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Autore: Ciara    10/04/2014    2 recensioni
« Credevo che non venissi più qui! » parole dure che uscirono senza controllo dalle sue labbra.
Rabbia.
« Avevo nostalgia ».
Il cuore che continua a perdere battiti per la dolcezza di quella ragazza. Comprendere all’improvviso che lei non lo odiava affatto rendeva il tutto ancora più doloroso.
L’insensatezza di quella situazione era insopportabile.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Riesumare = disseppellire o recuperare qualcosa.

L’ho appena fatto! Sbirciando nei recessi del mio pc è venuta fuori questa flash che aveva iniziato a scrivere per un contest, mai concluso. Insomma esperimenti di scritture e di nuovi personaggi, direi.

Per chi di voi ha già letto “Out where the dreams all hide” diciamo che questa flash è da collegare al secondo spezzone di quella fic.

Vi lascio alla lettura, sempre accompagnata dalla colonna sonora in allegato mi raccomando J

Ovviamente nessuno dei personaggi qui di seguito mi appartiene!

 

Lightning

 

And together there
In a shroud of frost, the mountain air
Began to pass from every pane of weathered glass
And I held you closer than anyone would ever get

“We looked like giants” Death Cab for Cutie

 

Il ruscello scorreva lento.

D’estate l’acqua si insinuava pigramente tra le pietre e i sassi che ricoprivano il suo corso. Qua e là sotto il sole cocente si intravedeva qualche libellula svolazzare sull’acqua stagnante lungo gli argini.

Tornava in quel luogo ogni anno.

Un giorno afoso d’estate.

Quasi fosse un rituale.

Per ricordare.

Per dimenticare.

Anche sotto il manto ombroso del boschetto l’afa era quasi insopportabile.

Inspirò lentamente godendosi l’odore si resina sprigionato dagli alberi.

E tutti i ricordi che continuavano a riaffiorare, lei che permeava ogni istante felice, sereno.

Irraggiungibile.

Sentì qualcuno avvicinarsi, passi leggeri, fin troppo familiari.

« Sev! »

Si voltò sorpreso quanto lei di incontrarla lì.

Il loro posto segreto.

« Lily ».

Il cuore che batteva all’impazzata, nello stesso modo da quando l’aveva vista per la prima volta. Il senso di calore e frustrazione, che lo attanagliava da ormai un paio d’anni, si fece strada nel suo cuore spingendolo a distogliere lo sguardo.

« Credevo che non venissi più qui! » parole dure che uscirono senza controllo dalle sue labbra.

Rabbia.

« Avevo nostalgia ».

Il cuore che continua a perdere battiti per la dolcezza di quella ragazza. Comprendere all’improvviso che lei non lo odiava affatto rendeva il tutto ancora più doloroso.

L’insensatezza di quella situazione era insopportabile.

Ancora dei passi.

Lei che gli si era portata alle spalle.

Rivolse lo sguardo al cielo, le nuvole avevano cominciato ad addensarsi rendendo l’aria irrespirabile.

« Perché non può tornare tutto come prima? » gli chiese lei.

Insensato.

Lo desiderava anche lui con ogni fibra del suo essere, ma non erano più bambini. Non erano più ingenui, non c’era più quell’affetto spontaneo.

Non si trattava solo di amicizia.

Un tuono.

« Devo andare » quasi un sussurro, una scusa per fuggire lontano. Lontano da lei.

Qualunque posto che non facesse così male.

La ragazza lo trattenne afferrandogli il polso, cercò subito l’intreccio delle dita di lui con la mano libera.

« James e io ci sposiamo. Il mese prossimo… Dovresti… Vorrei tanto che ci fossi! »

Parole lente, cariche di significato. Una coltellata dietro l’altra, alle spalle.

Contro le sue spalle che non avrebbero retto oltre.

Potter.

Sempre e solo Potter. Perché proprio lui? Chiunque altro gli sarebbe andato a genio… Chiunque.

Non Potter.

La stretta di Lily si faceva più salda a mano a mano che passava il tempo. La speranza si era insinuata nel silenzio che era calato tra loro.

Leggerissima.

Insensata.

« Come posso venire al tuo matrimonio con lui, quando ci vorrei essere io al posto suo? »

Voltarsi a guardarla e scoprire una lacrima solitaria sulla sua guancia, forse, fu ancora più doloroso. La stretta sulla sua mano ancora salda, ancora fiduciosa.

E Severus, temendo di cedere alle lacrime di colei che amava tanto, chiamava in aiuto del suo odio il passato. Le ferite, la lontananza, la fiducia e l’affetto che gli erano scivolati tra le dita.

L’eterna mancanza che sarebbe stata lei.

Qualunque cosa pur di non cedere, di non far sparire quella lacrima solitaria con un gesto che non gli era consentito.

Anche in quel momento, anche quando il cuore andava in frantumi, più di quanto già non fosse.

Lentamente si liberò della stretta della mano di lei, le accarezzò la guancia arrossata rivolgendole un sorriso debole. Lo stesso sorriso che le aveva rivolto nei momenti di complicità.

Il bacio leggerissimo che le lasciò all’angolo della bocca scottava ancora sulle labbra quando se ne andò. Lasciandola lì sola, mentre altri lampi illuminavano il cielo, ormai cupo, di agosto.

  
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