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Autore: voxes    08/04/2014    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come ci si innamora?
Si inciampa? Si affoga? Si cade dalla bicicletta e al posto di sbucciarsi le ginocchia ci si sbuccia il cuore? È come bruciarsi con l’acqua bollente o stare in equilibrio sull'orlo di un precipizio, per sempre?
E poi? E se mentre la tua vita è sospesa e pensi solo alla persona che ami, questa è innamorata di un’altra?
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raison d’être.

Je ne suis pas perdue.

 

Dedicata a chi pensa che vada tutto male,

a chi è triste e ha bisogno di un abbraccio,

alle persone che amano,

a chi crede che non ne valga la pena.

 

 

 

Vi siete mai chiesti come ci si innamora?

Si inciampa? Si affoga? Si cade dalla bicicletta e al posto di sbucciarsi le ginocchia ci si sbuccia il cuore? È come bruciarsi con l’acqua bollente o stare in equilibrio sull’orlo di un precipizio, per sempre?

E poi? E se mentre la tua vita è sospesa e pensi solo alla persona che ami, questa è innamorata di un’altra?

 

Con un appartamento in centro a Dublino e vent’anni inoltrati, Imogen è il tipo di persona che da il massimo su tutto quello che fa ma non quella che si impunta perché le piace riuscire in un qualcosa di impossibile .

È quel tipo di persona che si innervosisce perché il cielo non è celeste ma è grigio, quella che non fa sconti a nessuno e spende troppo in poco tempo.

È quel tipo di persona che si veste in base all’umore, che se la giornata inizia male di conseguenza deve finire male.

È quel tipo di persona che ogni genitore vorrebbe come figlia: altruista, tranquilla, lavoratrice.

È quel tipo di persona che tutti vorrebbero avere come amica, quella dai capelli biondi grano e dal fisico asciutto.

È quel tipo di persona che non si ferma un attimo, quella intelligente e mai sottovalutata.

È quel tipo di persona che viene ammirata in lontananza, quella che ogni madre vorrebbe vedere accanto al proprio figlio.

È quel tipo di persona che adora i bimbini, l’odore dello zucchero filato, cucinare per la famiglia, stare a dormire fino a tardi.

È quel tipo di persona che viene definita autodistruttiva, per la quale  o è tutto o è niente. La metà non esiste.

È il tipo di persona che vuole stare da sola, quella che costantemente ha le cuffie nelle orecchie, quella che si nutre di libri.

È il tipo di persona che starebbe ore a guardare il cielo stellato, quella che si trattiene e che parla solo quando deve.

Ma Imogen non è assolutamente il tipo di persona che si innamora, eppure qualcosa le aveva fatto credere che forse, quella era la sua volta.

 

 

Era la fine di maggio, uno di quei giorni in cui gli uccelli cantano, uno di quelli spensierati, uno di quelli che piacciono a lei.  Era uno di quei giorni in cui era uscita prima dal lavoro, quello in cui l’aveva visto per la prima volta. Ancora se lo ricorda.

Aveva i soliti pantaloni della tuta nera che gli fasciavano le gambe magre, un maglioncino beige che lo faceva sembrare ancora più pallido, un new era nero che faceva risaltare i suoi capelli biondi, palesemente tinti, gli occhi azzurro cielo. Limpidi, senza nuvole.

La bocca rosa e piena, quella la fa arrossire ogni volta che si muove, tirata il su dal solito sorriso provocante da stronzo, quello che ti ammazza.

 

 

 

Erano usciti più e più volte insieme, le aveva tenuto la mano per strada, le aveva baciato le labbra, l’aveva fatta ridere e le aveva fatto dimenticare  di se stessa.

Però ci sono meccanismi che non scattano, orologi che  non si fermano, colori che non tingono, passati che non muoiono e man mano che passavano le settimane, più si moltiplicavano i baci che Imogen gli dava, più Niall si ricordava perché si era buttato in quella specie di relazione insieme: ripicca d’amore.

E' la vita, dicono.

E' questione di tempo, ripetono.

Ma no, non è affatto vero: l’amore non passa mai, rimane nel nostro cuore per sempre e se sé ne va, lascia comunque delle tracce.

Niall quelle tracce le vede ovunque: le vede in Imogen che gli prepara il caffè la mattina, lo vede nelle sue Adidas logore, lo vede nei passanti, lo vede nelle nuvole che passano oltre Dublino.

È vero che il “primo” amore non si scorda mai, ma lui non riesce nemmeno a chiudere il cassetto.

Questo Imogen lo vede dalle sue labbra, pronte a baciare quelle di un’altra persona, mica le sue.  Lo percepisce dal suo sguardo, da come guarda fuori dalla finestra quando sono a letto insieme. Lo avverte dalle sue mani che non la toccano più come prima.

Ci passa sopra, sperando che il tempo cambi le cose, ma fa male comunque.

E un po’ se l’aspettava, dopo un anno di esitazioni, che se ne sarebbe andato.

Ma fa male non essere amati.

 

 

Per il periodo successivo della sua vita non aveva fatto altro che pensare a lui: a lui che si addormentava con la ragazza che ama, a lui che la faceva ridere, a lui che aveva sempre qualcosa di interessante da dire. Al suo sorriso non più rivolto a lei.

Non faceva che pensare a come sarebbe stato chiamarlo e parlarci, non faceva che pensare alla sua risata, alle sue dita sulle sue cosce, alle carezze e ai suoi baci.
Il tempo passava e lei rimaneva così, inerme, credendo di non avere abbastanza per reagire, abbastanza forza per continuare.

Perché non essere amati fa male. Prude.

 

Poi però quando rimase a guardare il cielo della capitale dalla finestra del suo appartamento, i suoi pensieri cambiarono.

L’aria di primavera, si era detta.

Quel giorno i suoi pensieri cambiarono e nelle sue ossa c’era voglia di vivere, rinnovo. Imogen doveva sbocciare e diventare bella come le rose che raccolgono i mariti per le proprie mogli.

Quel giorno i suoi pensieri cambiarono, aveva indossato i suoi pantaloni verde pastello e la maglia beige. Pian piano stava rinascendo.

 

Lei vorrebbe essere amata: avere qualcuno a cui dedicare i primi e gli ultimi pensieri della giornata, con cui parlare, a cui donare se stessa.

Per poi uscire la sera ed andare in ogni dove  per ammirare il tramonto, rimanere in casa sdraiati sul divano ,abbracciati di fronte alla televisione tra baci e carezze.

Un collo dolce e profumato, in cui affondare ogni secondo.

Vorrebbe parlare il linguaggio degli innamorati, quello fatto di soli sguardi,

Quanto vorrebbe avere un abbraccio di cui aver bisogno, uno di quelli forti forti, un abbraccio da considerare casa, abbraccio che ti rimane in mente per sempre, uno da ricordare.

Ma il suo vero amore la stava ancora cercando.

 

Un giorno ne varrò la pena, forse, di tutte le volte che è andato tutto storto, dei pianti silenziosi, delle porte in faccia, sei sorrisi tristi.

E così arriveranno anche i momenti giusti, quelli del “n’è valsa la pena”.

Perché è sempre così: ne varrà sempre la pena. Ne varrà la pena anche  di aspettare,  di soffrire,  di innamorarsi di nuovo.

Ci aveva impiegato un po’ di  tanto tempo, forse troppo, ma alla fine l’aveva capito: l’unica cosa da fare quando qualcuno non ci ama è fare delle cose. Le stesse cose che abbiamo sempre fatto, le stesse identiche cose, perché amore o non amore domani potrebbe essere una bella giornata.

Basta viverla.

 

 

 

Bonjour tout le monde,

Ieri stavo ascoltando I know you care, e il risultato è questo.

Mi ha aiutato molto la citazione di quella ragazza che ha avuto il coraggio di parlare della sua storia d’amore e aggiungo che ho preso ispirazione dalle sue parole, inoltre,  la ammiro molto: è stata un esempio anche per me, che con l’amore non c’entravo.

E poi volevo parlare a voi di questo tipo di situazione.

In realtà non avrei voluto pubblicare la one-shot in questa categoria, ma mi sono detta che forse sarebbe stata la cosa migliore: ho quasi diciassette anni e attorno a me, in queste ultime settimane ci sono stati parecchi drammi, in particolare sono stata colpita dal motivo di un suicidio: “pena d’amore”.

Allora mi sono detta: “È impossibile morire così giovani per una sciocchezza così. Non sappiamo nemmeno cos’è l’amore a quest’età.”

Ora, so che probabilmente alcune di voi sono molto più giovani di me, ma ultimamente si bruciano le tappe e a me non sta più bene.

Dunque, questa breve storia è dedicata, come ho già scritto sopra, a tutte quelle persone che pensano che non ne valga la pena, alle persone tristi, agli amori non corrisposti: fate qualcosa, dannazione, fatelo per tutti quelli che non ne hanno avuto il coraggio e ora si rimpiangono.

Alzatevi e andate a riprendere quello che vi hanno tolto, tirategli un pugno, uno schiaffo.

Fatevi valere, per favore.

voxes

 


  
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