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Autore: Altair13Sirio    09/04/2014    1 recensioni
Seguito di "Assassin's Creed: Rebirth".
"Cara sorella, ho delle notizie per te, e forse non ti piaceranno… Ho tradito i Templari. Sono diventata un’Assassina. La notizia potrebbe arrivare a Costantinopoli da un giorno all’altro, ed è per questo che ti scrivo: devi scappare, altrimenti potrebbero usarti come ostaggio, e addirittura ucciderti! Conosci bene i Templari, e sai che lo farebbero. Non pensare che avranno compassione per te; non pensare che chi chiamavi amici o Fratelli non ti faranno nulla! Scappa! Non farti notare da nessuno, e nasconditi. Presto verremo a portarti via, e torneremo a casa.
Spero di rivederti presto.
Tua sorella Fiora"
Un Templare che è diventato un Assassino, un Assassino che è diventato un Templare, due sorelle da salvare, un'amica venuta in aiuto, un Maestro Assassino e il suo apprendista, uno strano e loquace medico e un monaco che vuole vendicarsi.
Un viaggio fatto per finire ciò che avevano cominciato. Ma saranno all'altezza delle prove che li attendono?
E un'ombra del passato tornerà indietro, ma quali saranno i suoi piani?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il Lupo, Leonardo da Vinci, Yusuf Tazim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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La nave scivolava rapida e leggera sulla superficie del mare. Il Sole splendeva alto nel cielo, e il suo riflesso abbagliava gli occhi di chi posasse lo sguardo sull’acqua.
Il Lupo teneva le mani sul timone e continuava a guardare dritto davanti a sé. A parte Vali e Fiora, sul ponte non c’era nessun altro.
Fiora stava accanto a lui.
<< Vorrei che dessi una possibilità a Fabiola. >> La colse di sorpresa Il Lupo. Fiora lo guardò perplessa. << Ho visto come ti comporti con lei, e ti dico subito che non approvo quello che stai facendo. >> Fiora cercò di dire qualcosa, ma Il Lupo non le diede il tempo per farlo. << Capisco che tu la ricordi come quella Faustina Collari, la folle assetata di sangue. Era una Templare, d’altronde… >> Girò lo sguardo verso la compagna. << Ma anche tu lo eri. E anche io. Non merita forse lo stesso trattamento che abbiamo ricevuto noi due? La possibilità di cambiare! >> Fiora era mortificata. Guardò a terra triste.
<< Quando ho riaperto gli occhi e ho visto il suo viso, ho temuto che lei ti avrebbe portato via. Ho avuto paura di lei e di quello che avrebbe potuto fare a tutti noi. >>
<< E’ normale. >> Disse Il Lupo. << All’inizio neanche io mi fidavo di lei. L’unica cosa che mi tratteneva dal farla fuori era il fatto che avevamo un obiettivo in comune: uccidere Ristoro. Col tempo, però, ho imparato a conoscerla meglio, e sotto l’aspetto della ladra violenta e senza scrupoli, ho visto una ragazza in cerca di aiuto. Aveva paura dei Templari, e voleva solo che uscissero dalla sua vita il più presto possibile. Ha paura di te, Fiora. >> La ragazza lo guardò sorpresa. << Come tu hai paura di lei. >> Lo sguardo del Lupo si fece serio, opprimente. Fiora comprese. Aveva capito di essersi comportata nel modo sbagliato. Annuì leggermente.
<< Ho capito, Lupo. Hai ragione, mi spiace… >> Si scusò lei. Il Lupo sorrise e le mise un braccio attorno alla vita. La avvicinò a sé e le sussurrò:<< Ho avuto davvero paura quando ho pensato che non sarei più tornato da te. >> Fiora lo baciò in risposta.
<< Ehi. >> La voce di Vali li fece tornare indietro dalla loro conversazione. Il Lupo guardò l’uomo che se ne stava col cappuccio sulla testa, appoggiato al parapetto dando le spalle all’acqua. Il Lupo capì in un istante perché li avesse chiamati, e tutto fu chiaro quando avvistò il porto di Roma.
Subito una grande eccitazione piombò su di loro. Il Lupo mandò Fiora ad avvertire gli altri sottocoperta, mentre lui faceva le manovre per avvicinarsi.
<< Così quella è Roma? >> Fece Vali avvicinandosi al Lupo. Lui annuì. << E’ bella… >> Si lasciò sfuggire Vali, facendo sorridere Il Lupo.
All’improvviso arrivarono gli altri, di corsa. Gli occhi sgranati ad ammirare Roma che si faceva sempre più grande a poco a poco che la nave si avvicinava.
<< Siamo tornate, Fiora. >> Disse Fabiola. << Finalmente siamo di nuovo a casa… >>
La nave entrò nel porto facilmente, senza problemi, e ancora prima di attraccare Il Lupo riuscì a scorgere undici figure in bianco. In mezzo a loro spiccava un cappuccio rosso. Erano gli Assassini di Roma.
Quando Il Lupo e tutti gli altri furono scesi, ci fu un grande trambusto. Gente che si salutava, Fiora che abbracciava gli Assassini, alcuni di loro guardarono con sospetto Vali e Faustina. Il Lupo riconobbe tutti quanti: Severino Sabelli, Emiliana Santi al suo fianco, Severino Stornello, Orfeo Occhionero contento di rivedere i Fratelli sani e salvi, Fabiola Fornari che gli saltellava intorno tutta eccitata, Paolo Simoni, burbero come sempre, Luca Lombardi, Giovanni Guglielmi, Tullio Tagliapietra, Marco Melozzi e Ulrico Ursini inseparabili come sempre, e infine il Maestro, Ezio Auditore.
<< Ti trovo bene, Lupo. >> Lo salutò Ezio chinando piano la testa. Il Lupo rispose alzando la mano in segno di saluto.
<< Ci hai mandato proprio una bella spia, eh? >> Disse Il Lupo facendo segno a Leonardo di avvicinarsi. Ezio sorrise quando Il Lupo gliene parlò.
<< Quanto c’è voluto prima che lo scoprissero? >> Chiese l’Assassino rivolto all’amico Leonardo. Lui ridacchiò e disse con falsa modestia:<< Oh, se non glielo avessi detto io non ci sarebbero mai arrivati! >>
<< Non è vero! Sono stata io! >> S’intromise Faustina. Ezio fu sorpreso di vederla lì. Nemmeno lui sapeva di quello che aveva fatto Leonardo, e quando se la vide davanti per poco non estrasse la spada. Il Lupo si era aspettato qualche reazione poco gentile, ma fu contento di constatare che gli Assassini non davano molto peso alla presenza della Ladra. Ezio si tranquillizzò ancora di più quando vide la lama celata al polso di Faustina e la cicatrice all’anulare; tuttavia volle sentire la storia dal Lupo.
<< Ezio, questa è Faustina Collari. Forse la conosci già, abbiamo lottato contro di lei in passato, ma ti assicuro che questa donna è cambiata in una maniera strabiliante! >> Dichiarò Il Lupo. Ezio sorrise quando quello gli disse che era diventata un’Assassina.
<< Ci sono davvero tante cose di cui vorrei parlarti, Ezio… >> Fece Il Lupo dando un’occhiata a Vali che faceva la conoscenza degli Assassini. << Ma forse non avreste dovuto dare tutto questo spettacolo... >>
Ezio sorrise interrompendolo. << Siete nostri Fratelli, ed è giusto che riceviate l’accoglienza che meritate. >> Fece una pausa. << Parleremo meglio all’Isola Tiberina. >> Detto questo si girò verso Leonardo. << E… La Mela? >>
Leonardo si frugò negli abiti. Dopo qualche istante ne tirò fuori la sfera d’argento. La porse ad Ezio. L’Assassino la guardò. Fece per prenderla, ma una coltre di fumo si innalzò all’improvviso da terra. Qualcuno aveva fatto cadere una bomba fumogena, e gli Assassini tentarono di tapparsi la bocca e il naso, per non respirarne i fumi stordenti.
Fu un attimo. Il Lupo vide una figura magra sfrecciargli davanti e scomparire subito dopo nel fumo.
<< LA MELA! >> Urlò Leonardo, e allora Il Lupo capì immediatamente cosa stava succedendo. Non era caduta una bomba dalla borsa di un Assassino, ma era stata lanciata da qualcuno!
Il Lupo si lanciò all’inseguimento dell’ombra, e subito Ezio lo imitò. Quando furono usciti dal fumo, videro anche Vali mettersi a correre nella loro stessa direzione.
<< Lo hai visto anche tu? >> Chiese Il Lupo. Vali annuì senza fermarsi. Svoltarono l’angolo e si inoltrarono nella città.
I tre Assassini correvano per le strade, saltavano le bancarelle che ostruivano il passaggio e spingevano i passanti. Non potevano permettersi di perdere il Frutto dell’Eden. Vali avvistò una figura magra che spiccava in mezzo alla folla per i suoi abiti appariscenti. << E’ LUI! >> Urlò puntando un braccio nella direzione in cui lo aveva visto sparire. I tre si misero all’inseguimento dello sconosciuto. Finirono in un vicolo cieco completamente deserto. Si guardarono intorno. Forse si era arrampicato su un tetto. La risposta arrivò in breve tempo. C’era un uomo mascherato, la cui maschera ricordò molto al Lupo Cahin, l’Arlecchino, su una trave sopra le loro teste che agitava la mano e rideva sonoramente. In quella mano teneva stretta la Mela. Li salutò prendendosi gioco di loro e lanciò un’altra bomba fumogena.
Questa volta Il Lupo non riuscì ad evitare di ricevere gli effetti del fumo, e quando questo si fu diradato, lo strano individuo era scomparso.
<< Dannazione! >> Imprecò Il Lupo, sapendo di essersi fatto giocare come se fosse l’ultimo degli ingenui. Ezio era abbattuto e Vali sembrava inquietato. La maschera di quel tipo lo aveva terrorizzato, sembrava.
<< Quello lì… >> Mormorò in preda al panico. << E’ un Templare! >> Disse. Il Lupo ed Ezio sobbalzarono e si guardarono in faccia.
Il Lupo non nascose l’amarezza nel suo viso, ma tenne per sé i suoi pensieri.
Non è ancora finita, vero? << Dobbiamo trovarlo! >> Si costrinse a reagire. Ezio annuì. Poi però aggiunse:<< Ma non ora. >> Il Lupo lo guardò contrariato. Gli mise una mano sulla spalla, e questo gesto non fece che preoccupare di più Il Lupo, specialmente quando Ezio gli rivolse quello sguardo così serio e carico di dispiacere.
<< Perché adesso, amico mio, c’è un’altra cosa da fare. >>
   
 
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