Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Serendipity__    09/04/2014    9 recensioni
Ci sono strade che devono essere percorse sino in fondo per capire a cosa porteranno.
Yuki non avrebbe mai potuto immaginare dove l'avrebbe portata quella che ha imboccato quando è salita la prima volta sull'Arcadia, ma ora, a distanza di tanti anni e nonostante il dolore, sa che se tornasse indietro rifarebbe la stessa identica scelta.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Un po' tutti, Yuki
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno!
Come sempre, prima di tutto ringrazio voi splendide lettrici che ancora non vi siete stancate di seguire i miei deliri e me lo fate sapere attraverso i vostri preziosi commenti!
Ringrazio anche chi segue silenziosamente, sperando che continuino a piacervi.
Detto questo, vi rimando allo spazio che ormai mi ritaglio in fondo, per condividere con voi qualche mio pensiero.
Buona lettura.
Sere
  

Alcuni giorni passano semplicemente come se niente fosse e
alcuni giorni sono indimenticabili
Non possiamo scegliere un motivo
Ma possiamo decidere cosa fare da quel giorno in poi
Perciò con quella speranza, con quella determinazione
Rendiamo il domani un giorno più luminoso e un giorno migliore

"Be the light" - One ok rock







- Ecco, bambina, abbiamo quasi finito.
La voce di Asami la riporta ancora una volta al presente, alle sue mani che delicatamente la stanno rinfrescando con un panno bagnato.
Le è grata per quelle cure così gentili e premurose, ma non riesce proprio a concentrarsi su nient'altro che non sia il ricordo di quello che è successo tra lei ed Harlock.
L'ha baciata.
E deve trattenersi dal portare le dita alle labbra, in cerca di un segno che possa confermarle di non averlo sognato, ma realmente vissuto.
- Makoto dice che puoi iniziare a mangiare qualcosa. Pensavo di farti una zuppa con delle patate. Che cosa ne dici, ti attira l'idea?
- Ah... ah...
Riesce a rispondere solo con qualche monosillabo, perchè sta rivivendo per l'ennesima volta la gamma di emozioni che l'hanno investita durante quei momenti.
E' stato così intenso ciò che ha provato, da risultare quasi doloroso.
- Hai davvero bisogno di rimetterti in forze, sei così magra che ho quasi paura di poterti rompere.
Le parole di Asami ne richiamano delle altre dal suo passato, e se allora le erano sembrate solo un concetto astratto, ora sa che contenevano una verità a venire.

Lei e Meeme sono sole sul ponte di comando.
Entrambe intente a contemplare lo spazio freddo e vuoto, ognuna cercandovi delle risposte che forse non arriveranno mai.
E' un rapporto strano, il loro.
Yuki sente che l'aliena le è vicina, ma nello stesso tempo le rimane sconosciuta.
E' un enigma che ogni volta la incanta con i suoi sguardi profondi, la voce cristallina, i movimenti leggiadri.
Dovrebbe invidiarla per la posizione che occupa nell'animo del Capitano, ma le riesce impossibile.
Lo ama troppo per non volere la sua salvezza, e se Meeme lo fosse, allora lei può solo esserle grata di rimanere sempre al suo fianco.
- Perchè hai deciso di salvarlo, Yuki Kei?
La domanda giunge improvvisa, ma non inaspettata.
Meeme adesso la sta guardando, pacata e riflessiva, come lo è sempre del resto.
- Mi è sembrato che il suo sguardo fosse sincero.
"Libertà".
Mentre Yama lo diceva, è proprio quella la sensazione che ha provato, che quel ragazzo avesse messo tutto sè stesso in quella parola.
E poi...
- E' quello che mi ha risposto anche il Capitano.
Dovrebbe essere sorpresa da quella rivelazione, invece non lo è, perchè ha avvertito distintamente anche quello nell'attimo in cui ha afferrato la mano di Yama, che il Capitano sapesse il perchè della sua decisione e l'approvasse.
- E tu, Meeme, cosa ne pensi di lui?
L'immobilità assoluta dell'aliena è ingannevole, potrebbe far pensare ad una sorta di disinteresse, mentre invece è proprio il frutto della grande connessione verso tutto ciò che la circonda lì a bordo dell'Arcadia.
- Penso che quel ragazzo sia il vento che noi tutti aspettavamo. Ci piegheremo sotto il suo impeto, ma non ci spezzeremo.
Molti dell'equipaggio ritengono Meeme "strana" per via della sua natura diversa, ne sono quasi intimoriti e non osano avvicinarla. Lei, invece, ha imparato ad ascoltarla con attenzione sin dalla prima volta che ne ha avuto occasione.
-  C'era, il vento, sul tuo pianeta?
Sa che non ama parlare del suo passato, ma la domanda le è sorta talmente spontanea da non riuscire a trattenerla.
- Scusa, Meeme. Fingi che non ti abbia chiesto nulla.
Ma lei sorride dolcemente, lo sguardo perso in ricordi che nessuno di loro conoscerà mai veramente.
- Sì, c'era il vento e io lo cavalcavo.
E' talmente bella in quel momento, che Yuki non può fare a meno di rimanere in silenzio a contemplarla.

Meeme aveva ragione, Yama ha portato davvero il vento impetuoso della tempesta e loro si sono piegati, ma non spezzati.
Ognuno, a modo suo, si è anzi rialzato più forte di prima, spingendosi oltre quei limiti che pensavano invalicabili.
Anche quello dell'amore, perchè Harlock le ha concesso una speranza.
Sì, ora si sente davvero più forte che mai. 
- Non preoccuparti, Asami, niente potrà spezzarmi.
La risposta fa sospirare la donna, ma non di fastidio, le sembra più rassegnazione.
- Oh, lo vedo che sei una guerriera, bambina.
Yuki sorride, perchè le sembra buffo che la donna le dia della "guerriera" e "bambina" nello stesso tempo.
- Ecco, però quando sorridi sei ancora più bella.
Ancora non la vede, ma sente che sta sorridendo anche lei.
- Mi sforzerò di farlo più spesso, allora.
- Brava, bambina. Sei davvero troppo giovane per essere già così dura.
Si astiene dal dirle che ha dovuto imparare ad esserlo per sopravvivere al vuoto di quegli anni spesi ad essere un'altra persona.
- Non sono poi così giovane.
- Oh, in confronto a me lo sei di sicuro!
Dai rumori che sente, capisce che sta riordinando l'occorrente con cui è arrivata per lavarla.
- Grazie, davvero. Per tutto quello che stai facendo per me. Quando starò meglio... troverò il modo di sdebitarmi con voi.
- A noi basta che tu stia meglio. Quello che facciamo, lo facciamo con il cuore e non per interesse.
Quella donna ha il linguaggio dei semplici, quello che ha sempre parlato anche lei e che l'ha guidata nelle sue scelte.
"Libertà".
Anche lei è salita a bordo dell'Arcadia in cerca di quello, però non sapeva che ad aspettarla ci sarebbe stata una forma di schiavitù da cui affrancarsi le sarebbe stato impossibile... l'amore per il suo Capitano.
- Ora vado a preparare la zuppa.
Come ultima premura, le sta sistemando il lenzuolo e la coperta.
- Dirò ad Harlock-san che abbiamo finito. Mi aveva chiesto di avvisarlo.
Il cuore le balza immediatamente in gola all'idea di rincontrarlo. Dopo quel bacio, c'è stato solo il tempo di capire che era successo veramente, prima che Makoto decidesse di venire a farle visita proprio in quel momento, dando ad Harlock la possibilità di lasciare la stanza.
Lei può solo immaginare la battaglia che deve essersi scatenata dentro di lui all'idea di essersi lasciato andare all'ennesimo, imperdonabile, errore.
- E'... è stato sempre qui?
Asami si deve essere fermata per guardarla, forse colta di sorpresa da quella domanda.
- Cosa intendi per "qui", bambina? Fuori dalla tua stanza?
Non lo sa nemmeno lei, forse aveva solo paura di sentirsi dire che poteva aver contemplato l'idea di lasciare non solo quel posto, ma addirittura il pianeta stesso.
- Sì... più o meno.
Yuki sente che lo sguardo della donna si è fatto più attento, lo percepisce dal formicolare della pelle, proprio come quando qualcuno ti sta fissando intensamente.
- Non si è mosso dalla sua stanza, che si trova alla fine del corridoio.
C'è un attimo di silenzio molto significativo, o almeno a lei sembra così.
- Quindi, la risposta alla tua domanda potrebbe essere un sì, effettivamente Harlock-san è sempre rimasto fuori dalla tua stanza.


XXXXXXXXXXXXXX


Non è arrivato subito.
Yuki lo sa con certezza perchè ha contato millecinquecentoquarantacinque secondi da quando se ne è andata Asami, cioè poco più di venticinque minuti, prima di sentire un colpo secco alla porta.
Tra il suo "entra pure" e il cigolio della porta, c'è l'abisso del suo cuore che si spalanca per l'emozione e lei lotta per non caderci dentro.
Niente sarà più come prima.
- Come ti senti?
 Quella domanda è riferita in apparenza alla sua salute, ma è chiaro ad entrambi che la preoccupazione di Harlock va ben oltre.
- Bene... ma potrebbe andare ancora meglio se tu facessi una cosa per me.
Lo immagina in piedi, le braccia conserte, il volto serio e contrito.
- Dimmi.
Forse ha esitato solo un attimo, ma poi la voce ha il tono deciso di sempre.
- Vorrei vederti... nell'unica maniera che al momento mi è possibile.
Mentre lo dice alza le mani, a indicare che quello è l'unico strumento a sua disposizione in mancanza della vista.
Deve aspettare, con il cuore che ha preso a battere già un pò più forte, di conoscere quale sarà la sua risposta a quella richiesta così... intima.
Forse ha osato troppo, forse doveva aspettare che fosse lui a fare un primo passo, forse...
E' il materasso che si inclina improvvisamente a dirle che Harlock si è appena seduto accanto a lei, abbastanza vicino da poter avvertire il calore del suo corpo, ancora prima di sfiorarlo.
Ora le tremano un pò le mani, ma questo non le impedisce di tenderne una nella direzione in cui pensa di incontrare il suo viso.
Nel buio tutto le sembra ancora più amplificato, anche il battito del cuore, tanto che teme lo possa sentire anche lui, mentre lo cerca senza però trovarlo così facilmente come aveva creduto.
E' la mano di Harlock, infatti, a chiudersi sulla sua, guidandola laddove voleva arrivare. Sono le sue dita a sfiorarle il dorso in una carezza leggera prima di ritrarsi, lasciandola posata sulla sua guancia.
A quel punto le è facile trovare la strada anche per l'altra, così ora tiene il suo viso tra le mani.
Percorre la linea della mascella, sale verso gli zigomi, per poi scendere di nuovo, sentendo sotto i polpastrelli quei lineamenti spigolosi che ha sempre ammirato nella loro cupa determinazione.
Le dita si muovono ancora più leggere e scivolano su quelle labbra che ha già scoperto molto più morbide di quanto avesse immaginato.
Prepotente ritorna anche il ricordo del loro sapore, un gusto di cui è già intossicata, come se fosse una droga di cui non potrà farne più a meno.
Ma non vuole fermarsi, così si impone di accarezzarle appena con il pollice, poi prende un respiro lento e profondo prima di proseguire.
Le sembra che anche lui ne esali uno, prima di trattenerlo.
Sta risalendo ancora, ora la sua meta è quella cicatrice che in passato è stata l'oggetto di svariati racconti su come se la fosse procurata, ma di cui ora conosce l'esatta origine.
Esibita da lui più come una prova delle sue colpe, che non del suo coraggio nell'affrontarne le conseguenze.
Ma per lei, è solo una cicatrice, l'incresparsi della pelle dopo la regolarità sinora incontrata.
Non importa quanto abbia sbagliato, lei non smetterà di amarlo ed è questo che le sue dita sperano di dirgli in quel momento.
Così non si sofferma su di essa più di quanto non faccia sul tessuto della benda che copre l'occhio offeso.
Le dita si immergono in quel ciuffo di capelli che da sempre ricade ribelle sulla sua fronte e provano a scostarlo, per rinunciarvi quasi subito.
Ama quel viso così com'è, unico nella sua imperfezione.
- Mi ricordo tutto di te.
Glielo sussurra appena, mentre gli sfiora una guancia con un'ultima carezza, prima di tornare ad incrociare le mani in grembo.
- Delle volte non riuscivo a scacciare l'immagine del tuo viso nemmeno dopo essermi svegliata...
Sente gli occhi farsi lucidi al ricordo di quei sogni che sapevano lasciarle un dolore così vivido al risveglio.
- Ho sempre ricordato ogni più piccolo dettaglio...
Vorrebbe toccarlo ancora, e ancora, poi ancora, fino ad imprimersi quei lineamenti sui palmi delle mani.
- E sarà così sino alla fine dei miei giorni, qualsiasi cosa succederà.
Non si è accorta di aver preso a tormentarsi le mani, sino a che non sono state quelle più salde di Harlock a fermarle, coprendole con le proprie.
- Io anche dopo, Yuki. 
Le sta stringendo piano tra le sue, ma lei sa quanta forza possano esercitare in realtà.
Le ha viste spesso impugnare il timone dell'Arcadia con grande determinazione, per guidarla nelle battaglie più difficili.
- Ti porterò con me per sempre.
Ora, invece, tengono lei in pugno e la guidano verso un bacio che la proietta in una dimensione senza passato, presente o futuro.



XXXXXXXXXXXXXX



Pensava che sarebbe stata Asami a portarle la zuppa di patate, invece è di nuovo Harlock a varcare la soglia della sua stanza.
Il profumo del cibo fa brontalare il suo stomaco e si scopre abbastanza affamata.
- Ha un profumo delizioso.
In realtà rompe il silenzio con quel commento solo per impedirsi di pensare quanto sia incredibile che quell'uomo, tuttora il ricercato più pericoloso e famoso di tutto l'universo, stia compiendo dei gesti così semplici ed umili, come portare il pranzo a lei.
- Sasuki-san è preoccupata per te. Dice che sei davvero troppo magra, così mi ha incaricato di assicurarmi che tu finisca tutto il cibo.
Le è impossibile non provare una certa agitazione all'idea che lui ed Asami abbiano parlato di lei. E' assurdo, lo sa, perchè lo ha baciato non più di una decina minuti prima, e con un'intensità che l'ha lasciata quasi stordita, quindi non dovrebbe provare il benchè minimo imbarazzo davanti a lui.
Nè, tantomeno, sentire il peso di quello sguardo che invece avverte proprio come se fosse ancora la Yuki Kei timorosa di ricevere un suo rimprovero, o peggio, di deluderlo. 
- Effettivamente, non posso darle torto. Ho il timore di poterti fare male solo sfiorandoti...
Ecco, ora non sa se riuscirà più a mangiare, perchè lo stomaco le si è annodato a quelle parole... un misto di preoccupazione e rimprovero, proprio come si aspettava.
- Tu sai che non sono poi così fragile.
- Non avevo dubbi sul mio secondo ufficiale, ma su questa nuova Yuki... non è così che pensavo ti saresti presa cura di te stessa.
Non si aspettava un attacco così diretto, ma poi si maledice da sola, perchè lei non è fragile nè fisicamente, nè moralmente!
- Potrei dire lo stesso di te, Capitano.
- Io l'ho fatto.
- Qualcuno sostiene il contrario.
E' uno scambio secco, che lascia poco margine di scelta ad entrambi, se non quello di proseguire giocando a carte scoperte.
- Yama, giusto?
Lei si limita ad annuire, convinta che lui abbia sempre saputo chi sia stato a rivelarle il luogo del suo esilio volontario.
- Forse mi sono fidato troppo di lui.
L'ironia contenuta nella voce è inequivocabile, ma lei non sa da dove abbia origine.
- Speravo che, dopotutto, non fosse davvero deciso ad attuare la sua vendetta. 
Yuki quasi sobbalza a quelle parole.
Yama? Vendetta?
- Vendetta?
Sente di nuovo su di sè lo sguardo penetrante di Harlock... lo avverte perchè ha la sensazione che la sua pelle prenda fuoco dove vi si posa.
- Oltre a me, era l'unico a sapere dove ti trovassi.
Quella rivelazione la colpisce in pieno petto, togliendole il fiato.
- Tu... tu... quindi lo hai sempre saputo?
Non ha dubbi, a parlarle in quel momento è il Capitano dell'Arcadia, l'uomo capace di rimanere fermo nelle sue decisioni con la determinazione più ferrea.
- Sì. Ho incaricato Yama di scoprirlo e poi gli ho fatto giurare di essermi leale nel rispettare la decisione che avevo preso di allontanarti da me.
Ha quasi un moto di ribellione davanti a quello che potrebbe sembrare un ricatto odioso, ma è anche vero che lei conosce di quanta durezza Harlock sia capace verso se stesso, prima ancora di esserlo con gli altri.
- Così mi ha giurato lealtà, ma nello stesso tempo anche vendetta per quello stesso giuramento, dicendomi che se mai fosse arrivato il giorno in cui mi avrebbe potuto tradire senza rompere quel vincolo, bè... allora lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.
"Sono stato leale con il mio Capitano in tutti questi anni e ho rispettato ogni sua decisione senza mai metterla in discussione, neanche quella che mi ha costretto ad assistere alla sua lenta agonia."
Le parole di Yama ora assumono un significato ancora più profondo. 
"Ma ora devo fare i conti solo con l'uomo, Yuki, ed è per lui che sono qui."
- Yama ti è stato molto più che fedele, Harlock.
Il silenzio che accoglie quell'affermazione contiene una verità che è germogliata in quei primi istanti sul boccaporto dell'Arcadia quando Harlock ha deciso di credere in Yama e che poi ha messo radici sempre più profonde, sino a rendere il loro rapporto qualcosa di unico e speciale.
- Lo so, altrimenti non gli avrei mai lasciato il comando dell'Arcadia... e forse nemmeno la possibilità di attuare la sua vendetta.
La grandezza di quell'ammissione entra in conflitto con ciò che voleva farle credere, o almeno lo spera e ne cerca immediata conferma.
- Quindi speravi che Yama ti tradisse e venisse ad avvisarmi?
Deve ricordarsi di respirare, perchè l'attesa altrimenti potrebbe ucciderla.
- Sì.
Sono quelle due sillabe a concederle di guardare nelle paure più profonde di quell'uomo reso così vulnerabile, e nello stesso tempo forte, dalla lotta contro se stesso.
- E se io non fossi venuta?
- Conosci già la risposta, Yuki.
La conosce è vero... è sempre stata lei ad avere una scelta, mai lui, perchè sarebbe rimasto fedele alla sua convinzione che tenerla lontano le avrebbe risparmiato un dolore più grande.
- Ma io sono qui.
- La zuppa si sta raffreddando.
Lo scudo è tornato al suo posto, Harlock è di nuovo padrone di se stesso e della situazione. Potrebbe insistere, ma poi pensa che non è così che vuole arrivare a convincerlo ad avere fiducia nel suo amore, come se stessero combattendo su fronti opposti.
- Mi sta richiamando all'ordine, Capitano?
Sfodera l'arma dell'ironia, cercando così di alleggerire la tensione tra loro.
- Direi di sì. Anche perchè non ho intenzione di deludere le aspettative di Sasuki-san. Nel caso non l'avessi notato, quella donna nasconde una volontà d'acciaio dietro i suoi modi gentili, pertanto non vorrei inimicarmela.
E' un'immagine che la fa sorridere, quella del leggendario Capitan Harlock che potrebbe finire vittima delle ire di una fragile vecchietta.
- Hai incontrato nemici peggiori, direi.
- E' vero, ma la differenza stava nel fatto che erano uomini e sapevo come affrontarli.
Ironica, ma nel contempo vera, è con quella risposta che il suo Capitano la informa ancora una volta della sua paura più grande: vivere assieme a lei, sino in fondo, quel viaggio iniziato il giorno stesso in cui si sono incontrati.



XXXXXXXXXXXXXX


Meeme ti osserva silenziosa.
Il suo sguardo è sempre stato lo specchio delle tue emozioni, per questo ora lo eviti.
Non vuoi vedere riflessa quella paura che ti accompagna da qualche giorno, cioè da quando Yama ha lasciato l'Arcadia per andare in cerca di quello che tu gli hai chiesto di trovare.
- E poi che farai, Harlock?
Il vino che hai appena versato nel bicchiere è di un rosso cupo, proprio come il sangue sgorgato dalle tue ferite, che ora faticano a rimarginarsi rispetto a prima.
- Non lo so.
Non devi mentire con lei, puoi essere ciò che sei in questo momento, un uomo che ha ceduto davanti alla sua debolezza più grande.
- Yama era davvero furioso con te.
Furioso non è sufficiente a descrivere lo sguardo che ti ha rivolto quando lo hai messo davanti a quella scelta così difficile.
E ti domandi ancora una volta cosa stai facendo, perchè forse non lo sai davvero nemmeno tu.
- Non mi tradirà, Meeme.
- Non ora, almeno.
E' questo, allora, che speri di ottenere? Che siano altri a decidere per te?
Alzi lo sguardo e incontri quello di due occhi che per te sono sempre stati un porto sicuro, le acque calme in cui ritrovare le forze.
- Sono un vigliacco.
Lei ti guarda malinconica, come se già sapesse che la sua risposta non placherà il tuo animo tormentato, non più di quanto abbia già fatto in passato.
- Il coraggio più grande sta nell'ammettere di avere paura, Harlock.
Lasci che quelle parole decantino dentro di te, proprio come sta facendo quel vino nel calice.
- Quando lascerò l'Arcadia, la parte migliore di me rimarrà qui insieme a te.
Ora ti sorride e vorresti saperlo fare anche tu, per regalarle la stessa dolcezza che riesce a trasmetterti in questo momento.
- Ti sbagli. Non sarò mai io a custodirla, perchè ancora non l'hai conosciuta nemmeno tu. Quando lascerai l'Arcadia, forse avrai la possibilità di scoprirla, ma solo se avrai il coraggio di lasciarti condurre in un viaggio da cui non potrai fare più ritorno.
Scende un silenzio assoluto nella tua cabina, dopo quelle parole.
Non è però muto, parla del legame profondo che si è creato tra di voi e che in un futuro ancora non bene identificato, dovrete rescindere.
Ti chiedi come farai senza di lei, senza il suo sostegno... però, poi, ti imponi di non mentire a te stesso, non più di quanto tu abbia già cercato di fare sinora.
Perchè da sempre, sono altri gli occhi in cui sogni di poterti specchiare e rivederti migliore di quello che sei.
Azzurri, come quel cielo e quel mare che la tua follia ha distrutto per sempre.
Coraggio.
Sei convinto che non ne avrai mai abbastanza per viaggiare insieme a lei in quel luogo che è la tua anima oscura, alla ricerca di un pò di luce.
Ma lasci che per un pò, lo spazio di quel silenzio tra te e Meeme, le sue parole ti cullino nella speranza che ne sarai capace, semmai Yuki Kei te ne darà l'occasione.



 

Che dire, lo spazietto nella mente del Capitano ha trovato un posto fisso nei miei capitoli, e sarà proprio la sua parte conclusiva.
Ho avuto anche il coraggio di accostarmi, seppure brevemente, alla figura di Meeme, che io conosco solo per quello che ho visto nel film, mi perdonerete quindi se non do di lei una versione forse più in linea con il suo personaggio originale.
C'è anche Yama, del quale ne ho una visione pienamente positiva, come avrete capito.
L'ho percepito proprio come un ipotetico successore di Harlock, capace di comprendere e fare suoi i grandi ideali del Capitano, arrivando ad essere anche un suo fedele amico.
Per ultimo, mi sento in dovere di commentare un aspetto della mia storia che riguarda stile e trama: sono cosciente che entrambi possano risultare poco scorrevoli e che quindi debbano anche incontrare un gusto personale. Quindi non fatevi problemi nell'esprimere i vostri giudizi o critiche, sono qui anche proprio per un confronto con tutte voi.
.A presto.
Sere




 
  
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