Riesumare
= disseppellire o recuperare qualcosa.
L’ho
appena fatto! Sbirciando nei recessi del mio pc è venuta
fuori questa flash che
aveva iniziato a scrivere per un contest, mai concluso. Insomma
esperimenti di
scritture e di nuovi personaggi, direi.
Per
chi di voi ha già letto “Out where the dreams all
hide” diciamo che questa
flash è da collegare al secondo spezzone di quella fic.
Vi
lascio alla lettura, sempre accompagnata dalla colonna sonora in
allegato mi raccomando
J
Ovviamente
nessuno dei personaggi qui di seguito mi appartiene!
Lightning
And together there
In a shroud of frost, the mountain air
Began to pass from every pane of weathered glass
And I held you closer than anyone would ever get
“We looked like giants”
Death Cab for Cutie
Il
ruscello scorreva lento.
D’estate
l’acqua si insinuava pigramente tra le pietre e i sassi che
ricoprivano il suo
corso. Qua e là sotto il sole cocente si intravedeva qualche
libellula
svolazzare sull’acqua stagnante lungo gli argini.
Tornava
in quel luogo ogni anno.
Un
giorno afoso d’estate.
Quasi
fosse un rituale.
Per
ricordare.
Per
dimenticare.
Anche
sotto il manto ombroso del boschetto l’afa era quasi
insopportabile.
Inspirò
lentamente godendosi l’odore si resina sprigionato dagli
alberi.
E
tutti i ricordi che continuavano a riaffiorare, lei
che permeava ogni istante felice, sereno.
Irraggiungibile.
Sentì
qualcuno avvicinarsi, passi leggeri, fin troppo familiari.
«
Sev! »
Si
voltò sorpreso quanto lei di incontrarla lì.
Il
loro posto
segreto.
«
Lily ».
Il
cuore che batteva all’impazzata, nello stesso modo da quando
l’aveva vista per
la prima volta. Il senso di calore e frustrazione, che lo attanagliava
da ormai
un paio d’anni, si fece strada nel suo cuore spingendolo a
distogliere lo
sguardo.
«
Credevo che non venissi più qui! » parole dure che
uscirono senza controllo
dalle sue labbra.
Rabbia.
«
Avevo nostalgia ».
Il
cuore che continua a perdere battiti per la dolcezza di quella ragazza.
Comprendere all’improvviso che lei non lo odiava affatto
rendeva il tutto
ancora più doloroso.
L’insensatezza
di quella situazione era insopportabile.
Ancora
dei passi.
Lei
che gli si era portata alle spalle.
Rivolse
lo sguardo al cielo, le nuvole avevano cominciato ad addensarsi
rendendo l’aria
irrespirabile.
«
Perché non può tornare tutto come prima?
» gli chiese lei.
Insensato.
Lo
desiderava anche lui con ogni fibra del suo essere, ma non erano
più bambini.
Non erano più ingenui, non c’era più
quell’affetto spontaneo.
Non
si trattava solo di amicizia.
Un
tuono.
«
Devo andare » quasi un sussurro, una scusa per fuggire
lontano. Lontano da lei.
Qualunque
posto che non facesse così male.
La
ragazza lo trattenne afferrandogli il polso, cercò subito
l’intreccio delle
dita di lui con la mano libera.
«
James e io ci sposiamo. Il mese prossimo…
Dovresti… Vorrei tanto che ci fossi!
»
Parole
lente, cariche di significato. Una coltellata dietro l’altra,
alle spalle.
Contro
le sue
spalle che non avrebbero retto oltre.
Potter.
Sempre
e solo Potter. Perché proprio lui? Chiunque altro gli
sarebbe andato a genio… Chiunque.
Non
Potter.
La
stretta di Lily si faceva più salda a mano a mano che
passava il tempo. La
speranza si era insinuata nel silenzio che era calato tra loro.
Leggerissima.
Insensata.
«
Come posso venire al tuo matrimonio con lui,
quando ci vorrei essere io al posto suo? »
Voltarsi
a guardarla e scoprire una lacrima solitaria sulla sua guancia, forse,
fu
ancora più doloroso. La stretta sulla sua mano ancora salda,
ancora fiduciosa.
E
Severus, temendo di cedere alle lacrime di colei che amava tanto,
chiamava in
aiuto del suo odio il passato. Le ferite, la lontananza, la fiducia e
l’affetto
che gli erano scivolati tra le dita.
L’eterna
mancanza che sarebbe stata lei.
Qualunque
cosa pur di non cedere, di non far sparire quella lacrima solitaria con
un
gesto che non gli era consentito.
Anche
in quel momento, anche quando il cuore andava in frantumi,
più di quanto già
non fosse.
Lentamente
si liberò della stretta della mano di lei, le
accarezzò la guancia arrossata
rivolgendole un sorriso debole. Lo stesso sorriso che le aveva rivolto
nei
momenti di complicità.
Il
bacio leggerissimo che le lasciò all’angolo della
bocca scottava ancora sulle
labbra quando se ne andò. Lasciandola lì sola,
mentre altri lampi illuminavano
il cielo, ormai cupo, di agosto.