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Autore: Princess Kurenai    10/07/2008    8 recensioni
Orochimaru amava il silenzio e i suoi misteri - forse era anche per quello che era attratto dal imperscrutabile e taciturno Sasuke. Il silenzio era orgoglio. Il silenzio era rassicurante. I serpenti erano silenziosi, strisciavano nell'oscurità per raggiungere alle spalle la propria preda per farla loro. Lui era un serpente e lui, muto, strisciava nella semioscurità fino ad arrivare da Sasuke, la sua nuova vittima, stringendola al suo petto in una morsa di ferro. {OroSasu, per Ainsel}
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic è tutta per Ainsel che me l'ha richiesta! Spero non deluda le sue aspettative! XD
Vi auguro una buona lettura!!
Bye!

~ Silence ~

Era stranamente silenziosa la notte a Oto, così diversa da quella di Konoha.
Nessun neonato che decideva di svegliarsi alle 4 del mattino richiedendo le attenzioni dei poveri genitori.
Nessun grillo infastidiva con i suoi continui 'cri-cri' i lavoratori che, esausti per in loro duro lavoro quotidiano, desideravano solo posare la testa in un morbido cuscino per godersi un meritato riposo.
Nessun gatto miagolava alla ricerca di cibo e compagnia e nessun cane abbaiava per cacciare l'indesiderato visitatore felino dal proprio territorio.
Nel Paese del Suono sembravano proprio non esistere suoni la notte, mentre di giorno tutto sembrava animarsi con lamenti e altri rumori dovuti a torture, esperimenti e allenamenti.
Questo 'silenzio oscuro' per Sasuke era irritante, per un taciturno come lui cresciuto tra i rumori notturni - che in un certo senso erano rassicuranti - era odioso trovarsi in un luogo come quello, ma ben presto avrebbe compreso il perché, la notte, niente parlasse.
Il motivo per qui tutto il covo preferisse rinchiudersi in sé, senza commentare quel che accadeva mentre tutto era avvolto da un velo nero.
Questo perché era il 'signore' di Oto: Orochimaru.
Nessuno osava controbattere le sue decisioni .
Nessuno aveva l'ardire di mettere il naso nelle sue faccende.
Nessuno si permetteva di lamentarsi.
Nessuno tranne Sasuke che, nei suoi primi sei mesi di permanenza a Oto era all'oscuro di tutta la verità, non aveva mai mancato di commentare sarcasticamente le azioni del suo nuovo maestro.
Ribatteva sempre su ogni cosa, lamentandosi con brevi e fredde parole su ogni cosa che non gli era gradita.
Questo suo essere 'ribelle' però eccitava Orochimaru, il solo averlo lì con lui lo portava a sentire lungo il suo corpo delle scariche di piacere difficili da nascondere e da trattenere.
Più l'Uchiha si dimostrava irriverente nei suoi confronti più l'uomo si ritrovava a desiderare il suo corpo e non solo come contenitore.
Voleva far tacere quella sfacciata voce a modo suo ed era sicuro che Sasuke avrebbe capito che significava il silenzio in certi casi era sinonimo di orgoglio.
Si fece così trovare in camera sua - se ci sarebbero state delle 'volte successive' l'avrebbe fatto mandare a chiamare - attendendo il suo ritorno dall'allenamento nell'ombra.
La stanza era illuminata fiocamente da una tremolante fiammella di una candela ed era avvolta nel silenzio.
Orochimaru amava il silenzio e i suoi misteri - forse era anche per quello che era attratto dal imperscrutabile e taciturno Sasuke.
Il silenzio era orgoglio.
Il silenzio era rassicurante.
I serpenti erano silenziosi, strisciavano nell'oscurità per raggiungere alle spalle la propria preda per farla loro.
Lui era un serpente e lui, muto, strisciava nella semioscurità fino ad arrivare da Sasuke, la sua nuova vittima, stringendola al suo petto in una morsa di ferro.
Il ragazzo emise un gemito strozzato di sorpresa, iniziando subito a divincolarsi.
" Orochimaru!", esclamò con voce roca, piacevolmente mischiata a un pizzico di paura.
" Sì... sono io Sasukekun.", sibilò l'uomo al suo orecchio, leccandolo lascivamente con la sua lingua.
Tremò visibilmente.
" Lasciami!"
Il sannin sapeva che non avrebbe pregato e che, nonostante tutto, l'Uchiha non gli avrebbe mai dato tutto il rispetto che gli era dovuto - nessun 'Orochimarusama' sarebbe mai uscito da quelle invitanti labbra - ma non gli importava, gli bastava averlo tra le sue braccia.
Gli bastava costringerlo a piegarsi al su potere, alle sue voglie con il solito, infimo, ricatto.
" Vuoi il potere, Sasukekun?", prese il volto del giovane costringendolo a voltarsi verso di lui.
I suoi occhi, benché spaventati, erano sicuri: lui voleva la forza.
Un sorriso malizioso increspò le fini labbra dell'uomo: " Allora... fai silenzio.", e in un attimo lo costrinse a un violento bacio che, ovviamente, fu in ogni modo ostacolato dal giovane mukenin.
Sasuke cercò in ogni modo di rifiutare quelle labbra, divincolandosi e cercando di morderlo.
Ma tutto sembrava inutile.
Era debole in confronto al sannin, debole e indifeso.
L'unica via per uscire da quella situazione era sottomettersi.
Smetterla di scalciare mentre il kimono gli veniva sfilato.
Smetterla di elargire pugni, puntualmente bloccati, appena l'uomo si sollevava per osservare la sua preda.
Inutile.
Doveva lasciare che quelle labbra si posassero sul suo collo, sul marchio maledetto, facendolo fremere di un insano piacere.
Doveva lasciare che quelle mani lo spogliassero, carezzandolo vogliose.
Doveva lasciare che quegli occhi percorressero il suo corpo ormai nudo.
Doveva lasciare che quel corpo lo violasse.
E non doveva dire una parola.
Doveva tacere, non tanto per l'ordine impartitogli da Orochimaru ma perché non voleva dargli la soddisfazione di sentirlo gemere - se per dolore o per piacere erano solo dettagli.
Avrebbe tenuto le labbra serrate, gli occhi chiusi e l'avrebbe lasciato fare, mantenendo quel silenzio che tanto odiava.
Perché in un attimo aveva capito il motivo di quell'insano velo di quiete...
   
 
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