lui, infilando le mani nelle tasche posteriori dei jeans scuri.

“Sì! – esclamò con troppo fervore Lydia, mordendosi poi l’interno del labbro con forza, sentendo sulla lingua bagnata il sapore metallico del sangue. La ragazza si schiarì la gola, prendendo una buona boccata d’aria e cercando di calmare quel suo cuore malandrino che sembrava stesse per scoppiare nel suo petto. – Sì, sto ascoltando. Certo”

“E cosa hai da dire?”

Lydia rimase spiazzata dalla domanda di Stiles, perché effettivamente non aveva ascoltato neanche una parola di ciò che le aveva detto. Era stata troppo impegnata ad osservare quelle labbra che – da un giorno all’altro – sembravano più definite, più piene... e tremendamente più invitanti. Si era distratta, e ora, lo stava facendo di nuovo, con i suoi occhi scuri e profondi, così espressivi.

“Ho da dire che...” Lydia iniziò la sua frase titubante e Stiles, prima che la ragazza davanti a lui potesse cadere nel ridicolo, la bloccò.

“Non stavi ascoltando” disse semplicemente lui, scuotendo la testa, sentendo perfettamente il cuore iniziare a battere più regolarmente di prima.

“Cosa? Certo che stavo ascoltando!” esclamò piccata lei, indietreggiando quando vide Stiles avvicinarsi a lei.

“No, non stavi ascoltando invece. – disse lui, entrando nel piccolo appartamento di Lydia. La casa non era molto grande, ma lo era abbastanza da contenere lei e tutte le sue scarpe. E vestiti. E trucchi. Stiles le si avvicinò cautamente e le mise una mano sulla spalla, stringendola delicatamente. – Lydia, che ti succede?”

Stiles aveva un tono di voce più basso rispetto a quello che stava usando prima. Più basso e preoccupato.

“Non mi succede niente” rispose atona lei, scrollando lentamente la mano di Stiles, levandosi di sotto il suo calore che la stava confondendo sempre di più.

Stiles si staccò da lei e spalancò gli occhi scuri, allargando leggermente le braccia e dischiudendo leggermente le labbra, assumendo un’espressione alquanto scioccata.

“Oh, quindi gli strani comportamenti che hai assunto nelle ultime settimane li ritieni normali? – iniziò Stiles, lasciando poi che le parole uscissero dalla sua bocca, come se fosse un fiume in piena. – Che razza di visione hai della normalità, Lydia? No, perché ti stai davvero comportando in un modo che neanche riconosco e sinceramente io...”

“Stiles, stai diventando eccessivamente logorroico” intervenne Lydia, placando le parole di Stiles, che uscivano dalle sue labbra senza controllo.

“Lo so, mi capita quando sono nervoso. – blaterò lui, infilandosi una mano tra i capelli troppo cresciuti e indomabili, scompigliandoli ancor di più. – E prima che tu me lo chieda, sì. Quando sono con te sono sempre nervoso”

Per un attimo ci fu un silenzio imbarazzante, che circondò i due ragazzi. Lydia cercò una distrazione all’interno del suo appartamento, osservando interessata l’attaccapanni accanto alla porta, per poi spostare lo sguardo verso il tappeto che sottostava al piccolo divano a due posti, di un color prugna molto intenso.

“Mi dispiace” sussurrò lei.

Stiles, che le dava le spalle, si girò verso di lei – si era allontanato di qualche passo, avvicinandosi alla piccola porta finestra che dava su un balcone quadrato un po’ spoglio e allora Stiles tornò sui suoi passi e si avvicinò a lei, osservandone i delicati lineamenti, specialmente la curva morbida delle labbra rosee. Prima che Stiles aprisse bocca, Lydia iniziò per prima, andando a torturare i suoi lunghi capelli, tirandoli più e più volte all’indietro con una mano.

“Mi dispiace di essere stata strana in questo ultimo periodo, però... sul serio Stiles. Non ho voglia di parlarne. Non ora” concluse Lydia, volgendo lo sguardo su Stiles che, in piedi di fronte a lei, dondolava sulle gambe.

“Okay, allora... – iniziò lui, toccandosi la nuca, grattandosi con le unghie troppo corte. – beh, magari ne parliamo un’altra volta”

“Grazie” rispose Lydia, riaprendo la porta di casa.

Stiles sorrise tirato, sentendo solo il tonfo sordo della porta di casa di Lydia che si chiudeva alle sue spalle. Se ne tornò a casa, camminando piano, prendendo a calci qualche sassolino che intralciava il suo tragitto, buttando quelle piccole pietruzze in pozze d’acqua piovana, risalenti a qualche giorno prima.

“Stiles! – esclamò Lydia, quando riconobbe il ragazzo di fronte a lei, notando poi lo fregio sullo zigomo, che lo aveva fatto gonfiare più del normale. – Cosa hai fatto?” domandò apprensiva gettandosi sul suo viso, afferrandolo con forza con entrambe le mani e toccando il punto dolente, facendo contorcere Stiles in varie espressioni di dolore.

“La cugina di Malia, Cora, mi ha dato un pugno perché le ho detto che è un po’ troppo mascolina. - spiegò Stiles, avviandosi all’interno dell’appartamento.

Lydia, a quel racconto, non poté non ridacchiare sotto i baffi. Stiles si impegnava per essere un ragazzo normale, con una vita normale e con degli amici altrettanto normali, ma tutta la sua esistenza – fin da bambino – era l’esatto contrario della normalità. E, in realtà, questo a Lydia piaceva tanto. Le piaceva quando diventava logorroico, quando faceva quei movimenti strani con le mani e, più di ogni altra cosa, le piaceva quando Stiles – senza farlo a posta, o almeno questo era quello che si pensava – faceva quelle strane faccette buffe.

Lydia, a quei pensieri, sorrise più apertamente, sentendo poi un lamento provenire da Stiles.

“Ridi del mio viso sfigurato? Carina” borbottò lui, sfiorando con i polpastrelli il gonfiore sullo zigomo, ricordando come la mano chiusa di Cora lo avesse colpito in pieno, senza neanche un preavviso.

“Perdonami, ma immaginandomela, credo che sia stata una scena abbastanza comica. – spiegò Lydia. La ragazza si morse il labbro inferiore, osservando curiosa Stiles. La loro ultima conversazione risaliva a pochi giorni prima, che poi non era andata neanche a buon fine. Lydia, allora, iniziò ad essere nervosa e, per non lasciar trapelare nessuna titubanza, si avvinò verso il piccolo angolo cottura che si trovava verso la destra, iniziando a pulire il fornello che era già di per sé splendente e pulito. – Allora, come mai da queste parti?” domandò curiosa, anche se in cuor suo sapeva bene il motivo della sua visita.

“Mi aspettavo che potessimo concludere la chiacchierata che avevamo iniziato l’altra sera” disse Stiles, strusciando tra di loro le mani.

“Non c’è molto da dire” Lydia partì subito sulla difensiva, buttando sopra al bancone della cucina il piccolo pezzo di stoffa che stava strusciando con apprensione sopra ai vari fornelli.

“Quindi... non devi dire nulla? Niente? Nada?”

“No, io... – Lydia scosse la testa, gettando gli occhi verso il basso, dove incontrò le sue ballerine lucide. Si torturava le mani tra di loro, cosa che faceva di rado, strusciandole sui pantacollant neri, percependo la sofficità del cotone. Lydia si morse il labbro internamente, fino a che non sentì quel silenzio che si era venuto a creare diventare insopportabile per le sue orecchie sensibili. – Stiles...” iniziò lei, ma un groppo in gola la bloccò.

“Ehi. – mormorò Stiles, avvicinandosi a lei e afferrandole le mani, intrecciandole con le sue. – Tranquilla”

Lydia sentì quel caldo contatto riscaldarle il cuore, salendo pian piano, invadendole tutto il corpo.

Lydia non si sentiva mai strana tra le braccia di un ragazzo, anzi, si sentiva sicura di sé stessa e delle sue capacità mentali e fisiche, comandava sempre lei il gioco... eccetto in quel momento. Voleva che il suo cuore smettesse di fare i suoi soliti salti mortali e che i suoi occhi non pizzicassero in quel modo, lei lo odiava. Odiava quanto non si sentiva sicura, quando le tremavano le ginocchia. Voleva che tutto finisse, e c’era solo un modo per farlo.

“Perché?” sussurrò Lydia, osservando come le mani di Stiles e le sue fossero perfettamente intrecciate tra loro.

“P-perché? Perché cosa? Lydia, ti prego, non iniziare a parlare criticamente come Scott. Al momento non ho la forza mentale per tradurre il tuo messaggio”

Lydia sorrise leggermente. Stiles era di nuovo diventato logorroico e aveva iniziato a blaterare su come Scott non parlasse mai in modo chiaro, cosa che non era inerente a quello che Lydia voleva dire.

“Perché sei qui, da me”

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Avevo detto che questo sarebbe stato l’ultimo capitolo? Beh... sorpresa! Non è così! Era uno scherzo u.u

In realtà, questo, era un unico capitolo, molto lungo, ma ho deciso di dividerlo in due parti e di allungare, ancora. Non riesco a pensare a questa storia conclusa, davvero. Vorrei mandarla avanti per latri ottocento capitoli, ma so che non è possibile, quindi sto facendo il possibile per fare almeno un ultimissimo capitolo. Una sorta di epilogo con un bel salto temporale che vede Lydia e Stiles alle prese con la loro quotidianità e, perché no, anche con qualche pargolo.

Insomma, questa è la prima parte della vera conclusione della storia. Non accade molto in realtà, vediamo Stiles a casa di Lydia, in due momenti diversi. Il primo è quando Stiles parla con Scott e corre da lei, poi ci spostiamo a qualche giorno dopo, dove vediamo che qualcosa inizia a smuoversi, ma dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere cosa accadrà tra i due.

Dico solo che, nel prossimo capitolo, c’è una cosa bellissima che ho trovato su internet per caso e l’ho dovuta inserire, ma non dico altro. Vi farà pensare a uno degli episodi della 3B.

Un bacio.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: vex194