Settimo giorno,
ovvero l’ultimo giorno
L’aveva sentito rientrare. L’aveva sentito avvicinarsi
alla sua porta. L’aveva sentito farsi la doccia. Aveva ascoltato ogni suo
movimento.
Ino era pronta. Stanotte si sarebbe data al ragazzo della
porta accanto, letteralmente. In realtà non lo faceva per restare in quella casa (anche se quella era la motivazione originale) o perché
non sapeva cosa regalargli.
Lo faceva perché era assolutamente sicura di amarlo.
E voleva fare l’amore con qualcuno di cui fosse innamorata.
E ora, in piedi davanti alla porta
di Shikamaru, Ino inspirava ed espirava, cercando di calmarsi. Indossava una
leggerissima camicia da notte color lavanda, e i capelli le ricadevano sulla
schiena. Sapeva che gli piaceva così, anche se lui era troppo pigro per mostrarlo. Alzò la mano portandola all’altezza della
maniglia, pronta a sorprenderlo.
Shikamaru si svegliò sentendo un
presenza vicino a lui. Aprì lentamente gli occhi e vide Ino decisamente troppo vicina al suo letto.
La luce della luna sottolineava
la sua figura deliziosa, e gli occhi di Shikamaru si sarebbero ingranditi a
dismisura se non fosse stato troppo addormentato persino per pensare qualcosa
di soddisfacentemente pervertito. Mentre lei si
chinava, la sua mente rievocava la scena di tre giorni prima, quando lei era al
suo posto e lui al suo. Quella notte l’aveva baciata senza che lei lo sapesse,
ed ora forse lei lo stava per baciare come aveva fatto lui?
“Ino…” scosse il
capo Shikamaru. “Che c’è?”
Lei non rispose. Shikamaru poteva sentire i suoi lunghi
capelli biondi danzare sulla sua pelle nuda mentre il
suo corpo femminile si abbassava sempre di più sul suo, appoggiandosi alle sue
spalle per sorreggersi. Lui seppe all’istante che intenzioni aveva la ragazza.
Ino lo baciò leggermente, poi dolcemente, poi ferocemente,
chiedendogli silenziosamente di dischiudere le labbra alle sue.
Lui lo fece, pensando si trattasse solo di un bacio, ma
quando improvvisamente sentì il corpo di lei accomodarsi
contro il proprio, sussultò.
“Cosa stai facendo?” il sonno di
colpo se n’era andato. Ino lo guardò con desiderio negli occhi, ma non disse
nulla. Cercò di catturare di nuovo le sue labbra.
Lui si dimenò, ma lei non lo lasciò andare. Shikamaru
sapeva che se l’avesse spinta, sarebbe caduta sul
pavimento, ed era come se d’un tratto lei fosse più forte di lui. Gemette:
“Ino-“
“Shhh…” lei gli poggiò un dito
sulle labbra “Non parlare”.
“Ma-”
“Lascia che succeda”.
Più tardi, Ino se ne stava stesa
sul suo letto con un’espressione indecifrabile in faccia. Si guardò intorno
inalando profondamente l’aria, mentre la sua bocca si curvava in un sorriso
mozzo.
L’ho
fatto, sussurrò tra sé e sé. Eppure...
In quello stesso momento, Shikamaru stava facendo una
doccia.
“Salute!” I loro bicchieri cozzavano l’uno con l’altro. I
quattro: Asuma e Kurenai, Chouji e il festeggiato in persona se ne stavano
seduti a un tavolo del ristorante, a festeggiare il compleanno di Shikamaru.
“Sembri triste Shikamaru” disse Asuma
spostando la sigaretta “Questo è il tuo giorno, devi divertirti”.
Shikamaru sbuffò, lanciando uno sguardo annoiato: “Non
sono triste”.
“Guarda che Choji finirà anche le tua porzione se non ti sbrighi” disse Kurenai,
aggiungendo carne sulla griglia. Shikamaru guardò il suo migliore amico
trangugiare felice interi pezzi di carne. Tanto pagava
Asuma.
“C’è qualcosa che non va, amico?” chiese Choji, incrociando il suo sguardo. “Non è
che sei arrabbiato con me perché te ne ho mangiato qualcuno, vero?”
“No, puoi anche finirli tutti. Non ho
fame” disse Shikamaru appoggiando il capo sulla mano.
“Non sei triste, non hai fame…” sorrise Asuma “C’è qualcosa che non va, si vede”.
“Sì, anche io l’ho notato” commentò Kurenai.
“Non è niente, davvero...” mormorò
Shikamaru. La sua mente però, pensava ad altro.
Ino…la sua mente tornava a quello che era successo la sera
prima.
Ino era così vicina…sapeva che lui non avrebbe saputo resisterle. Sapeva che lui la voleva tanto quanto lei
desiderava lui. Ed era per questo che non si era
ribellato poi molto. Ed era per questo che il tentativo di
lei era riuscito. Shikamaru aveva protestato, aveva detto di no, ma lei
sapeva che in fondo non voleva dire quello.
“Lascia che succeda…” aveva ripetuto più e più volte.
“Lascia che succeda…”.
Lo aveva sentito tremare sotto il suo tocco e aveva
sorriso, sapendo che lui non aveva poteri contro il suo assalto. Gli prese il
volto tra le mani per baciarlo, facendo strisciare la lingua dentro la sua
bocca per poi intrecciarla con la sua, assaporando il suo sapore. Dalla sua
bocca, trasferì la scia di baci lungo la sua guancia e il suo orecchio,
mordendogli leggermente il lobo mentre lui gemeva, e facendo scendere le sue
labbra lungo il collo di lui, stringendo le dita sul
suo petto, conducendo il gioco.
Il corpo di lui si irrigidì,
sentendo i suoi seni premuti sul proprio petto. E poi non erano solo i suoi
seni a paralizzarlo, ma i suoi sospiri, il suo odore, il suo tocco, i suoi
baci, e il peso che spostava di tanto in tanto sulla zona inferiore del corpo di lui. Shikamaru non sapeva che fare, come
rispondere. Non riusciva a muoversi.
Era così vicino a cederle del tutto
quando l’ultimo residuo di logica che ancora risiedeva in lui gli sbatté la dura realtà in faccia.
Shikamaru giocava sempre d’anticipo.
Mentre la sua mente turbinava per analizzare la situazione,
si rese conto immediatamente di quanto quello che stava facendo fosse sbagliato.
Loro due non erano fidanzati, né tanto meno amici. Erano
coinquilini, estranei. Cavoli, si conoscevano da sei giorni appena!
Si doveva fermare!
La prese per le spalle subito prima che lei si abbassasse completamente su di lui. Anche
se il suo cuore protestava contro le sue azioni, ma sforzandosi, preferì la sua
sanità mentale ai suoi pensieri lussuriosi. Se
l’avessero fatto lì, in quel momento, le circostanze future sarebbero
sicuramente state fastidiose. Da lì sarebbe germinata una relazione seria, sarebbero forse diventati una coppia e nella situazione più
nera lei sarebbe rimasta incinta. E se lei fosse
rimasta incinta, lui avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità e…
Sì, assolutamente
seccante.
“Ino,” disse con voce più ferma,
sollevandola da lui “Non puoi farlo. Non
possiamo farlo”.
“Perché?” sussurrò lei. Il suo
sguardo pieno di desiderio era ancora lì. “Io lo voglio. E
anche tu lo vuoi. Perché no allora?”
“Perché no.” Affermò lui. “Perché lo stai facendo? Stai cercando di farmi cambiare idea…pensi
che così ti faccia restare?”
“Adoro invadere i tuoi pensieri, Shikamaru”. Ino
cominciava a stancarsi. Questo ragazzo
cercava si resisterle? A lei? “Ma non è questa la
ragione principale”.
“Ah sì, e qual è allora?” le donne sono davvero una seccatura…
“Perché voglio”Shikamaru fece per scostarla dal suo corpo ma lei lo ignorò “Non è abbastanza convincente”.
“Vuoi una risposta convincente?” Ino cominciava ad
arrabbiarsi “E’ perché ti amo, soddisfatto?”
Lui la guardò come se avesse davanti un alieno: “Tu mi
COSA?!”
“Ti amo, Shikamaru”
Il ragazzo era senza parole. “D’accordo. Ora mi sveglio,
ora mi sveglio, questo è solo un sogno”.
“Baka! Dico davvero!”
Lui sorrise d’un sorriso mozzo: “Sì, certo, la ragione per
la quale mi hai sedotto stanotte è perché mi ami. Divertente,
Ino”
“Non è divertente” fece lei irritata “Io…voglio davvero
che lo facciamo”.
“Senti, dai sempre il tuo corpo così facilmente ai ragazzi
che incontri?”
“Dipende. Sono molto schizzinosa”.
“Ino” Shikamaru pensava che la sua confessione fosse fuori
luogo; ridicola, quasi. “Ci siamo appena incontrati. Non ci conosciamo così
bene. Come fai ad essere innamorata di me? L’amore non sboccia così, in un
momento. Ci vogliono sicuramente più di sei giorni”.
“E tu come lo sai? Ti sei mai
innamorato?”
“Questo non c’entra. E’ solo buon senso,
lo sanno tutti”
“Davvero? Io no”
Sì, perché tu sei una fighetta viziata...
“Sono cosa? Tu pensi che io sia una fighetta
viziata!”
Cazzo, questa legge veramente nella
mente!
“Seriamente Ino, io non credo che tu mi ami. Forse è solo
infatuazione, sai, una leggera attrazione. Succede a volte,
poi se ne va via velocemente. E poi non è la
donna che confessa i suoi sentimenti, non così velocemente, e non bisogna
concedersi così in fretta al primo che passa…”
“Non ci credo! Mi stai facendo la
predica!” spalancò gli occhi lei.
“Sì, certo, come ti pare…” Shikamaru l’alzò
di peso da sopra di lui, ma lei si rimise in posizione.
“Ti ho già detto che non mi piace lasciare le cose a metà,
no?”.
Shikamaru impallidì.
“Quindi, continuiamo” concluse
lei impossessandosi delle sue labbra.
Ma questa volta, non c’era pericolo che Shikamaru lasciasse di nuovo che fosse lei a prendere l’iniziativa. La
allontanò arrabbiato: “Cazzo, Ino, non capisci? Non possiamo!”
“Ma-”
“Senti, se pensi che qualsiasi ragazzo sia disposto a fare
l’amore con la prima che passa, beh, ti sbagli, perché io non sono quel tipo di
ragazzo!”
“Shika-”
“Finiscila con questa storia e tornatene in camera tua,
Ino” asserì balzando lui stesso dal letto. “Non fare la parte della
sgualdrina”.
Lo sentì sbattere la porta del bagno
mentre entrava, aprendo l’acqua della doccia per calmarsi. Ma lei lo aveva sentito irrigidirsi, ovunque. Sapeva che
anche lui voleva che succedesse.
Si ritirò in camera sua con il cuore dolorante che batteva
spento nella gabbia toracica. L’aveva chiamata facile, aveva pensato che fosse
una fighetta viziata e tutto questo non era neppure quello che le doleva di più. Quello che più la
feriva era il fatto che non avesse accettato il suo
amore. Che non volesse farlo. Dio, pensava che stesse scherzando quando lei era dannatamente seria!
“Non voglio una
coinquilina femmina.”
“perché?”
“E’ semplice. Le
ragazze mi infastidiscono. Tutte .”
Sono davvero un
fastidio per te, Shikamaru?
Si guardò attorno, studiò il buio che la circondava e
inspirò profondamente, mentre la sua bocca si curvava in un sorriso mozzo.
L’ho fatto, pensò mentre
sprofondava nel suo letto.
Eppure…chiuse gli occhi.
Mi ha rifiutata….udì chiudere l’acqua della doccia.
“Buon compleanno,
Shikamaru!”
Shikamaru strinse gli occhi mentre
gli eventi della notte precedente gli tornavano in mente. Non sapeva che una
doccia fredda potesse fare tanto male. Sì, farsi una doccia fredda all’una di
notte era stata la cosa più seccante che avesse mai fatto in vita sua.
Nonostante fosse ancora leggermente arrabbiato con Ino per aver preso le cose
così alla leggera senza pensare alle conseguenze, sapeva di averla
ferita chiamandola sgualdrina. Pensando di doversi scusare, era tornato in
camera sua per trovarla vuota. Ino doveva essere tornata in camera sua. Naturalmente, gliel’aveva detto lui.
A quel punto aveva pensato di chiederle scusa la mattina
seguente, appena sveglio, ma quando si alzò, lei era
già andata via.
Caspita, dev’essere proprio arrabbiata…sospirò Shikamaru. Vabbè, le chiederò scusa quando
torno da lezione…
“Shikamaru,” si sentì chiamare da
una voce femminile “Stai di nuovo fantasticando”.
“Eh?” si rese conto che tutti gli occhi dei presenti erano
puntati su di lui.
“A che stai pensando?” chiese Asuma,
le labbra leggermente piegate a sorriso cercando di non farsi cadere la
sigaretta “Qualche bella ragazza?”
Shikamaru non sapeva che dire.
“Eddai, Shikamaru” Choji diede una gomitata al suo migliore
amico “Ho finito tutta la carne qui. Ora andiamo in un pub”.
Shikamaru assentì e stava per alzarsi
quando il suo stomaco brontolò. I tre compagni si girarono verso di lui.
Shikamaru sorrise furbesco in direzione di Asuma prima di alzare una mano e chiamare: “Cameriere!”.
“Oh, no!” esclamò Asuma
aggrappandosi al suo portafoglio “Sono finito!”.
Ino stava studiando per il Mogishiken
del giorno seguente quando le sue orecchie percepirono
un borbottare sommesso:
“Sei sicura che stia bene, Sakura-chan?”
mormorava Naruto con un tono di voce che permetteva a
Ino di ascoltare.
“Sta bene. Non c’è nulla di cui
preoccuparsi” sussurrò Sakura guardando la sua migliore amica seduta non
lontano, nel soggiorno. “Anzi, forse se l’è già dimenticato”.
“Bene” annuì velocemente Naruto “Ma
nel caso, vuoi che chieda a Sasuke di fare un salto
per tirarla su?”
“Come vuoi. In ogni caso potrebbe venire a darle una mano.
Analisi non è esattamente la mia materia preferita”.
Naruto compose il numero di Sasuke.
Sakura doveva ammettere che era rimasta
sorpresa al vedere Ino comparire la mattina presto sulla soglia di casa sua, in
lacrime. Le aveva detto tutto ciò che era successo, ma
Sakura non ci poteva fare nulla. In fondo era stata Ino a cercarsela.
“Sasuke ha detto che non può
venire, ma manderà suo fratello. Itachi è appena
partito da casa” comunicò Naruto.
Sakura annuì, sperando che perlomeno l’altro Uchiha potesse in qualche modo alleviare l’umore di Ino: al di là di Sasuke, Ino in
fondo aveva sempre avuto un debole per Itachi. E Itachi non era così burbero come
Sasuke. Anzi, era proprio uno sciupafemmine!
“Sakura, potresti aiutarmi con questa domanda?”
“Arrivo”.
Erano quasi le dieci quando
Shikamaru rientrò in casa. Aprì la porta e si sorprese dell’oscurità che lo
accolse in un’atmosfera stranamente silenziosa. Pensava che Ino fosse rimasta a casa a studiare: dopotutto aveva il Mogishiken il giorno seguente.
Non credo stia
dormendo…pensò mentre si avviava verso al sua camera da letto. Si voleva scusare, e magari
darle anche una mano coi suoi studi. Bussò una volta,
e poi un’altra non ottenendo risposta; bussò più e più volte ma trovò solo il
silenzio a rispondergli.
Confuso, mise la mano sulla maniglia e annunciò: “Sto
entrando”, prima di fare il suo ingresso in camera.
Anche la stanza era buia, così accese
le luci.
Non era preparato per qualunque scena lo aspettasse, e la sua bocca si aprì involontariamente mentre
strabuzzava gli occhi.
La camera di Ino era deserta.
Non c’era traccia delle sue cose in quella stanza. Il
letto era spoglio, senza coperte, la scrivania libera, senza libri, e così pure
gli scaffali. E l’armadio…
Lo aprì di scatto, e lo trovò vuoto.
Il suo cuore mancò un battito.
Se n’è andata?
Nonostante Ino fosse abituata a dormire a casa
di Sakura, quella notte il letto le sembrò diverso. I suoi pensieri vagavano
verso la sua stanza, ora vuota, chiedendosi cosa avrebbe pensato Shikamaru quando avesse scoperto che se ne era andata. Beh, dev’essere
felice del fatto che non gli stia più scompigliando la vita…sorrise
amaramente tra sé e sé.
Lui già le mancava.
Dovrei dimenticarlo
e andare avanti, come faccio sempre…si scrollò di dosso il pensiero
del suo ex-coinquilino cercando di pensare agli Uchiha.
Quel pensiero almeno la fece sorridere.
Non aveva idea che anche lei già cominciava a mancare a
Shikamaru.
Ma ciao!
Eccomi qua ad aggiornare!
Che ve ne pare?
Preannuncio che ho intenzione di postare il prossimo pezzo di
traduzione, ovvero la fine di questa fanfic domenica,
il giorno…quello…insomma…vabbè, domenica…mi
sembra adatto! E voi potete resistere, no?
Un bacio a tutte le Bianche che passano di qui!
Mimi18: Eh, sì: Shika è
proprio secsisssssssssssssssssssssssssimo!
E il prossimo ti piacerà da matti, promesso! (annuisce convintissima).
Besos!!!
Sakurina:Neanche io mi
aspettavo il bacio quando l’ho letta, ma adoro quest’autrice
proprio perché riesce sempre a coglierti di sorpresa! E
vedrai, cara, vedrai! …
Per quanto concerne la reazione di Ino…diciamo
che a giudicare da questo capitolo ha avuto la tua stessa idea, anche se a
scoppio ritardato! XD
Hugs&kisses, WT
Catlady: Beh, al solito grazie mille per i comolimenti! Stiamo giungendo al termine, sì!
La pedata gliela diamo insieme, a Shika!!! Così magati si sveglia
prima…Al prossimo (ultimo) capitolo!