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Autore: SilverKiria    08/04/2014    3 recensioni
Lei amava nascondersi. Nessuno la trovava mai e, una volta, erano perfino arrivati ad usare la magia per ritrovarla. Perché lei vinceva, sempre.
Lui amava trovare. Cosa? Risposte. Amava cercare indizi e capire tutto ciò che voleva senza doverlo chiedere a nessuno.
Erano i loro giochi preferiti.
E vincevano, sempre.
E solo nell'amore non contava chi trovava chi, chi aveva vinto e chi perso.
Perché sapevano che, alla fine, si sarebbero sempre ritrovati.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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IL LORO GIOCO PREFERITO

 

Harry aprì ogni anta, ogni armadio e ogni sgabuzzino in tutta la Tana.
Ginny setacciò il giardino e i dintorni dell’abitazione.
Hermione e Ron controllarono il pollaio e il piccolo orto.
James e Albus, infine, guardarono sotto i divani, giusto per assicurarsi che non si fosse rimpicciolita a causa di una magia accidentale.
Quando si ritrovarono di nuovo nella cucina, tutti ansanti e tremanti, nessuno disse niente: le facce dei vicini erano sufficientemente eloquenti.
«Harry…» iniziò Ginny, avvicinandosi al marito con discrezione mentre il fratello e la cognata offrivano la merenda ad Al e James «…credi… credi sia il caso di chiamare qualcuno? Oppure…»
Harry negò col capo, fissando i figli con tanta forza da poterli quasi attirare a sé come una calamita.
«Harry…» continuò la moglie, premendo delicatamente con la mano sulla spalla dell’uomo.
«Ginny è già successo altre volte. Sì insomma, stiamo solo giocando, no? Salterà fuori da un momento all’altro.»
«Harry, credo che sia meglio provare con la magia. Magari con una pozione o qualcosa del genere…»
«Una pozione? Ginny non esageriamo. Sarà sicuramente qui da qualche parte, magari nascosta in qualche antro, sotto dei vestiti o…»
«LILS!»
L’urlo dei due figli lo interruppe e, voltatosi, fu certo di non aver mai provato così tanto sollievo in tutta la sua vita. Forse ancora più di quando aveva capito che Voldemort era morto. Dopotutto, la visione che gli si prospettava davanti era la più bella che potesse sperare.
Fleur Delacour in Weasley entrò nella stanza con il marito a fianco.
Quest’ultimo teneva in braccio un piccolo scricciolo infagottato in una coperta di lana, dalla quale si potevano vedere uscire solo dei capelli rosso fuoco.
«Oddio Bill grazie, grazie!» esclamò Ginny, correndo a prendere l’involucro dalle braccia del fratello.
La coccolò un attimo, per poi passarla ad Harry.
L’uomo si sedette su una sedia, facendo attenzione a non svegliare la bambina.
Le voci degli altri gli apparivano ora indistinte, mentre si perdeva a contare le lentiggini di quello scricciolo. Del suo scricciolo.
 
«Dove l’avete trovata?»
«Sembra che la piccola abbia voluto provare la nostra macchina. Stava giocando a nascondino immagino.»
«Sì. James doveva contare e io dovevo nascondermi con Lils, ma James è andato a mangiare e…»
«Hey! Eri tu che dovevi contare, io dovevo stare con Lily!»
«Non dire bugie! Io avevo contato ieri!»
«Al! Jamie! Basta ora!»
«Comunque sia credo si sia nascosta in macchina nostra e, quando siamo andati via, si era già addormentata.»
 
Harry Potter guardò un secondo la famiglia che si era ora seduta al tavolo sorseggiando tazze di the caldo.
Quando poi tornò alla figlia, notò che degli occhi marroni lo fissavano dolcemente.
 «Hey scricciolo.»
«Ciao Papà. Dove sono?»
«Alla Tana, piccola furbetta. Ci hai fatti preoccupare moltissimo.»
Lily mise su il broncio, cercando di ammaliare il padre con i suoi occhioni nocciola.
«Scusa.»
«Lo sai che non devi allontanarti dalla Tana senza aver avvisato un adulto o senza i tuoi fratelli.»
«Sì.»
Harry guardò ancora una volta col volto severo la rossa, prima di sciogliersi in un sorriso e baciarle la fronte.
«Nessuno ti ha trovata eh?»
«Ho vinto io!» esultò la piccola sorridendo.
«Già. Nessuno ti batte a nascondino, eh Lils?»
Lily Luna Potter si addormentò sorridendo tra le braccia del padre, col suo profumo nelle narici e i complimenti ricevuti nelle orecchie.
 

«Nessuno ti batte a nascondino, eh Lils?»

 

***

 
Il Malfoy Manor era sempre stato una dimora imponente e gloriosa e, anche se danneggiata dalla guerra, lo rimaneva ancora.
Sembrava in effetti che nulla fosse cambiato, ma l’apparenza poteva ingannare. I nuovi padroni di casa, Draco e Astoria Malfoy, avevano posto fine al clima quasi dittatoriale impostato da Lucius e Narcissa; riproponendo un ambiente più affettuoso e dolce dove crescere un bambino.
Il loro bambino.
Non sarebbero certo arrivati ai livelli di affettuosità patologica dei coniugi Potter, per carità del cielo no!, ma Scorpius avrebbe sempre sentito quanto importante fosse per i loro genitori.
Avrebbe sempre avuto la sicurezza di essere prima Scorpius e, solo dopo, un Malfoy.
Avrebbe avuto ciò che, in definitiva, Draco non aveva mai posseduto: la libertà di prendere qualsiasi decisione sapendo che mamma e papà sarebbero sempre stati al suo fianco.
Quando quella mattina Draco Malfoy si guardò allo specchio dell’entrata di casa per sistemarsi il colletto della giacca non immaginava che qualcuno lo stesse guardando nell’ombra.
Nonostante il volto stempiato aveva ancora un certo fascino, quel non so che posseduto da ogni Malfoy.
Stava giusto per uscire quando qualcuno gli rivolse la parola:
«Dove vai?»
Draco si girò e sorrise pacato di fronte alla figura che si ritrovò dietro.
Era identico a lui: stessi occhi argentei, stesso viso pallido e un poco appuntito e, soprattutto, stesso sorriso sghembo che aveva, a suo tempo, fatto impazzire molte ragazze.
L’unica nota differente erano i capelli d’un biondo cenere, spettinati ma allo stesso tempo perfetti che si sollevavano dal viso di quel bambino di appena sei anni.
«Non lo so. Perché non me lo dici tu?» rispose Draco, ammirando gli occhi del figlio che si illuminavano di gioia. Sapeva che quello era il suo gioco preferito.
Scorpius accennò un’espressione meditabonda e fissò il padre per appena due minuti prima di sorridere sicuro.
«Hai la giacca meno formale ma comunque da lavoro. Non hai la valigetta, il che vuol dire che non hai bisogno di documenti. Stai uscendo di casa e quindi userai la smaterializzazione al posto della metropolvere: quindi non è qualcuno che conosciamo o comunque da cui si può arrivare via camino. Oggi è sabato e tu non fai mai colloqui di sabato. Quindi suppongo sia un consulto ad un ospedale (*) vicino, dato che hai detto a mamma che tornerai per cena. E’ giusto?» concluse il bambino, sostenendo lo sguardo del padre con fierezza.
Draco finse di pensarci prima di stringere la mano a suo figlio, sorridendo.
«Esatto! Sono fiero di te. Ci vediamo dopo a cena Scorp, ok?»
Scorpius annuì felice e partì alla carica verso la camera da letto dei genitori per raccontare il suo ultimo successo alla madre.
Scorpius amava dedurre le cose e –Draco doveva ammetterlo a malincuore- spesso dimostrava maggiore intuito del padre. Era un dono naturale.
Dopotutto però sarebbe diventato una Serpe e quindi, secondo Draco, non si sarebbe dovuto stupire che suo figlio avesse un dono.
 

“Un dono per la caccia” pensò Draco.

 
***

 
Lei si nascondeva, lui la cercava.
Lei fuggiva e lui la trovava.
Sempre.
Per loro l’amore era come un gioco, il loro gioco preferito.
Sì perché lei aveva finalmente trovato qualcuno che potesse batterla.
Lui aveva trovato qualcuno che valesse sempre la pena di cercare.
E lei forse si lasciava vincere, spesso e volentieri.
Forse, di tanto in tanto, lasciava apposta qualche segno della sua presenza, qualche indizio, perché non voleva rischiare di rimanere sola.
E lui a volte gli indizi gli ignorava, anche solo per sentire la sua stretta attorno alla vita, la sua risata vittoriosa prima di coprirle la bocca con le labbra.
Perché a volte voleva essere sicuro che non dovesse nascondersi, che non sentisse il bisogno di nascondersi da lui.
Ma alla fine si trovavano sempre, chi prima chi dopo.
Alla fine, anche se qualcuno aveva vinto e qualcuno aveva perso, non importava molto chi trovasse chi.
L’amore era il loro gioco preferito.
Ma era anche l’unico in cui Lily Luna Potter e Scorpius Hyperion Malfoy perdessero col sorriso sul volto e una gioia immensa nel cuore.
Perché in fondo sapevano che si sarebbero sempre ritrovati.

 

Non so cosa sia. Sul serio, non so dare a questa OS una spiegazione. So solo che mi è venuta questa pazza idea e che avrei davvero bisogno di sapere che no, non fa così schifo :') Spero recensirete in molti, un bacione! (*) La Rowling ha lasciato intendere in alcune interviste che Draco farà il Medimago *-*

  
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