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Autore: ValeryJackson    08/04/2014    12 recensioni
Skyler aveva sempre avuto tre certezze nella vita.
La prima: sua madre era morta in un incidente quando lei aveva solo sette anni e suo padre non si era mai fatto vivo.
La seconda: se non vuoi avere problemi con gli altri ragazzi, ignorali. Loro ignoreranno te.
La terza: il fuoco è un elemento pericoloso.
Tre certezze, tutte irrimediabilmente distrutte dall'arrivo di quel ragazzo con gli occhi verdi.
Skyler scopre così di essere una mezzosangue, e viene scortata al Campo. Lì, dopo un inizio burrascoso, si sente sé stessa, protetta, e conosce tre ragazzi, che finiranno per diventare i suoi migliori amici. Ma, si sa, la felicità non dura in eterno. E quando sul Campo incombe una pericolosa malattia, Skyler e i suoi amici sembrano essere gli unici a poterlo salvare.
Una storia d'amore, amicizia, dolore, azione, dove per ottenere ciò che vuoi sei costretto a combattere, a lottare, e ad andare incontro alle tue peggiori paure.
Ma sei davvero disposto a guardare in faccia ciò che più ti spaventa?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Stoll, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Girl On Fire'
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Un ruggito tagliò di netto l’aria. La terra tremò ancora, stavolta più forte di prima, a tal punto che i ragazzi caddero carponi a terra.
Un’altra scossa. Ed un’altra ancora.
Skyler alzò il capo.
E sgranò gli occhi terrorizzata.

 

Di tutto ciò che avrebbe potuto immaginare riuscisse a fare quel rumore, mai si sarebbe immaginata… questo.
Skyler indietreggiò, spaventata, così velocemente da ferirsi le ginocchia sul terreno brecciato.
Espressioni di terrore e stupore si alternavano sui volti dei suoi amici, disorientandoli, mentre tutto ciò che lei riusciva a pensare era: Oh, no.
«Skyler, vieni via di lì!» le urlò Michael, cercando di sovrastare il frastuono creato dai passi di quel mostro.
Dai passi del gigante.
Era in assoluto la creatura più orrenda e grande che la ragazza avesse mai visto.
Era alto più di quattro metri. La pelle che ricopriva il suo corpo variava in una sfumatura fra il verde e il marrone, richiamando l’attenzione della terra che lo circondava. Lungi e crespi capelli gli raggiungevano il grasso bacino, intrecciandosi in malconci dread con foglie, fango e rami spezzati. Indossava solo un logoro gonnellino beige, così che il prominente addome si riversasse sul davanti in una disgustosa pancia. La sua andatura era barcollante per via del troppo peso, e ogni suo passo lasciava sul terreno dei solchi di circa venti centimetri.
Il mostro ruggì di nuovo, annusando l’aria con circospezione.
Non doveva averla vista, o almeno, questo sperava Skyler mentre i suoi muscoli rifiutavano di attivarsi.
Qualcuno le afferrò con forza il polso, strattonandola e costringendola a correre. Michael la trascinò verso il drago di metallo di Leo, facendola acquattare dietro il suo dorso per potersi nascondere.
Con il fiato grosso, Skyler si rese conto che anche i suoi amici si erano nascosti lì. Il cuore le batteva a mille, così chiuse gli occhi e posò la schiena sul fianco del drago, nell’inutile tentativo di regolarizzare il battito.
«Che cos’è quel coso?» chiese Emma, spaventata.
Skyler scosse la testa. «Non lo so» rispose, con un filo di voce.
«Si chiama Anteo» rispose una voce alla loro destra, costringendoli a voltarsi. Era Fotia, e l’espressione sul suo volto non fece che preoccupare ancora di più la figlia di Efesto.
«Chi… chi è Anteo?» balbettò Leo, con occhi spiritati.
Lo spirito del fuoco corrucciò le sopracciglia, sedendosi a gambe incrociate sul terreno e guardando i ragazzi. «È il gigante dell’isola» rispose, sforzandosi di non rabbrividire. «Figlio di Poseidone e di Gea.»
«Oh, fantastico!» esclamò sarcastico Michael, stringendo i denti. «Una riunione di famiglia.»
Fotia cercò di ignorarlo, ma non ci riuscì. Gli lanciò un’occhiataccia. «Non dovreste scherzare» lo rimproverò. «Anteo è davvero uno dei mostri peggiori che siano mai esistiti.»
«Nel senso che è cattivo?» domandò John.
«Nel senso che è invincibile.» I ragazzi la guardarono, senza capire. «È stato sconfitto solo una volta, per mano di Eracle. Lui… finché rimane a contatto con sua madre, la terra, questa gli restituisce le forze. Il figlio di Zeus l’ha soffocato sollevandolo da terra. Dovrete farvi venire qualche idea simile.»
«Per esempio?» chiese Skyler, squadrandola.
Fotia scrollò le spalle. «E che ne so io» si difese. «Gli spiriti non uccidono, credevo di esser stata chiara. Non sono un’esperta di piani omicidi. Dovrete cavarvela da soli.»
Il mostro ruggì ancora, stavolta in un misto di rabbia e frustrazione. I ragazzi sobbalzarono, mentre il loro cuore galoppava. «E vi conviene farlo alla svelta.»
Skyler e Michael si guardarono. Il figlio di Poseidone sguainò la sua spada e, quasi gli avesse letto nel pensiero, la figlia di Efesto bisbigliò: «Non pensarci nemmeno.»
«Io lo distraggo, tu lo attacchi» disse sicuro lui, facendo finta di non averla sentita. Non aspettò conferma. Si sfilò la malconcia felpa, si alzò da terra e uscì dal suo nascondiglio.
«Michael, no!» esclamò Skyler, provando a fermarlo. Ma ormai era troppo tardi.
«Ehi!» urlò il figlio di Poseidone, cercando di attirare l’attenzione del mostro. Sventolò la sua felpa blu in aria. «Ehi, sono qui!»
Il mostro si voltò di scatto verso di lui. Assottigliò lo sguardo, faticando a scorgerlo, così piccolo da quell’altezza.
«John, tieniti pronto» ordinò Skyler, sguainando la sua spada.
«Ma che cosa…» provò ad obbiettare il biondo, ma lei lo interruppe.
«Fallo e basta.»
Il figlio di Apollo esitò, ma poi incoccò una freccia di luce.
Nel frattempo, Anteo era finalmente riuscito a vedere il piccolo corpo del figlio di Poseidone. Rugghiò, battendo un piede a terra con così tanta forza da far tremare il terreno. Michael ci mise qualche secondo prima di capire che stava avanzando verso di lui.
Barcollò all’indietro, ma il mostro era veloce, e questo di sicuro non se l’era aspettato. Ormai era a circa due metri di distanza, quando qualcuno si lasciò su di lui, facendolo cadere di lato. Skyler e Michael ruzzolarono sul fianco, sbucciandosi palmi e ginocchia, mentre al loro posto appariva John, che tendeva l’arco e scagliava la freccia proprio contro il petto del mostro.
Quest’ultimo urlò, indietreggiando.
La figlia di Efesto tossì, facendo perno sulle braccia per rialzarsi. «La tua mania suicida non ti aiuterà a scampare alla morte» borbottò, con una smorfia.
Michael non rispose, era troppo impegnato ad osservare la freccia di John sprofondare nel petto di Anteo e disperdersi in luce dorata. Ma questo non lo scalfì. Anzi, lo fece solo infuriare.
E come se quell’arma letale non fosse mai esistita, batté i pugni sul petto, lanciando un grido di battaglia. Cominciò a correre verso di loro, rincorrendo tutti e nessuno. I ragazzi si separarono, scappando in direzioni opposte.
Questo per un attimo disorientò il mostro, me ben presto cominciò a menare pugni alla cieca.
John scagliò qualche altra freccia, senza però fargli alcun male. Michael provò con un affondo nel piede, ma la sua spada ebbe l’effetto tale di uno spillo nel palmo, e con orrore osservò la sua carne rigenerarsi.
Quel mostro era invincibile, e lo era davvero. Senza che neanche se ne rendesse conto, sbatteva a destra e a manca i corpi senza peso dei ragazzi, facendoli cadere con forza sul terreno.
L’ultima a subire questo trattamento fu Skyler, che, dopo aver tentato di ferirgli inutilmente il polpaccio, venne scaraventata dal suo possente braccio in aria, per poi ruzzolare sul terreno dolorante. Il mostro si girò a guardarla, avanzando minaccioso verso di lei.
Alla vista di quella scena, Emma le corse incontro, cercando di attirare l’attenzione del gigante.
«Ehi!» urlò, facendolo voltare. «Perché non te la prendi con qualcuno più in forma di te!»
Non aveva idea se Anteo avesse capito o no la sua frecciatina, fatto sta che si dimenticò di Skyler e si incamminò barcollante verso la figlia di Ermes.
La bionda ebbe un attimo di esitazione, ma non si fece impressionare. Invece, gli corse incontro e all’ultimo secondo si piegò sulle ginocchia, scivolando sotto di lui e affondandogli il coltello nel ginocchio.
Il mostro urlò, ma solo per qualche secondo. Emma si rialzò alle sue spalle e mentre la sua ferita si rimarginava Anteo si voltò furioso a guardarla. Allungò una mano, pronto ad afferrarla per stringerla in una morsa d’acciaio, ma la ragazza non glielo permise. Menò alcuni fendenti con il coltellino, ferendogli il palmo aperto e facendolo infuriare.
Frustrato, il gigante chiuse la mano in un pugno, sollevandolo in alto e scagliandolo su di lei un attimo dopo. Emma fece appena in tempo a lanciarsi di lato, che le sue grasse dita batterono con forza nel punto in cui lei si trovava poco prima.
Cadendo, però, perse la presa sul coltello, che rotolò a circa due metri di distanza. La ragazza fece perno sulle mani per rialzarsi, stringendo i denti nel tentativo di ignorare il bruciore ai palmi e alle ginocchia.
Alzò lo sguardo su di lui, non sapendo cosa fare, quando vide il suo enorme piede sovrastarla.
Si coprì la testa con le braccia, preparandosi ad essere schiacciata, quando qualcuno si chinò su di lei, facendole scudo con il proprio corpo.
Emma non capì che cosa stesse succedendo, finché non avvertì due calde braccia avvolgerla, in un istinto di protezione.
Leo non aveva la benché minima idea di cosa fare, così fece l’unica cosa che gli riusciva bene. Prese fuoco.
La sua schiena si incendiò, e sinuose fiamme divamparono dalle sue spalle, alte e minacciose.
Se sé ne fosse accorto prima, Anteo sarebbe riuscito ad evitarle. Ma ora il suo piede era troppo vicino ai due ragazzi, e per questo si incendiò.
Il mostrò urlò di dolore, indietreggiando ed allontanandosi da loro.
Nonostante la sua schiena avesse già smesso di bruciare, Leo ed Emma rimasero qualche altro secondo così, incapaci di credere a ciò che era appena successo. Avevano entrambi il fiato grosso, i cuori che tremavano dalla paura.
Lentamente, Leo sciolse l’abbraccio che la teneva protetta e al sicuro, permettendole di sollevare il capo e guardarlo con i suoi grandi occhi argentati sgranati.
Lanciò un’occhiata titubante al mostro, per poi tornare a guardare lui. «G-Grazie» balbettò, con la gola secca. Solo in quel momento si rese conto di stringere nel pugno la sua maglietta, per cui la lasciò andare, arrossendo.
Leo chiuse gli occhi, provando a riprendere fiato mentre inclinava la testa di lato. Un sorriso malandrino si dipinse sulle sue labbra. «Non c’è di che» sussurrò.
Skyler, che aveva assistito a tutta la scena, dal canto suo non aveva niente di che sorridere.
La sola vista delle spalle incendiate di Leo l’aveva dapprima paralizzata, e poi aveva trasformato quel panico in un’adrenalina tale che era indietreggiata strisciando senza accorgersene sul terreno fangoso. Il cuore le martellava nel petto, e gli occhi minacciavano di uscirle dalle orbite per lo spavento. Cominciò ad ansimare, ma i suoi timpani erano troppo ovattati perché potesse accorgersene.
Il mostro, per via del piede dolorante, sembrava essersi allontanato dai due ragazzi, e ora barcollava all’indietro lanciando in aria grida di rabbia e frustrazione. Skyler lo osservò, incapace di muovere alcun muscolo.
La sua pianta era arrostita, nera come il carbone che brucia nel fuoco ardente. E la cosa più strana è che non si risanava. Nonostante toccasse più volte il terreno con i grossi palmi, la terra sembrava non volerlo aiutare. O meglio, non ci riusciva.
La guarigione era diventata più lenta, quasi invisibile all’occhio umano. Skyler ci mise qualche secondo per capire. E quando ci arrivò le mancò il fiato in gola.
«Il fuoco» bisbigliò, con voce strozzata. Non si era neanche accorta di Fotia che era accorsa al suo fianco, finché non le sfiorò una spalla con la rosea mano. Skyler si voltò di scatto a guardarla, con gli occhi spiritati. «Il fuoco» ripeté, stavolta con più convinzione. Lo spirito corrucciò le sopracciglia, non capendo, e la ragazza cominciò a far vibrare lo sguardo da lei al mostro, a lei al mostro. «Lo scalfisce. Non riesce a risanarsi. Perché non riesce a risanarsi?»
Fotia aggrottò la fronte, pensandoci un po’ su. «Credo siano le leggi della natura.»
A Skyler tornò in mente una filastrocca che conosceva da bambina, e che ai tempi credeva le spiegasse come funzionava il mondo. La recitò con un fil di voce, sovrappensiero. «La terra batte l’acqua. L’acqua uccide il fuoco. Il fuoco…»
«Brucia la terra» terminarono insieme. Si guardarono, e quando la figlia di Efesto incrociò il suo sguardo cremisi, il suo cuore mancò un battito.
«Non crederai che…» fece per domandare, ma le parole le morirono in gola.
Lo spirito si inginocchiò accanto a lei, posandole le mani sulle spalle. «Skyler. Skyler, ascoltami. È l’unica soluzione.»
Sentì un groppo attanagliarle la gola, bloccandole il respiro.
E se non bruci il mostro nessuna vita potrà essere salvata.
Era l'ultimo verso della profezia. Si riferiva a quello.

 «I-i… io non posso» obbiettò lei, scuotendo con vigore la testa. «Non posso.»
«Skyler, devi farlo.»
«Può farlo Leo. Anche lui è un figlio di Efesto. Può pensarci lui.»
«Skyler, guardami» le ordinò Fotia, con tono duro. «Skyler, guardami.» La mora obbedì. «Devi vincere le tue paure. È arrivato il momento di guardarle in faccia e sfidarle. Fa che sia tu a frenare loro, e non il contrario. Fa in modo che non ti buttino giù, ma che ti accendano. Controllale, Skyler. Controllale.»
Controllarle. Non aveva mai pensato di farlo.
Per anni il suo unico scopo era stato evitarle. Ignorarle, girarci intorno. Affrontarle sembrava un pensiero anche fin troppo lontano. Ma ora…
Si rese conto che tutti avevano sconfitto i propri fantasmi. Michael si era buttato in acqua per salvare lei. John aveva montato un cavallo per poter correre da Emma. Ed Emma si era lanciata da uno strapiombo di 20 metri, pur di non tradire i suoi amici.
E lei? Lei era pronta a farlo? Era pronta a vedere qualcosa andare a fuoco, e a correrci incontro? Era pronta a non scorgere più il viso della defunta madre ogni volta che la minacciavano le fiamme?
Era pronta ad ascoltare gli altri?
Perché era di questo che si trattava. Fidarsi di loro. Fidarsi di tutte quelle persone che continuavano a ripeterle che il fuoco non le avrebbe fatto niente, e che sarebbe andato tutto bene. Ma è facile essere coraggiosi quando le paure non sono le tue.
Ma ora non si trattava più solo di lei. Ora c’erano in ballo le vite dei suoi amici, le vite dei ragazzi del campo.
Credeva di essere diversa dalla Skyler spaventata di un tempo. Ma lo era davvero? Era davvero cresciuta, ora?
Spostò lentamente lo sguardo da Fotia ai suoi amici, per poi posarlo sul gigante.
C’era solo un modo per scoprirlo.
«Leo!» esclamò, alzandosi con un balzo da terra e correndo verso di lui. Il fratello si voltò e le andò incontro, e solo quando l’ebbe raggiunto Skyler si accorse di avere il fiatone. Si posò le mani sulle ginocchia, con una smorfia.
«Skyler, tutto bene?» le chiese lui, preoccupato.
«Ho bisogno» ansimò lei. «Di un’esplosione.» Raddrizzò la schiena e lo guardò negli occhi.
«Che genere di esplosione?» domandò lui, confuso.
Skyler lanciò un’occhiata al mostro, prima di rispondere. «Devi creare un solco. Di circa cinque metri.» Lui l’osservò con le sopracciglia sollevate. «Credi di riuscirci?»
Leo sbuffò. «Sorella, ti prego. Sono stato cacciato da ben tre case famiglia con l’accusa di “piromane senza controllo”, e mi chiedi se so provocare un’esplosione?»
«Deve essere molto grande» gli fece notare lei.
Lui le fece l’occhiolino. «Lascia fare a me.» E fece per cacciare qualcosa dalla cintura, ma prima chiese. «Ma… perché?»
«Non preoccuparti del perché» lo rimbottò lei, nervosa. «Tu fallo e basta. Ah! E poi vedi di farci cadere Anteo, dentro.»
«E come pensi che debba fare?» urlò Leo, allargando le braccia, per farsi sentire, dato che lei si era già allontanata di corsa.
«Inventati qualcosa!» gli urlò lei di rimando, prima di voltarsi definitivamente e correre dai suoi amici.
Fortunatamente, li trovò tutti insieme, mentre Emma e Michael aiutavano John ad alzarsi da terra.
Non appena il biondo incrociò il suo sguardo spiritato, si tirò in piedi da solo e le corse incontro.
«Skyler!» esclamò, preoccupato. «Come stai?»
Fece per abbracciarla, ma lei lo fermò. «Non c’è tempo.»
Il ragazzo la fissò, senza capire, così lei guardò Michael. «Hai ancora la corda di Ermes?»
Lui la osservò, basito, ma poi, lentamente, annuì. «Che devi farci?» le chiese John, confuso.
«Dammela» ordinò lei al figlio di Poseidone, mentre si voltava a guardare il biondo. Esitò un attimo, indecisa se dirglielo o meno, e sospirò. «Non fatemi cadere.»
«Cadere?» ribatté Emma, corrucciando le sopracciglia. «Perché, dove dovresti cadere?»
Una grossa esplosione proruppe nel suolo, facendo tremare il terreno. Un grido del gigante squarciò l’aria, e Skyler sentì i suoi battiti aumentare ancora di più.
«Anteo è immune a tutto ma non al fuoco» spiegò, mentre prendeva la corda dalle mani di Michael e se la legava attorno alla vita. «Sono le leggi della natura, non ve le hanno insegnate alle elementari?»
«Sì, ma questo che centra?» domandò John, non capendo. Skyler lo guardò negli occhi, un po’ cupa, e a quel punto gli fu tutto più chiaro.
Le puntò un dito contro, pregandola con lo sguardo che fosse solo uno scherzo, ma quando aprì la bocca per parlare le parole gli si fermarono in gola.
«Non te lo lascerò fare» sibilò, a denti stretti.
«Ma devo» replicò lei. «È l’unica soluzione.»
«È pericoloso» le fece notare lui.
«John» sussurrò lei, cercando il suo sguardo. Ma sembrava incapace di agguantarlo. «John. John, guardami.» Gli afferrò il viso fra le mani e lo costrinse ad ubbidirle. «Guardami» implorò.
Incastrò i suoi occhi scuri in quelli ambrati di lui, e il suo tono si addolcì. «Fidati di me, ok?» gli intimò, ma lui non rispose. «John? John, ti fidi di me?»
Lui esitò, e in quel momento il suo cuore sfarfallò. Era spaventata dalla sua risposta, ma non capiva se più dal fatto che lui potesse scuotere la testa o che potesse acconsentire con un cenno d’assenso.
Lentamente, il figlio di Apollo annuì, e Skyler si sentì come se qualcuno le avesse appena tolto un grosso macigno dallo stomaco. Chiuse gli occhi, posando la fronte sulla sua e sospirando. Lui le cinse i fianchi con le braccia, e Skyler non capì bene le sue intenzioni finché non lo sentì stringerle meglio la corda attorno alla vita. Le sorrise, dolce. «Torna da me, Ragazza in Fiamme.»
A quel punto, sorrise anche lei. Le lasciò un tenero bacio sulle labbra, poco prima che il mostro ululasse e cadesse a terra con un tonfo.
Skyler si voltò. Leo l’aveva spinto dentro l’enorme fosso con l’aiuto del suo drago di metallo, e Anteo sembrava faticare ad uscire di lì.
Era il momento, doveva andare.
Skyler osservò i suoi amici afferrare l’altra estremità della corda e tenerla ben salda. I suoi occhi incontrarono quelli di ognuno di loro, per poi soffermarsi su quelli ora azzurri di Michael.
Il figlio di Poseidone le sorrise. Non ti lascerò andare, le mimò con le labbra, in modo che solo lei potesse sentirlo.
Skyler riconobbe la stessa frase che le aveva detto quando, ad Alert, l’aveva salvata dalla lastra di ghiaccio.
Allora era seguito un: Ti fidi di me?
Skyler si fidava di lui. Si fidava di tutti quanti. Ora doveva solo imparare a fidarsi di se stessa.
Si girò verso il mostro, i nervi tesi. Poi si inginocchiò a terra e chiuse gli occhi.
Non poteva tirarsi indietro. Non lì, non ora. Era arrivato il momento di mandar via i suoi demoni interiori. Di combatterli, di sconfiggerli. Di annientarli.
E a quel punto capì.
Il sogno che aveva fatto per giorni, nella quale continuava a vedere lo zio. Le sue parole le rimbombarono nella testa.
«Ricorda chi è il vero nemico.»
All’inizio non capiva. Aveva associato quella frase a diverse cose, come i mostri che aveva affrontato, il Morbo di Atlantide, il Generale.
Ma ora era tutto più chiaro.
Il fuoco. Era il fuoco il suo vero nemico.
Era lui che la paralizzava, che l’annientava, che l’opprimeva.
Era lui che le impediva di agire, di pensare, di essere serena.
Era lui che le aveva vietato la possibilità di essere felice.
Ma ora basta, era arrivato il momento di finirla.
«Il pericolo è reale» continuava a ricordarle lo zio. «La paura è una scelta.»
E lei aveva fatto la sua.
Riaprì gli occhi, e senza spavento, senza timore, senza esitazione cominciò a correre verso il mostro. Mentre lo faceva, sguainò la spada, e si sentì avvampare. Una morsa dolorosa le invase la bocca dello stomaco, ma stavolta lei non la fermò. Lasciò che l’adrenalina fluisse nelle sue vene, che le pompasse nel cuore, che le otturasse le orecchie. I suoi battiti cardiaci accelerarono, e i suoi pugni si strinsero con così tanta forza che si procurò dei piccoli segni a forma di mezzaluna sui palmi.
Fu a quel punto che il fuoco divampò.
Ma non dietro di lei, o intorno.
No, era proprio lei a bruciare. Calde fiamme le danzavano intorno, annebbiando i suoi lineamenti. Diventarono un tutt’uno con gli scuri capelli, per poi fondersi con il resto del corpo.
Non appena ebbe raggiunto la fossa dove si trovava Anteo, Skyler saltò, sollevando la spada. La corda dietro di lei si tese, e la ragazza precipitò nel vuoto.
Poi, la sua spada si conficcò dritta nella testa del mostro. Il gigante urlò, dibattendosi. Cercò di cacciarla via, graffiandole con le sue unghie affilate prima il fianco e poi le braccia.
Ma Skyler non cedette. Chiuse gli occhi e si concentrò. Le fiamme si diffusero dai suoi palmi alla sua spada, per poi sprofondare nella testa del mostro.
Quest’ultimò prese fuoco. Lingue di fuoco cominciarono ad avvolgere il suo corpo, incenerendolo mentre le sue grida si perdevano nell’aria. Provò un’ultima volta a dimenarsi, ma invano.
Le sue dita iniziarono a sgretolarsi, e con orrore Anteo si rese conto che lo stava facendo anche il resto delle sue carni. Ben presto, Skyler perse l’appoggio sotto i piedi, e rimase appesa a mezz’aria per la corda. Guardò sotto di sé.
Il corpo del mostro stava implodendo, minacciando di esplodere da un momento all’altro.
Sgranando gli occhi, Skyler agitò la corda.
Fortunatamente, i ragazzi sembrarono recepire il messaggio. Cominciarono a tirarla su, con un po’ di fatica, mentre lei osservava spaventata il busto del gigante arrivare al limite.
Quando finalmente raggiunse la cima del dirupo, vi si aggrappò con entrambe le mani. Gli altri l’afferrarono saldamente per i polsi, e, poco prima che Anteo finalmente scoppiasse, riuscirono a tirarla su.
Un forte boato echeggiò per tutta l’isola, sconquassando tutto. Per la forza dell’impatto, Skyler finì di peso addosso ai suoi amici, e, per afferrarla, tutti e quattro caddero per terra.
Si strinsero l’uno all’altra, aspettando che quel rumore finisse. Solo quando sembrò ormai un ricordo lontano, John si lasciò sfuggire una risata sollevata.
Tutti gli altri lo imitarono subito dopo. Si alzarono in piedi, tenendosi ancora stretti, e i loro muscoli tesi si rilassarono non appena si guardarono negli occhi.
Skyler chiuse i suoi.
Ce l’avevano fatta. Ce l’aveva fatta.
Era davvero tutto finito.
Michael, al suo fianco, incrociò per un attimo il suo sguardo, pieno di orgoglio, e le sorrise.
La figlia di Efesto provò a ricambiare il sorriso, ma, non appena ne accennò uno, sentì mancare le forze.
Le palpebre le si fecero più pesanti, e le ginocchia le cedettero. John la afferrò al volo poco prima che cadesse a terra.
«Skyler!» esclamò preoccupato, facendola sdraiare dolcemente sul fangoso terreno e stringendola saldamente fra le braccia.
Michael sgranò gli occhi, interdetto.
Skyler si reggeva un fianco.
E solo quando lei scostò la mano, e il figlio di Poseidone notò quell’enorme pozza di sangue della quale era sporca la sua maglietta, sentì montare il panico.

Angolo Scrittrice.
Holaa! Oggi è martedì e sono qui. (e devo anche muovermi, dato che ho un sacco di compiti da fare)
Bien bien, da dove cominciare? Innanzi tutto, vi è piaciuto il capitolo? Spero vivamente di sì, perchè era molto importante.
Finalmente, Skyler è riuscita a superare la sua paura del fuoco. E' stata l'ultima, ma ce l'ha fatta. E abbiamo anche capito il significato delle parole dello zio. Chi aveva indovinato il vero nemico? ahah, spero di avervi sorpreso, comunque ^^
Inoltre, davvero pensavate che sconfitto il mostro sarebbero tornati tutti a casa? muahahah! Ehm... no. Skyler l'ha sconfitto, è vero, ma è rimmasta anche ferita gravemente. *ogni riferimento a sogni e/o presagi da parte di altri protagonisti è puramente casuale/intenzionale* Devo davvero continuare? Mmm... naah. Niente Spoiler, è la regola.
E comunque, niente draghi, mi dispiace. Ho ricacciato un vecchio gigante decrepito dal cilindro. ;)
La profezia é terminata! Yeah! Qualcuno di voi aveva immaginato si riferisse a quello? Non so se essere contenta o preoccupata, ma lo deciderò poi con calma.
Comunque, ho fatto i conti, e mancano esattamente tre capitoli alla fine (compreso l'epilogo). Dei, non posso crederci! E' quasi finita D: ora sono depressa :C
Va beh, ringrazio i miei Valery's Angels e me ne vado, che è meglio. Thank you so much to:
Ema_Joey, FoxFace00, heartbeat_F_, Kalyma P Jackson, Fred Halliwell, carrots_98, DormitePayne, kiara00, Greg Heffley, Kyira e giascali.
Un bacione enorme a tutti, e al prossimo martedì ;*
oxox, 
ValeryJackson 

 
  
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