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Autore: St Lucry    10/04/2014    0 recensioni
Heikichi era un ragazzo normale come tutti, quando un giorno decise di fare la cosa più stupida della sua vita.
Fece una scommessa.
In seguito ad essa, entrò nella "Black Forest", una foresta così insidiosa che chi entrava andava contro morte certa.
Lì dentro venne assalito da un tailmouth, una creatura semiumana, con grandi orecchie ed una coda con una bocca, che ha come una "vita propria".
Heikichi uccide la creatura, ed una maledizione cade su di lui, trasformandolo in un tailmouth ed impedendogli di uscire dala foresta.
Ma Heikichi vuole tornare normale, così decide di cercare la creatura leggendaria che si dice abiti al centro della foresta, l'unica col potere di liberarlo dalla maledizione.
Heikichi riuscirà a trovarla o perirà nel tentativo?
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Violenza
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La casa di Kuroi era molto semplice.
La porta dava direttamente su un monolocale molto ampio, in un angolo vi era una zona dedicata alla cucina, con un tavolo per pranzare. Dei mobiletti e delle credenze erano disposte lungo la parete di destra.
Quella di sinistra era completamente occupata da una finestra, che dava su un panorama fantastico, dove si potevano vedere le creature della notte volare fra i rami, ed il sole tramontare dietro le immense montagne, in lontananza.
Una porta sulla parete sinistra probabilmente portava alla camera da letto, ed un’altra al bagno.
Kuroi fece segno ad Heikichi e Vanellope di accomodarsi, e i due si sedettero sul divano di pelle nera che si trovava davanti ad un camino, posto in un angolo della parete dove si trovava la porta. Davanti al camino vi erano anche altre poltrone, ed un tavolino in vetro era davanti ad esse.
Heikichi trovò la casa molto graziosa e confortevole.
-Allora, eravate venuti quei per un motivo preciso o sbaglio?- Disse Kuroi, sorridendo.
-Esatto, siamo da te perché Heikichi ti aveva chiesto se volevi unirti a noi per cercare Darikame!- Esclamò Vanellope.
-Esatto… per prima cosa, ci servirà una mappa della foresta, o almeno delle zone conosciute. Poi, ognino deve preparare uno zaino contenente il necessario a sopravvivere, quindi molte provviste e qualche bussola, e dei vestiti di ricambio. Ci servirà anche una tenda dove campeggiare.- Disse Kuroi.
-Ma è così tanta roba! Come faremo a portarla tutta?- Heikichi era perplesso, ma Kuroi sembrava avere una soluzione anche per quel problema.
-Non devi preoccuparti, io ho una sacca che all’apparenza può sembrare piccola, ma in realtà può contenere tutto quello che vogliamo, perché è stata ricavata da una speciale fibra naturale, ricavata dal manto di una creatura rarissima: i Tieh. Queste creature sono dotate di un marsupio fatto, appunto, di questa particolare fibra. Loro lo usano come borsa dove contenere tutte le loro cose, è come essere a casa per loro. Quando un Tieh muore, i suoi compagni, prima di dargli degna sepoltura, recidono dal suo corpo il marsupio e ne creano una borsa, o uno zaino, che lasciano in zone nascoste e quasi irraggiungibili dei posti in cui vivono. Se si è così fortunati, come me, si può incappare in una di queste borse, e si può prenderla senza temere che un Tieh si arrabbi, perché per loro è come se il loro compagno tornasse in vita.
Heikichi non finiva mai di stupirsi, e mano a mano che andavano avanti a parlare, il viaggio che di colpo sembrava impossibile da compiere prendeva un nuovo colorito, diventando sempre meno spaventoso.
 
Le sue zampe si muovevano agili fra i rami. Saltava veloce di albero in albero, schivando le creature che tentavano di farlo cadere, assetate dal suo sangue.
Lui doveva trovare quel ragazzo, anche a costo della morte.
Un colpo di fame improvvisa lo colse alla sprovvista, e sentì che diventava sempre più lento e debole.
Doveva mangiare.
Scese a terra e si acquattò dietro un cespuglio, in attesa che qualcosa passasse davanti a lui.
Un movimento dietro ad un cespuglio, ed un cervo con le corna d’argento balzò fuori dal sottobosco.
Avanzò piano, finchè non fu alla sua portata.
Successe tutto così in fretta che il povero cervo non fece in tempo ad accorgersi che cosa succedeva.
Lui gli fu addosso, affondò gli artigli nella morbida cola del cervo, andando sempre più a fondo, tagliando le sue carni, staccando la testa dal corpo.
I rivoli di sangue uscivano dalla cavità dove prima vi era la testa, la spina dorsale era macchiata di rosso.
Lui la afferrò e tirò, facendola sgusciare fuori dal corpo del cervo ormai morto.
Poi gli aprì lo stomaco, molto lentamente, perché non voleva sprecare troppo sangue.
Il cuore d’argento del cervo pulsava ancora. Lui lo prese e lo sucò come un bicchiere per raccogliere e bere più sangue possibile.
Mentre beveva, strappava brandelli di interiora e muscoli e se li ficcava in bocca, masticando in fretta e tranciando le fibre della carne.
Appena fu sazio, si alzò dal corpo ormai irriconoscibile, mutilato a tal punto da non essere nemmeno certi di che animale fosse quel corpo straziato, e se ne andò veloce come era apparso.
Finalmente poteva ricominciare la sua ricerca.
Quello che aveva mangiato gli dava energia sufficiente per un altro mese, poi avrebbe dovuto uccidere ancora.
La sua maledizione era quella, doveva uccidere ancora e ancora, per poter sopravvivere e trovare chi avrebbe potuto liberarlo da quell’orrenda catena.
E quel ragazzo era la sua salvezza.
Finalmente era tornato ad essere un membro della sua specie, con la coda e tutto il resto.
Quei due umani l’avrebbero pagata cara per aver distrutto la sua famiglia, per averlo separato da suo fratello, per avere fatto sentire in colpa l’altro suo fratello, per avere ucciso sua madre e suo padre e per averlo intrappolato in quella parte di foresta, lontano da casa sua, lontano dalla sua famiglia, o da quel poco che ne rimaneva.
Però lo sentiva, sentiva che ora si erano riuniti, e mancava solo lui.
Lui aveva un problema, perché quando era nato la sua coda non si era sviluppata abbastanza, e ogni mese doveva uccidere qualche preda, perché altrimenti sarebbe morto.
Solo una, perché due sarebbero state troppe.
Ma lui odiava uccidere, e suo fratello, quando andava a caccia, gli procurava sempre le prede.
Ed ora era rimasto solo, un ragazzo di nemmeno 15 anni che combatteva contro le forze che volevano ucciderlo.
Ma li avrebbe trovato Heikichi e Kuroi, anche a costo di morire, perché voleva tornare insieme alla sua famiglia.

 
   
 
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