La
spada cadde a terra emettendo un suono vibrante di ferro.
Il
sangue fresco gocciolava ancora dalla sua punta, sporcando la terra
sotto di sé della vita di uomini e giovani che avevano lottato.
Ma
non erano i soli. Anche lui aveva lottato tanto.
Ha davvero senso,
si chiese gettandosi in ginocchio con la testa tra le mani.
Solo
la sua spada poteva comprendere gli orrori che aveva visto fino a
quel momento.
Il dolore, la paura, la morte, la guerra.
Ha
davvero un senso tutto questo, si chiese ancora stringendo una mano
all’altezza del petto; tratteneva appena le lacrime.
Aveva
evitato la forca, aveva difeso i suoi cari, ma a quale prezzo? Cosa
lo aveva spinto ad arruolarsi?
Voleva fare il poeta, da ragazzino.
Ricordava ancora quanto gli piacesse sdraiarsi sul prato si casa e
osservare la natura, sentire i suoi odori, i suoi suoni, le sue
sensazioni, sentire le parole venirgli da dentro mentre componeva su
un foglio.
Era anche innamorato di una fanciulla, guardarla negli
occhi era tutto ciò che gli serviva per scrivere pagine e pagine si
versi d’amore sulla potenza della natura, la bellezza dell’universo
e la sensualità delle Muse.
La sua vita era perfetta e sembrava
non potesse essere altrimenti;
poi arrivò la guerra.
Portò
via delle vite, al fronte o nei villaggi depredati dai
predoni.
Arrivò la guerra e prese anche la sua vita e lo trascinò
al fronte; non era stato più capace di comporre da allora.
Perché
combattere, si chiedeva. Perché morire?
Ormai era solo, lì, nel
bosco, circondato dai nemici.
Non aveva nessuno.
Ma poi alzò
lo sguardo e la vide, eterea come uno spirito, bella come una dea. E
guardandola negli occhi rivide riflessi in essi tutta la potenza
della natura e la bellezza dell’universo, prima che venisse
cancellata dalla guerra.
Sono sempre al tuo fianco, gli
disse.
Anche se la guerra mi ha portata via, non ti ho mai
lasciato da solo, gli sorrise.
Lui cercò invano di prenderle una
mano, ma tutto ciò che afferrò fu la sua spada, che lo attendeva
trepidante dal suo letto di erbacce e sangue.
E allora ricordò
per cosa lottava.
Per chi.
Si rialzò e corse contro i nemici.
Quando tutto sarà finito, annunciò tra sé e sé, scriverò un inno alla tua memoria, amore mio.