America non era mai stato un tipo molto riflessivo. Lui era un ragazzo vivace e sempre in movimento, curioso di tutto e instancabile.
Ma in quel momento era lì.
 Fermo davanti allo specchio a contemplare la sua immagine. 
-I’m fine.-
“Sto bene” si ripeteva davanti allo specchio … Ma sapeva che non era così.
Era riuscito a sconfiggere Inghilterra, era riuscito a guadagnarsi la propria indipendenza.
Ma la pace che si era duramente guadagnato era stata spezzata pochi anni dopo dalla guerra civile.
Una guerra che divideva un paese in due.
Gli stati del sud ancora legati all’ agricolture e bisognosi di schiavi.
Gli stati del nord legati alle industrie e contro la schiavitù.
Un conflitto interno che divideva persone della stessa nazione.
-I’m fine.-
Per quanto ancora poteva continuare quella farsa America? Quella guerra lo distruggeva dall’ interno, sentiva il petto squarciarsi e il cuore scoppiare. Non lo sopportava più.
Lo tormentava da quando era incominciata la guerra civile.
Quel pensiero sempre presente, che si faceva spazio nella sua mente.
Il pensiero che potesse sdoppiarsi e uscirgli dal petto.
Il pensiero che quella paura potesse diventare reale.
-I’m fine. I’m fine. I’m fine. I’m fine. I’m fine.-
Cercava di auto convincersi che era impossibile, che stava bene.
-I’m not afraid of you.-
Non era spaventato  dal proprio riflesso , no lui era Alfred F. Jones, lui era l’ eroe che non poteva permettersi nessuna debolezza.
Continuava a fissare la sua immagine nello specchio, fissava il suo petto che si alzava e si abbassava velocemente e i gli addominali che si contraevano.
Chiuse gli occhi.
Cercò di pensare a tutte le cose belle che aveva fatto.
Giocare col fratellino Mattew, correre per gli sconfinati prati, tuffarsi nel fiume quando faceva troppo caldo, abbracciare Art-
Contrasse i muscoli della fronte e strinse ancora di più gli occhi.  No, non doveva pensare a lui, diventava fottutamente nostalgico e triste quando lo faceva.
Forse quella guerra era un maleficio che gli aveva lanciato l’inglese. Si, doveva essere senz altro così e lo aveva fatto per farlo pentire della sua scelta.
Continuando a tenere gli occhi chiusi si aggrappò ai bordi dello specchio, cercando di non pensare a tutte quelle volte che Inghilterra lo aveva aiutato, che gli aveva fatto da padre, che gli aveva regalato qualcosa, che gli aveva…
Ad un tratto si sentì mantenere per entrambe le braccia. Iniziò a tremare.
-I’m fine.-
Non  voleva aprire gli occhi, aveva paura; aveva paura che il suo incubo si fosse avverato.
La presa delle mani andò più su, fra i gomiti e le spalle.
-I’m fine.-
Aprì gli occhi. Avrebbe voluto urlare, ma lo stupore e lo spavento lo bloccarono.
A mantenergli le braccia c’ era la figura che stava fissando pochi attimi prima allo specchio. Perfetto, uguale in tutto e per tutto a lui. Era questa la sua paura più grande? Se stesso? Aveva paura di se stesso? Come poteva essere l’ eroe quando era il cattivo?
-I’m fine.- ripetè tremando. Ma il riflesso, uscito dallo specchio solo col busto, rispose:
-I don’t think so.-*
 
 
 
°oO Sala del the Oo°
*Non credo proprio.
Salve gente. Ecco il capitolo su America. Ovviamente qua si parla della guerra di Secessione o Guerra Civile Americana. Gli stati del sud dopo che era stata vietata la schiavitù, si ribellarono agli stati del nord e si scisscero da loro. L’autore non parla della guerra di Secessione e io ho voluto dare una mia interpretazione.