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Autore: feilin    09/04/2014    1 recensioni
Comincio col dire che questa storia è... mh, diciamo un altro punto di vista della storia che sta scrivendo un altra autrice, che ha caricato la storia nella categoria dei SS501. Quindi, voi potete anche non leggere il suo, ma se volete capire la storia a 360 gradi, allora fatelo ( è consigliabile la seconda opzione XD) oltre a questo ovviamente questa storia si concentra sugli SHINee, ma troverete parecchi altri personaggi come i SS501, Hongki, Suju ecc ecc XD è una storia molto carina, che consiglio a tutti. Buttateci un occhio :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVI
 
Sgranai gli occhi appena scesi i primi gradini delle scale, e puntai gli occhi su Taemin che mi guardava quasi come a scusarsi.
- Immagino che vi dovrò lasciare da soli. Ho un appuntamento con Sara stamattina. Ci vediamo dopo - disse Taemin uscendo dalla porta di casa e lasciandomi impalata sulle scale ad osservare la figura che era appena entrata. Non immaginavo che sarebbe stato così il nostro incontro dopo questa settimana di separazione. Sapevo che erano tornati solo ieri dal loro meraviglioso viaggio, e da ciò che aveva detto Hongki, Jonghyun aveva sgridato per bene la sorella al suo arrivo, mentre Kibum era tornato a casa senza contattare nessuno. Come potevo immaginare che me lo sarei ritrovato a casa la mattina presto? Se lo avessi saputo di certo non sarei scesa, o magari mi sarei per lo meno degnata di mettere qualcosa di più elegante del mio pigiama.
- Ciao Feffe -
Ciao Feffe!?. Mi hai evitato come la peste, non degnandoti nemmeno di sapere come stavo per tutto questo tempo, e tu adesso alle 9.00 di mattina vieni a casa mia e dici “ Ciao Feffe” !
- Ciao Kibum… - mormorai scendendo le scale restanti. C’era un silenzio troppo imbarazzante e carico di tensione per noi due. Non era mai stato così prima.
- Taemin tornerà questo pomeriggio, quindi è inutile che resti qui ad aspettarlo - commentai andando in cucina per prendermi un banana milk.
- In verità, sono venuto qui per te - disse guardandomi.
- Per me? E che cosa vuoi? - sbottai forse con troppa enfasi e arroganza.
- Non trattarmi così, lo so che sei arrabbiata con me, però sono venuto per fare pace -
- E come dovrei trattarti? Scusa se te lo dico, ma in questo periodo ho davvero poca voglia di conversare con te e con il tuo migliore amico - commentai acidamente mentre finivo la mia colazione e la buttavo nel cestino.
- Lo so, ma cerca di capire… -
- Capire? Tu adesso vorresti farmi capire? Sei arrivato un po’ tardi, perché io non ho più voglia di capire. Dovevi pensarci prima! - sbottai allontanandomi da lui. Per quanto mi riguardava poteva anche tornarsene a casa.
- Yah! Torna qui e parliamone! Puoi scappare da Jonghyun, ma io non te lo permetto, è chiaro!? -
- Tu non me lo permetti!? Chi ti credi di essere per venire a casa mia dopo mesi che non ti preoccupi di sapere nemmeno se sono viva, e ordinarmi di parlarti!? -
- Il tuo migliore amico! Se non lo faccio io, chi lo farà? -
- Il mio migliore amico!? E dov’era il mio migliore amico mentre litigavo con il mio ragazzo e mentre avevo crisi depressive per questo? EH!? DOV’ERA!? - urlai in preda alla rabbia.
- Lo so che sono stato uno stupido! Ma ho avuto un periodo in cui preferivo non parlare di me agli altri, tutto qui! -
- Ah sì? Eppure con Ilaria ci hai parlato a lungo! Immagino vi siate divertiti un mondo questa settimana! – commentai guardando la sua espressione cambiare e farsi più cupa – Ah! Ora ho capito. Ho capito tutto! Non ha funzionato vero? Ora che lei ti ha detto di no tu torni strisciando da me! Magari per essere compreso e compatito! Non funziona così, Kibum, se volevi una scena simile avresti dovuto parlarmene prima! -
- Che cosa ne sai tu di quello che ho passato io? - chiese facendomi venire un brivido lungo tutta la schiena per quanto fosse serio.
- Già, che cosa ne so io? Cosa? Niente! Eppure, per quanto tu abbia cercato di tirarmi fuori da questo periodo della tua vita, io ho capito tutto. Ti sei innamorato di Yaya? Qual era il tuo problema a dirmelo? Avevi paura che lo dicessi a Jonghyun? Avevi paura che non avrei capito? Eppure l’ho fatto lo stesso! Anche senza che mi dicessi tutto! -
- Per una volta volevo cavarmela da solo! Non volevo essere giudicato da nessuno e non volevo avere pressioni! - disse lui lasciandomi a bocca aperta.
- Pensi che io ti avrei giudicato? Mi fa molto piacere sapere che hai una simile opinione di me! Bene! Anni e anni di conoscenza, e per cosa? Per sentirsi dire che IO ti avrei giudicato e soprattutto ti avrei fatto pressione! Va bene Kibum, ora che so quello che davvero pensi, puoi anche portare il tuo regale di dietro fuori da questa casa! - dissi indicandogli con il braccio teatralmente la porta di casa.
- Finiscila! Sei arrabbiata solo perché non ti ho resa partecipe di questi ultimi mesi. Qual è il problema? Vuoi che dipenda solo da te? Io non potrò stare sempre e solo dietro a te, io vorrei anche avere una vita sentimentale! Volevo per una volta avere una ragazza che non fosse la fidanzata del mio migliore amico! Perché non lo capisci!? -
- Kibum, io non ti ho mai messo le catene, non ne ho il diritto e non lo farei neanche se potessi! Anzi, io sarei molto contenta se tu ti trovassi una brava ragazza, che sia Ilaria o no. Non mi aspetto che tu mi stia appiccicato come la colla, mi aspetto solo che tu ci sia quando ho bisogno di te! E vorrei davvero tanto che la cosa fosse ricambiata – dissi sentendo le lacrime spingere per uscire, vedendo anche i suoi occhi arrossarsi come i miei – Mi hai abbandonata proprio quando avevo più bisogno di te, e tu hai preferito tenere tutto quello che stavi passando per te, invece che parlarmene. Perché? Non ti fidi di me? Credevo che almeno tra migliori amici ci fosse un intesa simile. - conclusi passandomi una mano sulle guance per asciugare quelle poche lacrime che stavano uscendo.
- Mi dispiace, va bene? Mi dispiace per tutto. Scusa se non ti sono stato vicino, scusa se non ti ho detto niente, perdonami… - mormorò lui abbassando il viso.
La cosa più incredibile del fatto che io sia arrabbiata con lui, è il fatto che in questo momento vorrei solo abbracciarlo.
- Sei proprio uno stupido Kim Kibum… - mormorai tirando su con il naso.
- Già… - sussurrò lui tirando su la testa e mostrando i suoi occhietti felini pieni di lacrime che pretendevano di uscire - … posso abbracciarti adesso? -  chiese lui guardandomi come un cucciolo bastonato. Sospirai, sorridendo appena, per poi allargare le braccia.
- Vieni qui - mormorai accogliendolo. Kibum era una persona solare, sempre pronta a scherzare e a ridere per tutto, una persona forte, che non si faceva abbattere facilmente e che poteva intimorirti con la sola forza dello sguardo. Ma in quel momento mi sembrò la persona più fragile del mondo. Vedevo tutta la sua forza spezzarsi su di me, come se avesse portato un peso enorme fino a quel momento.
Quanto ti ha ferito quel “no” Kibum?
Come hai fatto a sorridere fino ad ora?
 
Passammo la mattinata insieme, dove Kibum mi raccontò a grandi linee tutto quello che era successo in quella settimana. Si era dichiarato a lei pur sapendo a cosa andava incontro. A detta di Kibum, ad Ilaria piaceva già un altro, ma aveva deciso di dichiararsi lo stesso, solo per togliersi quel peso di dosso. Non sapeva, però, che quel rifiuto gli avrebbe fatto così male. Aveva sentito uno sparo dritto al cuore, che continuava a fargli male da giorni. Ci era rimasto davvero male, e potevo vederlo dalla sua faccia, stanca e depressa, e da quei sorrisi finti e troppo sforzati. Mi spezzava il cuore vederlo in quello stato e cercavo di confortarlo per quanto possibile.
Avevo ormai dimenticato la rabbia che avevo provato nei suoi confronti fino a quel momento, forse perché lo capivo, o forse perché ero più felice di averlo di nuovo con me per arrabbiarmi ancora. Dopo averlo sentito sfogare tutta la sua frustrazione decise di passare all’argomento che meno apprezzavo. Jonghyun.
- Feffe… Lo so che non sono stato molto presente in questo periodo, ma ho seguito bene o male la situazione. Jonghyun si sta impegnando tanto, ci tiene davvero a te. Perché ti ostini a non perdonarlo? - chiese lui con calma, guardandomi attentamente. Riflettei a lungo su quella domanda, e prendendo un respiro cominciai a parlare.
- Non so… in cuor mio sento che non è ancora il momento. Sento che devo metterlo alla prova per vedere se davvero mi ama ancora come un tempo. Lo so, forse può sembrare stupido… ed infantile… però io la penso in questo modo, per quanto vi possa sembrare inutile -
- Non metto in dubbio il fatto che tu lo debba mettere alla prova, ma devi stare attenta, per quanto Jonghyun possa essere insistente e testardo, si fa abbattere facilmente sentimentalmente, e se gli dai troppe batoste lui potrebbe arrendersi, pensando che ormai non c’è più nulla da fare -
- Forse è proprio per questo che lo sto mettendo alla prova. Jonghyun deve imparare a tirare fuori i suoi attributi quando deve. In questo periodo sono arrabbiata con lui. Tutta rabbia repressa che ho accumulato nei mesi scorsi, ma che sto rilasciando a poco a poco. Appena sarò pronta e di nuovo serena, non avrò più dubbi. Spero solo che Jong possa resistere fino ad allora - mormorai sospirando.
- Lo spero anche io. Ci ho messo troppo tempo per farvi mettere insieme, non posso farvi lasciare così - scherzò lui sorridendo. Sorrisi anche io, felice del fatto che il mio migliore amico fosse di nuovo lì con me.
Verso l’ora di pranzo, Kibum tornò a casa, dicendo che ci saremmo sentiti presto.
 
Passarono parecchi giorni, in cui non feci altro che finire i preparativi per la  mia festa di compleanno, fare shopping con mia madre e restare sola a casa nel tempo restante. Mio fratello e Kibum sembravano essere molto impegnati con le prove, passavano interi pomeriggi a provare, spesso a casa di Kibum o a scuola dove avevano sempre l’accesso libero. Ero contenta che s’impegnassero così tanto, ma spesso sentivo la loro mancanza. Li vedevo poco, soprattutto da quando non potevo più andare a vedere le prove per via di Jonghyun. Non volevo distrarli dal loro lavoro. Kibum chiacchierava con me in chat la sera, ma spesso era così stanco che rispondeva a monosillabi, aspettando sempre che staccassi prima io. Taemin passava sempre la mattina con Sara, quindi lo vedevo solo per cena in cui non si esprimeva più di tanto. Hongki invece, era intento ad aiutare gli SHINee e il trasloco de suoi genitori. Anche lui ormai vedevo di rado, e forse era meglio così per come erano andate le cose. Non amavo Hongki, almeno non in quel modo, ma ci ero molto affezionata.
Scoccati ormai i primi di febbraio, decisi di riemergere dalla mia camera per prendere una boccata d’aria fresca e soprattutto una bella cioccolata calda al Paradise Caffè. Speravo solo di non incontrare di nuovo Jonghyun, e di poter passare un pomeriggio tranquillo.
La calda atmosfera del Paradise mi confortava, e il profumo dei dolci e di cioccolata mi faceva venire l’acquolina in bocca, mentre mi andavo a sedere ad un tavolo libero.  Siwon venne quasi subito da me per prendere le ordinazioni. C’era solo lui e l’altra ragazza che lavorava con loro, Minho probabilmente era impegnato con gli SHINee e Ilaria… a fare altro, immaginavo.
Siwon tornò con la mia cioccolata calda, e potei notare cosa ci avesse disegnato sopra. C’era una faccia sorridente nella cioccolata, che fece sorridere anche me. Mi voltai a guardare Siwon, che mi sorrise. Ovviamente dall’ultima volta al Paradise, tutti i Super Junior probabilmente erano venuti a conoscenza della mia situazione precaria con Jonghyun. Benché non conoscessi per niente Siwon, mi sembrava carino il fatto che volesse tirarmi su di morale. Mangiai qualche biscotto, aspettando che la cioccolata bollente si raffreddasse.
- Feffe, che cosa ci fai qui tutta sola? - disse una voce che riconobbi come quella di Hongki. Sorrisi dolcemente nel vederlo, e lui si venne a sedere davanti a me.
- Avevo voglia di uscire, voi ragazzi siete tutti impegnati in altro, quindi eccomi qui -
- Capisco. Come va? - chiese lui guardandomi attentamente.
- Bene… direi bene. Meglio di prima. Forse perché Kibum è tornato a parlarmi. Abbiamo chiarito e mi sono tolta un piccolo peso dal cuore. - dissi sorridendo, ripensando a quel giorno.
- Sono contento che vi siate chiariti. Però adesso dovresti toglierti tutto il peso che hai sul cuore. Dovresti parlarne anche con Jonghyun. Al tuo compleanno per esempio - commentò lui rubando un biscotto dal mio piatto.
- No, non penso davvero sia il caso. Non al mio compleanno. Mi sono resa conto di essere ancora innamorata di Jonghyun, ma ho ancora della rabbia repressa che non voglio tirare fuori al mio compleanno. -
- Beh… è già una buona cosa che sai di amarlo ancora - mormorò lui sorridendo.
- Già. Mi ha fatto disperare in ogni modo possibile e inimmaginabile… ma lo amo ancora troppo per lasciarlo andare -
- Mi piace sentirtelo dire – sorrise lui contento – dovresti dirlo anche a lui -
Ormai Hongki era diventato un mio confidente speciale, ed anche se avevamo un segreto da portare nella tomba, ero contenta di averlo conosciuto. I suoi capelli in quei mesi erano cresciuti di qualche centimetro, e cominciava a vedersi anche la sua ricrescita nera. Nonostante apprezzassi di più i ragazzi dai capelli scuri, a lui stavano bene biondi, così come a Kibum. Anche se Kibum era perfetto con qualsiasi colore di capelli.
- Hongki, quando tutta questa storia finirà ricordami di invitarti a cena - commentai bevendo un sorso di cioccolata.
- Mh? - domandò lui inclinando la testa da una parte, guardandomi perplesso.
- Te lo meriti, mi hai sopportato come nessun altro in questo periodo, e stai affrontando parecchi problemi, per una cosa o per l’ altra per colpa mia. Quindi ci terrei almeno ad offrirti una cena, o quello che vuoi insomma -
- Oh, ma non ce né bisogno. L’ho fatto perché tengo molto a Jonghyun e perché ti voglio bene. - disse sorridendo. Sorrisi anche io, guardandolo.
- Ti voglio bene anche io, Hongki -
 
A pochi giorni dal mio compleanno mi ritrovai nell’indecisione di invitare o meno i SS501 e i Super Junior. Da una parte volevo invitarli, perchè infondo mi trovavo bene con entrambi, dall’altra sapevo che non sarebbe stata una grande idea.
- Ma sì, già che ci siamo perché non chiedi a Hyun Joong di cantarti una canzone! Anzi no! Chiedilo a Kyuhyun! Penso che sarà davvero molto contento! - sbottò Taemin.
- Ma perché ti arrabbi tanto? mi sembri Jonghyun – sbuffai guardando i suoi occhi scuri – Hyun Joong è meno malvagio di quel che sembri, e Kyuhyun è un buon amico. Ce l’avete tutti con lui per la storia del ristorante quando il vero idiota è solo Jong… e smettila di guardarmi così, perché è vero -
Taemin in quel periodo non vedeva di buon occhio Kyuhyun, e non faceva altro che farmelo notare. Ovviamente solo ed esclusivamente per la storia del ristorante. Immaginavo che Jong avesse raccontato la sua versione dei fatti, ovvero che Kyuhyun mi avesse fatto una corte spietata di fronte a tutti, e che lui avesse reagito in quel modo per una giusta causa.
Per quanto volessi invitarli solo per dar fastidio a quel brontolone di mio fratello, decisi che forse era meglio lasciar perdere. Finita la tempesta della gara, forse avrei potuto farci un pensierino.
Osservai Taemin salire le scale per infilarsi in camera sua, e restai sul divano a guardare un noiosissimo programma che mi teneva solo compagnia in quelle ore inutili. Stavo per sprofondare in un letargo profondo quando sentii il telefono suonare allegramente. Mi precipitai in cucina per prenderlo, notando che fosse Kibum.
- Pronto? -
- Ti dò dieci minuti, massimo cinque, per vestirti ed uscire di casa. Devi accompagnarmi a fare shopping immediatamente - ordinò da grande diva come solo lui sapeva fare. Sorrisi.
- Dove ci incontriamo? - chiesi cominciando a salire le scale.
- Ti passo a prendere con la moto -
- Con la moto? Che lusso. Allora a tra poco - dissi attaccando e preparandomi velocemente. Mi vestii comodamente, sapendo che lo shopping con Kibum era come una maratona con trasporto pesi. Non amavo follemente lo shopping, ma quello con Kibum era molto divertente, e dato il suo grande senso della moda spesso mi affidavo a lui nella scelta dei vestiti. Non sempre eravamo d’accordo, ma riuscivamo a trovare comunque un compromesso.
- Taemin, io esco con Kibum,  ok? - urlai sentendo in risposta un mugugno soffocato, segno che Taemin si era spalmato sul letto a dormire.
Mi legai i capelli in due trecce e afferrando il cappotto aspettai fuori casa il suo arrivo.
- Sei pronta a passare una bellissima giornata con il sottoscritto? - chiese lui non appena inchiodò con la moto davanti a me.
- Io sono sempre pronta. – risposi mentre mi passava il casco e mi sedevo dietro di lui – Kibum, vedi di andare piano o ti pianto una scarpa tra le chiappe - intimai mentre mi aggrappavo a lui, sapendo che non mi avrebbe dato comunque ascolto.
- Prossima fermata: centro commerciale di Seoul! - disse lui tutto contento, sfrecciando via velocemente.
 
- Feffe prova questi tacchi immediatamente - ribadì per la terza volta Kibum rincorrendomi con delle scarpe nere in mano.
- Quelli non sono tacchi, sono trampoli, ed io non ci so camminare. Sembro un tirannosauro, perché insisti? - mi lagnai sedendomi su una sedia, sapendo che avrebbe continuato fino a che non li avessi messi.
- Voglio solo vedere come ti stanno, santo cielo, perché voi donne pensate che vi comprerei tutto ciò che guardo? - borbottò lui passandomi i tacchi, e non potei fare a meno che pensare ad Ilaria. Sapevo che Kibum l’aveva portata a fare shopping, e conoscendo Ilaria, sapevo che avevano avuto non poche discussioni in fatto di vestiti. Il fatto che Key non si fosse ancora del tutto sfogato mi preoccupava, soprattutto perché si comportava come se nulla fosse. Lo guardai mentre si aggiustava i capelli davanti allo specchio dietro di me. Mi dispiaceva per lui, non meritava un rifiuto e non capivo come potesse essere accaduto, ma infondo io stessa ero la prova del fatto che l’amore fosse strano e cieco.  Il cuore di Ilaria apparteneva a qualcuno che lo ha afferrato prima di Kibum, che continuava comunque a seguirne le briciole, sperando di trovarlo libero, prima o poi. In quei giorni avevo preferito evitare di parlargli di Yaya, forse per non mettere il dito nella piaga, o forse perché speravo che un giorno sarebbe venuto di nuovo lui a dirmi cosa sentiva davvero.
- Allora? Devo infilartele io? - mi risvegliò lui. Infilai quelle benedette scarpe e mi alzai, ritrovandomi faccia a faccia con lui.
- Il mondo è più alto adesso, non trovi? - scherzò lui, sorridendo.
- Mi fa troppo strano non sentirmi una nana accanto a te. – dissi guardandomi allo specchio – non pensi siano troppo alte? -
- Ah, sicuramente a Jonghyun non piacerebbero - disse lui in tono serio, per poi scoppiare a ridere insieme a me.
- Questa era cattiva - commentai.
- Lo so. Ma non è mica colpa mia se il mio migliore amico è alto pochi centimetri più di te -
Rimisi a posto le scarpe e cambiammo negozio, entrando in uno pieno di peluche, sotto mia richiesta.
- Come vanno le prove con gli SHINee? - chiesi accarezzando un coniglio bianco e troppo costoso per il mio portafoglio.
- Benissimo. Ci stiamo impegnando molto - sorrise lui, lanciandomi uno sguardo mentre si guardava intorno – Ci manchi tanto Feffe, devi tornare a supportarci -
- Se venissi vi farei solo perdere tempo. Jonghyun ed io non riusciamo a stare nella stessa stanza senza tentare di litigare in qualsiasi modo. Quindi è meglio di no… ma credimi, anche a me dispiace non vedervi più. Le vostre canzoni mi tirano su di morale - dissi mettendo a posto il coniglio e ammirando gli altri peluche morbidi e carini che c’erano.
Se non riuscissi a fare pace con Jonghyun, che fine farebbe il rapporto con tutti? Farei la fine di Krystal?
Scossi la testa, cancellando il brutto pensiero dei loro sguardi accusatori su di me.
- Vieni, andiamoci a prendere qualcosa da mangiare. Non so a cosa tu stia pensando, ma dimenticala. Oggi voglio vederti sorridere - disse lui prendendomi le guance e tirandole.
- Yah! - dissi massaggiandomi le guance mentre lui mi faceva una linguaccia e mi intimava di uscire dal negozio. Sorrisi e lo seguii.
Grazie Kibum. Alla fine sei sempre tu che risollevi il morale a tutti.
 
La giornata passò in fretta e fra una risata e l’altra non mi accorsi dell’ora tarda. Key mi riaccompagnò a casa per l’ora di cena, che trovai già pronta per essere mangiata, e raccontai la giornata alla mia famiglia durante il pasto. I miei genitori erano contenti di rivedermi sorridere e non più vagante per la casa come un fantasma. Dal ritorno di Kibum ero più serena di prima e ciò mi dava modo di non pensare al problema da risolvere.
- Tesoro, oltre alla festa c’è qualcosa in particolare che vorresti? - chiese mia madre finendo il suo riso.
- No, no. La festa è già abbastanza - commentai ingoiando la carne.
- Sicura?  Infondo metà della festa è stata finanziata dai tuoi nonni, e noi non abbiamo speso molto. - continuò papà. Dissentii, anche perché non avevo nulla in mente.
- No tranquilli, mi basta passare un buon compleanno con tutti voi -
- Il “ tutti noi” comprende anche Jong? - chiese Taemin infilandosi nel discorso.
- Taemin - lo ammonì mamma.
- Ci è rimasto male del fatto che tu non lo abbia invitato. - continuò lui ignorandola. Lo guardai.
- Non ci posso fare niente se ci è rimasto male. Se ne farà una ragione - commentai guardando il piatto vuoto.
- Perché, cosa ti cambia se viene? Tanto vi ignorate no? -
- Taemin, ne abbiamo già parlato. - dissi mentre vedevo mio padre fare un sospiro, mentre si alzava per aiutare mamma a togliere i piatti.
- E se lui venisse lo stesso? - chiese lui mettendomi una pulce nell’orecchio. Lo fulminai.
- Sono sicura che mio fratello e i miei amici non vogliano rovinarmi il compleanno, ed è proprio per questo che non lo vedrò, vero? - chiesi con irritazione.
- Sorella, il tuo modo di ragionare in questo periodo mi stressa. Quindi me ne vado a dormire. Buonanotte famiglia - disse lui alzandosi e andando in camera sua. Lo osservai finché non scomparve dalla mia vista. Sbuffai abbassando lo sguardo.
- Tesoro, non badare a tuo fratello. Non devi invitare Jonghyun se non vuoi - disse mamma appoggiandomi una mano sulla spalla. Sapevo che a mia madre questa separazione non era piaciuta granché, perché a lei Jonghyun piaceva come tipo di ragazzo per me. Però sapeva di non doversi intromettere nei nostri affari, o almeno non troppo.
- Taemin ce l’ha con me vero? - chiesi guardandola. Lei dissentì, sedendosi accanto a me.
- No, Taemin è preoccupato per te, ecco tutto. Lo sai che ti vuole molto bene, non vuole che tu sia triste, e questa tua apprensione per te ogni tanto sfocia anche in questo. Vorrebbe rivedervi insieme, e vorrebbe vederti sorridere di nuovo come prima. Ma questa è una cosa che solo tu puoi fare. - concluse lei sorridendo e tornando a lavare i piatti.  Sapevo che aveva ragione, e sapevo che Taemin si preoccupava per me. Avrei risolto il problema prima o poi, ma per il momento volevo solo passare un compleanno tranquillo e senza andare in escandescenza. Era chiedere troppo? 


Angolo di Feilin
Buonaseeera. Quanto tempo eh? saranno passati secoli ormai XD per quei pochi che forse ancora mi seguono chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma ho avuto diversi problemi. Spero comunque che il capitolo sia piaciuto. Lasciatemi un commento se volete e ci sentiamo al prossimo capitolo ( che arriverà XD) un bacione <3

 
  
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