Me ne sto rannicchiata nel mio letto, vivo in questo orfanotrofio da ormai quattro anni e non riesco ancora a dimenticare la morte dei miei genitori. Perché io sono sopravvissuta e loro no? Perché? Me lo chiedo sempre e non ho mai trovato una vera risposta.

« Ehi Nana, vieni a giocare con noi?» mi chiede la mia compagna di stanza, accenno un sorriso poi scuoto il capo.

« Grazie Sumi, ma non mi va.» rispondo subito, dondolandomi sulle gambe.

« Stai bene?» chiede con aria preoccupata. Io annuisco lentamente, non voglio mostrare il mio dolore a nessuno perché nessuno potrà mai capire come mi sento!

Sumire sta per dire qualcosa, lo so, la conosco abbastanza bene, ma prima che possa aprire bocca il suono di qualcuno che bussa alla porta ci fa trasalire.

« Avanti.» diciamo io e Sumire, voltandoci verso la soglia. Davanti ad essa sta la direttrice dell'orfanotrofio che ci guarda con un breve sorriso.

« Ragazze, dovete venire in sala tutte e due. Ci sono due signori che vogliono adottare una di voi.» mi alzo dal letto quasi in modo automatico, so già che non sarò adottata ma almeno voglio vedere chi sarà la fortunata questo mese.

Giunte in sala il mio cuore comincia a battere forte nel petto, sono emozionatissima. Non è un sogno quello che ho davanti! La persona che vuole adottare una di noi è davvero Mamoru Endou! QUEL Mamoru Endou, il capitano della straordinaria Raimon Eleven! Colui che ha portato il Giappone a vincere i mondiali!

« Buon pomeriggio, loro sono i signori Endou.» dice la direttrice, io posso solo guardarli col cuore a mille mentre si avvicinano per osservarci. Solo allora mi accorgo che la benda che copre il mio occhio sinistro manca all'appello. Abbasso d'istinto il capo mentre sento le lacrime salire agli occhi ed il mondo crollarmi addosso. Non sceglieranno mai una bambina che ha un occhio deturpato da un pezzo di vetro! È inutile che mi faccia speranze, non succederà mai! Improvvisamente sento l'istinto di scappare, non voglio che il mio idolo mi veda. Non potrei mai perdonarmi il suo sguardo pieno di disgusto o di compassione.

« Come ti chiami?» i miei pensieri si interrompono quando sento la voce della moglie di Mamoru Endou che mi rivolge la parola. Alzo lo sguardo e sento subito uno strano bisogno di abbracciarla.

« Mi chiamo N-Nana, signora Endou.» rispondo subito, il cuore che mi esplode nel petto mentre sento la sua mano sfiorarmi l'occhio sinistro che tengo chiuso, tanto non vedrei comunque, ho perso la vista dallo stesso il giorno in cui i miei genitori sono morti.

« Da quanto sei in questo orfanotrofio, Nana-chan?» mi domanda, io sospiro ad abbasso il capo di nuovo.

« Sono quattro anni che vivo qui.» replico, il capo chino verso il pavimento e le lacrime che ormai scorrono sul mio viso.

« Signora direttrice, possiamo parlare un secondo in privato?» chiede poi Mamoru, voltandosi verso la nostra direttrice che sorride.

« Ma certo, potete venire nel mio ufficio.» li vediamo allontanarsi e noi ci sparpagliamo nella sala, chiacchierando.

« Secondo voi chi sceglieranno?» chiede Keira, eccitata all'idea di uscire finalmente da qui.

« Secondo il mio modesto parere, ognuna di noi può essere adottata, ma di sicuro non prenderanno Nana! L'avete vista? Si è messa persino a piangere!» risponde malignamente Reika, infilando il dito nella piaga. Non mi mostrerò di nuovo debole di fronte a nessuno, è deciso. Se questo è il prezzo da pagare allora cambierò! Mi proteggerò dal male.

Restiamo per circa una decina di minuti nella sala in attesa di sapere la decisione dei coniugi Endou finché la direttrice non torna in sala e sorride.

« Generalmente ci vogliono un paio di giorni affinché l'affido avvenga, ma i coniugi Endou sono stati previdenti ed hanno fatto tutto in largo anticipo, sono solo venuti qui per scegliere una di voi.» spiega con calma la direttrice, accennando un nuovo sorriso. Un sorriso calmo e tranquillo.

« I coniugi vorrebbero parlare con te, Nana.» alzo lo sguardo verso di lei, gli occhi sgranati.

« C-Con me?» domando confusa, ella annuisce con un sorriso ed io mi alzo dalla sedia, stordita. Mi conduce nel suo ufficio dove mi lascia sola con il mio idolo e sua moglie.

« Siediti, Nana-chan. Vorremmo parlarti.» dice calma la signora Endou ed io faccio come dice, sedendomi sulla sedia della direttrice, posta vicina alle loro.

« Prima di tutto non credo che ci siamo presentati.» continua con aria calma « Io sono Natsumi Endou e lui è mio marito, Mamoru Endou.» la donna dai capelli castani si presenta, indicando lei e Mamoru.

« P-Piacere! C-Conosco tutto dell'ex capitano della Raimon Eleven!» Natsumi sorride ed io ricambio inconsapevolmente il suo sorriso.

« Ti piace giocare a calcio?» domanda poi Mamoru, mi volto verso di lui con un ampio sorriso ed annuisco.

« Amo il calcio. Sei stato una fonte di ispirazione per me, ho sempre avuto la passione per il pallone ma vedere giocare te ed i tuoi compagni mi ha fatto amare il calcio ancora più di prima.» sorrido timidamente, poi rivolgo lo sguardo verso il basso ed attendo.

« Mi fa piacere sentirlo.» risponde calmo, portando le mani sulle ginocchia. Natsumi sorride apertamente portando le mani sulle mie per stringerle.

« Forse per te sarà strano sentirlo, ma io e Mamo-kun abbiamo deciso di adottarti.» dice con aria calma mentre io mi sento svenire.

« I-Io... non... so che dire...» balbetto incerta, cercando di capire se tutto quello era vero.

« Dì soltanto di sì e noi ti adotteremo.» replica calma Natsumi, io quasi piango.

« S-Sì!» dico poi, senza pensarci. Entrambi sorridono e mi abbracciano.

« Benvenuta nella famiglia Endou, Nana-chan.» Dicono i due insieme, poi parlano con la direttrice che gli da i moduli da firmare. Dopo che hanno firmato, mi prendono per mano ed usciamo dall'orfanotrofio dirigendoci a casa. La mia nuova casa.

Da allora sono passati due anni, ad oggi ancora non riesco a chiamare Mamoru e Natsumi, "papà" e "mamma". È più forte di me. Mamoru lo considero un idolo, è difficile uscirne! Mi anche promesso un giorno che mi farà incontrare Hiroto! Sono al settimo cielo!

« Mamo-kun, mi alleni un po'?» chiedo, prima di uscire in cortile per attenderlo.

Chissà, magari un giorno mi verrà naturale chiamarlo papà.

Beh, un giorno vedremo.

Ora vado che Mamoru mi allena!

Note dell'autrice: Ecco a voi Nana Endou! Presto se trovo l'ispirazione giusta scriverò la sua storia nel GO, per ora gustatevi la storia Pre-GO.